Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-8: differenze tra le versioni

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Vi sarebbe da parlare anche delle armi pesanti di minor calibro; queste sono mitragliatrici, pertanto non rientrano in questa sezione. In ogni caso vale la pena ricordare come, sebbene non vi siano stati sistemi diffusi come i 'minigun' americani, i sovietici hanno realizzato una valida arma da 12,7 mm a 4 canne per i Mi-24, capace di circa 4.000 c.min, anche se inevitabilmente meno potente del Vulcan da 23 mm dei Cobra americani, almeno contro bersagli corazzati e forse in duello aereo. Il fatto che i Mi-24 sono presto diventati utenti di gunpod da 23 mm e poi del potente cannone bicanna da 30 mm, con notevole soddisfazione dei piloti (il GSh-302 era chiamato 'Singer' per la sua affidabilità ed efficienza), pur senza torretta brandeggiabile, dà l'idea di come la ricerca della potenza sia stata esasperata. Forse l'unico limite della munizione da 30x165 mm è stato proprio il fatto che, per un elicottero, essa sia un po' troppo potente e pesante, almeno per una torretta mobile. Così, il fatto che il Mi-28 abbia un 30 mm mobile, come l'AH-64, non deve ingannare, perché nel caso dell'arma americana essa è un debole 30x113 mm, rivitalizzato dall'impiego di munizioni speciali con capacità HEAT, dato che balisticamente sarebbero state troppo deboli per perforare i mezzi corazzati. Gli sforzi di rinculo che il Mi-28 deve sostenere sono molto maggiori. Forse l'unica installazione davvero sbagliata è stata quella sul MiG-27, che ha causato troppi problemi. Stranamente, nessuno ha pensato di rimpiazzarla con una ragionevole bicanna da 30 oppure due cannoni singoli dello stesso calibro. Questo, specialmente dopo la necessaria riduzione della cadenza da 6 a 4 mila c.min, che aveva reso poco conveniente la soluzione gatling. Quanto ai cannoni da 30 mm navali, essi sono stati i primi veri CIWS navali, fin dai tipi AK-230 delle motocannoniere missilistiche, armi molto potenti per il calibro e con un sistema automatizzato concettualmente molto avanzato. Le navi sovietiche, riccamente armate di artiglierie, hanno poi ottenuto gli AK-630 a sei canne rotanti, che dall'inizio degli anni '70 hanno costituito dei CIWS di alta potenza, superati solo dai Goalkeeper (armati con il cannone dell'A-10) anni dopo. Ogni caccia e incrociatore sovietico era armato di 4 torrette, alle volte 6, mentre le navi americane avevano solo 2 CIWS Phalanx, molto precisi ma pur sempre solo da 20 mm. Lo sviluppo finale, il Kasthan, è diventato il sistema CIWS più potente del mondo, paragonabile al Myriad, che però non è mai entrato in servizio e che, pur tirando 10.000 colpi, sparava con munizioni da 25x137 mm, balisticamente dotate di circa la metà dell'energia dei 30 mm sovietici. Inoltre il Kasthan, nato per gli stessi compiti, integrava anche radar, optronica e una batteria di missili a corto raggio iperveloci. Con lo stesso criterio nacque il Tunsugksa, solo con armi bicanna anziché gatling e anche in questo caso, si tratta della più potente realizzazione della categoria (anche qui c'era un concorrente, l'OTOMATIC, che nonostante le tante buone promesse non è mai stato posto in produzione). Il massimo livello di difesa antimissile-ravvicinata lo ha raggiunto la portaerei Kutzetsov, che tra Kasthan e AK-630 ha totalizzato 132 canne da 30 mm, un valore mai avvicinato da nessuna nave moderna e comparabile solo con realizzazioni della II GM, come l'armamento previsto per la portaerei 'Aquila', con 22 impianti sestupli aventi funzione analoga, ma si trattata di HS-404 da 20 mm; o come la 'Shinano' giapponese, armata con 145 armi da 25 mm. Tale attenzione sovietica per la difesa non era del resto ingiustificata, e come nel caso dell'Asse, dovuta alla superiorità aeronavale americana; da qui la necessità di proteggere il più possibile le proprie navi, specie se si poteva fare con sistemi relativamente semplici e compatti.
 
