Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 1: differenze tra le versioni

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I sistemi di controllo del tiro e visione sono pari a quelli dell'ottima tradizione tedesca. La panoplia comprende ben 14 periscopi di cui 8 per il capocarro nella relativa cupola, 3 per il pilota (sistemato a destra nello scafo), 1 per il cannoniere e addirittura 2 per il caricatore che nella maggior parte dei carri non ne ha alcuno. Il sistema d'osservazione principale è un periscopio TRP5A per il capocarro, estremamente potente dato che ha ben 20 ingrandimenti. Di più, ha un ingrandimento variabile a seconda della situazione, e liberamente, con uno zoom da 6 a 20x. Questo significa che a-ha un potere d'ingrandimento molto maggiore di quello degli altri carri armati, b-sono disponibili più ingrandimenti e c-sono interamente variabili con un apposito 'zoom'. Anche il telemetro non scherza: con una base di 1,7 metri, il TEM 2A ha un raggio utile fino a 4.000 m e possiede un ingrandimento di 16x. Ma non è solo questo, ma anche il fatto che può essere utilizzato sia nella precisa ma difficoltosa modalità stereoscopica e nella meno precisa ma più rapida modalità a coincidenza d'immagine. Il cannoniere ha anche un periscopio TZF 1A con ingrandimento 8x e due periscopi. Non c'é problema nel considerare questo sistema di visione come il migliore della sua generazione (per la gioia degli utenti nelle esercitazioni 'Real Train' di cui sopra). Il periscopio di capocarro e cannoniere dell'AMX-30 hanno 10x e 8x, il telemetro ha una portata di 3,5 km ed è a coincidenza.
 
Il cannone originariamente non era stabilizzato (in seguito è stato installato un sistema americano Cadillac-Cage), ed era asservibile anche al capocarro con il relativo periscopio. Quando è notte è possibile utilizzare un sistema IR attivo, rimpiazzando i periscopi di capocarro e cannoniere, nonché quello del guidatore (abbinato a fari IR). Quando è visto un bersaglio, se c'é poco tempo si usa il sistema a coincidenza, se c'é scarsa visibilità è usato il modo 'stereo'. Un sistema di collegamento flessibile permette di mantenere puntato il periscopio sul bersaglio mentre è brandeggiata la torretta. Quando viene scelta la munizione e viene determinata la distanza, l'alzo è determinato automaticamente. In pratica è un sistema evolutosi da quello del carro armato M47 e M48. Di notte viene usato un sistema IR che ha una sensibilità sufficiente per vedere anche oggetti roventi. La portata è di circa 1-1,5 km come massimo, ma una canna di cannone rovente potrebbe essere vista anche a 2-3 km, un vantaggio non da poco visto che non occorre emettere la 'luce nera' (IR) con il proiettore AEG XSW-30U. Questo è normalmente sistemato dietro la torretta smontato, ed è usato solo di notte. Ha la capacità di emettere anche luce bianca, cosa che ovviamente aiuta le operazioni notturne in generale (per esempio, collaborando con la fanteria) ma normalmente è abbinato al periscopio IR Eltro B171-2 per il capocarro. I colpi disponibili sono 60, di cui 42 nello scafo anteriore e 1318 in torretta.
 
La produzione del carro armato Leopard iniziò abbastanza tardi rispetto ai pariclasse americani e sovietici, ma non passò molto tempo che il carro venne esportato in diverse nazioni. Tra queste l'Italia, che ricevette nel 1971-72 200 carri direttamente dalla Germania, mentre si attrezzava per la produzione su licenza. Arrivarono anche 69 carri soccorso, 14 carri Genio e una decina di carri scuola. Poi il carro venne prodotto su licenza dalla OTO. Accadde solo l'anno dopo la guerra del Kippur (dal 1974) per cui all'epoca l'E.I. aveva 200 carri Leopard per la brigata di cavalleria 'Pozzuolo del Friuli', 300 carri M60 per la divisione 'Ariete' e alcune centinaia di carri M47 (più scorte) per varie altre divisioni meccanizzate e unità motorizzate varie. Dal 1974 ai primi anni '80 vennero prodotti 720 Leopard 1 ('uno' perché nel frattempo apparve il Leopard 2, ma è poco importante visto che l'E.I. non lo ha comprato), di cui l'ultimo lotto venne costruito negli anni '80. Era costituito da 120 carri armati, che non erano stati originariamente previsti. Invece vennero ordinati e consegnati entro il 1983, anche per questo l'Italia si è ritrovata con tanti carri Leopard. La produzione totale è stata quindi di 720 mezzi, più i 200 tedeschi. Rispetto a questi i veicoli italiani si distinguevano per i cingoli Diehl 604A con doppia serie di pattini di gomma estraibili, teste corazzate per il telemetro ovale invece che rotonde, apparato IL per il pilota, cambio sterzo automatico anziché semiautomatico, sistema NBC in un blocco unico. In seguito, a parte quest'ultimo, gli altri sistemi sono stati retrofittati in sede di revisione anche ai carri di produzione tedesca, quanto meno la maggior parte di questi. Altri mezzi derivati sono stati prodotti, sempre su licenza. Anche questi veicoli eccellono nelle loro categorie: 68 carri soccorso, 26 carri del genio, e 64 carri gittaponte capaci di superare ben 20 m di distanza (ma con una lunghezza nominale di 22 m, non interamente utilizzabile). Anche questi mezzi sono molto importanti per l'operatività dei reparti corazzati, anche più di un carro armato normale. In tutto quindi, sono stati ordinati e consegnati ben 1173 veicoli, inclusi una decina di carri scuola con un simulacro di cannone e una torretta che sembra una cabina di una gru civile.