Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Turchia: differenze tra le versioni

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==La Marina Turca<ref>Pitzus, Francesco, 'La Marina Turca', PD dic 09 p. 62-67</ref>==
Per la Turchia, il 90% dello scambio commerciale viene dal mare; con la parte europea da collegare tramite gli stretti, con 8.200 km di coste, la Turchia è una nazione marittima e al contempo una grande zona montuosa. I Turchi, che sono un pò la cerniera tra Occidente e Oriente, hanno messo dal 1992 ad oggi a disposizione delle missioni Alleate ONU e NATO circa sessanta navi diverse e contribuiscono alla STANAVFORMED (Standing NAval Force Mediterranean) nonché alla MCMFORCMED (uguale, ma per le unità contromisure mine), alla BLackseafor e di recente, con la fregata F 495 Gediz, anche pattugliano il Golfo di Aden, in cerca dei temibili pirati somali; questa è la prima vera missione 'fuori area' della Marina Turca moderna, ma in seguito è anche entrata a far parte della CTF-151, le forze di pattugliamento internazionali a guida americana, con l'inserimento di una fregata, la F491, e 263 uomini, incluse le forze speciali.
 
La Marina turca attualmente ha come base logica di radiare i materiali obsoleti e ammodernare quelli già disponibili, oltre che uniformarli. Dopo la riforma del 1985, e grazie al sottosegretariato per l'industria della Difesa o SSM, la Turchia è cominciata a decollare come realtà industriale anche nel settore e quindi è sempre più in grado di produrre da sé quello che le serve, mentre i contratti con fornitori esteri riescono a spillare anche offset discreti, del 30-50%. Dal 2000 i cantieri hanno aumentato i dipendenti da 13.000 del 2002 a 50.000 attuali, e per il 2013 si potrebbe arrivare al mostruoso numero di 111.000, sempre che la crisi mondiale non infici queste speranze della cantieristica.
 
Finita la Guerra fredda, quindi, come per molte altre Marine, la Turk Daniz Kuvvetleri è stata non solo risparmiata, ma anzi potenziata dal trasferimento di risorse dall'enorme esercito di terra; del resto, i sovietici facevano più paura dei curdi, e così lo scambio è stato .. favorevole alle forze turche. La Marina, grande ma arretrata, è diventata presto una realtà d'alto mare e non solo poco più che costiera come prima; ora è una realtà regionale sia nel Mar Nero che in Mediterraneo orientale, e oltre. Tra le sue basi logistiche vi è Aksaz, che è anche fondamentale per le Marine alleate; vi è anche una serie di altre basi importanti, come Antalya, Mersina e Alessandretta, quest'ultima a guardia anche del terminale petrolifero di Ceyhan; ovviamente è alto l'interesse per Cipro, data la posizione strategica di quest'isola, e ancora oggi vi sono non poche tensioni su chi debba prendere il controllo della regione, specie per sfruttare le immancabili risorse di petrolio subacquee. Cipro del nord è riconosciuta da Ankara, ma solo da essa, e Nicosia è al contempo in grado di impedire alla Turchia di entrare in Europa, apponendo il veto; altri problemi sono con la Grecia, tanto per cambiare, specie per quel che riguarda l'Egeo; la Grecia, per sfruttarlo meglio vorrebbe il limite territoriale innalzato da 6 a 12 miglia marine, il che avrebbe una conseguenza importante per via delle isole greche sparse a migliaia nel mare. La Convenzione di Montego Bay l'aiuterebbe in tale rivendicazione, ma la Turchia non ci sta anche perché il Mare Egeo lo considera 'suo' e ha tre siti di sorveglianza radar con i sistemi Suricate francesi, della Thales. Poi vi sono le basi navali, Smirne, Canakkale sul Bosforo, Erdek, Instambul, ma sopratutto Golkuk/Kocaeli, sede dei quattro comandi di Flotta (COMTURFLEET) e con un arsenale capace di varare 30.000 tonnellate di naviglio l'anno, 100 volte Smirne; ha tre bacini per il carenaggio delle navi e la sua superficie ammonta a ben 394 kmq. Qui sono nati, grazie alla vecchia collaborazione con i tedeschi, gli otto SSK 'Preveze' ovvero i Type 209/1400, di cui gli ultimi quattro della classe 'Gur', così ridenominati dato che hanno importanti modifiche rispetto agli altri quattro; tra queste, la profondità operativa portata a 300 m e i missili Sub-Harpoon.
 
