Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Norvegia: differenze tra le versioni

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La Norvegia è rimasta una forza NATO che, per quanto importante strategicamente (controllando l'accesso all'Oceano Atlandico, in pratica ostacolava la Flotta sovietica del Nord) non ha voluto esporsi più di tanto nella Guerra fredda. Come la Danimarca non ha mai concesso alle forze NATO di stanziarvisi permanentemente sul suo territorio nonostante (o meglio, proprio perché) confinasse direttamente con l'URSS sia pure all'estremo e inospitale Nord dell'Europa. Nondimeno, la AMF ovvero Allied Mobile Force della NATO si addestrava regolarmente in Norvegia e gli USA e anche altre nazioni avevano ammassato scorte utili in caso di guerra per non dipendere solo dal traffico marittimo o dal trasporto aereo. In termini di risorse umane e militari, nonostante la sua superficie la Norvegia non poteva disporre di molto: appena 4 milioni di persone la abitavano negli anni '80, meno che la Danimarca. Il clima freddo e le montagne le davano di fatto una popolazione pari alla metà di quella svedese su di una superficie simile.
 
 
==L’Aviazione e la Marina agli esordi<ref>Per questo capitolo, vedi wiki.en per l'aviazione e l'articolo di Da Fré per la Marina, entrambi posti in fondo alla pagina</ref>==
===Marina===
La Norvegia, antichissima nazione vichinga, ha sempre avuto nella geografia la necessaria spinta all'esplorazione marittima, e data l'avversità del clima, le sue capacità marinaresche si sono affinate abbastanza da poter poi navigare dappertutto, fino forse alle Americhe, di sicuro alla Groenlandia. La Norvegia ha avuto varie vicissitudini storiche; dalla Svezia è diventata indipendente dal 1905; la prima flotta 'di stato' norvegese venne creata circa 1.000 anni dopo l'epopea vikinga, già durante il dominio danese, nel 1509, combattendo poi valorosamente nel 1510-1814. Nella II GM, a parte affondare con le difese costiere l'incrociatore Blucher, la più grave perdita subita dai tedeschi durante quella campagna del 1940. Durante la guerra i norvegesi fuoriusciti dalla patria continuarono a combattere con dure perdite, 27 navi e 933 marinai, davvero molto per una piccola forza esiliata.
 
Dopo la fine della guerra, alla Marina norvegese è stato posto come compito la protezione delle ZEE e fin dal 1964, il parlamento ha autorizzato la partecipazione a missioni ONU; ma i soldati dell'esercito erano già impegnati all'estero fin dal '47.
 
===Aviazione===
Tutto iniziò molti anni fa: era il 31 maggio 1912 quando venne comprato l'aereo HNoMS Start, pilotato da un ufficiale del sottomarino A-1 Kobben. Fino al 1940 gli aerei, cosa poco nota, erano per lo più di costruzione domestica, anche se di progettazione straniera.
 
Al solito per quei tempi, non c'era un'arma indipendente ma due, una dell'esercito e una della Marina, rispettivamente Hærens Flyvevaaben e Marinens Flyvevaaben. Tra gli aerei comprati verso la fine degli anni '30, a parte i soliti Fokker, vi furono anche 12 Gladiator e persiono 6 moderni Heinkel He 115B dalla Germania, che poi sarebbero entrati in azione contro i loro stessi creatori nel '40. 19 dei 24 P-76A-6 Hawk erano già stati consegnati prima di quel tragico 9 aprile 1940, ma nessuno era operativo per l'epoca e vennero tutti catturati, tanto che poi vennero venduti all'aviazione Finlandese. Fino al '44 non vi fu un'aviazione, ma i 5 P-75 non ancora consegnati, più altri 38 P-75A-8 con il loro potente motore da 1.200 hp vennero usate negli USA (a 'Little Norway) per addestrare i piloti esiliati, vicino Toronto. Anche i 24 idrobombardieri Northrop N-3PB ebbero importanza per la guerra di continuazione, assieme agli Alleati, pattugliando il mare da Rekyavik.
 
L'ineguale schieramento di forze aeree tra la tedesca Luftwaffe e la Kongelige Norske Luftforsvaret portò alla rapida capitolazione della Norvegia, anche se sette Gloster Gladiator difesero strenuamente l'aeroporto di Fornebu contro l'attacco tedesco, rivendicando anche l'abbattimento di due caccia pesanti Messerschmitt Bf 110, due bombardieri Heinkel He 111 e due aerei da trasporto Junkers Ju 52. Dopo la dichiarazione di guerra delle forze alleate il governo norvegese rinunciò a combattere sul suolo norvegese e si rifugiò nel Regno Unito il 10 giugno 1940.
 
Gli unici aerei in grado di raggiungere direttamente il Regno Unito dalle poche basi aeree rimaste in mano ai norvegesi erano quattro idrovolanti Heinkel He 115; il resto delle forze aeree norvegesi avevano come unica opzione quella di riparare in Finlandia. In tutto soltanto due Fokker C.V ed un de Havilland DH 82 Tiger Moth riuscirono a varcare il confine con la Finlandia prima della completa capitolazione della Norvegia.
 
Le forze aeree norvegesi si riorganizzarono nel Regno Unito sotto il comando di Joint Chiefs of Staff; da quel momento il personale d'aria e di terra norvegese operò come parte della Royal Air Force britannica. Nell'autunno del 1940 venne anche costruito un centro di addestramento norvegese chiamato Piccola Norvegia nella periferia di Toronto, in Canada.
 
Sconfitta in casa, la Norvegia si rifece dando vita a diversi squadroni di caccia, e addirittura, il No.331 (Norwegian) Sqn difese Londra dal '41 con il maggior numero di successi nella Gran Bretagna meridionale. La RNoAF -Royal Norwegian Air Force venne istituita con un regio decreto il 1 novembre 1944 unificando le aviazioni di Esercito e Marina. Fino all'8 maggio 1945 335 aviatori norvegesi caddero durante la guerra, pagando senz'altro un alto prezzo per la loro esigua forza, non superiore a qualche migliaio.
 
