Caccia tattici in azione/USN-2: differenze tra le versioni

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[[File:F4U-4_VF-871_CV-9_1952.jpg|300px|right|thumb|La vista di un Corsair imbarcato diverrà comune solo nel dopoguerra, quando i piloti raggiunsero maggiore esperienza. Sopratutto fu vero durante la Guerra di Corea]]
Presto i Corsair vennero anche a contatto con i nuovi caccia giapponesi, come i Ki-84 e sopratutto gli N1K-2 Shiden: tipica fu la battaglia di Kure, contro il 343 Kokutai, in cui circa 15 aerei per parte vennero abbattuti durante un intero giorno. I Giapponesi rivendicarono circa 50 aerei, la realtà come al solito era diversa, ma fu così anche per gli Americani<ref>Galbiati F, articolo in Storia Militare luglio 2007</ref>. Vale la pena ricordare nel dettaglio quella giornata di battaglie aeree: mattina del 19 marzo 1945, dalle 16 portaerei della TF58 si levarono circa 300 aerei, di cui 52 Hellcat e 20 Corsair (VBF-10) destinati ad attaccare con razzi e bombe, diretti contro vari aeroporti per neutralizzarli. Il primo scontro contro alcuni dei circa 50 Shiden e Shiden Kai contro gli Hellcat del VBF-17 (cacciabombardieri) ebbe 3 aerei giapponesi abbattuti, così come due americani, e un terzo schiantatosi sul ponte al rientro. Seguì il combattimento tra il 407° Hikotai e gli Hellcat del VF-83, che vinsero con 6 giapponesi abbattuti contro 4 dei loro. Due Corsair del VBF-10, intenti a mitragliare e bombardare (abbatterono anche un idrocaccia Rufe) su di un aeroporto, erano rimasti isolati e vennero attaccati dagli Shiden Kai; avrebbero dovuto essere facili prede, ma sorprendentemente riuscirono a coprirsi a vicenda tanto bene da abbattere 4 aerei giapponesi e rientrare alla propria portaerei. I combattimenti aerei sono spesso imprevedibili, e così come questa coppia di caccia si difese con estremo valore, non così avvenne con i Corsair di un altro reparto, il VMF-123 (marines) di cui 15 aerei si dirigevano verso l'aeroporto di Hiroshima, quando videro sopra di loro una ventina di caccia. Li presero per Hellcat, invece erano Shiden, che piombarono su di loro ad appena 3.600 m. Fu una battaglia lunghissima (oltre 30 minuti), nel corso della quale gli americani rivendicarono ben 10 vittorie+ 4 probabili, ma in realtà pare che non ne ottennero nemmeno una. I Giapponesi, invece, abbatterono 3 aerei e ne danneggiarono altri 8; non fu una strage, ma al dunque i 2/3 dei caccia americani erano colpiti, e tre di questi, una volta a bordo, vennero gettati in mare in quanto non riparabili. Vi furono anche altre battaglie, nelle quali gli Shiden subirono altre perdite dai reparti di caccia che continuavano ad attaccare le loro basi, sorprendendoli all'atterraggio con poco carburante. Alla fine i Giapponesi rivendicarono 48 Hellcat(e presumibilmente, anche Corsair inclusi nel totale) e 4 bombardieri, un risultato eccezionale; gli Americani rivendicarono ben 63 aerei giapponesi. In realtà le perdite giapponesi erano di 15 Shiden (con la perdita, pare, di ben 13 piloti) e Shiden Kai, altri 10 caccia diversi, alcuni distrutti al suolo; gli americani persero 14 caccia (8 Hellcat e 6 Corsair, inclusi presumibilmente i 4 aerei fracassatisi al rientro) e altrettanti bombardieri (11 Helldiver e 3 Avenger). Non fu una vittoria risolutiva da nessuna delle due parti, ma gli americani colpirono anche gli aeroporti e, nella baia di Kure, 3 portaerei, due corazzate e un incrociatore leggero. Tuttavia, il loro bersaglio più importante, la JIN YAMATO, sfuggì all'attacco. E così, involontariamente, gli aviatori del 343imo saranno causa indiretta dell'ultimo disastro navale giapponese.
[[File:5in_HVAR_F4U_MAG5in_FFAR_F4U_MAG-33_Okinawa_Jun1945.jpg|300px|right|thumb|]]
Ogni tipo di bersaglio era legittimo per i Corsair, cosa ancora più vera quando cominciarono ad usare ampiamente tecniche di attacco in picchiata con i razzi da 127 mm HVAR (e anche i 165 mm SAP, più rari), nonché bombe da 227 e 454 kg. Oramai, alla fine della guerra, i bombardieri in picchiata erano sempre meno richiesti mentre i cacciabombardieri erano diventati molto più apprezzati, per numerose ragioni tra cui la versatilità d'impiego, e il fatto che oramai potevano caricare almeno altrettante bombe di qualunque altro monomotore. Assieme agli Hellcat furono così i primi ad attaccare la grande corazzata Yamato e la sua scorta, appena prima che essa venisse travolta dai bombardieri in picchiata e dai siluri, mentre tentava di arrivare a Okinawa per arenare la nave e concorrere alla difesa costiera: aveva appena il carburante per il viaggio d'andata (2.500 t) e così in ogni caso l'equipaggio della corazzata sapeva che non sarebbero tornati più indietro.