Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-771: differenze tra le versioni

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Almeno 90 LCAC sono stati ordinati dalla US Navy, principalmente per l’impiego da parte dei Marines.
 
===USS Guam <ref>D'Amadio, S. e Francois P. ''USS Guam LHP-9, Aerei ott. 1996 p. 19-24</ref>===
Perché la USS Guam è così importante per la storia dell'USMC? Perché ha contribuito moltissimo alla nascita dell'aviazione imbarcata VSTOL. Ma torniamo indietro di alcuni decenni. Come nasce l'esperienza dei Marines con questo tipo di aerei? Verso la fine degli anni '50 tirarono le somme dell'esperienza con la portaerei di scorta USS Thetis Bay: serviva cioè una nave capace di trasportare in tempi davvero ristretti truppe, materiali e armi con la capacità di sbarcarli anche sotto fuoco nemico. Tanto fu vero e sentito questo proposito che vennero addirittura modificate tre 'Essex' come navi d'assalto anfibio. Ma si aspettavano le 'Iwo Jima' che erano in approntamento: pur essendo più piccole e molto più lente, queste sette unità navali vennero costruite tra il 1961 e il 1970 come le prime per operare esplicitamente con gli elicotteri più un congruo numero di truppe, ben 1900 uomini che costituiscono il 'battaglione rinforzato' tipico dell'USMC. Semplicità e robustezza di base, con la riesumazione di un progetto per portaerei di scorta non realizzato della II Guerra mondiale, una sola turbina a vapore con asse singolo e 22.000 hp di potenza. Il ponte di volo era lungo 180 m mentre sotto vi era un indispensabile (specie per le lunghe crociere) ponte hangar di 69 m di lunghezza e alto 6 m, capace di ospitare qualcosa come 20 elicotteri medi CH-46, pur essendo tutt'altro che di enormi dimensioni, data la presenza dei depositi e dei parcheggi veicoli. Sul ponte di volo v'erano 6 stazioni d'atterraggio elicotteri sul lato sinistro e due su quello destro, mentre esistevano 2 ascensori di 15x12,6 m ai lati del ponte: uno a prua della sovrastruttura, a sinistra, e l'altro dietro la stessa, ma a destra. Questi ascensori avevano una doppia funzione: quando non usati si ripiegavano sul fianco della nave e chiudevano l'hangar risparmiando quindi sulla saracinesca. L'isola non era particolarmente grande, ma in compenso era particolarmente affollata con radar SPS-10 da scoperta navale, SPS-40 per la scoperta aerea, LN-66 per navigazione, SPN-43 guida velivoli e SPN-35 per la direzione del tiro. Una selva di antenne, incluse quelle delle comunicazioni, che ricopriva il tetto dell'isola e l'albero tra la plancia e il fumaiolo. Come armamento, inizialmente si trattava di cannoni automatici di vecchio tipo, o meglio, di quanto disponibile negli anni '50: 4 torri binate da 76/50 mm e circa 50 colpi.min per canna, tutte in postazioni scoperte. Due erano a poppavia del ponte, due a prua e a poppa dell'isola, a sua volta sulla destra dello scafo. A sinistra era caratteristico l'ascensore che modificava molto la linea del bordo del ponte. Questo era un armamento potente e magari capace anche di sostenere con il fuoco gli sbarchi anfibi, se la nave fosse dovuta avvicinarsi molto alla costa (cosa che invece, proprio gli elicotteri consentivano di evitare: questa non era una LST). Non passò molto tempo che arrivò nella postazione poppiera sinistra e in quella a prua della torre un lanciamissili Sea Sparrow BPDMS (Basic Point Defence Missile System), che era un sistema piuttosto limitato: da un lato aveva un ordigno dalle prestazioni (e peso) eccezionali per la sua categoria di armi difensive ravvicinate (fino a 15-20 km di gittata e quasi altrettanti di quota utile) ma dall'altro i sistemi di controllo del tiro non erano molto sofisticati e limitavano l'uso del missile quando si trattava di contrastare dei bersagli 'al traverso' della nave stessa (quando erano diretti verso altre navi, insomma). I missili non avevano in