Teoria musicale/Armonia: differenze tra le versioni

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Ma tutto ciò è collegato alla composizone della ''melodia'', cioè di una successione di note nel tempo. Due note hanno un significato, una no. Ma possiamo dare un significato alla singola nota? se fosse possibile sarebbe un'ulteriore arma per la cretività, perché avremmo melodie di note con ciascuna avente il suo significato, in modo da creare "scenari" sempre più complessi e sofisticati. L'espediente per realizzare questo è non pensare solo alle scale come qualcosa da sviluppare "in orizzontale", cioè in ordine di tempo ma anche "in verticale", in ordine di altezza ma suonate allo stesso istante. Ciò racchiude il concetto di '''accordo'''.
 
===Cos' è un accordo?===
 
Abbiamo quindi appena detto dell'accordo che esso si ottiene suonando contemporaneamente più note. Ma allora ci si può chiedere "se prendo il mio gatto e lo faccio camminare sul pianoforte, esso suonerà degli accordi?". Beh, il gatto con le sue zampe premerà di sicuro dei tasti in simultanea, ma il suono insopportabile che produrrà ci farebbe subito capire che un accordo è bel altra cosa! L'armonia si propone di creare regole che possano guidare il compostiroe verso la ricerca di suoni gradevoli, attraverso uno studio matematico. In particolare bisogna un attimo considerare i cosiddetti ''rapporti pitagorici'', ovvero rapporti tra le frequenze di determinati intervalli gà studiati dal sopracitato matematico greco, che aveva scoperto che tagliando in frazioni uguali corde di lunghezza diversa esse, se fatte vibrare, producevano suoni la cui frequenza fondamentale (si veda il primo capitolo!) era proporzionale alla frazione usata per tagliare la stessa corda, e quindi dimezzando una corda ottenevo un suono a metà frequenza, di qualunque lunghezza sia la corda.
 
Lo scopo è quello di sommare più suoni, dotati di una certa composizione armonica, per ottenere suoni ancora armonici, composti cioè ancora da vibrazioni sinusoidali a frequenze multiple rispetto alla fondamentale.
 
 
 
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