Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-2: differenze tra le versioni

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Se il cuore è il reattore nucleare e gli orecchi sono i sonar, il cervello è la 'control room', e gli occhi sono i due periscopi. Due pozzi in cui essi si muovono verticalmente, a sinistra la postazione del pilota, che guida il mezzo con un volantino simile a quello degli aerei di linea (può sorprendere, ma il sottomarino, in fondo, è un mezzo che si sposta in tre dimensioni, per questo un timone normale non potrebbe essere usato, anche qui a differenza di quello che si vede spesso nella fiction, per esempio non sarebbe possibile comandare i movimenti verticali della nave con un timone classico, come fa Capitan Harlock). A destra dei sonar vi sono gli addetti al controllo d'assetto e immersione, poi dietro a questi controlli principali vi è il sistema di combattimento, con doppi schermi circolari delle consolle dei sensori, divise da uno schermo centrale; a poppavia di queste vi è un altro paio di postazioni anch'esse a doppio schermo con i sistemi di combattimento. Gli schermi dalla colorazione rossa hanno la possibilità di ricevere imput tramite penne ottiche, e possono controllare più armi in simultanea, per cui è possibile lanciare due siluri filoguidati contro due diversi obiettivi. A fianco del 'corridoio della centrale di tiro' c'é l'alloggio del comandante. A destra della control room vi sono i tavoli per il carteggio, il territorio per l'ufficiale di rotta, ora aiutato dai sistemi computerizzati. VI sono anche altri sistemi, per esempio un computer che mostra i sistemi d'arma e le navi, i dati di navigazione previsti per la missione, il tutto grazie a semplici CD 'masterizzati' oppurtunamente prima della partenza. E infine un apparato tattico di navigazione e combattimento, una sorta di 'God's eye', che è riservatissimo ai soli anglo-americani, e sul quale non vi sono dettagli divulgabili, a parte che è molto utile. LA guardia è in genere comandata daun Tenente di Vascello anziano, e un altro TV 'giovane', alle volte è invece un sottufficiale anziano, ma non quando si tratta di eseguire manovre importanti, come l'emersione e l'immersione, che sono sempre un momento molto delicato. Immergersi sopratutto: normalmente ci vuole circa un minuto prima che si sgombri la plancia della vela, usata normalmente per le manovre in emersione. Vengono svolte diverse verifiche tecniche e se va tutto bene, il battello è pronto per l'ordine, che è 'Diving now! Diving Now!'. L'aria delle casse è sostituita dall'acqua del mare, e la massa scura del battello scende giù nelle profondità, abbandonando la superficie del mare, che quando è mosso, causa qualche problema al battello (uno dei paradossi di numerose unità sottomarine, è che non .. reggono bene il mare, dati i problemi di stabilità che subiscono quando sono in balia delle onde). Fino a 18 metri è possibile usare i periscopi per controllare la manovra, poi a 30 metri si fa un controllo d'assetto e si risale a quota periscopica e si comincia la rotta negli abissi. In genere si comincia a scendere 'sul serio' dopo avere accelerato e attivato al meglio i timoni, perché non c'é modo di usare subito le casse di zavorra, dallo svuotamento piuttosto lento, per scendere giù nelle profondità, specie quando è necessario farlo. Certo, con un SSN non c'é da immergersi di continuo, dato che normalmente in mare sta in immersione, ma alle volte è necessario comunque cambiare quota e in fretta. Il comandante si regola con la velocità in giri-elica, e ordina la profondità da tenere. Il battello poi deve essere aggiustato di continuo, perché anche spostare un gruppo di persone a bordo può cambiarne l'angolo d'assetto, il che potrebbe essere rischioso se non compensato efficacemente. MA quanto in profondità possa andare lo SPARTAN, è -come per tante altre classi di battelli- solo stimato, sicuramente oltre 250 metri come normale, e molto di più come massimo (Armi da guerra stimava 400-600 metri); la velocità di crociera è circa 12 nodi, per non tormentare troppo i macchinari e fare eccessivo rumore. Emergere è anche più difficile, perché in superficie non si sa cosa possa esserci (e gli episodi di collisioni tra sottomarini e navi sono numerosi e potenzialmente molto rischiosi per entrambi, vi è stato anche un caso di un 'Foxtrot' russo che danneggiò circa 10 metri di scafo dopo la collisione con una nave da crociera, l'Achille Lauro, negli anni '70). Usare il sonar sarebbe un mezzo sicuro per capire se c'é qualche mezzo navale, ma nella Royal Navy l'uso di un sistema attivo è autorizzato solo dal comandante e l'ufficiale di guardia, con un'apposita chiavetta di attivazione, e normalmente si cerca di evitarne l'attivazione. Il problema è che spesso i pescherecci entrano in zone militari, e stanno a motori spenti, trascinati dalla corrente. Così non c'é modo di sentirli passivamente. Un altro segnale della presenza dei pescherecci è anche più insidioso, ovvero le reti, sulle quali si impigliano persino le balene, ma che alle volte vengono anche 'intercettate' dai sottomarini. Quando si avvolgono attorno all'asse dell'elica son dolori, perché a quel punto anche un sommergibile è 'fregato', idem per gli stabilizzatori anteriori. Fortunatamente il 'pump-jet' non espone l'elica a questi pericoli.
 
