Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-10: differenze tra le versioni

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Come i Francesi siano riusciti, nonostante tutto, a raggiungere tale risultato, non è affatto facile da stabilire. Sebbene i Francesi avessero costruito bombe 'A' migliorate e perfezionate, non erano ancora arrivati alle armi 'H' e la cosa irritava molto de Gaulle, visto che le bombe all'idrogeno erano certamente molto più temibili delle altre. Teoricamente, realizzare una tale arma non era poi tanto difficile: si inserisce un'Atomica 'normale' in un cilindro di litio arricchito e deuterio, il che fa sì, con l'esplosione dell'arma, che si ottenga la fusione dei nuclei d'idrogeno presente negli atomi di deuterio e litio formando elio. Detto questo, realizzare tale sistema d'arma era tutt'altro che facile. De Gaulle scrisse protestando con Peyrefitte, chiedendo come mai la CEA non sapesse realizzare la bomba all'idrogeno. Voleva che il primo test venisse realizzato prima della fine della sua presidenza.
 
Non era facile: gli americani non volevano arsenali nucleari francesi. Nel 1960 Ike‘Ike’ voleva un forza nucleare NATO alle dipendenze della SACEUR, una forza MLF (multilaterale) con navi e sottomarini. Nel giugno 1962 Kennedy era arrivato a definire 'ostile' la politica nucleare francese, e McNamara annunciò più tecnicamente che gli arsenali nucleari di piccole dimensioni sono pericolosi, limitati e soggetti a diventare obsoleti in breve tempo.
 
Ma c'era una possibilità. I francesi, con De Gaulle pose un veto pesantissimo veto ai britannici per la loro entrata nella CEE. Era il gennaio 1963 e questo provocò un problema notevole tra la diplomazia dei due Paesi. Il governo francese non lo voleva perché giudicava troppo filo-americano il comportamento di Londra, e non senza ragioni.
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Era stato infatti un lavoro fatto dall'intelligence francese che procurò alcuni elementi fondamentali nella conoscenza della tecnologia necessaria. Cominciò nel 1960 ad interessarsene, ma l'effetto delle ricerche della SDECE (Servizio informazioni esterne e controspionaggio) non avevano approdato a nulla di concreto tranne il furto di una valigetta senza importanza di un alto responsabile americano degli armamenti nucleari, che gli confermò solo di essere sottoposto alle attenzioni di agenti nemici.
 
La situazione dei servizi segreti francesi non era quindi all'altezza della situazione e allora il CEA si creò il suo BRIS (Bureau de Renseignement et d'Information Scientifique) che presto si creò la sua rete d'informatori, specie in Germania, dove erano presenti ancora degldegli ufficiali delle FFA (le forze francesi in Germania).
 
I velivoli F-100D, i missili Nike Hercules e Honest John francesi ivi dislocati dei Francesi erano armati con testate atomiche, e nonostante esse fossero sorvegliate 24h dagli americani che ne erano i possessori, a Lahr e Bretngarten si reperirono informazioni sulle Mk 28 americane dei Sabre. Assieme a queste, vennero analizzate tutte le pubblicazioni scientifiche del settore. Alla fine si erano trovate informazioni interessanti, ma non sufficienti.
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La Francia uscì dalla NATO grazie sopratutto alla sua capacità nucleare, che venne acquisita in circostanze piuttosto confuse (ma di questo se ne parla in un altro capitolo). Ora l'attuale presidente Sarkozy ha deciso di far rientrare la Francia nell'Alleanza Atlantica. I motivi sono diversi, ma essenzialmente da un lato i Francesi sono condannati ad un maggiore sforzo per ottenere risultati operativi paragonabili a quelli delle principali potenze NATO, perché devono fare 'tutto da soli'. Questo è il prezzo della libertà, del resto, non è solo una volontà di 'grandeur'. Ma operare con la NATO in tanti impegni oltre i propri confini rende la cosa sempre più difficile e inoltre l'industria nazionale, per quanto completa e complessa, non ce la fa ad assicurare tutto quello che serve ad una forza aerea moderna: qualche concessione la si deve pur fare a questo e a quel sistema d'arma, dottrina tattica etc. Alla fine, anche per via delle sue simpatie politiche, 'Sarko' ha deciso di far rientrare la Francia nell'organizzazione NATO a pieno titolo. Cosa che come si è visto ha vantaggi e svantaggi.
 
