Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 363:
Se il cuore è il reattore nucleare e gli orecchi sono i sonar, il cervello è la 'control room', e gli occhi sono i due periscopi. Due pozzi in cui essi si muovono verticalmente, a sinistra la postazione del pilota, che guida il mezzo con un volantino simile a quello degli aerei di linea (può sorprendere, ma il sottomarino, in fondo, è un mezzo che si sposta in tre dimensioni, per questo un timone normale non potrebbe essere usato, anche qui a differenza di quello che si vede spesso nella fiction, per esempio non sarebbe possibile comandare i movimenti verticali della nave con un timone classico, come fa Capitan Harlock). A destra dei sonar vi sono gli addetti al controllo d'assetto e immersione, poi dietro a questi controlli principali vi è il sistema di combattimento, con doppi schermi circolari delle consolle dei sensori, divise da uno schermo centrale; a poppavia di queste vi è un altro paio di postazioni anch'esse a doppio schermo con i sistemi di combattimento. Gli schermi dalla colorazione rossa hanno la possibilità di ricevere imput tramite penne ottiche, e possono controllare più armi in simultanea, per cui è possibile lanciare due siluri filoguidati contro due diversi obiettivi. A fianco del 'corridoio della centrale di tiro' c'é l'alloggio del comandante. A destra della control room vi sono i tavoli per il carteggio, il territorio per l'ufficiale di rotta, ora aiutato dai sistemi computerizzati. VI sono anche altri sistemi, per esempio un computer che mostra i sistemi d'arma e le navi, i dati di navigazione previsti per la missione, il tutto grazie a semplici CD 'masterizzati' oppurtunamente prima della partenza. E infine un apparato tattico di navigazione e combattimento, una sorta di 'God's eye', che è riservatissimo ai soli anglo-americani, e sul quale non vi sono dettagli divulgabili, a parte che è molto utile. LA guardia è in genere comandata daun Tenente di Vascello anziano, e un altro TV 'giovane', alle volte è invece un sottufficiale anziano, ma non quando si tratta di eseguire manovre importanti, come l'emersione e l'immersione, che sono sempre un momento molto delicato. Immergersi sopratutto: normalmente ci vuole circa un minuto prima che si sgombri la plancia della vela, usata normalmente per le manovre in emersione. Vengono svolte diverse verifiche tecniche e se va tutto bene, il battello è pronto per l'ordine, che è 'Diving now! Diving Now!'. L'aria delle casse è sostituita dall'acqua del mare, e la massa scura del battello scende giù nelle profondità, abbandonando la superficie del mare, che quando è mosso, causa qualche problema al battello (uno dei paradossi di numerose unità sottomarine, è che non .. reggono bene il mare, dati i problemi di stabilità che subiscono quando sono in balia delle onde). Fino a 18 metri è possibile usare i periscopi per controllare la manovra, poi a 30 metri si fa un controllo d'assetto e si risale a quota periscopica e si comincia la rotta negli abissi. In genere si comincia a scendere 'sul serio' dopo avere accelerato e attivato al meglio i timoni, perché non c'é modo di usare subito le casse di zavorra, dallo svuotamento piuttosto lento, per scendere giù nelle profondità, specie quando è necessario farlo. Certo, con un SSN non c'é da immergersi di continuo, dato che normalmente in mare sta in immersione, ma alle volte è necessario comunque cambiare quota e in fretta. Il comandante si regola con la velocità in giri-elica, e ordina la profondità da tenere. Il battello poi deve essere aggiustato di continuo, perché anche spostare un gruppo di persone a bordo può cambiarne l'angolo d'assetto, il che potrebbe essere rischioso se non compensato efficacemente. MA quanto in profondità possa andare lo SPARTAN, è -come per tante altre classi di battelli- solo stimato, sicuramente oltre 250 metri come normale, e molto di più come massimo (Armi da guerra stimava 400-600 metri); la velocità di crociera è circa 12 nodi, per non tormentare troppo i macchinari e fare eccessivo rumore. Emergere è anche più difficile, perché in superficie non si sa cosa possa esserci (e gli episodi di collisioni tra sottomarini e navi sono numerosi e potenzialmente molto rischiosi per entrambi, vi è stato anche un caso di un 'Foxtrot' russo che danneggiò circa 10 metri di scafo dopo la collisione con una nave da crociera, l'Achille Lauro, negli anni '70). Usare il sonar sarebbe un mezzo sicuro per capire se c'é qualche mezzo navale, ma nella Royal Navy l'uso di un sistema attivo è autorizzato solo dal comandante e l'ufficiale di guardia, con un'apposita chiavetta di attivazione, e normalmente si cerca di evitarne l'attivazione. Il problema è che spesso i pescherecci entrano in zone militari, e stanno a motori spenti, trascinati dalla corrente. Così non c'é modo di sentirli passivamente. Un altro segnale della presenza dei pescherecci è anche più insidioso, ovvero le reti, sulle quali si impigliano persino le balene, ma che alle volte vengono anche 'intercettate' dai sottomarini. Quando si avvolgono attorno all'asse dell'elica son dolori, perché a quel punto anche un sommergibile è 'fregato', idem per gli stabilizzatori anteriori. Fortunatamente il 'pump-jet' non espone l'elica a questi pericoli.
 