 
 
 
HMS Spartan:
 
Dislocamento. 4.600-4.900 t
 
Dimensioni: 83 x 9,8 x 8,5 m
 
Motore: un reattore PWR-1 da 15.000 hp
 
Velocità oltre 30 nodi, quota oltre 250 metri
 
Equipaggio: 14 ufficiali e 101 capi e comuni, max 124 persone.
 
 
 
 
 
 
I sottomarini sono anche capaci di osservare in immersione. Essi hanno fari orientati verso l'alto, e con telecamere e periscopi (attivabili anche sott'acqua, almeno entro una certa quota), è possibile navigare sotto i ghiacci della Calotta polare; ma è anche possibile osservare delle navi che abbiano motivi d'interesse, per esempio qualche nuovo tipo di sonar a scafo, con il relativo bulbo.
 
 
Durante la missione, l'ufficiale di guardia o il comandante è seduto a sinistra del periscopio d'attacco, e così controlla tutte le postazioni più importanti, nonché il suo 'command display', che è uno schermo che fornisce l'immagine di quello che vedono i sonar. Quanto al periscopio d'attacco è un tipo monoculare, un classico, ma tutto sommato vantaggioso perché meno complesso e costoso di un binoculare. Esso è accompagnato da un sistema di visione IR e da una macchina fotografica da 35 mm; il periscopio di ricerca ha campo visivo maggiore, ha sistemi IR, fotografici, ma anche ESM e comunicazioni; sopratutto, dal punto di vista dell'operatore, è binoculare. Ruotare il periscopio in continuazione è difficile e richiede una notevole forza, per cui è presente un servomeccanismo. Vi sono anche comandi sulle manopole per l'uso dei vari sensori, e non pare che serva molto addestramento (in stile HOTAS) per padroneggiarli.
 
Nella 'Sondu Room' vi è usualmente buio. Un mondo ancora più misterioso degli altri comparti del battello; la scienza, o meglio l'arte della localizzazione sonora è un qualcosa di più difficile da spiegare rispetto ad una normale postazione radar; i sonar britannici, all'epoca almeno, non erano integrati in un unico sistema e controllati da un calcolatore di bordo, il tutto era invece parte dei più avanzati 'cugini' americani. Le tracce acustiche sono visualizzate e confrontate negli schermi che le registrano; ma poi il lavoro più delicato è ancora in cuffia; un operatore deve metterci davvero anni per padroneggiare questi arnesi, nonostante i progressi della tecnologia. A bordo dello Spartan c'era uno di loro, tale David Peters, sottufficiale, ma in servizio nella RN dal 1981, e terzo di una dinastia di sommergibilisti. Aveva già prestato servizio in ben cinque SSN. Sottolineava che per fare bene quel mestiere era necessario stare lontani dalle discoteche, e del resto per essere pienamente impiegabile, un operatore era costretto ad un paio d'anni di addestramenti ed esami. Nel mare è possibile sentire suoni di tutti i tipi. Le balene, sterminate o quasi nei mari settentrionali, si facevano sentire nel Mediterraneo, dove il loro canto è praticamente una costante; anche altri animali sono rumorosi, gamberi e aragoste in particolare, con il loro caratteristico e forte schiocco.
 
