Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-Missili 2: differenze tra le versioni

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L'esordio dello Scud, come è stato accennato, è avvenuto nella guerra del Kippur. C'erano 9 lanciatori e 18 missili della 65a Brigata d'artiglieria, che lanciarono tre missili, ma non contro obiettivi strategici, ma contro banali pontoni israeliani per l'attraversamento del Canale di Suez; ma l'imprecisione, nonostante pare fossero stati i consiglieri sovietici a tirarli, fu tale che nemmeno gli israeliani si accorsero delle esplosioni, ritrovando solo in seguito i crateri.
 
 
 
Nel 1982 avvenne il secondo impiego del missile: gli Irakeni della 224a brigata iniziarono a lanciarli contro le città di frontiera iraniane, con un effetto psicologico molto negativo e la corsa degli iraniani a qualcosa che somigliasse ad una risposta; i Pasdaran ebbero circa 20 missili libici con i i quali formarono il battaglione missili Khatam al anbya, poi diventato una brigata, della Forza aerea dei Pasdaran. Il primo lancio lo fece, tuttavia, solo nel 1985; nel frattempo l'Irak aveva tirato 33 Scud nel solo 1983, dopo i tre o più del 1982; altri 25 nel 1984 e 42 nei primi tre mesi del 1985, dopo di che vi fu la prima risposta iraniana. I primi lanci iraniani ebbero luogo contro Kirkuk e poi vi furono anche 13 missili contro Baghdad, tirando da 140 km dal confine. Era la prima Guerra delle Città; ma Teheran era troppo lontana e così i bersagli furono Dezful e altre città di frontiera. Così venne fuori il programma Al Hussein. Vi fu un cessate il fuoco parziale nel giugno del 1985 e gli Scud non vennero lanciati per un anno, fino al giugno del 1986. L'Iran tirò otto missili specie contro Baghdad, ma l'Irak insistette con la Libia e la Siria perché cessassero di rifornire l'Iran di missili e di assisterlo tecnicamente. Ma subentrò la Corea del Nord con parecchi missili Hwasong 5, di cui 18 lanciati nel 1987 con un massimo di tre armi il 29 febbraio 1988 contro la capitale irakena. Così iniziò la seconda 'Guerra delle città', tanto che lo stesso pomeriggio gli irakeni risposero con cinque Al Hussein, e stavolta l'obiettivo era Teheran. In tutto gli irakeni subirono nei 52 giorni successivi, ben 80 missili di cui 64 contro la capitale e gli altri contro le principali città irakene, nonché uno sul Kuwait; dal loro canto, tirarono ben 189 missili Hal Ussein e soli 4 Scud B. Gli iraniani usarono anche razzi a lungo raggio Oghab e Shahin. In tutto l'Irak lanciò 327 missili nelal geurra, mentre l'Iran, che pure rispose con un discreto numero di armi, ebbe almeno otto incidenti gravi con l'esplosione di altrettanti H.5 e la perdita dei lanciamissili e degli sventurati operatori. Ma chi subì di più furono senz'altro gli iraniani, con la loro capitale che era così distante dal confine (almeno 450 km) da non correre usualmente alcun pericolo. Ora invece era sotto tiro e c'era il fondato timore che gli irakeni usassero anche armi chimiche contro la città; meno di una settimana dopo l'inizio dei lanci quasi un milione di persone aveva abbandonato la città; le vittime, tra l'altro, furono molte, circa 2.000, poi aumentate nelle settimane successive, anche se sembrano un pò troppe per l'usuale inefficacia degli 'Scud' e derivati con testate convenzionali. Ma in ogni caso, l'Iran fu abbastanza scosso da accettare di lì a poco le trattative per la pace, in larga misura per questa minaccia sulla loro città.
 
Nel frattempo la Libia aveva tirato due missili contro Lampedusa nel 1986 contro la stazione LORAN americana, ma finirono a 4 km di distanza da questa. Non è chiaro nemmeno se il lancio sia mai avvenuto, ma la stampa dell'epoca parlò di testimonianze dirette dei missili che sollevarono colonne d'acqua gigantesche all'impatto con il mare.
 