Nel 1947 la Divisione di Controllo e Sorveglianza acquistò il suo primo sistema radar e più o meno nello stesso periodo acquistò il de Havilland DH.100 Vampire, il suo primo caccia a getto.
 
Nel 1949 la Norvegia fu uno dei paesi fondatori della NATO e di conseguenza ricevette aeromobili americani come parte del programma MAP (Military Aid Program). Durante la Guerra fredda la Norvegia fu uno dei due paesi europei (l'altro era la Turchia) ad avere il ruolo di sorvegliare un confine diretto con l'Unione Sovietica; infatti in quel periodo gli aerei da caccia norvegesi compivano circa 500-600 intercettazioni di velivoli sovietici all'anno.
Nel '59 vi fu anche l'integrazione dell'artiglieria a.a. nella RNAF.
 
 
 
==1985==
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* '''Armi contraerei''': cannoni FK 20-2 da 20 mm, Bofors da 40mm, SAM RBS-70
* '''Aerei''': 35 Cessna O-1E e L-18 da osservazione
*'''Armi portatili''': pistole Walter P1 da 9 mm e M1911 da 11,43 mm, mitra MP40 (ex-tedeschi), fucili HK G 3 da 7,62 mm, mitagliatricimitragliatrici MF 3 da 7,62 mm, M2HB da 12,7 mm, mortai L16 da 81 mm (britannici) e M 30 da 107 mm (americani).
 
DA notare l'unica arma terrestre autarchica, il FK 20-2 con i cannoni Rh-202 tedeschi ma in una istallazione leggera e singola, pesante solo una frazione dell'arma binata standard e adatta al movimento in ambienti difficili. I cingolati da neve svedesi BV-202 e BV-206 erano largamente diffusi. Un carro caratteristico era l'NM16 con un nuovo cannone da 90 mm che gli dava capacità molto migliori nel ruolo controacarrocontrocarri.
 
Da notare la presenza residuale di armi tedesche del periodo bellico: per esempio i mitra MP-40. Facevano da contrasto i fucili d'assalto G3, i numerosi cannoni SR americani, quelli svedesi della fortunata serie Carl Gustav e i missili BGM-71 TOW usati anche da mezzi corazzati cacciacarri.
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Anche la Kongelige Norske Luftforsvaert intraprese in quegli anni un importante programma di aggiornamento con l'F-16 come macchina standard da combattimento, anche se questo drenava molte delle risorse disponibili. La dotazione dell'aereo avrebbe compreso i missili Penguin ultimo modello, che davano una capacità antinave che all'epoca nessun F-16 aveva.
 
La piccola aeronautica norvegese era di 9.500 uomini di cui 50005.000 di leva. 25.000 erano le riserve che erano intese sopratutto per costituire interi battaglioni di cannoni Bofors, sia pure del vecchio modello L60 per la difesa antiaerea. L'Aeronautica norvegese era integrata pienamente con la NATO e non era difficile trovare nei suoi aeroporti caccia stranieri che facevano scalo dopo gli incontri sul Mar del Nord con l'Aviazione sovietica.
 
Gli elementi operativi erano:
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La '''Norvegia''' era la Marina più grande della Scandinavia: 9.000 uomini di cui 2.000 appartenenti all'artiglieria costiera (parte in servizio di leva, di 12-15 mesi); e la Guardia Nazionale di 90.000 effettivi di cui parte per compiti navali. All'epoca erano in consegna 3 SSK 'Ula' e in aggiornamento 4 dei 6 'Kobben' (superstiti di 15 navi); 2 erano stati radiati e altri due in radiazione, più 3 ceduti alla Danimarca. IL tutto avrebbe portato il servizio a circa 12 sottomarini entro la metà degli anni '90, tutti armati con siluri tedeschi DM2A3 oppure, nel caso degli SSK più anziani, gli Mk-37 e i TP-61 per compiti ASW e antinave.
 
La flotta di superficie aveva le classiche 5 'Oslo', del 1963-66, basate sui caccia di scorta 'Dealey' e sovvenzionate dagli USA. All'inizio degli anni '80 vennero aggiornate pesantemente con missili Sea Sparrow e Penguin, in aggiunta ai 2 cannoni binati da 76, e nonostanetnonostante l'età il loro scafo ha retto bene il refitting, durato fino al 1991 e comprendente alla fine anche il sonar Spherion trainato, sistemi EW e sistema di combattimento MSI-3100. Le navi era previsto che rimanessero in servizio fino alla fine del secolo. Per il resto c'erano le due corvette 'Sleipner' usate come navi-scuola. Mentre questa era la componente principale d'alto mare, la marina aveva anche una grossa capacità di difesa costiera con l'uso di navi d'attacco leggere fin dalla fine del XIX secolo (erano motosiluranti a vapore). Nel 1991 c'erano invece 14 motocannoniere 'Hauk', piccole ma decisamente ben armate, costruite nel 1977-80 e munite di missili Penguin Mk-2, siluri e cannone da 40 mm; c'erano anche le 18 'Storm' del 1965-68, modernizzate con i 'Penguin'; nel 1990 è iniziato un ammodernamento limitato per dare a loro e alle Hauk il lanciamissili binato Simbad per i Mistral; infine c'erano ancora le 6 'Snogg' del 1970-71, da ammodernare anch'esse con un simile standard, mentre i programmi di agigornamentoaggiornamento della flotta d'attacco leggera con una nuova classe erano stati lasciati cadere, almeno fino a che gli scafi SES dei cacciamine sperimentali avessero dimostrato la loro validità. Le navi posamine erano le due 'Vidar' del 1975-78, da 1.100 tls; poiseguivano 8 dragamine costieri, da sostituire al più presto con una nuova classe già ordinata, su base SES ovvero i 4 'Orskoy', da consegnare nel 1991-94, più 5 'Alta' di tipo convenzionale del 1993-96.
 