Lo SPARTAN, sul quale Nativi s'era imbarcato al largo delle coste siciliane, non era in Mediterrano per nulla. A La Spezia l'aspettava l'imbarco del sonar filabile, che in quel momento non aveva. Nondimeno se l'é cavata bene, in una serie di confronti con unità amiche. Vi furono anche incontri con la 'regina del Mediterraneo', ovvero la Marina Militare. Tra questi, una lunga battaglia con il Da Vinci, per il quale vennero spese parole d'elogio. Questo, nonostante che esso fosse un 'Sauro' delle prime serie, ma gli SSK sono unità difficili da affrontare anche per un SSN, specie se condotti al meglio e su territori conosciuti. Ma Nativi fu anche testimone di un'altra missione: quella contro la flotta di superficie, durante una missione CASEX. C'era da affrontare una formazione di superficie con: incrociatore Garibaldi, fregata Maestrale, rifornitore Vesovio, nave da sbarco S. Giorgio, il tutto supportato dagli elicotteri di bordo, ma anche dagli Atlantic. L'area della battaglia: Charlie 4, Mediterraneo Centrale.
 
Lo SPARTAN inizia subito ad utilizzare tutti i sensori di cui dispone, ponendosi a quota periscopica. Con le cuffie si sentono i treni d'onde a 3 kHz della fregata e dell'incrociatore, che tentavano di localizzare il sub inglese; l'ESM annunciò in un paio d'occasioni che l'Atlantic si stava avvicinando troppo e ci si dovette allontanare dalla superficie. Questo atteggiamento spavaldo era anche sottolineato dal responsabile del dipartimento armi e sensori, Martin, che chiamava le navi 'bersagli'. E dire che la Maestrale è un'ottima nave ASW, con tutto quello che servirebbe, tra sonar a scafo, a profondità variabile, due elicotteri, ben quattro lanciasiluri di due calibri diversi.
 
Invece lo Spartan si avvicina in silenzio e con notevole calma di tutti, queste operazioni non sono missioni modello 'Top gun', tutto va fatto come una specie di partita a scacchi. E funziona. Martin aveva ragione, la fregata è solo un 'bersaglio'. La Marina ha portato in avanti il rifornitore e la nave anfibia, ciascuna scortata da una sola nave (in verità poca roba, per un tale convoglio sarebbero servite diverse fregate e forse anche qualche caccia o corvetta). Messisi in caccia sulla fregata, viene tirato un siluro da esercitazione Tigerfish da distanze tali da non dare scampo alla nave italiana; forse in un altro contesto si userebbero due siluri, la carica esplosiva, per quanto pericolosa, non è del tutto all'altezza di un moderno siluro pesante, ma in tutti i casi ben difficilmente un colpo sotto la chiglia lascerebbe la fregata ancora a galla, e sopratutto non certo funzionante per ulteriori azioni belliche. IL sottomarino segnala a quel punto l'azione con i razzi verdi (lasciati galleggiare sull'acqua, mentre il battello è a profondità di sicurezza). Nelle ore successive viene localizzato un ulteriore bersaglio: forse è la 'Garibaldi', un'occasione ghiotta visto che è l'ammiraglia della Marina. Invece no, è ancora la Maestrale, che viene silurata un'altra volta, stavolta da due siluri.
 
 
Alla fine la vittoria va, strategicamente, alla Marina; ma tatticamente lo Spartan ha fatto un danno non indifferente. Purtroppo le esercitazioni non sono del tutto realistiche. La Maestrale, comunque, era una delle quattro navi del convoglio, e sfortuna vuole che proprio contro di lei lo Spartan si accanisca con ben due attacchi, nonostante che fosse la meno importante di tutte. Ma si tratta pur sempre della perdita del 25% della flotta, un danno che non lascerebbe indifferente la Marina se fosse stato fatto davvero. Più ancora, avere avvicinato due volte e silurato una 'Maestrale' significa che in un giorno, un singolo sottomarino della RN ha fatto fuori l'equivalente del 25% delle fregate ASW della MM. Non si poteva certo, realisticamente, pensare che un solo SSN potesse annientare un'intera formazione navale, specie con la copertura degli Atlantic, semmai un pò di fortuna per trovare almeno una delle navi più importanti. Ma per fare le cose in maniera migliore, sarebbe stato necessario un secondo SSN. E ovviamente, anche regole diverse: la Maestrale era stata 'affondata', se si fosse trattato di una situazione reale lo Spartan non avrebbe perso tempo ad attaccarla ancora, e forse sarebbe riuscito a localizzare le navi principali, magari il rifornitore o la stessa 'Garibaldi', che inizialmente sembrava la preda localizzata.
 
