Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-Missili 2: differenze tra le versioni

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==Missili balistici tattici<ref>Po, Enrico: ''I missili balistici del KBM Bureau'', RID gen 2001</ref><ref>Striuli, Lorenzo: ''Lo Scarab oggi'', RID Mar 09 68-76</ref>==
===SS-1 Scud<ref>Striuli, Lorenzo, articolo su RiD apr 2008</ref>===
===Scud===
[[Immagine:SCUD 2.JPG|330px|left|]]I primi missili tattici balistici sovietici erano i famosi 'Scud', entrati in servizio nel '57, contemporaneamente ai primi FROG.
[[Immagine:SCUD 2.JPG|330px|left|]]I primi missili tattici balistici sovietici erano i famosi 'Scud', entrati in servizio nel '57, contemporaneamente ai primi FROG. Gli Scud erano inizialmente del modello 'Scud-A' secondo la denominazione NATO, ed era trasportato da un carro cingolato JS-III modificato. Esso era pesante appena 4.400 kg e la testata da 40kT era lanciabile solo entro i 130 km. Nel '65 venne fuori invece lo 'Scud-B', stavolta su autocarro MAZ-543 8x8. Verso il 1970 comparve lo 'Scud-C', un missile molto più controverso dalla carriera meno sicura. In ogni caso, si rilevava che nel '78 esistessero in URSS 520 missili Scud-B e C, ma questo totale dev'essere forse correlato al totale dei lanciatori, non certo quello dei missili di per sé, se si pensa che solo in Afghanistan ne sono stati tirati oltre 2.000 e che poi essi e le loro copie sono stati usati ampiamente nella 'guerra delle città' tra Irak e Iran. Gli Scud erano usati a livello di Armata o Gruppo di Armate, in brigate missili Scud con comando, 3 batterie su 3 lanciatori e 3 mezzi di ricarica. Vari i clienti degli 'Scud', che hanno raggiunto un'elevata diffusione. La Libia ha ricevuto ben presto gli Scud-B e poi i 'C'. Almeno i primi, se non anche i secondi, sono stati usati per tentare di colpire Lampedusa nel 1986, come ritorsione per l'attacco americano. Mentre si stimava che l'SS-23 fosse ancora in servizio in appena 10 lanciatori nel 1982, all'epoca si stimava vi fossero 550 Scud in servizio nell'URSS.
 
Vi è sempre stata molta confusione sui missili noti come R-11 e R-17, per la NATO rispettivamente Scud-A e Scud-B. In effetti vi sono state tante di quelle incomprensioni, che non è mai esistito l'SS-1a per la NATO, benché esista l'SS-1b 'Scud-A', tanto per fare confusione; del resto si temeva che i missili fossero scambiati per qualcos'altro, per esempio l'SS-1a era noto come la copia sovietica delle V-2, nota come R-1 e R-2 per i sovietici. Non solo, ma come si vedrà, gli 'Scud-C' o SS-1d e Scud-E non sono mai esistiti. Enorme è stata la diffusione di quest'arma così semplice e polivalente, anche con clienti insospettabili come gli Emirati Arabi Uniti, o nazioni in contrapposizione come Irak e Iran. Nell'ex-URSS attualmente solo l'Ucraina mantiene ancora circa 132 missili e vari lanciatori, mentre l'Afghanistan ancora dopo il 2001 aveva quattro lanciamissili; anche molte altre nazioni sono state dell'idea di disfarsene, tra cui gli EAU e l'ex-Patto di Varsavia eccetto, come detto, Kiev. Vi sono state anche notizie della sua esistenza in Ecuador e Congo, ma senza molta affidabilità. In tutto, forse, di 'Scud' ne sono stati prodotti circa 7.000 e 800 TEL (mezzi di trasporto ed elevazione). Non è in realtà facile stabilire quanti missili sono stati prodotti e il quantitativo qui sopra è quello stimato per la sola URSS, ma il missile è stato ceduto largamente anche a molti altri utenti che spesso ne hanno fatto largo uso e lo hanno prodotto più o meno totalmente in proprio, tra cui Egitto, Irak, Iran, Siria e Corea del Nord, nonché almeno per certi versi, presumibilmente anche la Cina. Quel che si sa è che vi erano (dichiarati) 667 lanciatori di SS-1 e 1.370 testate nucleari nel Patto di Varsavia nel 1991.
 