La Guardia Costiera (Kystvakt) aveva una grossa componente navale per controllare le importanti ZEE norvegesi, tra cui i 3 'Nordkapp', da 3.240 t con cannoni Mk 1 da 57 mm e vari sensori, tanto che una di esse, l'Andenes, venne inviata nel Golfo nel 1990 come contributo alla Coalizione.
 
Quanto alla '''Svezia''', marginalmente più potente anche di quella Norvegese, aveva 3.100 ufficiali e 6.050 di leva (10-17 mesi), inclusa l'artiglieria costiera (presente beninteso, ma qui non trattata, anche in tutte le altre marine scandinave). I btg di artiglieria costiera erano in pesante ristrutturazione con un organico di 800 elementi e 25 navi da sbarco e altrettante per il rifornimento, questi battaglioni mobili sarebbero nati dal 1991 al 1996 al ritmo di uno l'anno. La Marina, dopo la decisione degli anni '60 di togliere progressivamente le grandi navi dalla flotta, era ridotta e priva di capacità d'alto mare. Tuttavia la Svezia era la fornitrice di armi e sistemi per tutte le altre nazioni della zona, grazie alla sua elevata capacità tecnologica e produttiva. I 12 battelli subacquei erano 4 moderni 'Vastergotland' del 1983-90, 3 'Nacken' 1972-80, e 5 Sjoormen del 1967-69 do cui due da aggiornare con nuovi sistemi elettronici e tutti dotati del sonar Hydra. tre dei battelli, quelli non aggiornati, sarebbero stati sostituiti secondo i programmi verso la fine degli anni '90 da 3 'Gotland' (A19) ordinati nel 1990 ai cantieircantieri Kockums di Malmo: Gotland, Uppland e Halland, più altri 2 in opzione. Delle navi d'attacco c'erano l 12 Norrkoping (Spica II) da 36 m, le Spica III o Stokholm, 2 corvette del 1982-85 da 50 m, e infine 4 'Goteborg' da 57 m ordinate nel 1985, di cui due operative. Esse hanno ricevuto sonar VDS tipo Salmon e missili RBS-15. Per i compiti ASW la Svezia, a causa delle difficoltà di individuare oggetti subacquei nel Baltico, ha lasciato perdere per molto tempo, mentre poi, con le intrusioni sovietiche nelle sue acque, ha recuperato l'interesse. da notare che oltre alle 'Spica' c'erano anche le navi Hauk, scambiate negli anni '70 in cambio di forniture di sistemi di tiro PEAB e radar alla Norvegia. Queste Hauk, note in Svezia come 'Hugin' erano presenti in 18 esemplari, in servizio nel 1978-82. Tre grossi posamine da 2.660 t (2 del 1968-76) e 3.550 t (1982), più 32 posamine piccoli. Date le visite di sottomarini tascabili sconosciuti hanno portato a studiare meglio la guerra subacquea e vennero ordinati 6 cacciamine 'Landsort' del 1981-88, con una settima da consegnare nel 1992, tutte con scafo in GRP a sandwich, sviluppato dai cantieri Karlskronavervet, che ne sono anche i costruttori. Il pattugliatore SES 'Smyge' da 140 t era in sperimentazione, varata nel marzo 1991 e con caratteristiche stealth, armabile con due RBS-15 e un cannone Trinity da 40 mm; era in valutazione per un periodo di 2 anni e se fosse risultata positiva avrebbe visto una produzione in serie. La Guardia Costiera (Kusthevakuing) aveva una tradizione di 350 anni per i Servizi doganali ma dal luglio 1988 è passata ad essere un corpo autonomo, ma controllato dal Ministro della Difesa. Aveva 580 persone con piccole imbarcazioni e 25 pattugliatori più grandi.
 
 
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Modernizzare i centri di comando e controllo, rimasti alle tecnologie anni '70 con l'istituzione del NADGE (MATO Air Defense Ground Enviroment), anche se integrati da sistemi più moderni, erano da uniformare a nuovi standard elettronici con computer e display di nuovo tipo formando il NADCORE (Norwegian Air Defence CRC Operation Room Enhancement), con hardware COTS (commerciale), assieme ai sistemi di comunicazione della Alcatel Norway. Quanto ai programmi futuri, dalla fine del '93 si cominciò a studiare un nuovo aereo da combattimento, esteso a un po' tutti i tipi di aerei disponibili, fino a quando si ridusse il totale, escludendo anche il Gripen, all'EF-2000 o all'F-16 Block 50, con scelta nel 1999. Non si sapeva ancora quale aereo sarebbe stato scelto. Allo stesso tempo, prevedendo un numero ridotto di macchine comprate, e la sostituzione dei caccia F-16 entro il 2020 è stato sottoscritto un MoU per co-sviluppare il JSF. Nel luglio 1995 è stato approvato il riammodernamento dei P-3C con il programma UIP assieme agli USA e in particolare alla Lockheed, con vari sistemi come il nuovo computer di missione ASQ-222 e il radar APS-137, ESM e alto ancora.
 
Il NASAMS è il successore del NOAH. Quest'ultimo era stato sviluppato adattando il missile HAWK alle nuove tecnologie radar negli anni '80, ma poi ritirato dal servizio. Il suo successore era da mettere in servizio entro il 1998, e si avvaleva del rdararadar LASR tridimensionale TPS-36A, sistema elettro-ottico, lanciatori sestupli e centro di lancio. Il sistema, inizialmente pensato come apparato tradizionale, in termini di batterie e lanciatori, è stato poi integrato con i missili RBS-70 e i cannoni Bofors L70. Ogni unità d'impiego poteva avere fino a 4 di questi 'team' integrati e connessi in banda larga. Ognuno di questi team era capace di collegare fino a 9 lanciatori sestupli. Era in corso di sviluppo un sistema più mobile, per supportare l'esercito.
 