Lo Spartan, in ogni caso, ha avuto successo. Anche i sottomarini inglesi di Malta, del resto, non erano certo in grado di distruggere la flotta navale italiana, ma infliggendole dure perdite l'hanno logorata un pò per volta e alla fine l'hanno sconfitta assieme alle altre forze alleate.
 
Secondo gli ufficiali dello Spartan, per riuscire a 'beccare' un SSN sono necessarie un paio di buone navi ASW, supportate da aerei ed elicotteri (ma questo non è stato sufficiente nell'esercitazione, e questo nonostante che il 'Garibaldi' sia basicamente un'unità ASW elicotteristica). Un simile gruppo navale è costoso, e molte Marine, nel dopo-Guerra fredda, avevano cominciato a tralasciare l'importanza di esercitazioni ASW accurate; in non pochi casi sembrano ignorare quello che può fare un sottomarino con un equipaggio ben addestrato, un mezzo capace di scegliere chi e dove colpire, senza che nemmeno la vittima si renda conto di chi la sta affondando.
 
Quanto al cuore del mezzo, è difficile accedervi per via degli accordi tecnologici USA-UK sul trasferimento di tecnologie atomiche. Nativi ha potuto solo sapere una sommaria descrizione di quello che c'é 'oltre la porta' che va nel settore posteriore del battello. Oltre la porta stagna c'é un corridoio che porta ad una camera di manovra del reattore, con personale di guardia (almeno nove) sulle 24 ore; si occupano della verifica della qualità dell'aria, del funzionamento degli impianti di bordo e ovviamente, del reattore stesso, la cui potenza è regolata dal movimento delle barre di combustibile. Il rumore è molto forte, e ovviamente fa molto caldo; ma è niente rispetto alla sala motori, alta tre ponti (che in pratica occupano tutto il 'budello d'acciaio' dello scafo resistente; infine vi è l'officina. Là fa ancora più caldo e il rumore richiede l'uso delle cuffie, mentre la tuta ignifuga causa problemi notevoli nel movimento per le anguste scale e corridoi. Eppure, al di fuori il battello è silenzioso, evidentemente la cura nell'insonorizzazione è stata ripagata.
 
I controlli in questa parte così scientifica del battello sono costanti e le procedure di sicurezza molto severe, è l'unico modo per tenere a bada il 'mostro'. A bordo c'erano persone come Donald, un giovane ufficiale scozzese, che era entrato in Marina a 17 anni e che grazie ad essa era diventato ingegnere nucleare. La temperatura a poppa era di circa 43 gradi, e i getti d'aria fredda non riuscivano a compensare un tale ambiente. La rivoluzione che ha fatto sì che le turbine e i diesel sostituissero il vapore, non è possibile con l'energia nucleare, e l'enorme calore erogato dalle caldaie e le turbine a vapore in un ambiente così ristretto è una dura prova. In pratica, l'aria fredda è usata sopratutto per raffreddare le apparecchiature che non amano il caldo, che non .. sudano. Nei due mesi delle missioni nel Golfo si sfioravano i 60 gradi, un livello difficile da sostenere per un essere umano, per giunta costretto a controlli attenti e costanti con attrezzature molto delicate. Ma 'dopo un pò ci si fa l'abitudine'.
 