Ma non era ancora tutto. I Sovietici stavano disimpegnandosi dall'Afghanistan, ma per il locale esercito si formò una brigata missili, la 99a con gli Scud, basata ad Afshur, con personale misto russo-afghano, anche se presto divenne solo nazionale; i primi lanci ebbero luogo nel tardo 1988 contro depositi di munizioni dei guerriglieri nel confine con il Pakistan. IL maggior impiego ebbe luogo con la difesa di Jalalabad, marzo-giugno 1989, quando questa era assediata dai guerriglieri: ben 438 missili vennero lanciati; il solo ottobre 1989 vide il tiro di ben 995 missili contro obiettivi della guerriglia. I tiri erano da Kabul e nel caso di Jalalabad significava lanciare da 145 km di distanza; pare che, secondo i sovietici e afghani, i missili ebbero un ruolo fondamentale per far resistere la città, ma non è chiaro quanto danno possano avere fatto alla guerriglia, così elusiva; anche perché non pare vennero usati missili con testate ICM o chimiche. Molto più devastanti furono i tiri di ritorsione sui villaggi su cui i guerriglieri si basavano; un missile arrivò vicino Islamabad; 400 km dal punto di lancio, cosa resa possibile da un 'guasto', che gli diede oltre 100 km di raggio in più (non è noto in che modo tale risultato potesse essere archiviato). In tutto non meno di 1.554 missili vennero lanciati prima ancora della guerra civile afgana, e dopo ne vennero tirati altri 49 nel 1991-96, ripartiti tra le fazioni dei 'signori della guerra'.
 
Gli Irakeni alla 224ima brigata aggiunsero anche la 223ima, parzialmente completa e con i lanciatori Al Nida (solo quattro), che tuttavia nei tiri pratici furono un fallimento continuo. Nella guerra del Golfo del '91 vennero fatti 93 lanci; molti non ebbero l'affidabilità che ci si aspettava, inclusi quelli di diversi Al Hussein, che pure avevano poco meno che 'vinto la guerra' tre anni prima, che si disintegrarono o esplosero a 20 km di quota, durante il rientro nell'atmosfera. Vi furono 42 lanci contro Israele e il resto contro l'Arabia e altri Paesi del Golfo. Almeno tre missili erano del tipo AL Hijara, con testata in cemento. Gli americani misero in campo i Patriot PC-2, e sembrò che funzionasse nel ruolo antimissili; ma ora si è detto che questi missili hanno potuto colpire qualcosa in 82 casi su 93, e gli altri quasi tutti persi al momento del lancio; dei 51 ingaggiati dai Patriot, si parla di un totale di ben 140 missili tirati, solo il 5% sarebbe stato distrutto, ovvero due o tre armi; ma c'é anche chi dice che non venne ottenuto nessun risultato. Il fatto è che il Patriot, all'epoca, non era ancora affidabile, specie per il SW, in questo ruolo, e spesso non vide missili in avvicinamento o li vide e non c'erano; inoltre gli Al Hussein si separano dalla testata (sono qualcosa di simile ad un arma bistadio) durante il volo, per cui magari i missili hanno colpito i motori e serbatoi ma senza colpire la testata, o deviandola senza distruggerla. Tel Aviv, Haifa e Dimona vennero bombardate dagli Scud, ma gli israeliani resistettero alla tentazione di entrare in guerra, cosa che avrebbe quasi sicuramente sconvolto l'alleanza (araba) agli USA e agli occidentali in genere. Vi fu solo una vittima. Peggio andò a Dharhan, quando un missile Scud, sfuggito ai radar, colpì un centro logistico della grande base: uccise 28 soldati e una guardia saudite, e provocò circa 100 feriti. Questa fu la peggiore perdita che subirono gli americani in tutta la guerra. Dal canto loro le forze aeree eseguirono circa 1.500 o forse quasi 3.000 missioni a cacciare gli Scud, così come le forze speciali; ma anche se la cosa è controversa (forse qualcuno dei lanciatori mobili venne colpito, almeno stando alle dichiarazioni delle forze speciali e degli equipaggi degli A-10), non fermarono l'azione irakena, con i lanciamissili che potevano cambiare posizione dopo il lancio in 7-10 minuti e magari anche meno in emergenza. I satelliti USA d'allarme missilistico registravano, quando lo registravano, un lancio e davano le coordinate dopo due minuti, ma a quel punto c'era troppo poco tempo per far intervenire gli aerei e raggiungerli.
 