==Gli aerei norvegesi<ref>Pagine dedicata del sito di J.Baugher</ref>==
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[[File:Norwegian F5.jpg|340px|left|]]
Successivo a questo fu, per la Kongelige Norske Luftforsvaret (Royal Norweigan Air Force) o KNL, l''''F-5'''. Con così pochi F-104 in effetti la difesa del territorio non era affatto garantita, ma il caccia in parola costava molti soldi e così venne trovato il suo 'compare' economico, ordinando il 28 febbraio 1964 ben 64 F-5, di cui 35 in conto MAP, ricevendoli già dal giugno del '65 con predisposizioni quali razzi RATO, sghiaciamentosghiacciamento per il cruscotto, ganci d'arresto e, caratteristica unica di tutti gli F-5, la possibilità di usare i missili AGM-12, in cui i Norvegesi credavano a differenza degli altri utenti. In effetti, la testata da 113 kg semi-perforante dei Bullpup è rimasta nel successivo missile Penguin di concezione nazionale e ben più avanzato, ma inizialmente destinato solo all'uso su navi. In tutto, gli ordinativi continuarono con un totale di 78 A, 16 RF, 14 B per formare una completa forza aerea di 6 squadroni contro uno, poi due di F-104.
 
Le consegne iniziarono dal No.336 di Rygge, per il resto vedi la scaletta dei reparti. Benché fossero aerei bimotore, le perdite furono elevate, con 16 aerei persi entro la metà degli anni '70, tanto che alla fine si ridusse il numero degli squadroni con appena tre unità d'attacco, oltre a quella da ricognizione e quella OCU.
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Nel 1998 cinque aerei vennero invece mandati in Islanda a Keflavik, addestrandosi con gli F-16C di Mountain Home, perché essi erano dotati di un'avionica migliore e si cercava di addestrare i piloti al loro impiego. In genere i rischieramenti duravano solo una settimana, ma potevano aumentare se ce n'era la necessità.
 
Altro problema sono i gabbiani, il che comporta delle procedure per evitare i grossi pennuti: gli F-16 salgono subito a 150 metri di quota senza nemmeno ritrarre il carrello. Anche così, in un paio di casi i 'Falconi' sono stati .. abbattuti dai gabbiani. L'attività di volo era svolta tra le 7.30 e le 15.30, con una notevole compressione delle attività di volo; nel 1998 c'erano 11 istruttori e questi sarebbero aumentati per addestrare i piloti all'F-16MLU. Tra questi, anche la prima donna 'da caccia', Metti (Bunni) Grotteland, una delle pochissime donne abilitate all'impegnativo F-16 in tutto il mondo (purtroppo, i caccia ad alte prestazioni sono molto ...sessisti, come del resto le auto di F.1). Le missioni, in genere volate in coppia, duravano 60-80 minuti; l'esperienza media era, nei piloti del reparto, di 850-900 ore con il massimo raggiunto dal magg. Kleppesto, con 1.900; non era molto, l'attività dei piloti in media era di 140-150 ore l'anno, in geregenere con una missione al giorno e il resto della giornata lavorativa passata tra le scartoffie dei briefing e debriefing. L'attività era concentrata sopratutto in due turni: alle 10 e 13 partivano infatti i caccia, che rientravano così entro le 14.30; a questo seguiva un'ora di tempo in cui gli specialisti dovevano prendersi cura dei loro caccia; l'attività di volo, quindi, in realtà era più ristretta dei limiti di cui sopra, che comprendevano anche le manutenzioni e preparazioni a terra. Ogni missione era pianificata in un bunker sotterraneo. L'addestramento vero e proprio era fatto a notevole distanza, in quattro aeree, delle quali la più vicina era ad oltre 100 km, e la più lontana a circa 200 km. Il volo a bassa quota era limitato ad un minimo di 300 ore, nelle zone addestrative però si poteva scendere a 150 e anche a 60 metri (forse sul mare). La Norvegia, naturalmente, era ed è molto più decongestionata dal traffico aereo dell'Europa centrale e della Britannia, e per giunta poco popolata. Gli aerei norvegesi potevano così volare ben più bassi del normale di tante altre nazioni, ma così facendo incontravano i gabbiani e i cavi elettrici, alle volte passandovi sotto senza nemmeno accorgersene. A quanto pare questi erano una causa di incidenti maggiore dei volatili, ma del resto non esiste un posto perfetto per volare, eccetto forse Cold Lake, dall'altra parte dell'Atlantico.
 
 
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La '''Kongelige Norske Luftforsvaret''', spesso abbreviata in RNoAF e conosciuta internazionalmente anche con la denominazione in lingua inglese Royal Norwegian Air Force, è l'attuale aeronautica militare della Norvegia e parte integrante delle forze armate norvegesi. Gli impiegati, militari e anche civili, della Kongelige Norske Luftforsvaret sono circa 1.430, una forza esigua che è integrata da 600 ragazzi di leva; in caso di mobilitazione la RNoAF può contare circa 5.500 effettivi. È ancora una forza estremamente ridotta per il discreto potenziale che ha nel suo insieme. Essa ha attualmente 7 basi (Andøya, Bardufoss, Bodø, Gardermoen, Rygge, Sola e Ørland), due centri di controllo (Sørreisa e Mågerø) e due di addestramento (Kjevik, Kristiansand, e a Persaunet, Trondheim).
 
Tutto iniziò molti anni fa: era il 31 maggio 1912 quando venne comprato l'aereo HNoMS Start, pilotato da un ufficiale del sottomarino A-1 Kobben. Fino al 1940 gli aerei, cosa poco nota, erano per lo più di costruzione domestica, anche se di progettazione straniera.
 
