Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Oman: differenze tra le versioni

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* 2 gruppi di difesa aerea con Rapier Blindfire
 
La forza principale era data , abbastanza ovviamente, da 12 '''[[w:Sepecat Jaguar|Jaguar]]''', alcuni dei quali biposto. Essi erano capaci di portare fino a 4,7 tonnellate, erano supersonici e capaci di raggio d'azione fino a oltre 1000 km. I vecchi '''[[w:Hawker Hunter|Hunter]]''' Mk 73, T.Mk 66 e T.Mk 67 (12 in tutto) erano se non altro assai più acrobatici e dotati di una batteria di cannoni da 30 mm di tutto rispetto. In altre parole erano buoni apparecchi da caccia multiruolo. Gli '''[[w:Strikemaster|Strikemaster]]''' erano simili, con lo stesso motore, ai Macchi 326, ma più lenti, principalmente perché come l'americano T-37 erano a posti affiancati. Si trattava comunque di apparecchi piuttosto potenti, con oltre 1000 kg di armi trasportabili a discreta distanza e due mitragliatrici leggere a bordo. Il resto della forza disponibile era costituito da una varietà di apperecchitipi, che all'epoca erano 12 BAC 111, 1 D.B. Falcon 10, 7 B.N. Defender, 15 Shorts Skyvan 3MF, 3 C-130H. Ordinati 2 DHC 5D. Il gruppo elicotteri aveva 15 AB.205, 2 AB.206, 4 Bell 214.
 
Esisteva anche una squadriglia reale con 1 Grumman Gulfstream, un BAC VC-10, 1 DC-8, 2 FWA AS.202, 4 AB.212.
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===Al 1990<ref>A&D ott 1990</ref>===
212.457 km<sup>2</sup>, 1.334.000 abitanti. È uno dei 'Trucial State' ovvero 'Stati della tregua', assieme agli Emirati di cui però non fa parte. Esso è costistuitocostituito da una realtà composita, il sultanato di Mascate e dall'imanato di Oman. F.A. 51.000 effettivi. 22 BAe Jaguar S/B, 18 Hawker Hunter Mk.67/73, 12 BAC Strikemaster Mk.82/82A, 16 BAe Hawk 100/200, 3 C-130H, 22 elicotteri. 30 Exocet, AIM-9P, R.550, 28 Rapier Blindfire. 39 carri armati. 14 navi.
 
 
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Ghalib, però non si arrese e dichiarò piuttosto l'Imanato indipendente di Oman, fino a che non venne catturato nella città di Rostaq. Il fratello Talib bin Ali era andato in Arabia e tornò nel '57 con 300 guerriglieri che riaccesero la ribellione, occupando una torre vicino Nizwa, e dopo combattimenti con la Field Force durati settimane, scoppiò la ribellione distruggendo la Muscat and Oman Field Force quasi totalmente, mentre questa si ritirava in un territorio diventato improvvisamente nemico, tra villaggi e città ostili. Venne alla fine repressa dal Muscat Regiment e sopratutto dalle truppe britanniche con l'appoggio RAF. Talib si ritirò a Jebe Akhdar.
 
Nel '57-59 le forze dell'Oman vennero riorganizzate con la guida del britannico col David Smiley. La ''Batinah Force'' venne ridenominata ''Northern Frontier Regiment'' mentre la ''Muscat and Oman Field Force'' venne trasformata nell' ''Oman Regiment'' e si ebbe l'accortezza di mischiare le truppe per evitare ammutinamenti e altri problemi indesiderati di 'simpatie' per i ribelli locali. Però questo causò anche tensioni dentro le stesse unità operative e vi erano persino problemi di linguaggio tra le varie regioni. Molti soldati dell'Oman erano reclutati nella regione di Dhofar e venivano guardati con disprezzo da altri arabi. Non era facile avere ragione delle difese di Talib, anche perché c'erano sentieri così stretti che le truppe non erano capaci di attaccare in formazioni numerose, nemmeno a livello di compagnie. 4 di esse vennero mandate nella zona meridionale, di cui due erano delle ''Trucial Oman Levies'', le future F.A. degli E.A.U. Ma nemmeno quest'attacco ebbe successo e dovettero ritirarsi. Venne poi lanciato un attacco come 'finta' da unità di terra per far sì che gli Shakleton della RAF potessero poi bombardare le unità nemiche ammassate per respingere le truppe diterradi terra. Tuttavia non ebbe successo. Nei due anni di lotta che seguirono, le forze di guerriglia continuarono a penetrare attorno Jebel e a minare le strade e fare imboscate alle truppe britanniche e omanite; le truppe erano sparse nelle cittadine e villaggi: l'ideale per essere sopraffatte dai guerriglieri con attacchi concentrati, e oltretutto v'erano armi a loro disposizione più efficaci di quelle degli Omaniti di Talib. Nemmeno il fuoccofuoco di due cannoni da 140 mm omaniti contro la piazzaforte sull'altopiano di Jebel ebbe successo nel causare problemi alla guerriglia. Come spesso accade nella storia, la situazione venne risolta con metodi non convenzionali: Smiley chiese un'operazione delle SF con supporto aereo. Due squadroni del SAS Regiment vennero mandati così nel '59 con il comando di Anthonty Deane-Drummond. Prima vi fu un'azione di finta nella zona a N di Jebel, poi i SAS salirono la parete a Sud di Jebel. Come Alessandro in una delle sue azioni contro un villaggio di montagna, anche qui la sorpresa ebbe conseguenze decisive: i ribelli non si aspettavano l'attacco. Non solo, ma poco dopo vennero paracadutati dei rifornimenti da parte della RAF; i ribelli pensarono che fossero dei paracadutisti e così scapparono senza quasi combattere. Incredibilmente, i guerriglieri che avevano combattuto efficacemente per 2 anni, si dispersero in poche ore perdendo la posizione fondamentale che li avvantaggiava. In seguito o scapparono in Arabia o si unirono alle popolazioni del posto.
 