Nel futuro la Marina turca, della quale non si sa molto (almeno in Italia, dove è più 'gettonata' quella greca), a parte che (differentemente dai greci) è più orientata verso gli Stati Uniti che l'Europa, vi sono anche sei sottomarini Type 214, che sostituiranno i vecchi SSK, con tanto di sistema AIP. Essi non sostituiscono i Type 209 ma i sei 'Atilay' degli anni '70-80, e sono attesi per il periodo 2015-2025; il cantiere di Kocaeli ha vinto questa gara da 2,5 mld di dollari e che ovviamente vede come patner l'HDW tedesca, ma vi sono anche altri fornitori come la WASS per il sistema anti-siluri CIRCE, già usato per gli U-212; l'AIP è una membrana a celle a scambio protonico (PEM) della Siemens; essendo una tecnologia classificata, ovvero segreta, non verrà data alla Turchia ma verrà realizzato tutto in Germania. IN futuro potrebbe anche esserci una portaerei con gli F-35B, una ventina dei quali potrebbero anche essere comprati per ottenere una nave capace di ospitarli senza essere più grande di tanto, sempre che la cosa sia vantaggiosa (il ferro 'costa poco'). La Turchia è parte del programma JSF del quale ha un modico 1% e la TAI nazionale è fornitore di 3a fascia, costruendo la sezione centrale delle fusoliere; questi F-35B sarebbero un potenziamento notevolissimo per una forza aeronavale che attualmente ha solo sei CN-235 ASW e 49 elicotteri di cui vi sono da elencare i 24 S-70B2, 14 AB-212, 8 AB412EP e 3 vecchi AB-204; i rapporti con l'Italia sono di primo piano per i sottomarini, ma sono stati confermati recentemente con un grosso contratto (malgrado la concorrenza dei CN-235 o 295 a cui la Turchia contribuisce attivamente) per 10 ATR-72-500, da consegnarsi entro il 2010 secondo il programma Meltem III da 210 mln di euro. Nemmeno molti, eppure gli aerei hanno capacità di portare siluri, cariche di profondità, missili antinave; saranno consegnati assieme a venti moderni siluri MU-90; inoltre, agli USA sono stati ordinati altri 17 S-70, con missili Hellfire, Penguin e siluri Mk-46 (più probabilmente Mk-54 ammodernati, o Mk-50). In futuro vi è anche un programma per ben 84 elicotteri multiruolo, di cui otto anche per la Marina; in gara ci sono sopratutto i Blackhawk e gli AW-149.
 
Per la Turchia, il 9095% dello scambio commerciale viene dal mare; con la parte europea da collegare tramite gli stretti, con 8.200210 km di coste ma 'solo' 2.573 km di frontiere terrestri, la Turchia è una nazione marittima e al contempo una grande zonapenisola montuosa, in un certo senso come accade con la Grecia e la Calabria. I Turchi, che sono un pò la cerniera tra Occidente e Oriente, hanno messo dal 1992 ad oggi a disposizione delle missioni Alleate ONU e NATO circa sessanta navi diverse e contribuiscono alla STANAVFORMED (Standing NAval Force Mediterranean) nonché alla, MCMFORCMED (uguale, ma per le unità contromisure mine), alla BLackseaforSIAF (brigata anfibia italo-spagnola) nonché alla Active Endeveaur, NATO Response Force, alla BLACKSEAFOR e di recente, con la fregata F 495 Gediz, anche pattugliano il Golfo di Aden, in cerca dei temibili pirati somali; questa è la prima vera missione 'fuori area' della Marina Turca moderna, ma in seguito è anche entrata a far parte della CTF-151, le forze di pattugliamento internazionali a guida americana, con l'inserimento di una fregata, la F491, e 263 uomini, incluse le forze speciali.
Per le navi, nel 2014 si pensa di far avviare un programma di navi antiaeree, il TF2000 AAW, che si estenderà fino al 2028 per cinque navi polivalenti, con due Seahawk, lanciamissili Mk-41, ESSM, Harpoon e cannone da 127 mm BAE Mk-45.4.
 