Al solito per quei tempi, non c'era un'arma indipendente ma due, una dell'esercito e una della Marina, rispettivamente Hærens Flyvevaaben e Marinens Flyvevaaben. Tra gli aerei comprati verso la fine degli anni '30, a parte i soliti Fokker, vi furono anche 12 Gladiator e persiono 6 moderni Heinkel He 115B dalla Germania, che poi sarebbero entrati in azione contro i loro stessi creatori nel '40. 19 dei 24 P-76A-6 Hawk erano già stati consegnati prima di quel tragico 9 aprile 1940, ma nessuno era operativo per l'epoca e vennero tutti catturati, tanto che poi vennero venduti all'aviazione Finlandese. Fino al '44 non vi fu un'aviazione, ma i 5 P-75 non ancora consegnati, più altri 38 P-75A-8 con il loro potente motore da 1.200 hp vennero usate negli USA (a 'Little Norway) per addestrare i piloti esiliati, vicino Toronto. Anche i 24 idrobombardieri Northrop N-3PB ebbero importanza per la guerra di continuazione, assieme agli Alleati, pattugliando il mare da Rekyavik.
 
L'ineguale schieramento di forze aeree tra la tedesca Luftwaffe e la Kongelige Norske Luftforsvaret portò alla rapida capitolazione della Norvegia, anche se sette Gloster Gladiator difesero strenuamente l'aeroporto di Fornebu contro l'attacco tedesco, rivendicando anche l'abbattimento di due caccia pesanti Messerschmitt Bf 110, due bombardieri Heinkel He 111 e due aerei da trasporto Junkers Ju 52. Dopo la dichiarazione di guerra delle forze alleate il governo norvegese rinunciò a combattere sul suolo norvegese e si rifugiò nel Regno Unito il 10 giugno 1940.
 
Gli unici aerei in grado di raggiungere direttamente il Regno Unito dalle poche basi aeree rimaste in mano ai norvegesi erano quattro idrovolanti Heinkel He 115; il resto delle forze aeree norvegesi avevano come unica opzione quella di riparare in Finlandia. In tutto soltanto due Fokker C.V ed un de Havilland DH 82 Tiger Moth riuscirono a varcare il confine con la Finlandia prima della completa capitolazione della Norvegia.
 
Le forze aeree norvegesi si riorganizzarono nel Regno Unito sotto il comando di Joint Chiefs of Staff; da quel momento il personale d'aria e di terra norvegese operò come parte della Royal Air Force britannica. Nell'autunno del 1940 venne anche costruito un centro di addestramento norvegese chiamato Piccola Norvegia nella periferia di Toronto, in Canada.
 
Sconfitta in casa, la Norvegia si rifece dando vita a diversi squadroni di caccia, e addirittura, il No.331 (Norwegian) Sqn difese Londra dal '41 con il maggior numero di successi nella Gran Bretagna meridionale. La RNoAF -Royal Norwegian Air Force venne istituita con un regio decreto il 1 novembre 1944 unificando le aviazioni di Esercito e Marina. Fino all'8 maggio 1945 335 aviatori norvegesi caddero durante la guerra, pagando senz'altro un alto prezzo per la loro esigua forza, non superiore a qualche migliaio.
 
Nel 1947 la Divisione di Controllo e Sorveglianza acquistò il suo primo sistema radar e più o meno nello stesso periodo acquistò il de Havilland DH.100 Vampire, il suo primo caccia a getto.
 
Nel 1949 la Norvegia fu uno dei paesi fondatori della NATO e di conseguenza ricevette aeromobili americani come parte del programma MAP (Military Aid Program). Durante la Guerra fredda la Norvegia fu uno dei due paesi europei (l'altro era la Turchia) ad avere il ruolo di sorvegliare un confine diretto con l'Unione Sovietica; infatti in quel periodo gli aerei da caccia norvegesi compivano circa 500-600 intercettazioni di velivoli sovietici all'anno.
Nel '59 vi fu anche l'integrazione dell'artiglieria a.a. nella RNAF.
 
Nell'ottobre 2002 una forza aerea comporta da 18 F-16 Fighting Falcon norvegesi, danesi e olandesi venne stanziata nella base aerea di Manas, in Kyrgyzstan come supporto alle truppe di terra NATO impegnate nell'Operazione Enduring Freedom.
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Data l'immensa estensione costiera, è chiaro che la Reale Marina Norvegese o Kongelike Norske Sjofrsvaret ha una gran parte nella 'Difesa Totale' pensata dal governo di Oslo nel periodo successivo alla fine della II GM.
 
Pur facendo parte della NATO, la Norvegia non accetta basi permanenti e armi nucleari NATO sul suo territorio. Le sue coste arrivano a 2.700 km lineari, ma in realtà contando anche i fiordi si raggiungono circa 20.000 km! Le isole e gli isolotti sono parimenti numerosi. Chi ne indovinerebbe il numero? Circa 150.000. La Norvegia, che ha superficie di 387 mila km2, ha al contempo una ZEE di qualcosa come 2.240.000 km2. Tutto questo dice molto sulla necessità norvegese di controllare il mare, da cui dipende larghissima parte della propria economia, sia per la pesca, sia per il petrolio del Mare del Nord con le piattaforme off-shore. Infine la Marina mercantile, attualmente la sesta del mondo, oltre 1.400 navi; appena 10 anni fa erano 2.200 e assommavano a 24 milioni di tonnellate, cioè oltre 10.000 t di media. Una marina d'alto mare, dunque. La sua cantieristica è formidabile, sopratutto per le costruzioni civili. In tutto circa l'80% della popolazione si concentra sulle coste e la gran parte è impegnata nelle attività marittime. La Norvegia, antichissima nazione vichinga, ha sempre avuto nella geografia la necessaria spinta all'esplorazione marittima, e data l'avversità del clima, le sue capacità marinaresche si sono affinate abbastanza da poter poi navigare dappertutto, fino forse alle Americhe, di sicuro alla Groenlandia. La Norvegia ha avuto varie vicissitudini storiche; dalla Svezia è diventata indipendente dal 1905; la prima flotta 'di stato' norvegese venne creata circa 1.000 anni dopo l'epopea vikinga, già durante il dominio danese, nel 1509, combattendo poi valorosamente nel 1510-1814. Nella II GM, a parte affondare con le difese costiere l'incrociatore Blucher, la più grave perdita subita dai tedeschi durante quella campagna del 1940. Durante la guerra i norvegesi fuoriusciti dalla patria continuarono a combattere con dure perdite, 27 navi e 933 marinai, davvero molto per una piccola forza esiliata.
 
