Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Vietnam-3: differenze tra le versioni

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Ma cosa lanciavano? Spesso si parla dell'Agent Orange, ma questo non ha a che fare né con il colore né con l'odore della sostanza; piuttosto, c'é da dire che non fu questo l'unico tipo: i tipi erano un pò come i personaggi delle 'Iene': Agent Blue, Green, Orange, Pink, Purple e altri per un totale di circa 10 modelli diversi. Il nome era dovuto alle strisce di colore nei bidoni per il riconoscimento, contenitori da 55 galloni, ovvero 208 litri. Essi imitavano gli ormoni delle piante e le disturbavano, provocandone la morte. La pmaggior parte era di tipo 2,4-D e 2,4,5-T. Ma quest'ultimo aveva anche un sottoprodotto della lavorazione, la temibile diossina. In tutto, il 58% del diserbante usato era l'Agent Orange, purtroppo ricco di diossina.
 
L'MC-1, prima capace di irrorare circa 1-1,5 galloni per acro, venne poi modificato per tre galloni, quello ideale secondo i tecnici dell'US Army. L'azione, inizialmente svolta da pochi aerei, formazioni di due o tre, spesso vennero affidate, nel prosieguo, a formazioni di un massimo di 10 velivoli. Dopo che il veleno veniva scaricato, l'effetto era evidente. Dopo quattro giorni cadevano le prime foglie della vegetazione, circa due settimane dopo le piante ingiallivano, e dopo due-quattro mesi le piante morivano. In effetti, non si trattava più di distruggere i raccolti: ora l'obiettivo era un altro. I Vietcong erano soliti nell'usare la ricca vegetazione vietnamita per nascondersi alla vista, e data la ricchezza di acqua, difficilmente essa prendeva fuoco. La soluzione: diserbare anche le foreste, una cosa davvero poco 'ecologica', in una guerra nella quale anche la vita umana non aveva significato se non come aridi numeri. L'aumento della visibilità orizzontale era di circa il 70%, e i VC non avevano più i vantaggi della foresta, si trovavano al contrario in un terreno ben visibile dall'alto. Era un vantaggio per proteggere le vie e le basi dall'attacco e movimento dei nemici. Tuttavia, vento e temperatura non aiutavano: se c'era un' elevato calore al suolo, l'aerosol non ci cadeva addosso, e saliva di quota, andando poi a depositarsi dove non era voluto, facendo danni, anche se meno pesanti. Tanto che nel marzo 1968 il Gen. Brownfield, capo dell'Esercito, ordinò di ridurre l'uso dei diserbanti, che nel fratempo erano anche usati da elicotteri (cosa meno nota dell'operazione, probabilmente con i soli CH-54 Tarhe); in pratica si voleva che si usassero solo con temperature al suolo di 85 gradi Farenheit, ovvero 29,4° C come limite d'uso, e solo se il vento era inferiore ai 10 nodi (18,5 kmh). Non solo, ma non si doveva trattare a meno di 2 km da piantagioni 'amiche'. Nonostante tutto, le richieste non facevano che aumentare; l'addestramento era svolto a Langley AFB, in Virginia e poi anche in un'altra base in Florida (forse sperimentavano anche i diserbanti? la vegetazione era simile, dopotutto). Ma la pianificazione era incredibilmente lenta: inizialmente si facevano passare tre mesi dalla richiesta all'esecuzione, poi ridotti a 'soli' 75 giorni.
 
Dato che i VC avevano armi sempre più potenti, dalla fine del '63 i C-123 sarebbero stati coperti da aerei d'attacco; il primo tentativo venne fatto con due C-123, scortati da ben quattro T-28 e altrettanti A-1. Nonostante tutto, uno degli aerei ebbe un motore colpito e dovette atterrare in emergenza, con oltre 40 proiettili incassati, per lo più da 12,7 mm. In seguito si perfezionarono molte cose: per esempio, combinando con i bombardamenti al napalm (un altro tipo di sostanza non esattamente 'ecologica' e salutare per chi la manovrava). I C-123 ebbero anche corazzature aggiuntive, che erano a quanto pare già presenti: il tecnico di bordo aveva una specie di 'scatola corazzata'; caschi speciali vennero adottati per l'equipaggio, perché si dava per scontato che vi fosse la necessità di proteggere il volto dalle schegge di plexiglass e vetro date dalle pallottole. I C-123, poi designati UC-123, continuavano ad aumentare: da 20 nel maggio del '64, a 244 nel maggio di due anni dopo. Un UC-123 venne perso, tra gli altri, il 20 giugno 1966, anche se l'equipaggio riuscì a salvarsi, e recuperati dai Marines con sei elicotteri e scorta di caccia. A Bien Hoa venne spostato il QG dell'operazione al dicembre del '66. Lì venne anche organizzato un impianto di supporto che poteva portare a rifornire gli aerei in appena 10 minuti, così che una coppia di UC-123 poteva volare anche sei missioni in tre ore, anche perché nel '66 l'MC-1 venne sostituito da un tipo diverso, modulare e più efficiente, per la distribuzione dell'erbicida. Ma per aiutare gli aerei nella loro missione, dovettero essere anche aggiunti motori ausiliari: dall'inizio del '68, dato che i motori restavano ancora quelli a pistoni (l'ideale erano le turboeliche, ma per un'intera generazione di plurimotori la soluzione possibile fu quella ibrida); quindi vennero aggiunti due turbogetti J85-GE-17 da 1.300 kgs, e anche per questo, ebbero ulteriori miglioramenti, tra cui corazze ancora più efficienti. Questo nuovo aereo era l'UC-123K, molto più sicuro anche nell'impiego in montagna. Nondimeno, il primo di essi cadde il 24 maggio 1968; mentre gli americani erano in disimpegno dopo il 1968, le 'Ranch Hand' erano in aumento, arrivando a 400 al mese nel '69, fatte da circa 30 aerei disponibili. Ma crescevano anche le polemiche. La fase declinante iniziò ben presto, nonostante le richieste delle truppe a terra, poco interessate ai danni all'ambiente rispetto ai rischi che correvano. Le ultime tre missioni vennero volate il 7 gennaio 1971.