Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Giappone-2: differenze tra le versioni

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Detto questo, per il SAR c'erano anche dei bimotori Beech Queen Air, che si univano ai sette US-1 ma ovviamente non erano anfibi. Il reparto aveva anche un distaccamento ad Atsugi. Il 31° Gruppo aveva anche altri due squadroni, l'81imo e il 111imo, sempre ad Iwakuni. Erano reparti speciali, infatti il primo dei due aveva due EP-2J per compiti ELINT (da sostituire con altrettanti EP-3C), e due UP-2J per l'addestramento ECM, il che significa che erano dotati di disturbatori; ma anche di predisposizioni per il lancio di aerobersagli Teledyne Firebee, o per il traino di bersagli normali, quali le manichette a vento e i 'dardi', fatti di legno e rivestiti di metallo, usati come bersaglio radar; erano in fornitura anche sei Gates Learjet U-36A, per sostituire gli UP-2J. I nuovi piccoli bireattori erano dotati di simulatori di prova per testate di ricerca IR e radar, disturbatori ECM, lanciatori di falsi bersagli e piloni subalari per trainare i bersagli filabili dall'aereo.
 
Il 111° era invece un reparto ancora più delicato: il suo compito era lo sminamento, con circa sei MH-53E, enormi trimotori della Sikorsky, più potenti dei bimotori KV-107 (CH-46) e quindi più validi per trasportare le 'slitte' speciali, usate anche ai tempi della Guerra del Golfo, che servono a far brillare gli ordigni subacquei senza correre rischi. Certo che gli elicotteri antimine sono un servizio utile e veloce, ma anche costoso rispetto a cacciamine normali. Recentemente sono stati sostituiti dagli AW-101, che pure sono più piccoli e meno potenti, ma del resto i Sea Stallion avevano la loro età.
 
Sempre ad Atsugi, c'era l'unico reparto trasporto, il 61° Squadron-squadrone-hitokai, con alcuni YS-11M biturboelica, più dei Beech B-65 Queen Air, e C-90 King Air. Poi c'era il 51° Squadrone, che era la 'sperimentale' della Marina.
 
A Tateyama, c'era anche il South Pole Observatory Group, con gli S-61A colorati ad 'alta visibilità', per il rompighiaccio 'Shiraze' per le ricerche scientifiche in Antartide, iniziate già dal 1970 per assicurarsi in futuro anche diritti di sfruttamento commerciale delle sue risorse.
In futuro c'era forse anche una piccola portaerei da 20.000 t, con 10-22 aerei VSTOL, da far entrare in servizio attorno al 2000 se fosse stata approvata al 1993, tanto che la Marina avrebbe voluto già ordinare una dozzina di AV-8B nel 1994, magari per operare dai cacciatorpediniere più grossi, ma questa avventura era considerata potenzialmente offensiva per i vicini, e così alla fine non se ne sarebbe fatto niente. Del resto il Giappone aveva rotto il tabù della partecipazione alle missioni internazionali di guerra con Desert Storm, anche se si limitò prima a finanziare la missione (del resto era il principale bisognoso del petrolio del Golfo..) e poi con mezzi di bonifica mine e personale di pace. Ad ogni modo, la principale attrice di questa proiezione di potenza, era ovviamente la Marina, affiancata per la protezione militare e civile della popolazione (le calamità naturali erano anche più pericolose dei sottomarini sovietici o coreani!) da una altrettanto grande Guardia Costiera. Verso la fine degli anni '90 la Marina giapponese era oramai la quarta o la quinta al mondo, con circa 300.000 t sl, ma ancora, della portaerei non c'era traccia. e per quando l'avrebbe avuta, non c'erano più in produzione gli AV-8B Plus. Così va il mondo.
 
Infine c'era il Comando Addestramento, con ben cinque reparti. Il 201° Squadrone di Ozuki, era per il primo grado della formazione, per far volare i piloti con 39 ore sui monomotori Fuji KM-2D, prodotti in 32 esemplari e ultimi della serie dei piccoli quadriposto KM-2 (figli a loro volta, del T-34 americano) e dotati di turboeliche Allison 250; c'erano anche dei bimotori Queen Air. Poi si proseguiva con il 202imo Squaron a Tokoshima era per il secondo livello, 200 ore sui TC-90 King Air a doppi comandi e utili per la navigazione strumentale. Per chi andava sugli elicotteri bastavano invece 120 ore sui Queen Air; c'era anche un singolo UC-90 King Air, con fotocamere per il servizio planimetrico dell'Istituto Geografico giapponese.
 
Il terzo livello era al 205imo Squarone, con sei YS-11T con radar di ricerca e utilizzabili per la guerra ASV e ASW; il 206imo era infine dotato di P-3C, capace anche di addestrare gli equipaggi sull'uso dell'armamento di bordo, e con un corso complessivo di ben 200 ore. In tutto, così, un pilota formato aveva 39+200+?+200 ore. Gli YS-11T erano dedicati ai P-2 Neptune, quindi erano in prossima dismissione. Quanto ai piloti, l'approfondito addestramento giapponese proseguiva al 211imo Sqaudrone di Kanoya, con 70 ore sui Kawasaki-Hughes OH-6J/D e poi 120 ore con gli HSS-2B, per un totale di circa 39+120+70+120 ore.
 
C'erano anche delle particolarità da dire sui programmi: per esempio, oltre ai missili antinave Harpoon, si era avanzata l'idea di dotare alcuni velivoli di missili Toshiba Type 81 e Stinger, mentre in origine si sarebbe voluto addirittura equipaggiare i P-3C di missili Phoenix (!!) per farne degli intercettori di copertura, una specie di batterie missilistiche volanti a protezione della flotta. Ma gli F-15 e i programmi (poi frustrati, peraltro) per le aerocisterne avevano fatto abbandonare questo ambizioso e interessante proposito.
 
In futuro c'era forse anche una piccola portaerei da 20.000 t, con 10-22 aerei VSTOL, da far entrare in servizio attorno al 2000 se fosse stata approvata al 1993, tanto che la Marina avrebbe voluto già ordinare una dozzina di AV-8B nel 1994, magari per operare dai cacciatorpediniere più grossi, ma questa avventura era considerata potenzialmente offensiva per i vicini, e così alla fine non se ne sarebbe fatto niente. Del resto il Giappone aveva rotto il tabù della partecipazione alle missioni internazionali di guerra con Desert Storm, anche se si limitò prima a finanziare la missione (del resto era il principale bisognoso del petrolio del Golfo..) e poi con mezzi di bonifica mine e personale di pace. Ad ogni modo, la principale attrice di questa proiezione di potenza, era ovviamente la Marina, affiancata per la protezione militare e civile della popolazione (le calamità naturali erano anche più pericolose dei sottomarini sovietici o coreani!) da una altrettanto grande Guardia Costiera. Verso la fine degli anni '90 la Marina giapponese era oramai la quarta o la quinta al mondo, con circa 300.000 t sl, ma ancora, della portaerei non c'era traccia. eE per quando l'avrebbe eventualmente avuta, non c'eranoci piùsarebbero in produzionestati gli AV-8B Plus più in produzione. Così va il mondo.
 
===Organizzazione, metà anni novanta<ref>Ref: ''La Marina giapponese'', P&D 1995 e 1998</ref>===