Dopo la fine della guerra, alla Marina norvegese è stato posto come compito la protezione delle ZEE e fin dal 1964, il parlamento ha autorizzato la partecipazione a missioni ONU; ma i soldati dell'esercito erano già impegnati all'estero fin dal '47.
 
La Marina ha portato fino ad oggi 60.000 marinai oltremare in oltre 30 missioni NATO o ONU, dalla crisi del Golfo del '91 (un singolo pattugliatore) all'Enduring Freedom di 10 anni dopo con i Reparti speciali. La Marina norvegese, malgrado ciò, fino a pochi anni fa era intesa sopratutto per la difesa costiera con navi di piccole dimensioni e una robusta difesa costiera, nella più classica delle tradizioni scandinave; dal 1960, con un programma navale di nuova concezione, è stata notevolmente espansa, fino a rubare alla Svezia il titolo di marina più potente della regione: circa 15 sottomarini, 5 fregate, ben 46 unità veloci d'attacco e una nuova industria che vide sistemi interessanti di propria concezione. Uno fu il lanciarazzi ASW Terne, l'altro il missile antinave leggero a guida IR Penguin, che è entrato in servizio prima degli altri tipi occidentali (eccetto qualche modello minore, come gli SS-12), nel 1972, perché i Norvegesi non aspettarono certo l'affondamento dell'Eilat prima di pensare a tali armi; i sensori e i sistemi di combattimento della Konsberg sono pure estremamente interessanti e si ritrovano persino sui sottomarini U-212.
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Accanto ad una discreta componente di superficie vi è sempre anche una sottomarina. I 'Kobben' sono stati radiati e ceduti alla Polonia entro il 2003, erano i Type 207, derivati dai 205 della Marina tedesca. Costruiti in 15 esemplari nel periodo 1964-67, erano oramai al limite delle loro capacità operative senza lavori radicali che non sarebbero stati giustificati con la disponibilità di una nuova classe di sottomarini. Questa era ed è costituita dagli 'Ula', sei unità del 1989-92, e con la possibilità di restare in linea almeno fino al 2020. Ammodernati una prima volta nel 1998 per operare anche in climi caldi come il Mediterraneo e anche più .. a Sud, hanno avuto un altro aggiornamento nel 2006-8, quindi recentissimo, cosicché hanno potuto disporre di nuova elettronica. Questa comprende il Link 11 aggiornato secondo standard più recenti. Ma nel maggio 2008 è stato sottoscritto un contratto tra Marina e Konsgberg per 180 mln di corone. Questo comporta lo sviluppo di un nuovo sonar da installare tra il 2010 e il 2012. Ora che si è registrato il fallimento dei sottomarini destinati alle Marine scandinave, c'é un'esigenza di nuove unità, che potrebbero essere derivati degli A-26, il nuovo tipo svedese in sviluppo dal 2007. Il sonar di ultima generazione sarà senz'altro parte di questi nuovi battelli una volta radiati gli Ula. Non è chiaro di che sottomarini si riuscirà a disporre per i prossimi anni: in generale si vorrebbero unità da 1.400 t circa, con un equipaggio di 17-31 persone, mezzi UUV e costi che non oltrepassino quelli dei 'Gotland' svedesi. Non sono certo esclusi dai giochi i sottomarini della famiglia U-212, già comprati anche da Italia, Germania, Pakistan, Grecia, Turchia, Israele e Corea del Sud. Anche perché questi sub tedeschi adottano il sistema di combattimento MSI-91, che guarda caso è della Konsberg. Di questi SSK c'é da dire che vi è stata fin'ora la costruzione di 4 navi per la Germania e 2 per l'Italia, ma che adesso è in corso l'approntamento per una coppia aggiuntiva per entrambe, da realizzare entro il 2016, sono i tipi U-212B. Ma la Norvegia vorrebbe eventualmente un'ulteriore evoluzione, la U-212C, magari la stessa che in futuro potrebbe essere adottata dalle altre Marine europee, per esempio l'Italia sostituirà entro il 2020 gli ultimi 'Sauro', i due della 4a Serie.
 
Gli SSK norvegesi, malgrado le passate esperienze del periodo bellico, sono fermamantefermamente di concezione tedesca. Prima i Type 207, poi gli Ula, che sono un progetto congiunto designato anche Type 210, da 1.040-1.150 t e 59 m, praticamente simili ai Type 209 piuttosto che ai piccoli Type 205 e 206. Così sono capaci ancora di manovrare bene in acque poco profonde, ma hanno capacità a lungo raggio e oceniche nettamente superiori ai vecchi sottomarini costieri, con scafo a goccia allungata seppure al solito con il sonar sistemato sopra la batteria di siluri anteriore. Questi sottomarini hanno acciaio HTS per lo scafo resistente, che permette profondità operative di oltre 250 m e di rottura di circa 500 metri, in più sono molto silenziosi, atlamente automatizzati e con un'autonomia di 40 gg. Ma forse la cosa più sorprendente è la velocità massima, che per un SSK raramente supera i 20 nodi, ma che per questi battelli può superare i 23, ovviamente quando immersi e azionati dai potenti motori elettrici che hanno i sub moderni. Il sistema di combattimento di bordo è l'MSI-90U nazionale, più il sonare CSU-83 a media frequenza dell'Atlas Elektronik tedesca, più il sonar laterale Thomson-Sintra LORAF, a bassa frequenza e passivo. Al solito, i siluri sono tutti a prua, con otto tls da 533 mm per 14 armi del tipo DM-2A3 ad alte prestazioni. Tutto questo è gestito da appena 21 uomini. Si tratta senz'altro di un battello molto potente e moderno per le sue piccole dimensioni, e il suo successore non sarà da meno, mentre si respinge nettamente l'idea di abbandonare gli SSK come hanno fatto i Danesi dopo il fallimento del Viking.
 