'''HMS Spartan:'''
 
 
 
HMS Spartan:
 
Dislocamento. 4.600-4.900 t
Line 377 ⟶ 374:
 
Equipaggio: 14 ufficiali e 101 capi e comuni, max 124 persone.
 
 
 
 
Line 384 ⟶ 379:
 
I sottomarini sono anche capaci di osservare in immersione. Essi hanno fari orientati verso l'alto, e con telecamere e periscopi (attivabili anche sott'acqua, almeno entro una certa quota), è possibile navigare sotto i ghiacci della Calotta polare; ma è anche possibile osservare delle navi che abbiano motivi d'interesse, per esempio qualche nuovo tipo di sonar a scafo, con il relativo bulbo.
 
 
Durante la missione, l'ufficiale di guardia o il comandante è seduto a sinistra del periscopio d'attacco, e così controlla tutte le postazioni più importanti, nonché il suo 'command display', che è uno schermo che fornisce l'immagine di quello che vedono i sonar. Quanto al periscopio d'attacco è un tipo monoculare, un classico, ma tutto sommato vantaggioso perché meno complesso e costoso di un binoculare. Esso è accompagnato da un sistema di visione IR e da una macchina fotografica da 35 mm; il periscopio di ricerca ha campo visivo maggiore, ha sistemi IR, fotografici, ma anche ESM e comunicazioni; sopratutto, dal punto di vista dell'operatore, è binoculare. Ruotare il periscopio in continuazione è difficile e richiede una notevole forza, per cui è presente un servomeccanismo. Vi sono anche comandi sulle manopole per l'uso dei vari sensori, e non pare che serva molto addestramento (in stile HOTAS) per padroneggiarli.
Line 392 ⟶ 386:
Lo SPARTAN, sul quale Nativi s'era imbarcato al largo delle coste siciliane, non era in Mediterrano per nulla. A La Spezia l'aspettava l'imbarco del sonar filabile, che in quel momento non aveva. Nondimeno se l'é cavata bene, in una serie di confronti con unità amiche. Vi furono anche incontri con la 'regina del Mediterraneo', ovvero la Marina Militare. Tra questi, una lunga battaglia con il Da Vinci, per il quale vennero spese parole d'elogio. Questo, nonostante che esso fosse un 'Sauro' delle prime serie, ma gli SSK sono unità difficili da affrontare anche per un SSN, specie se condotti al meglio e su territori conosciuti. Ma Nativi fu anche testimone di un'altra missione: quella contro la flotta di superficie, durante una missione CASEX. C'era da affrontare una formazione di superficie con: incrociatore Garibaldi, fregata Maestrale, rifornitore Vesovio, nave da sbarco S. Giorgio, il tutto supportato dagli elicotteri di bordo, ma anche dagli Atlantic. L'area della battaglia: Charlie 4, Mediterraneo Centrale.
 