genere ricariche: gli 8 missili per impianto erano giudicati sufficienti per ogni caso pratico. Inoltre presto arrivarono anche 2 CIWS Phalanx mentre le torri d'artiglieria rimasero. La configurazione era quindi di un Sea Sparrow a poppavia, come anche una torre da 76; una torre da 76 e davanti ancora, un Sea Sparrow, a proravia del torrione; un CIWS sul lato poppiero sinistro e uno sul lato prodiero destro, vicino alle armi sopra il ponte. In seguito è stato rimaneggiato ulteriormente con l'apparente eliminazione su tutte delle armi a prua dell'isola, per fare posto ad altri elicotteri e ad una grande cupola che forse racchiude un sistema satellitare. Il totale degli elicotteri era diventato di 25 unità nella configurazione più tipica, tra AH e UH-1, CH-46 e -53. Con gli Harrier la scelta è stata anche più variegata, ma solo poche operazioni sono possibili dato l'impatto che questi pur piccoli apparecchi hanno a bordo delle navi che li dovrebbero far operare. Ma tornando alla GUAM, essa eredita il nome di una cannoniera americana che fece epoca nel 1928, sui mari cinesi. Poi dal '45 vi fu un poco noto incrociatore da battaglia CB-2 che iniziò le operazioni poco prima la fine della guerra, andando a rinforzare la già enorme flotta americana. Ma il nome della nave è dovuto sopratutto all'epica conquista di questa piccola isola contro i giapponesi, al solito tentata e ottenuta dai Marines. Entrata in servizio il 16 gennaio 1965 la LPH-9, terza tra le 'sette sorelle' ha avuto una vita intensa: usata come nave appoggio per il progetto Gemini XI, di cui recuperò la capsula spaziale, nel '70 prestò servizio di aiuto al Perù colpito da un tremendo terremoto sviluppando centinaia di sortite nell'arco di 10 giorni con i suoi preziosi elicotteri. Nel 1971-72 ebbe il primo ammodernamento importante.
La sua funzione di semplice portaelicotteri è stata all'epoca modificata come Interim Sea Control Ship, che significava in concreto sperimentare l'efficacia degli aerei VSTOL a bordo. All'epoca non c'erano ancora le 'Tarawa' e prima che queste arrivassero nel '74 il progetto, pur dando risultati positivi, venne abbandonato. La nave divenne quindi nuovamente una semplice portaelicotteri d'assalto anfibio, dato che le sue caratteristiche non le consentivano di far operare appieno gli Harrier. E dire che la sua stazza è maggiore di quella della GARIBALDI. La sua attività non ha conosciuto soste e nel 1982-84 à stata impegnata per la missione in Libano, nonché nella molto meno pacifica invasione di Grenada (invasione 'Sudden Fury'). Era disponibile nel '90 per 'Desert Shield' ma venne inviata piuttosto, all'inizio del '91, dal Golfo Persico vicino alla Somalia per evacuare i civili da Mogadiscio: 282 in tutto tra cui molti ambasciatori, non solo USA ma anche di URSS, Gran Bretagna e altre nazioni ancora. Ritornò nel Golfo Persico subito dopo facendo parte della finta invasione in Kuwait, quando 31 navi anfibie americane stavano apparentemente preparando un assalto anfibio che non c'éè stato ma che ha tenuto ferme sei divisioni irakene nel tentativo di pararlo (d'altro canto se si fossero mosse è probabile che l'assalto sarebbe stato davvero lanciato), Tornata a casa nel '91, tenne poi la rappresentanza della marina USA per le celebrazioni del 50imo anniversario per l'invasione della Normandia, nel 1994 (Southampton e Cherbourg le località in cui si è festeggiato). Nei suoi primi 31 anni di vita la USS Guam ha ottenuto varie decorazioni come la 'Navy Unit Commendation' e la 'Battle efficiency award'. A metà anni '90 faceva parte della Mediterranean Amphibious Ready Group o MARG, impegnata nelle operazioni IFOR (che significa Implementation FORce) per la Bosnia con una forza di marines pronti allo sbarco in caso di necessità. Poi ha fatto anche un salto a Monrovia, Liberia, per evacuare gli occidentali durante l'ennesima guerra civile africana.