 
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Come la massa ridotta può far intuire (a maggior ragione se si considera che si tratta di derivate di cacciamine), lo scafo è in GRP e compositi, ovviamente anche con materiali RAM per assorbire i segnali radar. La velocità, incentivata dalla massa e il pescaggio ridotti, è di ben 45 nodi con mare forza 3. Queste unità, tra le poche SES (nave ad effetto superficie) con il loro largo ed efficiente scafo a catamarano, sono tuttavia capaci di fare molto di meglio: nei test in acque calme sono schizzate a 60 nodi, ben 110 kmh. La propulsione è naturalmente a turbina, potente e leggera. Si tratta di due Allison 571K, ma vi sono anche due diesel ausiliari MTU 123 che aiutano ad aumentare l'autonomia. Il tutto è collegato a due idrogetti Kamewa. L'autonomia non è eccezionale, 800 miglia a 40 nodi, ma è pur sempre possibile, ad una velocità così alta percorrere 1.480 km, praticamente da un capo all'altro della Norvegia. Da una nave di meno di 300 t non si poteva certo chiedere di più.
 
Nemmeno a dirlo, il sistema di combattimento è di ultima generazione e comprende il Thales MRR-3D-NG, sistema di controllo tiro Saab CEROS-200FC, oprtonico Sagem VIGY 20, ECM CS-3701 e lancia-inganni MASS tedesco, mentre le capacità di comunicare sono affidate ai moderni link 11 e sopratutto al nuovo e veloce Link 16. Peccato che la traccia radar sia ovviamente un valore riservato, ma dev'essere davvero modesta. Tutta la nave è sormontata da una sola sovrastruttura nella zoneazone a posteriore dello scafo, con un albero fortemente inclinato all'indietro e senza aperture ridondanti, come si conviene ad una nave stealth. Quanto all'armamento, vi sono state molte modifiche ed esperimenti. Attualmente vi è il cannone SR da 76 mm con scudatura stealth (la Norvegia e la Danimarca si sono di fatto dichiarate a favore del 76 italiano piuttosto che del meno potente 57 mm svedese, del quale inspiegabilmente non è mai stato fatto un compare da 3 pollici). Per il resto vi sono 8 missili NMS, i cui lanciamissili sono comunque sistemati dentro lo scafo; sistema binato SADRAL e mitragliatrici da 12,7 mm, più eventuali lanciasiluri da 533 mm, che con una nave stealth, quindi furtiva, tornano ad avere, paradossalmente, un senso, data la possibilità di avvicinarsi a distanze ridotte e tirare senza dare troppo nell'occhio sugli schermi radar nemici.
 
Quanto alla guerra di mine, la KNS è molto esperta, specie dagli anni '50. Inizialmente sono stati costruiti i tipi 'Bluebird' di progetto americano, ma queste unità degli anni '50 sono state poi convertite in cacciamine nel 1977; in seguito sono arrivati gli Oskoy e gli Alta. In tutto nove navi del 1990-97, scafo a catamarano di tipo SES, costruito in materiali plastici, linee stealth, motori diesel e idrogetti per 20 nodi in crociera e ben 30 in condizioni di massimo effetto superficie. Le prime 4 sono le Orskoy, consegna del 1994-95, che hanno sonar TSM-2013M della Thomson-Sintra e due ROV Pluto. Poi sono seguiti i cinque 'Alta', consegnati nel 1996-97, sonar Simrad SUBSEA SA-950, sistemi di dragaggio vari (meccanici, acustici, magnetici e a pressione). Queste unità sono simili concettualmente ai catamarani 'Bay' australiani, ben più piccoli e lenti, che non ebbero successo in questo tipo di impiego antimine. Tuttavai, delle cinque navi costruite, ne restano solo due in servizio attivo. L'Orkla ebbe un grave incendio a bordo il 19 novembre 2002 e affondò; la Glomma subì un incaglio nel 2005 che le ha procurato danni tali da essere messa fuori servizio anche se non è detto che non verrà riparata. L'anno prima, nel 2004, era stata messa in riserva la Rauma. Non è chiaro il destino di queste navi, due delle quali era contemplato che venissero vendute, ma è anche vero che il programma navale del 2002 non aveva previsto la perdita -guarda caso- di due di queste SES antimine. Per il 2012 si è previsto un ammodernamento della calsse, che per ora è legato al sistema di controllo Simrad Albatross, armi da 12,7 e 20 mm, mentre hanno perso i Simbad originariamente imbarcati.
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Infine vi sono le componenti 'terrestri' della Marina, a cominciare dalla '''Guardia Nazionale''' che ha una branca navale che fino a pochi anni fa aveva 4.900 effettivi su 4 comandi regionali o SHV e 31 di zona. In tutto possedevano 235 navi costiere e portuali, più 77 vedette veloci, sia civili che militari, spesso armate con armi da 12,7 mm, e infine a terra c'erano 74 stazioni di sorveglianza costiera. In caso di guerra tutta quest'organizzazione sarebbe passata sotto il controllo dei Comandi navali maggiori, COMNAVNON e COMNAVSONOR.
 