La Marina turca attualmente ha come base logica di radiare i materiali obsoleti e ammodernare quelli già disponibili, oltre che uniformarli. A suo tempo ricevette, per dirne una, non meno di 29 tra cacciatorpediniere e fregate americani, oltre a a 19 sottomarini e un gran numero di navi minori. Quasi tutte queste unità erano provenienti dalla riserva della Marina americana. Negli anni '80 c'erano ben 15 sottomarini, ma di quattro tipi diversi, e sopratutto, 20 fregate e cacciatorpediniere di sette classi diverse. Il tutto era molto oneroso per la manutenzione e l'efficienza della flotta, e richiedeva molto denaro che non si poteva usare, a quel punto, anche per la modernizzazione della flotta. Va comunque notato che i sottomarini e i cacciatorpediniere della flotta turca, per quanto fossero vecchie navi americane degli anni '40-50, erano pur sempre unità FRAM e GUPPY, il che comportava sensori e armi moderne, come i missili ASROC e persino missili Harpoon.
In tutto ci sarà bisogno di altre navi, perché lo Stato Maggiore conferma che la flotta avrà 20 fregate, e ha chiesto alla Lockheed-Martin di ammodernare quattro delle sette 'Perry' (classe Gaziantep) nonché due delle quattro MEKO 200TN IIA (Barbaros), con sistemi di tiro Mk-92, lanciamissili Mk-41 con ordigni ESSM, sistema di combattimento CSM Genesis della Halvesan nazionale, anche se co-sviluppato con la L3 Communications americana. SI pensi che il software di queste nuove unità è costato qualcosa come quasi un mld di euro; sarà quindi un costo non indifferente, da ripartire anche alle 12 corvette classe 'Milgem' in costruzione a Istambul. Certo che davvero i tempi sono diventati 'strani' se un CD può contenere un 'prodotto' così costoso.. la F-511 Heybeliada è stata consegnata nel 2008, anche se sarà operativa solo nel 2010, seguita dalla F-512 e da altre 10 navi. I sistemi di bordo sono tra l'altro il radar Thales SMART-S costruito localmente da Aselan; i lanciatori di missili sono gli Mk-41, e i cannoni sono i 76 mm e i 'Fast Forty' (di recente hanno conosciuto un certo 'revival') da 40 mm; le prime otto navi sono stimate costare un valore di 218 mln di euro per unità, di cui 3 sono per i lsonare Sea Sentor che è un sistema antisiluro britannico (della Ultra Electronic); nel frattempo le vecchie A69 (Burak) francesi, comprate nel 2001-02, saranno ritirate; oramai i rapporti tra Francia e Turchia sono piuttosto tesi, specie in funzione del veto che i francesi sono decisi a mantenere nell'ingresso turco nell'UE; basti pensare alla gara per l'elicottero armato, nella quale i prodotti francesi (e persino sudafricani) sono stati esclusi a prescindere. La legge sul velo islamico e il riconoscimento francese del genocidio armeno sono forse solo una manifestazione esteriore di una partita politica ben più pesante e dura; la DGA francese ha ora chiuso persino l'ufficio di Istambul.
 