Ma vediamo anzitutto cos'é la Force de Frappe, indubbiamente una delle forze nucleari di cui si parla di meno e che hanno minor stampa; vediamola sopratutto dal punto di vista della Marina, che ne è la principale esecutrice. Bisogna considerare che la fine della Guerra Fredda ha ridotto la quota di bilancio destinato ai programmi nucleari. Questi sono stati fondamentali per la Francia, anche per le ricadute civili essendo gli impianti nucleari civili responsabili della fornitura del 70% dell'energia elettrica dei Transalpini. Peccato che i loro impianti finiscano per consumare anche il 40% dell'acqua dolce utilizzata a livello nazionale, il che getta per così dire 'nuova luce' sulle difficoltà che da la realizzazione pratica di grandi complessi nucleari. I Francesi spendevano e spendono più dell'Italia in fatto di programmi nucleari ma non hanno forze armate nettamente più grandi. Questo proprio per le quote devolute ai programmi del deterrente nucleare. Nel 1990 spendevano 37,43 mld di frachifranchi (attualizzati al 1999), poi però ridotti a 15,68 nel 2000. E così i programmi per gli SNLE che sono i Sous Marin Nucléarie Lanceur d'Engins (SSBN), che erano previsti in ben 6 esemplari, vennero ridotti a 3. Per fortuna Chirac ha aumentato poi il numero a quattro, che è il numero minimo per avere sempre un singolo sottomarini in mare, e altri 2 rischierabili se vi fosse una crisi.
 
I nuovi sottomarini presero i seguenti nomi: il LE TRIOMPHANT, in linea dal marzo 1997, fu il primo SNLE-NG (nuova generazione); il LE TEMERAIRE arrivò nel 2000 prendendo il posto di TONNAT, INDOMPTABLE e INFLEXIBLE (questi due erano gli SSBN di prima generazione francesi), mentre gli ultimi due sottomarini sarebbero arrivati in linea come LE VIGILANT e LE TERRIBLE. Il costo? 88,4 miliardi di franchi per tutte e 4 le navi, delle quali la prima venne ordinata il 10 marzo 1986, le altre il 18 ottobre 1989, 27 maggio 1993 e luglio 2000. Insomma una tempistica lunga e complessa,tanto che i primi sottomarini sono stati mandati già in revisione mentre l'ultimo era in costruzione a Cherbourg. Queste navi hanno sia gli SLBM, che siluri e anche i missili SM.39 Exocet. Dopo la disattivazione dei siti lanciamissili di Plateau d'Albion con gli S3, verso la fine degli anni '90, gli SLBM hanno rappresentato la principale deterrenza francese.
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===Le capacità nucleari francesi, 2009<ref> Pitzus, PD Nov 2009</ref>===
Finita la Guerra fredda, il nucleare francese ha subito un pesante ridimensionamento; gli investimenti sono calati del 40%, ma anche così rappresentano ancora il 10% del bilancio della Difesa; nel frattempo, la ‘Triade’ francese è sparita come tale, praticamente è stata dimezzata; le 18 armi nucleari S3 sono spariti dall’Altopiano di Albino già a metà anni ’90, oramai del tutto superflue per le esigenze di difesa nazionale; e gli SSBN, ovvero gli SNLE sono stati ridotti da ben sei battelli a soli quattro, e soprattutto, anziché tre adesso ve n’è in mare mediamente solo uno, con missioni che durano circa 10 settimane. Spariti i Jaguar, Mirage III e i Mirage IVB (eccetto che i tipi da ricognizione), terminata la produzione di materialiemateriale fissile con la chiusura delle industrie di Marcoule (1992) e poi, Pierrelatte (nel ’96), entrambe specializzate nell’arricchimento dell’Uranio. Inoltre, tra le potenze nucleari spicca il ruolo che ha avuto Parigi nel ratificare il Trattato di non Proliferazione nucleare del 1992, e nonostante le polemiche dei test di Mururoa, ha firmato anche il CTBT del 1998, che è il trattato per l’eliminazione dei test nucleari, tanto che ha smantellato anche le infrastrutture di Mururoa, nel 1996, unica delle cinque nazioni permanenti del Consiglio di Sicurezza. Nondimeno, con appositi programmi e super-computer, nonché l’uso del Mégajoule (il laser del CEA-CESTA, Centre d’Etudies Scientifiques et Thecniques d’Aquitaine) di Bordeaux, l’acceleratore per immagini a raggi X (AIRIX, di Moronvilliers, Marna), consentono comunque di verificare molte cose, tra cui le condizioni vicine a quelle che si manifestano nei test nucleari; l’AIRIX in particolare simula il comportamento dell’arma nel momento in cui ancora la reazione nucleare non è stata iniziata; e la potenza di calcolo, con decine di migliaia di processori in parallelo, non fa altro che aumentare. Per esempio, la Bull ha fornito a CEA e GENCI (Grand Equipment National de Calcul Intensif) un supercomputer ibrido serie NovaScale, che ha una potenza sei volte maggiore del precedente Tera-10, arrivando a 300 trilioni di operazioni al secondo. Inoltre la DGA, in particolare con il CELM (Centre d’Essai de Lanc-ment des Missiles) continuano la loro attività, il cui scopo è quello di mantenere quanto resta dei vettori nucleari. La dottrina d’impiego era inizialmente la ‘dal debole al forte’, ora è ‘dal forte al folle’ (du fortau fou), e di colpire duramente un eventuale attaccante, anche se la Francia venisse distrutta, una ‘Frappe en seconde’. Del resto, con 298 testate nucleari, si stima che i Galli avrebbero ancora modo di uccidere 500-600 mln di persone, persino più di quanto voleva de Gaulle, grande ispiratore della dottrina nucleare francese.