Lo SPARTAN inizia subito ad utilizzare tutti i sensori di cui dispone, ponendosi a quota periscopica. Con le cuffie si sentono i treni d'onde a 3 kHz della fregata e dell'incrociatore, che tentavano di localizzare il sub inglese; l'ESM annunciò in un paio d'occasioni che l'Atlantic si stava avvicinando troppo e ci si dovette allontanare dalla superficie. Questo atteggiamento spavaldo era anche sottolineato dal responsabile del dipartimento armi e sensori, Martin, che chiamava le navi 'bersagli'. E dire che la Maestrale è un'ottima nave ASW, con tutto quello che servirebbe, tra sonar a scafo, a profondità variabile, due elicotteri, ben quattro lanciasiluri e di due calibri diversi.
 
Invece lo Spartan si avvicina in silenzio e con notevole calma di tutti, queste operazioni non sono missioni modello 'Top gun', tutto va fatto come una specie di partita a scacchi. E funziona. Martin aveva ragione, la fregata è solo un 'bersaglio'. La Marina ha portato in avanti il rifornitore e la nave anfibia, ciascuna scortata da una sola nave (in verità poca roba, per un tale convoglio sarebbero servite diverse fregate e forse anche qualche caccia o corvetta). Messisi in caccia sulla fregata, viene tirato un siluro da esercitazione Tigerfish da distanze tali da non dare scampo alla nave italiana; forse in un altro contesto si userebbero due siluri, la carica esplosiva, per quanto pericolosa, non è del tutto all'altezza di un moderno siluro pesante, ma in tutti i casi ben difficilmente un colpo sotto la chiglia lascerebbe la fregata ancora a galla, e sopratutto non certo funzionante per ulteriori azioni belliche. IL sottomarino segnala a quel punto l'azione con i razzi verdi (lasciati galleggiare sull'acqua, mentre il battello è a profondità di sicurezza). Nelle ore successive viene localizzato un ulteriore bersaglio: forse è la 'Garibaldi', un'occasione ghiotta visto che è l'ammiraglia della Marina. Invece no, è ancora la Maestrale, che viene silurata un'altra volta, stavolta da due siluri.
 
 
Alla fine la vittoria va, strategicamente, alla Marina; ma tatticamente lo Spartan ha fatto un danno non indifferente. Purtroppo le esercitazioni non sono del tutto realistiche. La Maestrale, comunque, era una delle quattro navi del convoglio, e sfortuna vuole che proprio contro di lei lo Spartan si accanisca con ben due attacchi, nonostante che fosse la meno importante di tutte. Ma si tratta pur sempre della perdita del 25% della flotta, un danno che non lascerebbe indifferente la Marina se fosse stato fatto davvero. Più ancora, avere avvicinato due volte e silurato una 'Maestrale' significa che in un giorno, un singolo sottomarino della RN ha fatto fuori l'equivalente del 25% delle fregate ASW della MM. Non si poteva certo, realisticamente, pensare che un solo SSN potesse annientare un'intera formazione navale, specie con la copertura degli Atlantic, semmai un pò di fortuna per trovare almeno una delle navi più importanti. Ma per fare le cose in maniera migliore, sarebbe stato necessario un secondo SSN. E ovviamente, anche regole diverse: la Maestrale era stata 'affondata', se si fosse trattato di una situazione reale lo Spartan non avrebbe perso tempo ad attaccarla ancora, e forse sarebbe riuscito a localizzare le navi principali, magari il rifornitore o la stessa 'Garibaldi', che inizialmente sembrava la preda localizzata.
Line 415 ⟶ 408:
 