Ma perché lo 'Scud' è così popolare? La sua semplicità, sebbene limitante, ne è la risposta. Lo 'Scud-B', ovvero l'R-17 Kometa, è lungo 11,25 m e largo 88,5 cm, con peso al lancio di 5.847 kg senza testata bellica; la principale novità rispetto allo 'Scud-A' è un sistema di turbo-alimentazione per carburante più efficiente di quello dell'R-11; esso ha comportato molta economia di peso e molta potenza in più; il tipo precedente aveva serbatoi con sistema pressurizzato, che di fatto portava il carburante verso la camera di combustione; questo era semplice, ma i serbatoi stessi dovevano essere più robusti e pesanti e quindi l'arma era meno potente e più appesantita. Il missile R-17 dunque è riuscito a migliorarsi con un sistema d'alimentazione più pesante ma più efficace, e il suo peso struttural limitato a 2.076 kg si assomma a quello del propellente di 3.771 kg al lancio, con ossidane UDMH e carburante IRFNA, per un totale di 2.919 e 852 kg rispettivamente, i quali sono separati in due serbatoi: quello superiore ha il comburente e quello inferiore il combustibile. Sopra vi è il sistema di propulsione e in cima al missile, la testata; sotto vi è la camera di combustione singola e quattro alette di stabilizzazion; tra i due serbatoi vi è la pompa di rifornimento dei propellenti, perché l'arma è ricaricabile (e scaricabile) con prese per il carburante a metà della fusoliera. La portata massima assoluta è 300 km, ma quella pratica, per ragioni di precisione, è di 280, 270 nel caso dei primi SS-1C 'Scud-B', prima di essere leggermente migliorati. Il totale del tempo di combustione è 313 secondi; la gittata minima è di 50 km con tempo di volo di 165 secondi; quanto al CEP, esso è di 610 m, molto meglio comunque degli SS-1b Scud-A che pure ha una gittata minore. Il sistema di guida, per quanto rudimentale, è migliore di quello del LUNA/Frog e fornisce una precisione simile ma a gittate maggiori; l'INS si avvale di tre giroscopi per allinearsi verso il bersaglio al momento del lancio agendo sui sistemi di controllo, in particolare suelle alette di stabilizzazione da 1,8 m di apertura alare, con dei deflettori di getto. Il sistema di controllo è davanti al serbatoio anteriore e dietro la testata, con dei portelli di ispezione e la necessità, teorica, di revisionare il missile ogni due anni, raramente eseguita. La strumentazione è attiva solo per i primi 68 secondi dopo il lancio con il motore KBKhM 9D21 che offre 13.380 kgs; l'unica correzione aggiuntiva possibile è l'interruzione del flusso per assicurare la gittata minima; la velocità massima è di 1.500 m.sec, 1.130 m.sec all'apogeo, che arriva a 24 km per i tiri a corto raggio (50 km) e 86 km per i tiri a massima portata. Il missile, all'impatto, arriva a 1.400 m.sec. La potenza degli Scud era tuttavia inficiata dalla scarsa precisione, per cui in genere erano usati con testate NBC, ovvero chimiche e nucleari. Le testate sono sempre in un involucro di 2,87 m e pesante totalmente 985 kg, il che aiuta moltissimo per rendere semplice il calcolo della traiettoria balistica per tutti i missili con le varie testate, che sono intercambiabili senza problemi. La prima nucleare è stata la RDS-4 da 50 kT dello Scud-A, ma negli anni '60 è attivata una serie di armi di 100 kT, oppure da 5, 20, 40 e 80 kT. Esse erano utili per i due tipi di 'Scud', ma negli anni '70 c'erano le 9N72 dell'SS-1c 'Scud-B', che erano una serie di testate nucleari dalla minore radioattività rispetto alle precedenti, mentre al contempo erano molto più potenti: 200, 300 e 500 kT, cosa che tutto sommato, per un'arma semi-strategica ma impreciso, era del tutto sommato una cosa necessaria. Per le testate chimiche c'erano diversi tipi dei quali è nota in particolare la 8F44G Tuman-3, con 555 kg del letale gas nervino VX e di una piccola carica di scoppio che detonava in quota e apriva il resto della testata, che così copriva con una mortale nube di gas tutto un largo territorio, che con condizioni ottimali di vento era di 4 km di lunghezza e 600 di larghezza. I tipi HE, poco usati e considerati dai sovietici per la loro scarsa precisione, erano anzitto l'8F44F che ha una carica da 545 kg, capace, con l'impatto, di provocare un cratere largo 12 metri e profondo 1,.5-4 a seconda della consistenza del terreno o della roccia. Ma vi sono anche delle più pericolose testate a submunizioni: la più pericolosa, o almeno la più nota, è la Kasetka, con 42 ordigni da 122 mm di calibro di tipo frammentazione-perforante, con peso di ben 12 kg di cui 3 di esplosivo; vi è anche una testata con 100 munizioni da 5 kg con 1,2 kg di esplosivo, il cui raggio letale sarebbe di 160-250 metri; pare che vi siano anche testate FAE (Fuel-Air Explosive), a rilascio di mine o di submunizioni controcarri, ma non è certo nemmeno se esistano.
 
