Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Etiopia: differenze tra le versioni

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L'aviazione imperiale intervenne in Congo, contro i separatisti del Katanga. Là aveva un gruppo di F-86 in azione, e si ritrovarono assieme, ancora una volta, a degli aerei svedesi: i J-29 Tunnan, più i Camberra indiani. Fu con questa piccola forza comprendente i 4 F-86F del No.3 e 4 sqn da caccia erano basati a Kamina. L'attività comportò anche la distruzione di gran parte della forza aerea della guerriglia del Katanga, a Jadotville e Kolwesi. In tutto gli F-86F etiopi vennero consegnati nel 1958-59 con un addestramento curato dagli american. Non si sa bene quanti ne vennero consegnati, ma a quanto pare equipaggiarono in tutto 5 squadroni da caccia (1,2,3,4) e uno cacciabombardieri (5°), con alcuni aerei giunti poi dall'Iran. Uno venne abbattuto o perso in Congo nell'ottobre del '62. Gli altri rientrarono entro la fine del mese, in grande segreto, il 25 ottobre, dopo circa un anno di operazioni.
 
 
L'Etiopia continuava ad avere buoni rapporti con gli USA e questi erano ben contenti, tra le altre cose, di avere un centro delle comunicazioni a Kagnew, una località vicino all'Asmara. Negli anni '70 vennero comprati 13 F-5A e 2 B, che equipaggiarono uno squadrone, più altri 4 con i Sabre, uno con 4 Camberra B.52, uno di T-28D e uno di T-33A. Erano in ordine 17 F-5E e F, 12 A-37B e 15 Cessna 310, con molti piloti in addestramento negli USA, ma solo una parte venne consegnata. Il resto degli F-5 divenne parte di un reparto di aggressors dell'USAF. In seguito nel '77 il 4° ebbe i MiG-17. Quanto ai Camberra, erano indicati sia come B.2 che come B.52; la ragione è che questi aerei, comprati nel '68, erano B.2 ex-RAF ricondizionati. Non è chiarissimo il loro destino: pare che uno sia stato distrutto per un incidente e un altro gravemente danneggiato, uno volato via con un disertore nel '74 e l'ultimo distrutto dagli attacchi aerei somali nel '77. Ma vi sono diverse versioni sulla sorte di questa minoscola forza di bombardieri.
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Ma mentre tornava via Tripoli, ricevette una brutta notizia: la Somalia di Siad Barre aveva invaso l'Eritrea. Gli Etiopi avevano chiesto aiuto agli americani, ma senza grossi risultati, anzi Carter accusò il regime militare etiope di violazioni dei diritti umani. Anche per questo l'Etiopia divenne poco alla volta filo-sovietica. Nel frattempo, nel '75 l'EPLF arrivava ad oltre 30.000 guerriglieri, capaci di operare anche oltre il confine con l'Etiopia. Anche perché nel frattempo vi era stata un'ulteriore sollevazione popolare nel Tigrai contro il governo centrale, guidata dal Fronte Rivoluzionario democratico popolare o EPDRF.
 
[[Image:Diablo&Ramac.JPG|thumb|right|300px|Uno schiavo etiope con il suo padrone]]
I successi dei guerriglieri continuavano: il 31 gennaio l'EPLF catturò Om Hajer, sul confine eritreo con il Sudan; poi Tessenej (12 aprile), Agordat e Barentu entro l'agosto. Oramai c'era un vero e proprio stato nel nord dell'Eritrea difeso da armi pesanti, 12.000 soldati grossomodo regolari e 28.000 guerriglieri. Fu a quel punto che i Somali conquistarono la provincia dell'Ogaden. E siccome Mengistu non riusciva a sconfiggere i guerriglieri con 80.000 soldati in Eritrea, figurarsi se avrebbe potuto combattere anche contro i Somali, all'epoca uno stato agguerrito. Così chiedere l'aiuto sovietico e cubano fu più che necessario, vitale. L'Etiopia non poteva permettersi altre armi perché sull'orlo della bancarotta se non oltre. Con Castro venne studiato un piano per mandare soldati cubani in Etiopia mentre i sovietici si occupavano della fornitura di armi. I Sovietici furono molto interessati a fornirle, se gli Etiopi gli facevano usare le basi, specie quele navali. Così si verificò il caso piuttosto raro anche se non del tutto fuori dalla logica della politica, che i Sovietici continuarono per un certo periodo a fornire di armi sia la Somalia che l'Etiopia, fino al 13 novembre, quando i 6.000 istruttori sovietici della Somalia vennero avvisati di fare le valigie, anche dal loro prezioso uso del porto di Berbera. I Sovietici intervennero in molti modi. Tra questi, 16 Mi-24A che debuttarono contro i Somali, 48 MiG-21, MiG-23, 200 e passa corazzati. I Cubani aggiunsero 2.000 istruttori, di fatto impersonando il ruolo della forza aerea Etiope. La meno nota di queste azioni fu però la presenza sovietica al largo delle coste eritree; le navi sovietiche aprirono il fuoco contro i guerriglieri che cercavano di conquistarle, approfittando dell'impegno maggiore contro i Somali e la guerriglia filo-somala presente a Sud. Così, la battaglia convenzionale rese possibile distruggere l'avanzata somala e i guerriglieri correlati, con una schiacciante vittoria convenzionale. Nel mentre, l'aviazione iniziò anche a colpire le cittadine eritree con bombe, per lo più al napalm.