 
La sua componente aerea era, attorno al '95, di: 12 CH-46E dell'HMM-162 'Dough Boys' (HMM significa Helicopter Marines Medioum). Questi volarono già nel '58 ed entrarono in servizio dal '62 come eredi della tradizione degli elicotteri Piaseki-Vertol-Boeing, iniziata con l'HRP-1 ordinato nel '44. Usati per l'eliassalto ma anche per il VOD (Vertical On-board Delivery); 4 enormi CH-53E Super Stallion dell'HMH 464 squadron (Heavy), epigoni della genia iniziata nel '65 con il CH-53A; 4 AH-1W dell'HMLA (Helicopter Marines Light Attack)-269 'Sea Cobras', epigoni dei Seacobra AH-1J del '71; 3 UH-1N come trasporti leggeri e anche come posti di comando e controllo volanti; 2 HH-46D che normalmente sono della USN ma che erano distaccati sulla USS Guam come mezzi da rifornimento; possibilità di accogliere se necessario 2 CH-53 direttamente dagli USA assieme anche a 4 AV-8B, supportabili da 2 KC-130 basati a terra.
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*Armi: 2 Sea Sparrow, 2 Phalanx, 2 cannoni binati da 76, 4 lanciarazzi SRBOC.
 
===Aviazione imbarcata: con gli AV-8 e le Tarawa <ref>Fassari, Giuseppe: La Harrier Carrier Americana, Aerei Set-ott 2005 p.56-62</ref>===
Con la futura CVN-21 che sta arrivando al costo di 14 miliardi di dollari, ovvero circa 3 volte l'ultima 'Nimitz' persino gli USA hanno qualche problemino nello schierare piattaforme mobili per operazioni aeree, come si potrebbero ben definire le portaerei. Con Desert Storm una delle 'Tarawa' venne usata come porta-velivoli VSTOL. Adesso si è replicato e si replica in generale. La USS Nassau ha operato nel 1991 con 20 AV-8B e alcuni elicotteri: si pensò, ma se questa nave può portare 4-6 Harrier e una ventina di elicotteri perché non invertire le proprorzioni? Detto e fatto. Ora gli ultimi AV-8B sono andati in riserva, pur essendo al più dei ventenni. È un fatto che forse farà contento qualche possibile utente di AV-8, magari a corto di aerei per le sue navi (Thailandia, Italia, Spagna, UK..), ma la prima linea americana si basa adesso solo sui moderni AV-8B Night Attack e sui Plus con il radar APG-65. La LHD-6 Bon Homme Richard, della classe Wasp, è certo una piattaforma più adatta all'uso di questi piccoli e micidiali aerei VSTOL anche se non ha ancora lo sky-jump (ma con un ponte di 250 m forse può sopportare questa 'mancanza'). Con 2-3 elicotteri per il SAR dle tipo HH-46D che notare bene, appartengono all'USN e non ai Marines, utilizzabili anche per il VERTREP (rifornimento 'verticale' ovvero con le 3 tonnellate e passa di capacità di carico), ha ospitato nella recente invasione dell'Irak chiamata Iraqui Freedom (un vero e proprio atto di 'maquillage politico' per quella che una volta si sarebbe chiamata 'guerra d'aggressione') non uno ma due squadroni di Harrier, il VMA-211 'Wake Island Avengers' e il VMA-311 'Tomcats', ovviamente inclusa la componente logistica e supporto assolutamente indispensabili per le operazioni di volo. Seguì la USS Bataan (LDH-5) con il VMA-542 'Tigers', un'altra nostra vecchia conoscenza (vedi la pagina sull'aviazione USMC) già a bordo e poi, il 19 febbraio, l'arrivo del VMA-223 direttamente dalla USS Keersage, che stava ritornando in patria e gli lasciò i suoi Harrier. Così nel Golfo divennero 2 le Harrier Carrier, e un quinto reparto, il VMA-214, era a