Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-6: differenze tra le versioni

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Negli anni '90 la V-VS ha avuto i suoi giorni peggiori di tutto il dopoguerra, con una carenza di fondi drammatica e la riduzione dell'attività di volo e dei programmi addestrativi, oltre che degli aerei e dei reparti. Una contrazione gigantesca, che ha persino indotto a cercare una soluzione drastica: far volare danarosi appassionati del volo. Vi è l'International FIghter Pilot's Academy in Ucraina, a Kirovsrkoie, e persino gli aviogetti da caccia di Zhukovsky. Ma per arrotondare, era possibile anche una terza via: a Vjasma, 250 km ad Ovest di Mosca, era basato un centro addestrativo importante, per l'impiego di jet monoposto. A suo tempoVjasma era un reggimento addestrativo della DOSAAF, con una poderosa forza aerea, degna di molte nazioni del Terzo mondo: circa 80 MiG-17, ovviamente tutti monoposto (il tipo biposto è stato prodotto solo in Cina, indubbiamente un peccato perché è un ottimo apparecchio, a differenza del bizzoso MiG-15UTI); non mancavano però anche i più numerosi addestratori avanzati sovietici, i MiG-15UTI, con due esemplari appena, che servivano per svezzare gli allievi che venivano dai lenti Aero L-29 o 39. Attorno al 1980 la forza d'impiego era ancora questa; ma successivamente il reggimento ricevette i vecchi L-29 e i più moderni L-39, per un totale non meno indifferente, circa 70 aerei. In tutto, prima dello scioglimento della DOSAAF come entità sovietica dedicata all'addestramento, i 57 istruttori della base avevano addestrato 4.500 allievi in 35 anni (non è chiaro se gli istruttori erano numericamente quelli presenti alla fine oppure tutti quelli della storia della base, molto più probabile la prima delle due ipotesi; nel 1991 la DOSAAF venne sostituita dalla ROS-TO, come è noto in termini internazionali questo nuovo ente (Russian Technical and Sporting Defence Organization), ma gli istruttori e gli aerei ridussero notevolmente la loro attività; dei primi solo 14 restavano 7 anni dopo alla base, di cui dieci istruttori sugli L-39, che venivano anche impiegati per la pattuglia acrobatica 'Rus': questa aveva otto piloti. Un altro istruttore era per i vecchi L-29, un altro ancora per gli An-24, e infine due erano per gli elicotteri Mi-2. Gli aerei in tutto disponibili erano circa 30 L-39 e ben quaranta (circa) L-29, sebbene fossero decisamente obsoleti. Gli Albatros erano del modello C. Nonostante l'inclemenza del tempo in Russia, non c'erano hangar: gli aerei in efficienza, praticamente tutti L-39C, erano sulla linea di volo; gli altri, invece, parcheggiati in un piazzale assieme agli L-29 oppure in riserva, su di un prato. Dall'altra parte della base c'era il singolo An-24 e tre Mi-2. Sempre all'aria aperta tranne che per brevi soste all'officina, una vita davvero dura. Del resto la base, ben lontana dal fronte, era solo d'addestramento, anche se fa impressione che questi velivoli potessero operare così anche con 20 o 30 gradi sotto zero, così come con il sole della calda ma breve estate o la pioggia insistente delle stagioni di mezzo (come disse un ufficiale tedesco 'in Russia il clima è un succedersi di disastri naturali'). Visto dall'alto il campo ha una forma di 'O', con la pista per raccordo e rullaggio, parcheggio e ben poche infrastrutture, tanto che gli aerei erano anche ospitati sui prati; c'erano anche parecchi elicotteri di grosse dimensioni -quasi sicuramente Mi-8- appena oltre la zona di parcheggio aerei e infrastrutture; oltre questa pista e parcheggi vari si sviluppava prontamente una foresta piuttosto ampia, certo non l'ideale se si voleva difendere la base da eventuali aggressori. La pista di decollo era invece un centinaio di metri sulla sinistra, di dimensioni piuttosto generose, specie in lunghezza (qualche chilometro), mentre non c'era apparentemente traccia di sistemazioni difensive. Del resto gli aerei, che avrebbero potuto essere spazzati via in toto da poche bombe a grappolo di un eventuale interdittore, difficilmente erano in pericolo di attacco imminente, la loro base non costituiva certo un target di grande importanza. In caso di guerra, probabilmente, sarebbero stati dispersi maggiormente, e almeno gli L-39C, con la loro tenuta mimetica, mandati a fare un qualche compito utile, come la ricognizione o il collegamento.
 
Quanto alla pattuglia acrobatica, essa nacque già nel 1987; inizialmente si voleva fare un po' come le 'Frecce Tricolori', ovvero ben dieci aerei. Dal momento che la pattuglia costava assai così costituita (malgrado il turbofan), è stato invece concesso di usarne solo sette, peraltro piuttosto intensamente, con un massimo di 14 uscite annuali. L'Albatros, malgrado l'aspetto 'acuminato', per qualche ragione che allo scrivente sfugge un po', è alquanto più lento dell'MB-339A e meno 'cattivo' nella manovra. Per il programma acrobatico bastava un addestramento di 15 ore, e in media i piloti potevano permettersi di volarne 50-60, un lusso per la disastrata aviazione post-sovietica, dove i caccia (peraltro più costosi) arrivavano ad appena 20 ore annuali. La livrea era bianca e rossa, un po' in stile 'Austria', mentre mancava il blu.
 
Prima della caduta del colosso sovietico, non era così. Il leader dei 'Rus' era nel 1997, Evgeny V.Burchanov, leader già dal 1989, un 'manico' con 3.000 ore di volo; il leader della formazione a tre, nonché fanalino di quella a sei, era Marunko, in squadra dal 1993, con 'sole' 1.720 ore. C'erano altri piloti, che per la cronaca, avevano macinato 2.510, 2.430, 1.610 e 1.700 ore. Ma V.J. Seljavin, leader della formazione a due, era senz'altro degno di menzione: ben 5.020 ore di volo. infine era presente un ottavo pilota di riserva. Certo che la passata attività della V-VS doveva essere molto più vivace per accumulare un tale numero di ore: i sette piloti 'di ruolo', insieme, assicuravano 17.990 ore, pari a 2.570 di media. Mica male, davvero. Il solita delle 'Frecce' caduto nel disastro del 1988 in Germania, a Rhamstein, ne aveva 4.200 di cui 1.700 sul '339A.