Attualmente vi sono riorganizzazioni in corso e iil lservizioservizio è su due comandi reginoaliregionali e uno operativo, mentre la struttura è stata snellita e più adatta a respingere minacce asimmetriche (pirati, terroristi ecc.) La Guardia Nazionale, attualmente, ha un Consiglio Nazionale di 33 elementi con rappresentanza delle varie F.A. e associazioni d'arma e uffici diffusi capillarmente nel territorio.
 
Ma è sopratutto la soppressione della potente artiglieria costiera la novità della ristrutturazione del XXI secolo, avvenuta nel 2002. La '''Kystartilleret''' risaliva al 1899 e ancora nel 1990 (?) aveva ben 34 batterie con due o 4 cannoni l'una, suddivise in trenta posizioni blindate costiere associate ad armi come i campi minati telecomandati, lanciasiluri di grosso calibro T-1, e i cannoni di per sè che erano da 75, 105, 120, 127 e 150 mm, molti dei quali risalenti all'era tedesca. Poi c'erano i reparti da Fortezza e il Genio Guastatori, difesa aerea e logistica.
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Poi, il 1 gennaio 2002, con la Guerra fredda oramai finita, il corpo di difesa costiera è passato in riserva ed è stato sciolto ufficialmente il 17 giugno 2007. Tuttavia gli effettivi dell'artiglieria costiera sono passati al KJK, il Comando Ranger Costieri, che venne creato il 10 dicembre 2001 per raggiungere poi l'operatività piena il 17 agosto 2005. Questo ha base a Trondenes e di fatto costituisce un'evoluzione della difesa costiera, stavolta è una forza mobile che ha spiccate capacità anfibie. Queste sono assicurate solo da 5 'Reynosund' di vecchio tipo, e altre due messe in riserva. Ognuna stazza 850 t e porta fino a 7 carri e 200 soldati, oppure 120 mine, o ancora vengono usate per appoggiare gli incursori subacquei. In più, di recente, sono apparse le piccole ma veloci CB 90N svedesi, comprate nel 1996-99; altre 16 sono state consegnate alla Guardia Nazionale nella sua branca navale (che in pratica, secondo la pratica scandinava, ombreggia l'esercito regolare in tutti gli aspetti). Ognuna porta fino a 20 soldati o 2,8 t di carico, missili Hellfire e armi leggere. Il lancio dei missili è possibile con il sistema Konsgberg Protector M-151. In futuro si parla di due LPD vere e proprie, perché i Ranger sono stati mandati per mare sopratutto con navi olandesi e britanniche. Ma i Ranger norvegesi sono anche famosi perché sono stati mandati in Afghanistan, precisamente dal novembre 2007. Pare che abbiano dato risultati eccellenti, essendo unità d'elite di alto profilo professionale; ma certo, in quel settore non c'é bisogno di LPD.
 
Ma i veri reparti 'd'elite' sono per la Norvegia i '''Marinejegere''', che sono parte del Marine Ranger Command, da non confondersi con i cugini 'costieri'. Sono circa 200 elementi il cui QG è a Ramsund con un altro paio di distaccamenti separati. La scuola subacquei è vicino a Bergen, la SDFS e serve per tutti i reparti di subacquei norvegesi. Del resto, fin dal 1981 la Norvegia ha un comando unificato per tutte le forze speciali, l'FSK (Forsvarets Spesialkommando). Gli Incursori risalgono al 1951, anche se sono indipendenti solo dal '68, e fanno un po' quello che ci si potrebbe aspettare da questo tipo di unità: dalla ricognizione alle tecniche d'infiltrazione, a quelle anti-infiltrazione, alle 'demolizioni subacquee' ecc. ecc. Ovviamente, data la geografia, sono anche bravi come rocciatori (almeno alcuni gruppi di questi, addestrati alla Jegerksole dell'Esercito norvegese), e sono anche utilizzati come paracadutisti d'assalto (addestrati sempre nella stessa scuola). Per completare il tutto, in tempi recenti sono stati anche addestrati maggiormente in compiti antiterrorismo e difesa delle piattaforme off-shore, grazie all'addestramento dato dai SEAL e dall'SBS. Incredibile quante cose sono richieste a questo minuscolo reparto che fa di tutto oltre al nuoto d'assalto subacqueo. Nemmeno a dirlo, anche loro sono stati mandati in Afghanistan con la TF K-BAR assieme alle SF USA, NZ, Canadesi, Australiane. I Norvegesi contribuirono con 70 di loro. Questa TF operò nel Nord del Paese tra l'ottobre 2001 (quindi ancora prima dell'invasione ufficiale) e l'aprile 2002, accreditandosi di 42 missioni in cui uccise o catturò 200 persone, senza avere morti propri. Prima ancora gli incursori norvegesi erano parte delle truppe mandate in Kosovo, fin dal '99. In seguito, le operazioni in Afghanistan sono continuate come l'Anaconda del 2002-3, quando i 'frogmen' norvegesi ebbero anche la Citazione del presidente Bush (NPUC) l'8 febbraio 2005, un'onoreficienzaonorificienza americana. Infine da ricordare i Minedykkerkommandoen, gli esperti di esplosivi per demolizioni e guerra di mine navali, che sono di base a Ramsund. Essi sono stati per un certo tempo anche l'unità di riferimento per gli incursori navali veri e propri fino a quando non divennero indipendenti (anche loro ebbero il loro '68..), e che sono stati recentemente usati in Afghanistan, Irak e Macedonia.
 
Quanto all'equipaggiamento, esso è difficile da conoscere, ma certamente comprende tutta la panoplia di armi leggere speciali, fucili d'assalto, mitra, cariche esplosive, lanciarazzi, fucili di precisione, pistole silenziate ecc. ecc, nonché mezzi speciali per muoversi sott'acqua.