Ma quali sono i peggiori nemici dell'SSN, al di là della sua complessa meccanica interna? Essenzialmente, altri SSN. Le navi di superficie vengono viste più come bersagli da raggiungere che nemici da temere. Stando sotto 200 metri e più d'acqua, gli uomini degli SSN britannici si sentono al sicuro da tutto tranne che dalle altre navi subacquee. La Marina sovietica e poi russa ha avuto delle buone carte: specialmente i 'Victor III', disponibili dai tardi anni '70, e poi ovviamente tutti gli altri sottomarini successivi. Alle volte anche eccezionali, come l'unico 'Mike', capace di andare sotto i 1.000 metri di profondità, ma andato perso dopo pochi anni. Quel battello era pressoché invulnerabile, ma del resto non era facile per esso localizzare ed identificare le navi della NATO stando così in profondità. Certo che uno scafo così eccezionalmente robusto sarebbe stato ideale per reggere le sovrapressioni delle esplosioni, specie quelle delle bombe di profondità atomiche, in uso dalle marine dei Blocchi all'epoca (esempio, stando 200 metri sott'acqua avrebbe avuto ancora un centinaio e passa di atmosfere di 'riserva', contro le 30-40 di un SSN normale). Gli Akula II sono considerati, almeno in termini di silenziosità, paragonabili ai 'Los Angeles migliorati'. Considerando che i 'Seawolf' sono molto pochi, di fatto un confronto del genere è stato il massimo dei confronti della Guerra fredda. I sottomarini moderni, alle volte sono così silenziosi, che fanno quasi prima a scontrarsi fisicamente che a 'sentirsi' l'un l'altro.
 
 
Nativi notava anche le discussioni sul porridge, una mistura non definita, dice, che a bordo si ostinano a considerare cibo, ma che potrebbe essere usata anche come tortura. Ma non c'é accordo se sia un dolce da zuccherare o una pietanza da salare, e fatto interessante, inglesi e scozzesi la pensavano diversamente al riguardo.
 
 
Un altro aspetto è l'esperienza bellica. Per esempio, i 5 SSN mandati in Sud Atlantico ebbero uno straordinario successo, del quale l'affondamento del 'Belgrano' è solo l'esempio più noto. E dire che si trattava di battelli già vecchiotti nel 1982. Ma vi sono state anche missioni meno note. Per esempio, di recente (2007?) è venuto fuori che un SSN era al largo delle coste argentine, usato per localizzare le formazioni di aerei appena decollate, e dando l'allarme alle navi di superficie, un vantaggio forse raramente sfruttato, ma che quando funzionava, poteva regalare circa un'ora di preavviso.
 
Un SSN ben guidato non ha grossi problemi nemmeno in acque basse, e del resto un SSK come i 'Kilo' non è molto più piccolo. Se si tratta di un ben più compatto Type 209, le cose cambiano, ma i britannici si chiedevano 'che senso ha usare un SSN per dargli la caccia?' (ce l'ha, se non vi sono più alternative, come nella flotta USN da decenni e oramai, lo stesso valeva anche per la Royal Navy). Del resto, lo Spartan era grosso, ma non enorme, per esempio i 'Los Angeles' superano i 100 metri e operare con questi battelli immersi in zone come il Mare del Nord (ma anche a Sud della Sicilia, dove vi sono importanti secche) è davvero difficile (con profondità di circa 30 metri e anche meno, dove i siluri a guida acustica spesso sono inutilizzabili; non è un caso, comunque, che la flotta sovietica del Baltico non avesse alcun SSN o SSBN).
 