 
Gli iraniani usarono gli Scud 'coreani' nel 1994 contro una base di iraniani anti-ayatollah, a 80 km dentro il territorio irakeno; i missili colpirono con due centri pieni il campo e causarono parecchi danni, ma no è chiaro se fecero vittime e se vi furono altri due attacchi dichiarati dai ribelli iraniani negli anni successivi.
 
Altri trenta missili circa vennero tirati dagli yemeniti secessionisti nella guerra civile del '94, per lo più contro Shaana, la capitale, che ebbe poche vittime. Si parla anche di quattro missili tirati contro i ribelli ceceni nell'agosto del 2001, ma per l'epoca gli Scud erano pressoché spariti e semmai furono SS-21.
 
Lo Scud è un'arma imprecisa, e i tipi con gittata aumentata lo sono anche di più. Lo H.6 coreano ha circa 1 km di CEP, l'Al Hussein ben 3 e così anche con testate atomiche non avrebbero molta efficacia; con un CEP di 3 km e una testata da 20 kt potrebbero distruggere un bersaglio non protetto solo nel 27% dei casi oppure, con un CEP di 1 km, la stessa probabilità ci sarebbe con un obiettivo 'robusto'. Eppure i Siriani hanno missili pronti al tiro vicino alle alture del Golan, sebbene quest'ultimo stia mettendo in servizio degli UAV per sorvegliare continuativamente eventuali lanci e di attaccarli durante la salita con i missili di cui sarebbero armati, forse dei 'Derby' modificati.
 
 
Poi vi sono le versioni speciali degli Scud. Prima venne usato l'R-2, la V-2 migliorata e primo missile sovietico a testata separata; fu il DB di Korolev che sperimentò i motori con propellenti IRFNA, acido nitrico a fumo rosso con derivati del kerosene, e l'uso di un motore simile a quello del Wasserfal, il SAM tedesco copiato come V-300 o R-101. DA qui si arrivà al missile SS-1a ovvero all'R-11, sperimentato già dall'aprile del '53 e in servizio dal luglio del '55, ma inizialmente solo armato con testate convenzionali, pur con un CEP di ben 3 km (e imprecisioni anche di oltre 5 km nei tiri di prova); il lanciatore era una specie di trattorre 8U227 che lo trainava in zona e poi lo trasferiva con una gru per una piattaforma di lancio indipendente. Nell'aprile del '58 entrò finalmente in servizio l'R-11 con arma nucleare, il primo missile tattico atomico russo, esso era l'R-11M con 27 lanci sperimentali di cui uno con l'atomica a bordo. La carica era per lo più il tipo da 50 kt della famiglia RDS-4, la prima 'atomica' tattica sovietica. In seguito comparvero armi tra i 20 e i 100 kt, e la portata era di 150-270 km, comunque maggiori dei 190 dell'R-11 iniziale, ma con un CEP che arrivava, alla massima gittata, a ben 6 km. Nonostante ciò, l'arma era meglio progettata e con sistemi ridondanti all'interno, per esempio utili non solo per un volo corretto, ma anche per evitare ricadute del missile durante il lancio e la salita. Il peso aumentò da 5,4 a 5,5 t. Finalmente venne adottato anche il semovente vero e proprio, un TEL basato sul cannone ISU-152K, l'8U218. Il missile venne distribuito ad alcune brigate speciali missili indipendenti, e sotto il comando diretto del Comando delle forze di riserva o RVGK, a sua volta sotto il controllo dello Stato maggiore centrale e non direttamente dell'esercito. Essendo un'arma nucleare, era considerato, malgrado la gittata modesta, un'arma strategica a tutti gli effetti e solo in seguito si cominciò ad accettare che il campo di battaglia potesse diventare 'nucleare' e l'artiglieria dell'Armata Rossa divenne la Forza Missili e Artiglieria o RAV; i missili R-11M vennero organizzati su cinque brigate con 9 lanciatori, 200 mezzi e 1.200 uomini, con il compito di supportare le armate e i corpi d'armata. C'erano stati molti progressi, comunque, già nello scegliere i carburanti da usare al posto dei carburanti criogenici, piuttosto problematici da usare in sistuazioni campali. Nel caso dell'impiego dei sistemi missilistici era al livello tattico-operativo, quello che era per i lsupporto di corpo d'armata e divisionale, operativo era quello del Fronte o gruppo di armate, e quello tattico a livello di divisione. Nel 1962, finalmente, le brigate vennero anche schierate in Germania dell'Est, ma l'R-11M era ancora considerato un sistema non del tutto maturo, specie per via del carburante liquido, poco semplice da usare per i coscritti sovietici, non molto preparati a sistemi sofisticati. Ma lo sviluppo di missili a propellente solido come l'Onega e il Ladoga, con portate fino a 300 km, non ebbe luogo perché l'industria sovietica non era totalmente all'altezza della situazione (e infatti ha continuato a lungo ad usare i propellenti liquidi anche con armi come gli SS-11, quando gli equivalenti Minuteman erano a propellente solido); alla fine con i prototipi R-11MU ennero migliorati i propellenti e anche i sistemi di guida; tra il dicembre del '59 e il settembre del '61 vennero tirati armi di questo tipo a Kasputin yar e presto entrò in servizio il nuovo R-17, ovvero lo Scud-B; il precedente R-11/Scud-A verrà radiato tuttavia solo negli anni '70.
 