Dal 1970 vi è stata una volontà d'indipendenza sempre più forte dalle forniture estere, sulle quali greci e turchi letteralmente campavano (e non solo per la Marina), data l'impossibilità di sostenere i loro potenti apparati militari con le magre finanze disponibili, se non si fosse approfittato della generosità degli altri membri della NATO. Mentre i Greci avevano fatto affidamento sopratutto sulla Francia, i Turchi fecero lo stesso con la Germania. Dopo la riforma del 1985, e grazie al sottosegretariato per l'industria della Difesa o SSM, la Turchia è cominciata a decollare come realtà industriale anche nel settore e quindi è sempre più in grado di produrre da sé quello che le serve, mentre i contratti con fornitori esteri riescono a spillare anche offset discreti, del 30-50%. Dal 2000 i cantieri hanno aumentato i dipendenti da 13.000 del 2002 a 50.000 attuali, e per il 2013 si potrebbe arrivare al mostruoso numero di 111.000, sempre che la crisi mondiale non infici queste speranze della cantieristica. Una delle ragioni di quest'aumento, paradossalmente, è anche stata la ricostruzione del dopo terremoto, quello terribile del 17 agosto 1999. Quella giornata fu colpita sopratutto la zona di Izmit e 18 mila persone persero la vita, mentre la penisola anatolica cambiava apprezzabilmente la posizione geografica. I danni furono tremendi anche alla base e arsenale di Golcuk. Persino le navi subirono danni, come il sottomarini Gur e vi furono anche 400 vittime, tra cui il comandante Aydin, la cui Scuola di Guerra Navale venne rasa al suolo. Attualmente Golcul, nel Mar di Marmara, è la sede principale della flotta; la base è stata ricostruita in pochissimo tempo e come si è detto, ha anche un cantiere navale molto importante, con circa 5.000 operai e un centinaio di ingegneri.
 
La forza complessiva della Marina è di 51.000 effettivi, 14 sottomarini, 26 fregate e corvette e dozzine di unità leggere. Quanto al personale vi sono due fatti piuttosto contradditori: da un lato, ben il 70% della forza è di leva, cosa che può sembrare strana dato che le Marine moderne sono ambienti ad alta specializzazione, in cui i 'najoni' non hanno molta voce in capitolo; dall'altro, la presenza di donne, che nella laicità voluta da Ataturk sono una rarità in questa regione; basti dire che vi sono donne persino ai livelli più alti della catena di comando, cosa che in nazioni occidentali come l'Italia non è ancora avvenuto.
 
Nel dopoguerra Cipro è stata oggetto di diverse crisi, specie nel 1963 e nel 1974, e in quest'anno, il 21 luglio 1974, i Turchi invasero l'isola; i turchi non andarono per il sottile con l'aviazione e attaccarono persino i loro cacciatorpediniere, scambiandoli per analoghi tipi greci. Pare che tre navi turche vennero colpite, in particolare il cacciatorpediniere KOCATEPE. Vi furono anche tre altre occasioni in cui le flotte greca e turca uscirono in mare con le navi caricate con munizioni da guerra e si affrontarono a muso duro, specie nel 1976, 1987 e 1996, tanto che non mancarono nemmeno occasioni in cui vennero usate le armi di bordo. Per fortuna, negli ultimi 10 anni i rapporti tra i due antichi vicini e rivali sono migliorati, mentre al contempo, dopo otto anni di calma (molto relativa), sono ripresi dal 2007 i problemi in Curdistan. Ma la Turchia ha vicini decisamente problematici; pur essendo una nazione prevalentemente musulmana (ma non araba!), è in buoni rapporti con Israele, l'Armenia, invece, è come sempre una sua nemica, mentre la crisi con la Georgia è stata vissuta molto da vicino da Ankara, perché il Mar Nero non è meno importante del Mediterraneo.
 