E infine la battaglia simulata, gli 'angles and dangles'. Mentre gli americani sono convinti di usare sensori e armi alla massima distanza, approfittando della loro superiorità in merito (tanto che il comparto armi è stato spostato a mezza nave, per lasciare lo spazio al sonar di prua, sebbene questa non è una soluzione reputata molto positivamente per l'organizzazione interna del battello). Per i britannici si preferisce, come già ai tempi delle navi da battaglia classiche, serrare le distanze e sparare a colpo sicuro. Avvicinarsi silenziosamente e con scaltrezza, senza azzardare tiri a lungo raggio poco efficaci e che danno troppo allarme. Per dare l'idea di quel che può fare un SSN quando è spinto al massimo, venne messo ai comandi un aspirante timoniere (molto bravo, riuscendo a dirigere il battello dove vuole il comandante), e il battello cominciò a manovrare a 15-20 nodi, con assetti di 30-40 gradi che costringevano ad aggrapparsi per non cadere e dando a Nativi l'idea di come un simile battello possa agire per muoversi e attaccare, oppure difendersi.
 
Lo Spartan proseguì la navigazione nel Tirreno, diretto a la Spezia. Ma prima, vi fu una breve cerimonia. Il sottomarino era l'omonimo di un incrociatore classe 'Dido', entrato in servizio nel '42. Il 29 gennaio 1944 stava difendendo la testa di ponte di Anzio, quando venne attaccato con le bombe Fritz-X. Una delle cinque sganciate lo centrò e lo mandò a picco, con 70 marinai. Così venne deposta una corona di fiori in mare,assime ad una preghiera.
 
A Nativi dispiacque che quell'esperienza finì, proprio ora che si cominciava a sentire un pò parte di quello strano mondo dei sommergibilisti, lui che in genere è impegnato con l'aviazione. Ma ai marinai inglesi, invece, l'idea non dispiaceva. La loro paga extra (come sommergibilisti) è più che meritata, per la fatica e le privazioni, e per l'importanza della loro attività. Ma bisognava pur spenderla, la paga. Lo Spartan rimase in superficie a lungo, per permettere ai marinai di beneficiare del bel sole di quella parte dell'anno. Va tenuto presente che la forma idrodinamica del battello concede molto poco alla comodità: nemmeno un corrimano abbattibile lungo il 'dorso', quindi occhio a non fare passi falsi o si finiva subito in mare. E' così più o meno su tutti i battelli moderni, del resto. La sosta a la Spezia sarebbe stata seguita dal ritorno al fiordo di Faslane, migliaia di chilometri lontano (anche perché un'unità navale non può considerare la 'linea d'aria', il Mediterraneo è attraversabile in pratica solo da Gibilterra, più raramente nel Canale di Suez). Nella manovra finale, per arrivare al porto non si poteva tuttavia fare affidamento solo sulle proprie forze ,e per l'occasione vennero chiamati in appoggio due rimorchiatori. Paradossalmente, la cosa più facile, apparentemente, per un SSN con il 'pump-jet' richiede un aiuto esterno: puoi affondare una flotta, ma poi per ormeggiare hai bisogno di aiuto di due navi, per giunta civili noleggiate. Ci volle del tempo per l'operazione, e anche delle paroline non educatissime che Nativi si guardò bene dal tradurre. Alla fine, il battello inglese venne ormeggiato in mezzo a due grandi boe. Nativi commentò con 'non si può avere tutto'. Certo, un 'Toti' non necessitava di tali aiuti, ma il problema è sempre di compromessi: per la missione il pump-jet va benissimo, per la manovra in porto molto meno. Una macchina da guerra, poco a suo agio in tempo di pace.
 
====La formazione dei sommergibilisti di Sua Maestà====
Il corso dei comandanti di sottomarini, nella Royal Navy è il Submarine Command Course, che è più noto come 'perisher', qualcosa tipo 'periscopiere'. In ogni SSN ci sono due diplomati perisher, il Comandante e il suo vice.
 
