Elettronica fisica/Amplificazione: differenze tra le versioni

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== Circuiti attivi ==
Gli elementi circuitali considerati sino ad ora, sia lineari (resistenze, capacità, induttanze e generatori indipendenti), sia non lineari (diodi), sono detti
passivi in quanto consentono di effettuare molte operazioni sui segnali elettrici, ma non una che `e veramente fondamentale, l’amplificazione: ottenere da un segnale debole una copia fedele di potenza maggiore. I componenti capaci di fornire amplificazione si dicono attivi ed una rete si dice passiva o attiva a seconda che sia composta solo da componenti passivi o contenga anche componenti attivi.
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sono un esempio.
 
== Amplificatore ideale ==
Il comportamento di un amplificatore ideale, ad esempio di tensione, è descritto dalla relazione lineare
<math>Vout = A \cdot Vin</math><p align="right">(3.1)</p>
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uscita (out). Comunemente le due porte hanno un terminale in comune.-->
 
== Variabili dipendenti ed indipendenti ==
La possibilit`apossibilità di amplificare un segnale deriva dal fatto che, una volta che il dispositivo sia opportunamente polarizzato, le variabili elettriche della
porta di ingresso, tensione o corrente, sono in grado di controllare e variare tensioni e correnti pi`u intense nella porta di uscita.
Le relazioni matematiche tra le variabili di ingresso (I1, V1) e di uscita (I2, V2) sono determinate dai meccanismi fisici di funzionamento dei dispositivi amplificatori, esaminati nei capitoli seguenti. Alcune considerazioni per`o sono del tutto generali e prescindono dal particolare dispositivo utilizzato.
 
La rete a due porte di fig. 3.2 `e dotata di due gradi di libert`alibertà: delle quattro variabili I1, V1, I2, V2 se ne possono scegliere due come indipendenti e le altre due saranno funzioni delle prime. Nello studio dei circuiti elettronici risulta conveniente considerare come indipendenti una variabile scelta tra quelle di ingresso ed una scelta tra quelle di uscita, ad esempio V1 e V2.
 
Questo equivale concettualmente a collegare un generatore di tensione ideale alla porta di ingresso ed uno alla porta di uscita, imporre i valori delle tensioni ed avere le correnti determinate di conseguenza:
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Le varie combinazioni di variabili indipendenti e dipendenti forniscono descrizioni del dispositivo amplificatore completamente equivalenti dal punto
di vista matematico. Alcune combinazioni risulteranno nell’uso pi`u convenienti di altre in relazione alle caratteristiche dei dispositivi che si dovranno descrivere, come si vedr`avedrà nei capitoli seguenti.
 
== Modelli lineari per i dispositivi a due porte ==
A differenza della relazione ideale 3.1, le relazioni 3.4 sono praticamente sempre fortemente non lineari. Come `e stato gi`agià fatto nel caso del diodo a giunzione nei paragrafi 2.12 e 2.13, anche per i dispositivi amplificatori a due porte `e di solito possibile individuare un punto di lavoro intorno al quale le relazioni tra tensioni e correnti sono sufficientemente lineari da poter essere descritte da uno sviluppo in serie di Taylor arrestato al primo ordine (ed anche da consentire un funzionamento del dispositivo senza troppa distorsione).
Seguendo il procedimento e la notazione del par. 2.13, dalle equazioni 3.4 si ottiene, differenziando intorno al punto di lavoro rispetto a ciascuna delle due variabili indipendenti e sottraendo poi i valori costanti corrispondenti al punto di lavoro:
<pre>
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#<math>i2 = h21 i1 + h22 v2 v2 = r21 i1 + r22 i2</math>
 
== Modelli lineari per i dispositivi a due porte 41 ==
Alcuni autori utilizzano la lettera y per la famiglia di parametri qui indicata con la g e la lettera g per la famiglia di parametri misti m. Questa scelta
non sembra felice, in quanto nell’uso abituale la lettera g `e utilizzata per indicare una conduttanza.
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Un generatore controllato ideale `e un generatore che eroga una tensione (o una corrente) il cui valore `e proporzionale al valore di una variabile elettrica in un altro punto del circuito. `E il generatore controllato che schematizza gli effetti fisici fondamentali alla base dell’amplificazione: un segnale elettrico (piccolo) all’ingresso di un dispositivo amplificatore controlla variabili elettriche nel circuito di uscita di potenza (auspicabilmente) molto maggiore.
 
== Trasferimento diretto ed inverso ==
Una rete lineare che non contiene dispositivi attivi a due porte `e una rete reciproca: i parametri di trasferimento diretto ed inverso sono identici
(Teorema di Reciprocit`aReciprocità - Appendice ??). I dispositivi attivi a due porte hanno l’importante caratteristica di rendere una rete lineare non reciproca,
in quanto la presenza dei generatori controllati rompe la simmetria della matrice che descrive la rete, che `e alla base della reciprocit`areciprocità.
Un esempio di rete lineare non reciproca `e data dall’amplificatore ideale di tensione di fig. 3.1, che corrisponde ad un modello a parametri m con
valori:
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In questo caso la rete oltre ad essere non reciproca `e anche unilaterale: un segnale all’ingresso (v1) produce un segnale all’uscita <math>(v2 = m22 \cdot v1)</math>, ma un segnale applicato all’uscita (i2) non produce alcun effetto all’ingresso <math>(i1 = m12 \cdot i2 = 0)</math>.
 
La unilateralit`aunilateralità `e una condizione ideale per un circuito od un dispositivo amplificatore. Gli amplificatori operazionali possono essere considerati a tutti gli effetti, con ottima approssimazione, equivalenti a dispositivi attivi unilaterali. Nel caso invece dei componenti attivi elementari (transistor) la condizione di unilateralit`aunilateralità `e solo approssimativa.
 
== Note ==
*{{note|Nota1}} Insieme ad un uso accorto delle simmetrie nei circuiti, come nell’amplificatore differenziale (par. 4.10).
*{{note|Nota2}} È possibile ottenere amplificazione anche da componenti ad una sola porta, come ad esempio dalle resistenze negative fornite da particolari tipi di diodi (diodi tunnel, diodi Gunn).