 
Finita la Guerra fredda, quindi, come per molte altre Marine, la Turk Daniz Kuvvetleri è stata non solo risparmiata, ma anzi potenziata dal trasferimento di risorse dall'enorme esercito di terra; del resto, i sovietici facevano più paura dei curdi, e così lo scambio è stato .. favorevole alle forze turche. La Marina, grande ma arretrata, è diventata presto una realtà d'alto mare e non solo poco più che costiera come prima; ora è una realtà regionale sia nel Mar Nero che in Mediterraneo orientale, e oltre. La sede principale è Golcuk, e nel Mar di Marmara vi sono anche Erdek e Canakkale (lo stretto più 'stretto' dei Dardanelli), in Mar Nero vi è Eregli (che anticamente era conosciuta come Eraclea), nonché Bartin, Samsun e Trabazon. Nell'Egeo e Mediterraneo vi sono Foca, Izmir (Smirne), Mersina, Iskenderun/Alessandretta, Antalya, nonché la base di Aksaz-Karaagac, costruita negli anni '90. Dal 24 agosto 2007 il comandante supremo delle Forze Navali è l'Amm. Metin Atac, 61 enne già comandante della flotta nel periodo 2005-2007.
 
L'organizzazione comporta, a Golcuk, che vi siano il Comando Operativo della Flotta, due Comandi Regionali (Aree navali Nord e Sud), e infine il Comando Addestrativo. Quanto al Comando Flotta, esso non è inquadrato nei comandi regionali; esso comanda la Forza Navale di Superficie per fregate e corvette; Comando Forze Subacquee; Forza di Supporto Logistico, includente anche le infrastrutture di terra.
 
Il Comando Forze Veloci d'Attacco è a Istambul; quella di Minamento e Dragaggio è a Erdek (negli Stretti); l'Aviazione Navale era a Topel (TDH o Truk Donanma Havacilik).
 
Quanto ai Comandi Regionali, essi hanno alle loro dipendenze i Comandi Distrettuali; il Comando Regione Navale Nord aveva a sua volta i Comandi Distrettuali degli Stretti di Istambul e Canakkale; la Divisione Naale Idrografica; infine il Museo Navale. Ad Izmir v'é il Comando della Regione Navale Sud (Mediterraneo), con Comando Autonomo della base di Aksaz, flottiglia pattugliatori e forza anfibia della Marina, che ha il Comando di Brigata e quello del Gruppo Anfibio entrambi a Foca.
 
Come organizzazione addestrativa vi è la Truk Deniz Kuvvetleri (comando di addestramento ed educazione navale) che ha l'Accademia Navale di Tuzla, SCuola Superiore Navale e il Comando d'addestramento di Yalova.
 
Di fatto, l'organizzazione non è cambiata molto dopo la fine della Guerra Fredda, di fatto non è stata molto cambiata, e tanto meno ridotta.
 