I primi Scud-B avevano il TEL del precedente 'Scud-A', costituito da un 2P19 cingolato, su base della famiglia 'Stalin'. Anche se andava bene per il movimento fuori strada, era lento, e sopratutto trasmetteva troppe vibrazioni alla componente elettronica del missile durante la marcia. Così dalla metà anni '60 si usò il MAZ 543 8x8 nel tipo P, un bestione da 8 ruote motrici, noto anche come, in questo aspetto (dei tanti che ha ricoperto) come 9P117M. Il mezzo ruotato, molto più veloce e adatto, è lungo 13,36 m, largo 3,02, peso 30,6 t e 37.400 kg con il missile, altezza 3,3 m e luce libera dal suolo di 44 cm; il motore D-12 diesel ha ben 580 hp di potenza; stranamente per un mezzo ruotato, sopratutto così pesante, risultano eccellenti le capacità di movimento fuori strada, mentre su strada non è particolarmente brillante: 650 km di autonomia, 450 se il missile è a bordo; 500 km fuori strada (ma senza missile); velocità max attorno ai 60 kmh. I primi tipi avevano una specie di 'gabbia' che permetteva la ricarica autonoma del missile, ma la soluzione venne considerata troppo complessa; il generatore di bordo è da 10 kW. La gru di ricarica del missile, con un apposito mezzo, è la 9T31M, che prende 45 minuti di tempo per portarli da un rimorchio 2T3; il generatore del TEL serve pe ri due sistemi idraulici per alzare la rampa di lancio dallo chassis alla posizione adatta, il che prende 4 minuti di tempo; tutte le operazioni di lancio sono autonome e vi è un equipaggio di sette persone a bordo, di cui uno è il capopezzo, ma ci sono anche il puntatore, tercnico, guidatore e tre serventi. Il missile non è azionato dalla cabina ma da un vano posteriore con una spece di box di controllo nella parte destra del mezzo, tra il secondo e il terzo assale del camion. Vi sono molti dati da calcolare per consentire un lancio corretto, tra cui la conoscenza delle condizioni atmosferiche nel raggio di 60 km dal mezzo di lancio, inclusa la pressione e l'umidità, nonché ovviamente direzione e forza del vento. Per riuscirci è necessario l'uso di palloni-sonda delle sezioni meteorologiche, che hanno anche radar meteo RMS-1 e RPS-1, oppure il sistema ARMS-3 Ulibka; da questa raccolta di dati ,trasmessa al mezzo comando 9S436 e rielaborata, si danno infine i dati per i TEL, che sono a breve raggio: 50-150 metri, ma possono anche arrivare a diversi km di distanza dal loro veicolo comando e controllo. Dopo che i vomeri sono stati abbassati e gli ultimi dati calcolati dal TEL, viene azionato un sistema che pompa il carburante necessario per l'accensione del missile, il quale è innalzato a 90 gradi precisi grazie ad un sistema di calcolo giroscopico. Poi si accendono le batterie e attivato l'INS; il missile deve quindi essere lanciato entro 15 minuti, o le batterie di bordo gli si scaricheranno non avendo un modo diretto per restare in carica. Il lancio avviene 12 secondi dopo l'ordine, perché serve tempo per pompare il carburante e l'ossidante nel motore acceso; questo per quattro secondi circa è al 30% della potenza, dopo di ché aumenta al massimo e lo 'Scud' sale al cielo. In tutto l'operazione di lancio ha richiesto circa un'ora per essere espletata al meglio. Naturalmente, il prezzo di un'errata preparazione è una scarsa precisione anche per gli standard del missile in parola.
 
