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Quanto all'Irak, esso inizialmente comprò 11 lanciatori con una quantità di ben 800 missili e passa; le modifiche locali sono state ambiziose e tra queste da segnalarsi l'Al Hussein, uno Scud B con testata da 500 kg e serbatoi di maggiore capacità ma ovviamente, un CEP peggiore, forse addirittura di 3 km stando ai resoconti israeliani, visto che l'Irak lo usò anche contro di loro nel 1991. In tutto il peso del propellente è di circa 6,4 t, e il raggio minimo di 150 km, massimo di 650; la lunghezza è di 12,46 m con una sezione di missile aggiuntiva per ospitare più carburante, e che proviene da un altro missile 'Scud' sacrificato. La combustione era lunga 80-85 secondi, per il resto non c'erano molte differenze con le procedure di lancio dello Scud-B. Poteva essere lanciato dal mezzo a rimorchio a otto ruote Al Waleed, oppure il MAZ 543P originale, o anche da una postazine fissa con una piattaforma di cemento e una gru; o ancora il sistema Al Nida, con autocarro Scania o DB. L'Al-Hussein divenne presto operativo; altri missili erano l'Al Abbas e Al hijara. Il primo aveva raggio di 860 km, il secondo una curiosa testata di cemento che non è tanto un'arma della disperazione, ma una sorta di testata 'penetrante' contro le infrastrutture nucleari israeliane e iraniane, se soltanto fosse stato possibile colpirle con precisione (ma anche così, è dubbio che i danni sarebbero stati apprezzabili). Vi furono anche circa 30 testate a submunizioni chimiche destinate all'Al Hussein, ma non sono state mai usate e negli accordi di pace dopo il 1991 vennero considerate da distruggersi. Tuttavia, altre testate vennero reperite o comunque stimate esistere ancora negli anni '90, per un totale di 45-70 unità protette; e altre 25 erano di tipo batteriologico, anche se si tratta solo di una stima, tra cui armi con antrace e botulino. Ma dopo l'invasione del 2003, non si trovò traccia di tali armi, come del resto dicevano gli irakeni e la stessa ONU (H.Blix). Negli anni '90 quel che si sa è che l'ONU distrusse 44 Al Husseni e gli irakeni altri 78 più altre attrezzature tra cui 32 rampe di lancio fisse. Nonostante che l'ONU venisse esplusa nel 1998 e si pensasse che gli irakeni avessero ricominciato produrre missili, nel 2003 non si trovò traccia di questi ordigni. E' importante ricordare che Bush Jr volendo dimostrare che le WMD c'erano, sguinzagliò 1.300 tecnici ed esperti a setacciare l'Irak, ma non trovarono un bel niente.
Altre nazioni che hanno avuto lo Scud sono stati lo Yemen, dal '78, 12 lanciatori e dozzine di armi, di cui sei lanciatori e 20-80 missili ancora presenti; il Vietnam dal '79 ne ebbe 12 lanciatori, l'Afghanistan, dal 1988, divenne anch'esso cliente di questi sistemi.
L'Iran ha avuto una ventina di armi dalla Libia come Shahab-1, poi giunsero gli H.5 coreani, forse 120 esemplari ma la cifra non è sicura, e non si è mai saputo se impianti per costruirli in casa siano stati mai resi operativi; gli H.6 sono diventati gli Shahab-2 (inizio anni '90), e circa una dozzina di lanciatori per gli H.5 con 200 missil sarebbero ancora operativi, assieme a circa 5 lanciatori e 60 missili H.6; questo senza considerare il missile Shahab-3, uno sviluppo ulteriore che qui non interessa.
L'esordio dello Scud, come è stato accennato, è avvenuto nella guerra del Kippur. C'erano 9 lanciatori e 18 missili della 65a Brigata d'artiglieria, che lanciarono tre missili, ma non contro obiettivi strategici, ma contro banali pontoni israeliani per l'attraversamento del Canale di Suez; ma l'imprecisione, nonostante pare fossero stati i consiglieri sovietici a tirarli, fu tale che nemmeno gli israeliani si accorsero delle esplosioni, ritrovando solo in seguito i crateri.
Nel 1982 avvenne il secondo impiego del missile: gli Irakeni della 224a brigata iniziarono a lanciarli contro le città di frontiera iraniane, con un effetto psicologico molto negativo e la corsa degli iraniani a qualcosa che somigliasse ad una risposta; i Pasdaran ebbero circa 20 missili libici con i i quali formarono il battaglione missili Khatam al anbya, poi diventato una brigata, della Forza aerea dei Pasdaran. Il primo lancio lo fece, tuttavia, solo nel 1985; nel frattempo l'Irak aveva tirato 33 Scud nel solo 1983, dopo i tre o più del 1982; altri 25 nel 1984 e 42 nei primi tre mesi del 1985, dopo di che vi fu la prima risposta iraniana. I primi lanci iraniani ebbero luogo contro Kirkuk e poi vi furono anche 13 missili contro Baghdad, tirando da 140 km dal confine. Era la prima Guerra delle Città; ma Teheran era troppo lontana e così i bersagli furono Dezful e altre città di frontiera. Così venne fuori il programma Al Hussein. Vi fu un cessate il fuoco parziale nel giugno del 1985 e gli Scud non vennero lanciati per un anno, fino al giugno del 1986. L'Iran tirò otto missili specie contro Baghdad, ma l'Irak insistette con la Libia e la Siria perché cessassero di rifornire l'Iran di missili e di assisterlo tecnicamente. Ma subentrò la Corea del Nord con parecchi missili Hwasong 5, di cui 18 lanciati nel 1987 con un massimo di tre armi il 29 febbraio 1988 contro la capitale irakena. Così iniziò la seconda 'Guerra delle città', tanto che lo stesso pomeriggio gli irakeni risposero con cinque Al Hussein, e stavolta l'obiettivo era Teheran. In tutto gli irakeni subirono nei 52 giorni successivi, ben 80 missili di cui 64 contro la capitale e gli altri contro le principali città irakene, nonché uno sul Kuwait; dal loro canto, tirarono ben 189 missili Hal Ussein e soli 4 Scud B. Gli iraniani usarono anche razzi a lungo raggio Oghab e Shahin. In tutto l'Irak lanciò 327 missili nelal geurra, mentre l'Iran, che pure rispose con un discreto numero di armi, ebbe almeno otto incidenti gravi con l'esplosione di altrettanti H.5 e la perdita dei lanciamissili e degli sventurati operatori. Ma chi subì di più furono senz'altro gli iraniani, con la loro capitale che era così distante dal confine (almeno 450 km) da non correre usualmente alcun pericolo. Ora invece era sotto tiro e c'era il fondato timore che gli irakeni usassero anche armi chimiche contro la città; meno di una settimana dopo l'inizio dei lanci quasi un milione di persone aveva abbandonato la città; le vittime, tra l'altro, furono molte, circa 2.000, poi aumentate nelle settimane successive, anche se sembrano un
Nel frattempo la Libia aveva tirato due missili contro Lampedusa nel 1986 contro la stazione LORAN americana, ma finirono a 4 km di distanza da questa. Non è chiaro nemmeno se il lancio sia mai avvenuto, ma la stampa dell'epoca parlò di testimonianze dirette dei missili che sollevarono colonne d'acqua gigantesche all'impatto con il mare.
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