 
Finita la Guerra fredda, quindi, come per molte altre Marine, la Turk Daniz Kuvvetleri è stata non solo risparmiata, ma anzi potenziata dal trasferimento di risorse dall'enorme esercito di terra; del resto, i sovietici facevano più paura dei curdi, e così lo scambio è stato .. favorevole alle forze turche. La Marina, grande ma arretrata, è diventata presto una realtà d'alto mare e non solo poco più che costiera come prima; ora è una realtà regionale sia nel Mar Nero che in Mediterraneo orientale, e oltre. Tra le sue basi logistiche vi è Aksaz, che è anche fondamentale per le Marine alleate; vi è anche una serie di altre basi importanti, come Antalya, Mersina e Alessandretta, quest'ultima a guardia anche del terminale petrolifero di Ceyhan; ovviamenteOvviamente è alto l'interesse per Cipro, data la posizione strategica di quest'isola, e ancora oggi vi sono non poche tensioni su chi debba prendere il controllo della regione, specie per sfruttare le immancabili risorse di petrolio subacquee. Cipro del nord è riconosciuta da Ankara, ma solo da essa, e Nicosia è al contempo in grado di impedire alla Turchia di entrare in Europa, apponendo il veto; altri problemi sono con la Grecia, tanto per cambiare, specie per quel che riguarda l'Egeo; la Grecia, per sfruttarlo meglio vorrebbe il limite territoriale innalzato da 6 a 12 miglia marine, il che avrebbe una conseguenza importante per via delle isole greche sparse a migliaia nel mare. La Convenzione di Montego Bay l'aiuterebbe in tale rivendicazione, ma la Turchia non ci sta anche perché il Mare Egeo lo considera 'suo' e ha tre siti di sorveglianza radar con i sistemi Suricate francesi, della Thales. Poi vi sono le basi navali, Smirne, Canakkale sul Bosforo, Erdek, Instambul, ma sopratutto Golkuk/Kocaeli, sede dei quattro comandi di Flotta (COMTURFLEET) e con un arsenale capace di varare 30.000 tonnellate di naviglio l'anno, 100 volte Smirne; ha tre bacini per il carenaggio delle navi e la sua superficie ammonta a ben 394 kmq. Qui sono nati, grazie alla vecchia collaborazione con i tedeschi, gli otto SSK 'Preveze' ovvero i Type 209/1400, di cui gli ultimi quattro della classe 'Gur', così ridenominati dato che hanno importanti modifiche rispetto agli altri quattro; tra queste, la profondità operativa portata a 300 m e i missili Sub-Harpoon.
 
 
Andiamo con ordine nella descrizione della flotta turca, a tutt'oggi tra le più grandi del Mediterraneo (e del Mar Nero). Radiate le navi americane e tedesche (le fregate 'Gelibolu', che erano nient'altro che le 'Koln' tedesche, radiate a suo tempo per l'avvento delle 'Bremen') nonché le 'Berk' (costruite in Turchia nel 1968-75) vennero avanti i programmi per rinnovare la flotta con nuove serie di navi.
 