 
I Sovietici consideravano lo 'Scud' un missile per azioni nucleari, in carico a livello d'armata; ma nonostante la sua relativa imprecisione, molte nazioni lo cominciarono a comprare negli anni '70, specie dopo la guerra del Kippur, guerra in cui gli arabi non erano riusciti a battere gli israeliani nel dominio dell'aria, ma che aveva anche visto il debutto in combattimento degli 'Scud'. Fu proprio l'Egitto il primo cliente, già dal '71, quando ebbe almeno 24 lanciatori e qualche centinaio di missil, che a tutt'oggi sarebbero in servizio, sebbene riuniti in un'unica brigata missili, eccetto qualcuno mandato alla Corea del Nord negli anni '80; in tutto l'Egitto dovrebbe avere ancora circa 100 missili di questo tipo in servizio. NOn è chiaro invece se lo 'Scud' sia stato clonato con il programma VECTOR, che era stato pensato assieme all'Irak nel 1990, e un altro con la Corea del Nord, per aumentare il raggio a 600 km. Inoltre vi è il Project T, che è stato pensato con la BAe inglese (all'epoca Arab British Dynamics), che poi lo abbandonò per non invogliare la proliferazione missilistica in Medio Oriente; così il programma è continuato con i Norcoreani e si è arrivati a missili migliorati da 500 km per 800 kg di testata e un CEP di 1 km; circa 90 i missili prodotti man on si sa quale sia il loro mezzo di lancio. Nel '74 lo Scud venne adottato anche dalla Libia, con circa 80 sistemi di lancio e 150-450 missili; in seguito ne abbe altri, assieme a 5 lanciatori, per il tipo Hwasong 6 nordcoreano, che venne fornito in circa 50 esemplari. Tuttavia dopo la fine degli esperimenti per le WMD, la LIbia ha dato agli USA i suoi missili nordcoreani, che sono stati poi usati per studi ed esperimenti. Gli Scud-B sono rimasti, ma con un programma per ridurne la portata massima per renderli maggiormente armi 'difensive'. La Siria comprò 9 lanciatori e molti missili, in eguito ebbe, negli anni '90, anche armi coreane del tipo già visto, grazie ai soldi sauditi per compensare i siriani della loro partecipazione per liberare il Kuwait; Iran e Corea del Nord diedero anche il loro contributo per sistemare dei complessi di lancio sotterranei ad Aleppo, Hama e Damasco, dove fabbricare questi missili, di cui sarebbe presente anche un tipo da 700 km di portata ma con soli 350 kg di testata e un CEP peggiore. I lanci del 2005 sarebbero stati parzialmente un fallimento e frammenti ricaddero anche sulla Turchia, forse staccatisi in volo. Tra le testate sviluppate dai Siriani vi sarebbero anche quelle cluster, ma caricate con gas nervini. In tutto dovrebbero essere in servizio 20 lanciatori Hwasong 6 con 120 missili e 18 lanciatori Scud-B con ben 550 missili (circa), probabilmente una parte di questi sarebbe anche di produzione locale.
 