Ma per diventare comandante di un SSN si doveva fare davvero il proverbiale 'mazzo'. Se non altro, differentemente dall'USN, il Comandante britannico non doveva essere una specie di ingegnere nucleare, ma conoscere il sottomarino solo quel tanto che basta per il suo compito. Del resto è inutile sapere tutto dei sistemi nucleari se si devono solo usare. Piuttosto vengono spinti al massimo i requisiti per diventare comandante. Non si dice che la formazione britannica è migliore, ma solo 'diversa' da quella americana.
 
Inizialmente c'é il Naval College di Dartmouth, iniziato a17-18 anni, oppure a 22-23 se si ha già la laurea. Corso basico è l'NGT (Naval General Training) di sei mesi, oppure un anno per chi non ha la laurea; comprende anche due mesi in mare. Poi c'é l'esame e la scelta della carriera in amministrazione, armi navali (WEO), Genio(MEO), Stato Maggiore (Seamen); poi lo studente veniva riportato a bordo per il Fleet Training, altri 12-15 mesi, passati a lavorare e studio. Segue il fleet board examination, un durissimo esame con una commissione di otto ufficiali superiori e che dura una giornata. Questo elimina il 20% dei giovani, anche se c'é la possibilità di un esame di riparazione dopo un altro turno di sei mesi. NOn c'é molto tempo da passare a terra, ma molto in mare per capire come funziona una marina militare. Superato l'esame l'allievo va al Seamen Officer Course, altri cinque mesi i ndue fasi (6 settimane per navigazione e lavoro al simulatore per la qualifica di ufficiale di guardia, la seconda di preparazione operativa per tre mesi). Superato il corso si decide da che parte andare nella vita; il 60-70% dei giovani sommergibilisti sono fatti da volontari, gli altri sono coperti da ufficiali superiori alla media come capacità.
 
