Java/Classi e oggetti: differenze tra le versioni
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Con l'evolversi dell'informatica e il crescere della complessità delle applicazioni, i programmatori hanno trovato sempre più difficile trovare gli errori nei codici già scritti, riutilizzare codice scritto per altri programmi e modificare funzionalità già esistenti senza effetti collaterali imprevedibili.
La soluzione a questi problemi è rendere la programmazione più '''astratta''' e '''modulare'''. Se un codice è diviso in parti ben precise che si occupano di aspetti specifici dell'applicazione e queste parti presentano all'esterno delle interfacce che specificano '''quali''' operazioni possano compiere (specifica), indipendentemente da '''come''' poi le compiano (implementazione) poi è più facile per il programmatore individuare un errore o riutilizzare delle funzionalità, proprio perché circoscriverà la manipolazione alla parte che gli serve.
Immaginiamo di dover fare un programma per gestire gli stipendi: creeremo un vettore di stringhe per il nome, un altro per il cognome e un vettore di int per gli stipendi. Dopo aver creato i codici che chiedono i dati e li inseriscono o li mostrano a richiesta il programma funziona e siamo contenti.
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Si noti che dentro la classe abbiamo definito delle variabili che rappresentano le caratteristiche (dette '''attributi''') di un dipendente.
Osserviamo che le dichiarazioni di variabili sono precedute dalla parola
{| border="1"
|'''modificatore di visibilità'''
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