Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-10: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 50:
* 24 agosto 1968: primo test termonucleare con la bomba sperimentale VLB1.
 
===Il Deterrente nucleare, al 2005<ref>Gianvanni, Paolo: Il deterrente nucleare della Marine Nationale, RID Gennaio 2005, p. 45-49. Vari fascicoli di Armi da guerra</ref>===
[[File:An11_nuclear_bomb.jpg|300px|right|thumb|La tozza AN-11, la prima 'atomica' francese]]
La recente decisione di Sarkozy di far rientrale la Francia nel comando NATO e al contempo di dimezzare il numero di armi nucleari di pronto impiego dalle 300 ancora disponibili mette sotto luce il deterrente nucleare francese e la sua storia. E allora parliamo pure degli arsenali della 5a nazione vincitrice della Seconda guerra mondiale (e come le altre, armata di un forte deterrente nucleare).
Riga 122:
 
Caratteristiche Pluton: lunghezza 7,64 m, diametro 0,55 m, peso 2.350 kg, testata 350-500 kg da 15 o 25 kt, o da esercitazione. Gittata 10-120 km, CEP 330 m, lanciatore su AMX-30.
 
 
===Le capacità nucleari francesi, 2009<ref> Pitzus, PD Nov 2009</ref>===
Finita la Guerra fredda, il nucleare francese ha subito un pesante ridimensionamento; gli investimenti sono calati del 40%, ma anche così rappresentano ancora il 10% del bilancio della Difesa; nel frattempo, la ‘Triade’ francese è sparita come tale, praticamente è stata dimezzata; le 18 armi nucleari S3 sono spariti dall’Altopiano di Albino già a metà anni ’90, oramai del tutto superflue per le esigenze di difesa nazionale; e gli SSBN, ovvero gli SNLE sono stati ridotti da ben sei battelli a soli quattro, e soprattutto, anziché tre adesso ve n’è in mare mediamente solo uno, con missioni che durano circa 10 settimane. Spariti i Jaguar, Mirage III e i Mirage IVB (eccetto che i tipi da ricognizione), terminata la produzione di materialie fissile con la chiusura delle industrie di Marcoule (1992) e poi, Pierrelatte (nel ’96), entrambe specializzate nell’arricchimento dell’Uranio. Inoltre, tra le potenze nucleari spicca il ruolo che ha avuto Parigi nel ratificare il Trattato di non Proliferazione nucleare del 1992, e nonostante le polemiche dei test di Mururoa, ha firmato anche il CTBT del 1998, che è il trattato per l’eliminazione dei test nucleari, tanto che ha smantellato anche le infrastrutture di Mururoa, nel 1996, unica delle cinque nazioni permanenti del Consiglio di Sicurezza. Nondimeno, con appositi programmi e super-computer, nonché l’uso del Mégajoule (il laser del CEA-CESTA, Centre d’Etudies Scientifiques et Thecniques d’Aquitaine) di Bordeaux, l’acceleratore per immagini a raggi X (AIRIX, di Moronvilliers, Marna), consentono comunque di verificare molte cose, tra cui le condizioni vicine a quelle che si manifestano nei test nucleari; l’AIRIX in particolare simula il comportamento dell’arma nel momento in cui ancora la reazione nucleare non è stata iniziata; e la potenza di calcolo, con decine di migliaia di processori in parallelo, non fa altro che aumentare. Per esempio, la Bull ha fornito a CEA e GENCI (Grand Equipment National de Calcul Intensif) un supercomputer ibrido serie NovaScale, che ha una potenza sei volte maggiore del precedente Tera-10, arrivando a 300 trilioni di operazioni al secondo. Inoltre la DGA, in particolare con il CELM (Centre d’Essai de Lanc-ment des Missiles) continuano la loro attività, il cui scopo è quello di mantenere quanto resta dei vettori nucleari. La dottrina d’impiego era inizialmente la ‘dal debole al forte’, ora è ‘dal forte al folle’ (du fortau fou), e di colpire duramente un eventuale attaccante, anche se la Francia venisse distrutta, una ‘Frappe en seconde’. Del resto, con 298 testate nucleari, si stima che i Galli avrebbero ancora modo di uccidere 500-600 mln di persone, persino più di quanto voleva de Gaulle, grande ispiratore della dottrina nucleare francese.
 