La scuola di sommergibilisti è la HMS Dolphin, di Porthsmouth (fino al 1998, poi è stata trasferita); il corso basico di sommergibili dura quattro settimane, poi v'é una scuola vicino a Londra per il corso sulle tecnologie nucleari, altre sei settimane. Altro che laurea in ingegneria nucleare. Poi si tornava a Porthsmouth con l'Operational Training, con una settimana a Davenport allo Ship Control SImulator,perché lì era una finta Ship Control Room, un simulatore. DOpo c'era un tirocinio per stuio-applicazione e due-tre mesi era consegnato il 'Dolphin', il distintivo per la specialità; inizialmente si tratta di incarichi elementari, poi aumentati durante un anno di impiego-studio. A quel punto l'ufficiale viene mandato al Submarine Intermediate Warfare Course di Porthsmouth, altri quattro mesi, di cui una prima parte molto selettiva, con navigazioni strumentali, simulatori ecc. Chi andava avanti c'era il corso di combattimento per i sistemi d'arma. DOpo sei mesi o un anno l'ufficiale, inizialmente usato come ufficiale delle comunicazioni, diventa ufficiale di rotta. Dopo un paio d'anni il giovane tenente è inviato al Submarine Advanced Warfare Course di Porthsmouth, altri sei mesi per lo studio di tattiche e regole di ingaggio, armi, operazioni militari anche combinate con altre specialità o navi. Dopo di che tornava a bordo dell'SSN o SSBN e diventava TSO (Tactical Systems Officer), TASO (Tactics and Sonar Officers). Ogni missione operativa èè di 2-2,5 anni e a quel punto il comandante del sottomarino proponeva l'ufficiale come 'Perisher'. Se è accettata, questa raccomandazione comportava l'inserimento dell'ufficiale in uno dei due corsi annuali, ciascuno per appena 4-5 allievi; esso si tiene a Plymouth per un totale di sei mesi. La selezione era ed è molto dura, con la decimazione degli aspiranti comandanti (circa un terzo viene respinto), specie nelle due parti iniziale ('Hell week') e finale. E' una cosa tremenda, perché ci si rimette in discussione dopo anni di lavoro durissimo. Il corso è tenuto a bordo di un sottomarino. E chi non ce la fa, ha una bottiglia di scotch e viene rimandato a terra. A quel punto non rimetterà più piede in un sottomarino e forse si congederà anche dalla Navy, alla quale ha dedicato molti anni. Ma che succede in questo corso? Gli istruttori sono comandanti esperti, con due esperienze di comando degli SSN. Prima c'é una settimana di indottrinamento e studio basici, poi il simulatore per condurre attacchi visuali, senza il sistema di combattimento inserito; per un mese intero gli allievi avranno poi il comando del sottomarino e seguiranno un pò tutti i tipi di missione, con l'uso dei vecchi siluri Mk-8 antinave. Si tratta di attaccare prima una fregata, e poi arrivare a ben cinque: una flotta. Le quali non vorranno farsi silurare dal sottomarino, e questo dovrà sia attaccarle, che manovrare ancora con sicurezza, sulla quale è posta l'enfasi maggiore. Dopo c'é una settimana a terra con un simulatore in Scozia, il Tactical Trainer, che è praticamente un sottomarino in cemento, ma con tutto il sistema di combattimento e postazioni. Ben 5 settimane per missioni sempre più complesse e incarichi amministrativi al contempo. Ora che i sottomarini diesel sono stati ritirati, gli aspiranti comandanti non hanno più la possibilità di lavorare come 'secondi' (vice-comandanti) per un paio d'anni prima di tentare il comando degli SSN. I compiti sono sempre più difficili, ma lo studente non deve seguire i manuali alla lettera, se trova un modo per fare le cose più efficace va bene, purché spieghi il perché. Seguono altre quattro settimane in mare su di un vero SSN, dove fanno 5-6 missioni operative al giorno (attacchi antinave, essenzialmente), e devono pure montare di guardia. I primi due giorni sono divertenti, poi c'é da faticare e il rischio di non farcela, mentre il sottomarino è braccato dalle navi ASW e aerei, anch'essi in addestramento; ci si sposta in fiordi come quello del Clyde, le condizioni meteo e di visibilità sono generalmente orrende. Segue una missione di infiltrazione degli SBS inglesi, e ovviamente un duello con un altro sottomarino, spesso olandese, anch'esso con un comandante in addestramento. Si possono fare anche errori, ma guai a chi metta in pericolo la sicurezza delle navi o della propria, se così è, l'allievo ha fallito il corso. L'ultima parte è una settimana di operazioni in acque poco profonde, dove sarà messo a punto tutto quello che si è imparato nell'ormai lunga esperienza operativa; a bordo spesso è presente l'Ammiraglio della forza subacquea. A quel punto, in genere, è fatta, e l'Ammiraglio si congratula con il nuovo capitano con una coppa di champagne e la comunicazione del nuovo incarico.
 
Segue, a quanto pare, un 'champagne breakfast' a terra, dovei comandanti di tutte le navi impegnate si ritrovano per un party che dura anche 24 ore. Del resto, già quando viene consegnato il 'dolphin' per i sommergibilisti, l'insegna è sul fondo di un bicchiere di rum che tutti devono bere insieme e d'un fiato.
 
Dopo un paio di giorni di licenza e un mese passato in visite e corsi d'istruzione, si arriva al primo sottomarino di destinazione, con un primo 'tour' di 18-24 mesi. Ce ne sono due, e dopo 3-5 anni passati come Secondo, a quel punto ha la possibilità di ottenere il comando di un sottomarino; solo uno su sette arriva a fare due comandi, ma ci sono stati anche degli ottimi Perisher che non sono riusciti nemmeno ad averne uno.
 