Quanto all'Irak, esso inizialmente comprò 11 lanciatori con una quantità di ben 800 missili e passa; le modifiche locali sono state ambiziose e tra queste da segnalarsi l'Al Hussein, uno Scud B con testata da 500 kg e serbatoi di maggiore capacità ma ovviamente, un CEP peggiore, forse addirittura di 3 km stando ai resoconti israeliani, visto che l'Irak lo usò anche contro di loro nel 1991. In tutto il peso del propellente è di circa 6,4 t, e il raggio minimo di 150 km, massimo di 650; la lunghezza è di 12,46 m con una sezione di missile aggiuntiva per ospitare più carburante, e che proviene da un altro missile 'Scud' sacrificato. La combustione era lunga 80-85 secondi, per il resto non c'erano molte differenze con le procedure di lancio dello Scud-B. Poteva essere lanciato dal mezzo a rimorchio a otto ruote Al Waleed, oppure il MAZ 543P originale, o anche da una postazine fissa con una piattaforma di cemento e una gru; o ancora il sistema Al Nida, con autocarro Scania o DB. L'Al-Hussein divenne presto operativo; altri missili erano l'Al Abbas e Al hijara. Il primo aveva raggio di 860 km, il secondo una curiosa testata di cemento che non è tanto un'arma della disperazione, ma una sorta di testata 'penetrante' contro le infrastrutture nucleari israeliane e iraniane, se soltanto fosse stato possibile colpirle con precisione (ma anche così, è dubbio che i danni sarebbero stati apprezzabili). Vi furono anche circa 30 testate a submunizioni chimiche destinate all'Al Hussein, ma non sono state mai usate e negli accordi di pace dopo il 1991 vennero considerate da distruggersi. Tuttavia, altre testate vennero reperite o comunque stimate esistere ancora negli anni '90, per un totale di 45-70 unità protette; e altre 25 erano di tipo batteriologico, anche se si tratta solo di una stima, tra cui armi con antrace e botulino. Ma dopo l'invasione del 2003, non si trovò traccia di tali armi, come del resto dicevano gli irakeni e la stessa ONU (H.Blix). Negli anni '90 quel che si sa è che l'ONU distrusse 44 Al Husseni e gli irakeni altri 78 più altre attrezzature tra cui 32 rampe di lancio fisse. Nonostante che l'ONU venisse esplusa nel 1998 e si pensasse che gli irakeni avessero ricominciato produrre missili, nel 2003 non si trovò traccia di questi ordigni. E' importante ricordare che Bush Jr volendo dimostrare che le WMD c'erano, sguinzagliò 1.300 tecnici ed esperti a setacciare l'Irak, ma non trovarono un bel niente.
 