A prua c'é il comparto equipaggio e i sistemi d'arma, con due quadrati separati per sottufficiali e 'junior trainers', con una cucina. Pochi i bagni e le docce, è presente una lavatrice (provvidenzialmente) e un paio di asciugatrici, necessarie per permettere di mantenere il decoro per la missione (parliamo di oltre 100 persone e per diversi mesi..). I 'giovani' dell'equipaggio dormono direttamente nella 'bomb room'. Le cuccette spesso sono sotto i tubi di lancio delle armi. Mentre i giovani marinai inglesi sognano, sopra le loro teste sono pronti al lancio alcuni siluri e missili già caricati nei tubi, dove restano per mesi. Di quando in quando vengono estratti per una verifica, giornalmente vengono comunque controllati con le interfacce apposite, ma non danno problemi di affidabilità. Questa è anche la zona dove sono alloggiati i gruppi di SBS che alle volte vengono ospitati a bordo per i 'lavori sporchi'. Altro equipaggiamento era sul ponte, in un alloggiamento una volta usato per materiali di comunicazione.
 
I sistemi di sicurezza sono tenuti in grande considerazione dalla Royal Navy, che non ha perso un sottomarino atomico in decenni di attività. Il fuoco specialmente, per combattere il quale sono presenti tute anti-incendio e sopratutto, viene fatta una incessante attività di formazione ed esercitazioni, mentre per vedere attraverso il fumo la reale portata e posizione degli incendi sono usate anche telecamere IR, costose ma efficaci. Ma cosa può bruciare dentro un sottomarino? Moltissimo, le batterie, il circuito idraulico, i comparti armi, i circuiti elettrici e così via. E' incredibile quanto materiale infiammabile sia costantemente presente nella vita di tutti i giorni, anche in un mostro d'acciaio come un SSN.
 
La spazzatura, infine, non deve diventare un motivo di 'tracciabilità' per l'SSN. Vengono pressati e messi in contenitori di acciaio sigillati, e poi mollati nel fondale marino, facendo sparire ogni traccia in superficie. Anche la spazzatura è quindi 'stealth', l'alternativa è descritta bene da 'Stato d'Allarme', un film altamente consigliabile su quel che significa la guerra dei/ai sottomarini (per chi lo avesse perso nei rari passaggi televisivi, un sottomarino sovietico venne localizzato da una nave americana, iniziando proprio con il ripescaggio in mare di gusce di patata). Infine, il sottomarino ha anche una piccola videoteca, che inevitabilmente passa 'repliche': c'é poco tempo per divertirsi, ma con mesi di tempo è facile dovere subire la stessa pellicola più e più volte. Chissà che tipo di cassette avessero a bordo, ma c'é da scommettere che 'Ottobre Rosso' era una di esse.
 
 
Ma quali sono i peggiori nemici dell'SSN, al di là della sua complessa meccanica interna? Essenzialmente, altri SSN. Le navi di superficie vengono viste più come bersagli da raggiungere che nemici da temere. Stando sotto 200 metri e più d'acqua, gli uomini degli SSN britannici si sentono al sicuro da tutto tranne che dalle altre navi subacquee. La Marina sovietica e poi russa ha avuto delle buone carte: specialmente i 'Victor III', disponibili dai tardi anni '70, e poi ovviamente tutti gli altri sottomarini successivi. Alle volte anche eccezionali, come l'unico 'Mike', capace di andare sotto i 1.000 metri di profondità, ma andato perso dopo pochi anni. Quel battello era pressoché invulnerabile, ma del resto non era facile per esso localizzare ed identificare le navi della NATO stando così in profondità. Certo che uno scafo così eccezionalmente robusto sarebbe stato ideale per reggere le sovrapressioni delle esplosioni, specie quelle delle bombe di profondità atomiche, in uso dalle marine dei Blocchi all'epoca (esempio, stando 200 metri sott'acqua avrebbe avuto ancora un centinaio e passa di atmosfere di 'riserva', contro le 30-40 di un SSN normale). Gli Akula II sono considerati, almeno in termini di silenziosità, paragonabili ai 'Los Angeles migliorati'. Considerando che i 'Seawolf' sono molto pochi, di fatto un confronto del genere è stato il massimo dei confronti della Guerra fredda. I sottomarini moderni, alle volte sono così silenziosi, che fanno quasi prima a scontrarsi fisicamente che a 'sentirsi' l'un l'altro.
 
==Navi anfibie==