Secondo Nativi, questa filosofia addestrativa è molto valida, dura ma efficace, senza perdere tempo con le formazioni teoriche e le università per ottenere competenze di cui non si ha realmente bisogno. Del resto, la relativamente piccola flotta di SSN e SSBN britannici erano da curare al meglio, e investire enormi capitali per costruire le navi senza poi selezionare e formare i loro equipaggi non avrebbe avuto senso. La fama di professionalità degli ufficiali britannici, insomma, non viene dagli studi di sociologia, ma da capacità effettive nel loro compito di sommergibilisti. A suo tempo, gli 'Oberon' erano in servizio e così i corsi di 'Perisher' erano aperti anche a Olandesi, Canadesi e Australiani, qualche volta anche Turchi. Dopo non più, ma l'idea di organizzare un corso di 'Europerisher' con sottomarini convenzionali sarebbe stata realizzabile.
 
I sottomarini con il DCG hanno anche funzioni come la TMA, la Tactical Motion Analysis, che predice automaticamente il raggio di scoperta del sonar, e funziona anche come simulatore. Il sonar Type 2020 sarà da sostituire con il TMS 2074 attivo-passivo, e il Type 2019 sostituito dal PMES Type 2082; altri sonar sono il Type 2077 ad alta frequenza per navigare sotto i ghiacci e il 2081 per il 'controllo ambientale'. Gli 'Astute' e i 'Trafalgar migliorati' avrebbero poi ricevuto il sonare TYpe 2076m che integra tutti i sensori; saranno anche disponibili nuovi sistemi di comando e controllo, e uno di distribuzione dati. Già l'SMCS è stato comunque migliorato con altri sette aggiornamenti del SW. Non era ancora previsto niente di preciso per l'ESM, a parte che ce n'era uno nuovo in futuro da scegliere.
 
Quanto ai battelli, gli ultimi due 'Resolution', il Renown e Repulse, sono stati radiati nel 1995 e 1996, e a quel punto tutto il deterrente nucleare britannico era affidato ai tre 'Vanguard', in servizio nel 1993-97, mentre il 'Vengeance' doveva arrivare attorno al 1999. Si tratta di navi da 16.000 t con 16 Trident D-5, ma solo uno è in pattugliamento costante, e con sole 48 testate anziché 96 come in precedenza, ma un Trident D-5 poteva portare da solo anche 14 MIRV. Solo che il governo inglese era stato esplicito nel voler ridurre a meno di 200 le testate nucleari, su 58 D-5 (altri sette erano stati cancellati). Dato che gli SSN sono solo 12, e non più di otto disponibili in ogni momento, lo stress degli equipaggi diventava troppo alto se si voleva mantenere gli impegni internazionali, così si è deciso di ridurli; per la cronaca, il tempo in mare ideale secondo l'USN è del 50%. Quanto agli impieghi, con i missili BGM-109 gli SSN avrebbero integrato a livello 'pre-strategico' gli SSBN. Gli SSN sono usati anche per missioni ELINT e speciali, e alle volte sono stati fatti addirittura entrare dentro delle basi nemiche, specie alcuni che -come per l'USN- hanno ricevuto sistemi ESM/COMINT speciali. Anche in tempo di pace la RN chiede agli equipaggi di fare missioni del genere, figurarsi in tempo di guerra. Il deterrente di un SSN, che potrebbe anche non essere in zona, ma potrebbe anche esserci (al contrario delle portaerei, i sottomarini basano tutta la loro forza sulla propria 'invisibilità'), è tale anche come minaccia, specie per le flotte di superficie. La velocità di trasferimento, senza alcun mezzo di supporto, è impressionante: l'HMS Conqueror, l'affondatore del povero Belgrano, partì dalla Scozia e giunse alle Falklands in due settimane, oltre 7.000 miglia ad una media superiore ai 25 nodi. Tutto questo è più che sufficiente per giustificare la fama e la spesa di una flotta di SSN, per non dire degli SSBN. Meno costosi, ma non meno pericolosi di una portaerei di media grandezza, e con costi molto inferiori e senza bisogno di scorta. Certo, solo per pochi eletti, ma questa è un'altra storia.
 
==Navi anfibie==