 
Attualmente vi è la FOST (Force Océanique Stratégique), con quattro sottomarini ‘Le Triomphant’, due dei quali sempre pronti all’uso (e uno dei quali in mare). Questi sottomarini sono notevolmente superiori rispetto ai precedenti ‘Le Redoutable’, tanto da avere una rumorosità inferiore di 30 dB e al contempo, hanno sonar 10 volte più potenti (ma da usare raramente, altrimenti addio invisibilità), e inoltre possono raggiungere quote due volte più profonde; in termini di efficienza il tempo tra due carenaggi è aumentato del 50%. Come capacità offensiva, essi hanno ben sedici missili, del tipo M-45, capaci di portare fino a ben 6.000 km un totale di sei testate nucleari per ciascun ordigno; le 96 testate TN-75 valgono ciascuna 150 kT teorici, molto più di Hiroshima e di Nagasaki messe insieme, per intenderci, e ciascuna può arrivare a colpire con precisione un diverso bersaglio. Poniamo che, per dire, la Francia entrasse un’altra volta in guerra con l’Italia: se scadesse al livello nucleare, molto teorico (il fall-out radioattivo non sarebbe gentile con i vicini), in teoria un solo sottomarino di questo tipo, in agguato nell’oceano, del tutto invulnerabile e invisibile, magari navigante a 1.000 km ad ovest delle Canarie (così lontano che gli U-212 non potrebbero andare a cercarlo, mentre i meno recenti ‘Sauro’ non sarebbero verosimilmente all’altezza del compito pur se con una maggiore autonomia), potrebbe lanciare i suoi missili e distruggere quasi tutti i capoluoghi di provincia italiani in mezz’ora. Per difendersi gli SNLE hanno la bassa rumorosità, la quota, i sensori attivi e passivi, ma anche i siluri ECAN L5 (in verità armi piuttosto vecchie) e missili SM-39 (in teoria potrebbero essere anche usati come unità d’attacco, ma non ne varrebbe la pena rispetto ai rischi), il tutto frutto di 15 anni di sviluppo in tutti i settori, dai programmi alle leghe di acciaio ad alta resistenza, un ‘trionfo’ della tecnologia autoctona con ben 4.000 imprese e passa coinvolte, come la DCNS e la Creusot-Loire, EADS e Sagem. In tutto, questo programma è costoso, ma necessario per la deterrenza nucleare francese. Tanto che di recente sono stati accordati 2 mld di euro per aggiornare i sottomarini, che tra l’altro porteranno i missili MSBS M-51 dal 2010, che sono notevolmente più grossi degli M45. Inoltre è stato ordinato il LE TERRIBLE, che è già stato completato ed entrerà in servizio nel 2010, come quarto battello della classe. Di questo la DCNS ha fornito lo scafo, la Thales collabora per i sistemi informatici, la CNIM ha fornito i lanciamissili (è un nome che non dice molto, ma è una multinazionale da 500 mln di euro di affari annui), i reattori da CEA e Areva, e così via. Se si pensa che la Francia, negli anni ’70, devolveva il 60% del bilancio della Difesa per il settore nucleare, si capisce perché la sua forza convenzionale, a confronto della spesa, fosse così ridotta, per esempio meno impressionante (eccetto che per la Marina) di quella della Germania. Il ‘bubbone’ nascosto era la forza nucleare, che attualmente occupa ancora quasi il 20% del bilancio, e del quale la FOST è la principale beneficiaria, con un servizio che oramai dura da oltre 40 anni, 24 ore su 24. La base è a Brest, e vicino a questa, già scelta per un superbase di sottomarini tedeschi durante la guerra, c’è anche la base aerea di Pontant (Landivisiau), che è sede delle Forze aeree strategiche della Marina (FANU).
 
