Elettrotecnica/Campo magnetico: differenze tra le versioni
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In presenza di campi magnetici l'ago devierà dalla sua posizione normale di ripososin tanto che non si sia arrivati all'equilibrio tra coppia deviatrice e coppia antagonista. Essendo quest'ultima costante sarà sempre possibile collegare la deviazione alla intensità del campo che fornisce la coppia di dceviazione.<br />
Inseriamo ora nell'interno del nostro solenoide, il magnetoscopio con l'ago in direzione, ad edsempio, normale all'asse geometrico del solenoide. Sotto l'azione del campo magnetico l'ago devierà dalla posizione di equilibrio di una certa deviazione angolare.<br />
Variamo ora in ogni possibile modo le caratteristiche del
Regolato ogni volta il valore della corrente in modo che il magnetoscopio subisca la stessa deviazione angolare, eseguiamo per ognuno dei casi sperimentati il rapporto <math>\ {N i\over l}</math>.<br />
Ove: N è il numero di spire del solenoide;<br />
:-i la corrente che lo attraversa<br />
:-l la sua lunghezza.<br />
Noteremo che, a parità di deviazione del magnetoscopio, questa grandezza ha un valore costante per tutti i casi sperimentati.<br />
A questa grandezza, che appare perciò caratteristica del campo, ed indipendente dal suo modo di generazione, daremo in nome di '''forza magnetica'''.<br />
Essa si indica col simbolo '''H''' e si misura in <math>\ {amperspire \over metro}</math>; essa ha carattere vettoriale con direzione pari a quella delle linee di forza e verso convenzionalmente individuato dalla direzione '''sud-nord''' di un ago magnetico posto nel campo.<br />
Poichè una corrente elettrica altro non è che un moto di cariche elettriche è spontaneo pensare che il moto di un portatore di carica abbia anch'esso la possibilità di generare un campo magnetico. Ciò è ampiamente confermato dalla esperienza che stabilisce, anzi, che il campo generato da una carica elettrica '''Q''' che ruoti lungo il percorso del circuito elettrico con velocità pari a '''n''' giri\sec. quando<br />
:::::::<math>\ i=Q</math>.
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