terra ad Ahmed Al Jaber (tutto già visto anche qui), più 6 aerei sulla USS Tarawa e altrettanti sulla USS Nassau. In sostanza, si trattò di organizzarsi: turni di otto ore a bordo di ciascuna delle due navi e le altre 8 per i reparti di base a terra e sulle 2 LHA, per un totale di almeno 136 sortite al giorno. Aiutati da nuclei del personale della RN, che aveva esperienza da vendere nelle operazioni degli Harrier, gli equipaggi delle due 'Harrier Carrier' impararono ad organizzarsi per un'attività che non era di loro competenza, non normalmente almeno. In tutto c'erano 6 squadroni (uno di questi era evidentemente suddiviso nelle due LHA) e forse questo significava 72 apparecchi, appena 14 in meno dei tempi del Golfo 1. Ma stavolta erano tutti del tipo Night attack o del tipo Plus, mischiati nei vari reparti senza suddivisioni particolari. In genere nelle otto ore d'attività venivano lanciate due azioni d'attacco forti di una intera ondata di apparecchi, ma dopo che le missioni si sono spostate in profondità nel territorio irakeno gli Harrier facevano scalo sulla base terrestre. Da lì venivano riarmati e riforniti, poi andavano all'attacco e quindi ritornavano sulla portaerei VSTOL. Poi, visto che l'Irak è piuttosto grande, con l'avvicinarsi a Baghdad si cominciarono ad utilizzare strisce di autostrada come FARP ovvero Forward Arming and Refuelling Point. Prima sono state colpite zone come quella di Bassora, poi si è arrivati a Baghdad e a Tikrit. Sono risultati aerei molto richiesti per la rapidità d'intervento. Ben l'80% delle munizioni usate sono state del tipo 'intelligente' come le GBU-12 a guida laser da 227 kg, ma anche le più pesanti GBU-16, i soliti missili Maverick nel tipo E, e un buon numero di armi non guidate. Il pod Litening serviva per la designazione, presente nella versione II che era l'adattamento per l'Harrier di questo popolare sistema, e la versione ER. La differenza non è nella TV ad alta risoluzione o nel sistema laser, ma nel FLIR che passa da 256x256 a ben 640x512 pixel che ovviamente migliora di molto le prestazioni e la definizione, con maggior raggio utile o maggior definizione a parità di distanze. La modalità tipica, dato che il Night Attack non aveva il pod ma il 'Plus' sì, è stata quella di usare il primo con le GBU e il secondo con il pod. Interessante il raffronto con l'operatività di una portaerei e quella di una portaelicotteri LHD: nel primo caso si è detto di circa 1.600 sortite ma con circa 80-90 aerei durante la campagna militare (fino a quando? Forse la 'fine dei maggiori combattimenti' del 1 maggio?), la seconda con appena 24 Harrier ha ottenuto di produrre 800 missioni, con 110 tonnellate di armi su 146 diversi bersagli (dati per la USS Bataan) ad una frazione del costo della prima. La possibilità di limitarsi ad attacchi al suolo e CAS (anche perché l'USMC non ha praticamente Harrier abilitati all'AMRAAM), e la capacità di rischierarsi indifferentemente su basi aeree avanzate o strisce d'autostrada hanno fatto riflettere sulla validità di questi piccoli e micidiali aerei, che a quanto pare stavolta non hanno subito troppo la presenza dei missili SAM irakeni. Del resto non c'erano più le forze armate delle capacità rilevate nel 1991: non c'era più nemmeno l'aeronautica irakena, prudenzialmente interrata sotto le dune.