===Il cannone da 130 mm nella Marina Russa <ref>Po, Enrico: ''Il cannone da 130 mm nella Marina Russa'', RID lu 2006</ref>===
[[File:Rastoropny.jpg|300px|right|thumb|I caccia Project 956, i temuti 'Sovremenny', sono i principali utenti del cannone da 130 mm AK-130]]
Ecco una breve storia dell'equivalente russo, sovietico e poi ancora russo dei cannoni di medio calibro americani, quelli da 5 pollici. I cannoni sovietici in genere sono di calibro maggiore rispetto a quelli occidentali e qui non si fa eccezione. I pezzi da 130 mm iniziarono a concretizzarsi nel Mod .1913 da 130/55, per le corazzate dell'epoca, nonché incrociatori e difese costiere. Ne vennero prodotti 147 più 100 dalla Vickers britannica, che era l'autrice del progetto. Nel '29 iniziò la progettazione del B-13 Mod. 36, in produzione dal '35 e poi usato su molte navi: il veloce (39 nodi ) supercaccia 'Taskhent' prodotto a Livorno, i conduttori 'Leningrad' (6 esemplari singoli), i 28 'Gordy' del 1938-43, i 19 'Silny' del 1940-43, i monitori SB-70 'Shilka', e ancora navi ausiliari e treni armati. La torre binata era stata introdotta nel 1940 come B-2, nelle versioni LM da 49 t, LMT da 90,9 t, B-28 da 83,7 t; esser rimpiazzarono i cannoni singoli sul Tashkent, ma non vennero mai completati i 4 conduttori 'Kiev'; piuttosto i caccia 'Ognevoy', 12 costruiti nel 1943-47 li ebbero. Sopratutto, il primo grande programma di cacciatorpediniere postbellico vide ben 70 'Skory' prodotti, ciascuno con 2 torri binate. Essi erano noti originariamente come 'Project 30 bis' ed entrarono in servizio dal 1949. Il numero di questi cannoni era enorme: 378 nel '41, 1.199 prodotti entro il 1954. Non si trattava di un'arma a doppio ruolo, con alzo di appena 45°; anche la velocità di alzo e brandeggio erano di appena 5° al secondo per il tipo singolo B-13, aumentati ad un decente 10° sec per il binato B-2, seppure più pesante.
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La distribuzione dell'artiglieria sovietica era basicamente in battaglioni su 3 batterie di 6 o 8 pezzi l'uno. Le tabelle di tiro erano rigide ma sofisticate: una batteria, in genere da 122 mm, era capace di eliminare un singolo sistema d'arma missilistica controcarri in 10 minuti, tempo che poteva dare modo ai difensori di scappare. Ma concentrando il fuoco di un battaglione era invece possibile fare lo stesso in 2 soli minuti. Con i lanciarazzi era possibile farcela anche in meno tempo. La tecnica del fuoco d'artiglieria era diventata quella di un impiego coordinato con brevi azioni di fuoco per evitare il tiro di controbatteria che si sarebbe manifestato in circa 4 minuti.
 
IN offensiva, per tenere sotto tiro il bersaglio erano previste non più di un terzo delle batterie in movimento contemporaneamente. Un battaglione di obici da 122 mm D-30 o 2S1 era assegnato a ciascun reggimento fanteria o carri, con i semoventi distribuiti con precedenza a questi ultimi e ai reparti di BMP che strettamente vi cooperavano. A livello divisionale v'erano invece un battaglione (o gruppo) di artiglierie da 152 mm, possibilmente 2S3 semoventi, e una batteria da 122 mm BM-21 su 18 armi. Le brigate d'artiglieria avevano impiego sotto il controllo dell'armata con armi tipo obici o cannoni da 152 mm, su diversi battaglioni, mentre un reggimento lanciarazzi aveva il BM-22 da 220 mm, quello che originariamente era noto come BM-27 (a quanto pare v'éè stato un momento in cui i sovietici avevano disgiunto la sigla del lanciarazzi dal calibro in cm, e avevano invece inteso utilizzare la gittata: BM-21 non era un errore di battitura con le cifre invertite, ma si riferiva grossomodo alla gittata, come del resto altri razzi).
 
Per trovare le armi più potenti bisognava salire fino al livello d'armata, con le divisioni d'artiglieria, di cui ne vennero realizzate 16. Avevano obici D20 da 152 mm, semoventi 2S3 (con la stessa bocca da fuoco), ma sopratutto i 2S5 Gyantsit che raggiungevano la gittata di 28 km anziché 17-18, ma privi di una torretta protettiva. Poi v'erano i semoventi 2S7, successori degli S-23 da 180 mm e degli BM-4 da 203 mm e semoventi 2S4 da 240 mm con mortai pesanti da circa 10 km di gittata. Le brigate speciali RVGK erano grandi unità di riserva dipendenti dallo Stavka, ovvero il comando supremo sovietico. Le artiglierie sovietiche di calibro superiore al 122 mm disponevano di munizioni anche di tipo nucleare, ma in pratica solo i semoventi 2S7 da 203 mm, i vecchi pezzi da 180 mm, i 2A36/2S5 da 152 mm avevano di fatto impiego con armi nucleari. I sovietici prevedevano di usare le armi nucleari tattiche in maniera molto diffusa ma non erano interessati a distribure oltremodo diffusamente tali munizioni. In ogni caso le divisioni sovietiche potevano spesso contare su un gruppo FROG o SS-21. Le armi nucleari sarebbero state utilizzate primariamente contro i vettori nemici di armi similari eventualmente scoperti (per esempio lanciamissili Lance), posizioni difensive avanzate sulle direttive di sfondamento, forze nemiche bloccate in zone determinate. Le batterie e i battaglioni avevano un posto di comando corazzato che serviva anche come quartier generale e centro di calcolo. Infatti il comandante delle unità era responsabile di tutti i calcoli di tiro, quindi una cosa molto accentrata, gli ufficiali osservatori non comandanti non avevano la possibilità di intervenire direttamente nei comandi delle azioni di fuoco. La linea di comando era quindi poco flessibile ma aveva il vantaggio di essere incentrata sull'ufficiale più anziano ed esperto e di ridurre il numero di comunicazioni e maglie radio necessarie.