Ma dall'Arabia Saudita continuarono a penetrare dei guerriglieri, alle volte anche dagli UAE, disseminando mine pericolosissime per le forze SAF e i guerriglieri. Venne formata nel 1960 la ''Oman Gendarmerie'' che aiutò a fermare questa azione. L'unica minaccia rimase quella di un gruppo marxista che era interessato ad azioni terroriste.
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In seguito, la partecipazione omanita alla crisi del Golfo (1990-91) portò ad ulteriori potenziamenti, perché gli USA cercavano appoggi locali per i propri apparecchi, inclusi i B-52H. Quanto ai reparti, il No.6 Sqn è stato il primo su aviogetti da caccia, formatosi sugli Hunter nel 1975 e ben presto divenne il principale dei reparti dell'aviazione omanita. Tra l'altro, i suoi cacciabombardieri si comportarono molto bene nelle fasi finali della crisi del Dofhar, dove colpirono duramente la guerrigia. Molti aerei, col passare inesorabile degli anni, erano tuttavia piuttosto usurati e si dovette usarne una parte 'cannibalizzandone' i sistemi, per poter mantenere operativa l'altra. Nel 1980 ebbero anche i missili AIM-9 Sidewinder, e stranamente, malgrado le elevate prestazioni, si trattò di alcuni dei pochi Hunter con tale capacità. Nel 1994, infine, vennero ritirati dopo un'onorata carriera pluridecennale.
 
I Jaguar, inizialmente, erano con il No.8 Sqn nella stessa base. Questi potenti cacciabombardieri vennero ordinati nel 1974 con 14 cellule mono e biposto, in consegna dal 1977 nel modello avanzato noto come Jaguar international (che di fatto è molto simile ai tipi RAF, incluse le rotaie di lancio sopra l'ala). A tutt'oggi esso è un caccia multiruolo capace anche di esercitare una certa difesa aerea, anche se servirebbe ben di meglio, dato che in quota la sua piccola ala molto caricata non consente un'agilità accettabile, mentre al solito manca un radar (nel muso vi sono solo sistemi elettoelettro-ottici, forse un ricevitore laser). Altri Jaguar apparvero con un altro squadrone nel 1983. Tutti questi bireattori sono stati molto usati e una visione costante nell'aria limpida del deserto omanina, dal quale si distinguono con difficoltà per via della mimetica a due toni sabbia-ocra, molto adatta per lo sfondo naturale. Molto importante è l'ultima scelta, stavolta americana. Si ricordi che l'Oman, a suo tempo, era anche interessato a 8 Tornado ADV, ma alla fine ha deciso di sostituire i Jaguar puntando sull'F-16. I primi resteranno in servizio fino al 2012, i secondi sono stati per ora ordinati in 8 Block 50 monoposto e 4 biposto, il tutto per il No.18 Sqn.
 
Gli F-16 sono degli ultimi e più moderni block: essi hanno missili AGM-88 HARM, JDAM, JSOW e WMCD. Questi aerei sono i Block 50, con i motori F110-GE-129, e i Block 52 con l'F100-PW-229 dell'eterna concorrente PW. Attualmente vi sono colloqui per compare fino a 24 Eurofighter dalla BAe con un costo di 1,4 mld di sterline (1,7 mld di euro). Nel frattempo i Tornado ADV, regolarmente prodotti, vennero lasciati alla RAF.