Altre nazioni che hanno avuto lo Scud sono stati lo Yemen, dal '78, 12 lanciatori e dozzine di armi, di cui sei lanciatori e 20-80 missili ancora presenti; il Vietnam dal '79 ne ebbe 12 lanciatori, l'Afghanistan, dal 1988, divenne anch'esso cliente di questi sistemi. E' un fatto poco noto, ma andò davvero così. Ben 24 lanciatori e 1.700 missili vennero forniti al regime di Kabul, amico dei sovietici. gli Scud-B egiziani diedero poi ai norcoreani il modo di comprare un piccolo quantitativo di armi e poi passare alla produzione e alla copia di tipi migliorati. Il Hwasong 5 è la copia del missile originale, il modello 6, già visto, è un tipo migliorato; il primo è stato sperimentato dal 1984 e ora dovrebe essere usato solo o quasi da lanciatori fissi; lo H.6 è migliore per una lega metallica più leggera e il carburante aumentato a 4.500 kg, senza allungare l'arma rispetto all'originale; la gittata è adesso di 50-500 km e il carico di circa 700 kg con una testata alleggerita; il sistema di guida è migliorato a sua volta, ma il CEP, data la maggiore gittata, è di circa 1 km. L'arma è stata sperimentata nei tardi anni '80-primi anni '90, con le copie dei MAZ-543P o anche tipi Nissan o MAN; la produzione di questi è a Sugni, i missili vicino a Pyongyang, e forse in un centro sotterraneoa Kangyye. Il successore è il missile H.7 o No Dong, ma è un'arma diversa e una portata di 1.000 km, anche se in definitiva probabilmente è nient'altro che uno Scud estesamente migliorato. Le testate coreane sono HE e a submunizioni, di vario tipo, e chimiche. Sono armi distribuite a 4 reggimenti in altrettante province del paese, e ognuno ha quattro battaglioni eon sei lanciamissili e 175 uomini, molti di meno dei 745 dei reparti sovietici analoghi. In tutto 600-1.000 missili vennero prodotti dei due tipi e molti esportati, per esempio agli EAU e Iran. Gli EAU hanno avuto gli H.5, sei lanciatori con vaari missili, ma senza renderli mai operativi; forse vi sono stati anche lotti spediti in Vietnam negli anni '90, ma non è una cosa provata; lo Yemen li ha ottenuti di sciuro, tra cui una dozzina nel 2002 e forse circa 15 nel 2005; forse i suoi 'Scud' sono stati aggiornati a questi standard coreani.
 
L'Iran ha avuto una ventina di armi dalla Libia come Shahab-1, poi giunsero gli H.5 coreani, forse 120 esemplari ma la cifra non è sicura, e non si è mai saputo se impianti per costruirli in casa siano stati mai resi operativi; gli H.6 sono diventati gli Shahab-2 (inizio anni '90), e circa una dozzina di lanciatori per gli H.5 con 200 missil sarebbero ancora operativi, assieme a circa 5 lanciatori e 60 missili H.6; questo senza considerare il missile Shahab-3, uno sviluppo ulteriore che qui non interessa.
 
L'esordio dello Scud, come è stato accennato, è avvenuto nella guerra del Kippur. C'erano 9 lanciatori e 18 missili della 65a Brigata d'artiglieria, che lanciarono tre missili, ma non contro obiettivi strategici, ma contro banali pontoni israeliani per l'attraversamento del Canale di Suez; ma l'imprecisione, nonostante pare fossero stati i consiglieri sovietici a tirarli, fu tale che nemmeno gli israeliani si accorsero delle esplosioni, ritrovando solo in seguito i crateri.
 
 
Lo 'Scud' è stato importante per l'operatività che ha consentito, anche se la precisione non è mai stata molto buona per obiettivi limitati. Nondimeno, sebbene spesso paragonato alla V-2, di questa era pesante la metà e con un diametro pari anch'esso alla metà del massimo dell'arma tedesca, di cui almeno parzialmente è tecnologicamente figlio. Con la possibilità di essere trasportato e lanciato da un unico mezzo ad alta mobilità, con una preparazione al lancio di minuti, la sua capacità di fuoco e sopravvivenza sono ben superiori rispetto ai vecchi missili tedeschi, che dovevano essere trasportati smontati e rimessi insieme prima del lancio. Con uno Scud è possibile uscire con l'arma già caricata, percorrere fino a 250 km, lanciare e ritornare senza rifornimento ed entro una notte. Così è stato possibile mandare a vuoto quasi tutte le missioni (circa 3.000) fatte dagli Alleati durante la guerra contro l'Irak nel '91. Gli Irakeni usavano anche gli Al-Hussein con una sezione di serbatoi allungata che permetteva oltre 600 km di portata, consentendo loro di essere superiori al modello base, ma con molta meno precisione.
 
'''SS-1C 'Scud-B'''':