Ora parliamo di vettori. Anzitutto l’M-51, prodotto dai costruttori più importanti: EADS, CEA, G2P (Snecma e SNPE), Sagem, Thales ecc. Quest’arma, dal 2010 sarà l’ordigno degli SNLE-NG, e solo il costo del missile è arrivato a 4,5 mld di euro per lo sviluppo; è già incredibile che si riesca a gestire un tale complesso di industrie e società senza andare in confusione, perché poi, malgrado i costi, il prodotto ‘finito’ arriva. Tra i costruttori, EADS è la capocommessa, per la propulsione c’è SPS, filiale della SAFRAN, che è un altro settore d’eccellenza, di questo panorama che sebbene costoso, è un settore d’eccellenza senza riscontri in Europa, non a questi livelli. L’M-51 pesa ben 56 t, e arriva fino a 8.000 km con carichi ridotti; ha un riduttore di resistenza aerodinamica, una specie di sonda anteriore, e struttura in carboresina polimerizzata, capace di reggere ad una pressione esterna di 130 bar; l’arma è tristadio e il primo di questi pesa da solo 40 t, come l’intero M-45, eroga 180 t-spinta e il suo effusore resiste a 3.000 gradi centigradi. Il Trident D5 è simile per capacità, ma ha bisogno del sistema GPS, mentre i francesi hanno un sistema INS meno preciso, ma autonomo, senza disturbi che possano causargli problemi per le correzioni di traiettoria; ma l’M-51 è autonomo, e soprattutto totalmente francese; sebbene gli USA siano, ovviamente, del tutto superiori ai francesi, questi non sono interessati alla parità con loro, ma giusto al minimo per il deterrente nucleare. Inoltre sono disponibili testate nucleari come le TN-75 e le TN-81, nonché le TNO e le TNA, tecnologicamente non sono da meno di quelle americane e pare siano più robuste; anche l’elettronica e le misure ‘stealth’ sono valide; la Testata Nucleare Oceanica, la TNO, è prevista per l’M51-2, da sostituire alla TN-75 dal 2015, con molti miglioramenti, tra cui una maggiore potenza, e un CEP inferiore a 100 metri, magari grazie al sistema Galileo europeo; la scommessa è che questo missile potrà superare le difese antimissile nemiche fino al 2030; ad ogni modo, i due secondi tra il lancio e l’emersione sono tra i più critici che un missile possa essere costretto a subire, tanto che solo la Francia, Cina (con molti limiti) e ovviamente USA e URSS/Russia, riuscirono a padroneggiare questa tecnologia a cambiamento d’ambiente; differentemente, sarebbe necessario un lancio con il sottomarino emerso, che è più sicuro per il missile, ma molto meno per il vettore, tanto che dopo il 1960 praticamente i sottomarini lanciamissili ‘emersi’ sono spariti, restandovene solo i vecchi tipi ammodernati.
 
Dall’altro lato, vi sono le FAS, la forza nucleare aerea, con i missili MBDA ASMP da 80-300 km di portata a seconda del profilo di volo, idem per la velocità che tra il livello del mare e l’alta quota varia tra mach 2 e mach 3, con una testata TN-81; in servizio dal 1986, quest’arma è stata il pane quotidiano dei 60 Mirage 2000N-K3 e i 30 Super Etendard ammodernati della Marina; attualmente vi sono due Escare di Mirage, le ‘Dauphiné’ e ‘La Fayette’ a Luxeuil-les-Bains, ovvero a 130 km a SW di Strasburgo, mentre la ‘Limousin’ è a Istres, 40 km a NW di Marsiglia; per il 2018 i vecchi Mirage 2000N dovrebbero essere sostituiti dai Rafaele F3, mentre entro il 2009 il Rafaele M-F3 sostituisce i vecchi ‘Super’; nel 2012 sarà disponibile, finalmente, l’ASMP-A, con testata H di tipo TNA, parente della TNO navale; già entro il 2008 vi sono state le prime consegne ai Mirage, le prossime sono per i Rafaele e poi ancora ai Mirage, entro il 2010.
 
I Francesi sono convinti, non senza ragioni, che l’Europa denuclearizzata non sia un soggetto politico rilevante, e già dal ’94 il Libro bianco dell’epoca indicava questo, mentre nel 2008 si parlava di una spesa di 20 mld di euro solo tra il 2009 e il 2014, circa il 18-20% del totale e grossomodo paragonabile al bilancio di un anno della vicina Italia. Ma malgrado, tutto, il nucleare come arma è ancora molto vantaggioso per chi lo abbia ottenuto, anche se il costo non è irrilevante. I burocrati europei sono avvisati, la Francia non intende cedere la sua deterrenza nucleare per nessuna ragione.
 
== Note ==