L'ordinamento dei missili Scud era teso ad usare testate nucleari e secondariamente chimiche, mentre le testate HE non erano molto considerate per la loro scarsa precisione e fabbricate essenzialmente per l'export, ma anche per colpire grossi obiettivi come gli aeroporti, se necessario; le testate chimiche erano mediamente solo una per ogni 25 missili, per il resto c'erano quasi esclusivamente testate atomiche. Le testate erano sotto la responsabilità del 12imo GRUMO, ovvero ispettorato del ministero della Difesa, che si occupava di armi nucleari, della loro utilizzazione e stoccaggio, che nel caso degli Scud era vicino al campo di operazioni previste con speciali brigate per il loro utilizzo. Ogni missile era sotto il controllo di tali unità e solo loro avevano le chiavi e i codici di lancio per le testate d'impiego delle armi atomiche. Le brigate missili erano in genere due per ciascun fronte e ogniuna era con due battaglioni, una cp tecnica, una meteo, una riparazioni, una rifornimenti, una genio, un plotone NBC e uno sanità; i missili erano sei e otto i rimorchi per i missili di riserva, nonché tre camion speciali per il trasporto delle testate atomiche, 10 mezzi comando, sette per il rifornimento di propellente e mezzi minori; dal '67 il MAZ 543 cambiò parecchio le cose; ogni brigata ebbe tre btg con 12 complessi totali e un numero ridotti di mezzi logistici. Lo Scud veniva preparato prima del trasporto, con il pompaggio del carburante e l'installazione della testata; poi veniva mandato in azione. Negli anni '70 alcune brigate ebbero anche 18 e 27 TEL, perché alcune unità erano state sciolte come messaggio di distensione, ma le altre avevano ancora lo stesso numero di lanciamissili. Ce n'erano 35 al 1991 con 450 TEL e forse anche più. Alcuni Scud-A vennero passati al Patto durante gli anni '60, alla fine di quel decennio arrivarono anche gli Scud-B, il tutto con brigate sul modello sovietico, mentre l'addestramento era sul poligono di Kasputin Yar; l'accesso alle testate atomiche era solo sotto autorizzazione sovietica. C'erano ancora, negli anni '80, quattro brigate polacche, tre bulgare, tre cecoslovacche, due tedesche, due rumene e una ungherese.