Queste sono sopratutto le MEKO 200, in tre lotti realizzati negli anni '80-90. MEKO significa MEhrzweck KOntaisnerisiert), ovvero in pratica dei 'contenitori' per sensori, armi e sistemi vari, a scelta del cliente. Delle 26 navi di superficie principali, le più importanti sono queste otto fregate missilistiche, relativamente piccole, ma armate di tutto punto e molto potenti. Le quattro MEKO-200TN Block-1 vennero ordinate nel 1983, assieme alla cessione di due 'Koln'. Parzialmente costruite in Germania e per il resto a Golcuk, nel locale arsenale, vennero consegnate nel 1987-89. Esse divennero la prima classe di navi missilistiche di alto livello turche, come del resto le avversarie greche, anch'esse fornite dalla Germania. Hanno una batteria di missili Sea Sparrow Mk-29, otto Harpoon, un cannone BAe Mk-45/1 e tre Sea Zenith da 25/92 mm, lanciasiluri tripli ASW, un elicottero, radar Thales DA-08 per la scoperta erea, un BAe Systems AWS-6 Dolphin per la scoperta di superficie e aerea per le basse quote, sistemi di tiro STIR e WM-25, attualmente della Thales (prima Signaal), e due Seaguard della Rheinmetall; vi sono anche due sistemi optronici Siemens Albis, un sistema di lancio SWG-1, sistema di comando Thales STACOS-UT, ECM Thales RAPIDS/RAMSES, sistemi di falsi bersagli SLQ-25 e SBROC Mk-35. Per la ricerca subacquea vi è il sonara Raytheon SQS-56 a media frequenza. Il tutto per un dislocamento di 2.800 t, velocità 29 nodi e autonomia di 4.000 nm a 20 nodi, un mezzo non molto veloce dunque, e nemmeno con una grande autonomia nonostante che la propulsione era assicurata da quattro MTU 20V 1163 TB 93 da 8.985 hp l'uno, quindi è uno schema CODAD (tutto-diesel). Queste navi, un pò più grosse delle 'Lupo', meno veloci, grossomodo altrettanto armate, sono state un successo, e nel 1989 vennero seguite dalle MEKO-200 TNT Block 2A, le 'Barbaros', due unità entrate poi in servizio nel 1995-96; una venne costruita in Germania, l'altra a Golcuk; l'ultimo lotto era costituito dalle MEKO-200TNT Block 2B, con le navi 'Kemal Reis', consegnate nel 1998-2000. Le navi dei lotti più recenti sono più grandi, con una lunghezza di 6 metri e un dislocamento di 3.350 tonnellate; esse hanno un paio di turbine LM-2500, che permettono 31.766 hp l'una, e altrettanti diesel MTU, per una potenza complessiva sufficiente ad arrivare a 32 nodi, e con un'autonomia di 4.100 nm a 18 nodi. Oltre ad essere più veloci, hanno anche un armamento più potente, sopratutto più moderno, con l'uso dei lanciamissili Sea Sparrow Mk-41 Mod 8, con un totale di 16 celle; presumibilmente, quando le 'Yavuz' verranno ammodernate, saranno uniformate alle unità navali più recenti di questa famiglia. Queste fregate sono state complessivamente un notevole potenziamento, nonché le uniche navi armate con la torretta Seaguard, un CIWS poco noto, con quattro armi da 25 mm KBB (3.200 colpi/min per torretta) e portata di 2,5-3,5 km. Nell'insieme un'arma più potente e di maggior gittata del Phalanx, grosso modo al livello, o un pò inferiore, rispetto al Goalkeeper, ma senza il sistema radar di controllo del tiro superiore, il che è sia un vantaggio che uno svantaggio (molto dipende dall'approccio progettuale della nave, se c'é spazio anche per i radar di tiro sulle sovrastrutture e spazio per le munizioni sotto coperta oppure no).
 
Le MEKO non sono però le navi che hanno sostituito i cacciatorpediniere: per questo sono state invece le 'Knox' e le 'Perry' ex-americane, arrivate in numeri considerevole negli anni '90. Tra il 1993 e il 1994 vennero infatti comprate otto navi, più due da 'cannibalizzare', del tipo Knox, noto come classe 'Muavenet'. Queste unità sono state costruite negli anni '70, ed erano ben armate -per compiti antinave e ASW-, affidabili e robuste, ma con sistemi radar e apparati difesa aerea piuttosto superati, per non dire dell'apparato motore a vapore, ora che erano finalmente disponibili da anni turbine a gas e diesel ad alta potenza molto più leggeri e di facile gestione. Così, nel periodo 2001-06 vennero tutte ritirate dal servizio eccetto due, che comunque non hanno ancora molto tempo davanti a sé; la ragione del loro ritiro è stata data anche dalla disponibilità di unità navali più moderne, anche stavolta ex-USN: le otto fregate 'Perry' (classe 'Gaziantep'), e altre due potrebbero essere consegnate prossimamente, essendo offerte dagli americani dall'ottobre del 2007. Grazie a sistemi di nuova generazione, a due elicotteri e il lanciamissili Mk-13/4 per ordigni a medio raggio SM-1 (36, più 4 Harpoon), esse sono unità più potenti e moderne, e le turbine LM-2500 le rendono più facili da gestire. Dato che le navi con armi antiaeree non sono così facili da trovare né nuove né usate, queste fregate verranno ammodernate con il programma GENESIS (Gemi Entegre Savass Idare Sistemi), un pratica un aggiornamento di mezzavita; le navi sono state riconsegnate dal 2007 con la nuova configurazione, e le ultime verranno aggiornate nel 2011. Tra i miglioramenti, sistemi informatici potenziati ad architettura aperta, un datalink Link-16 e 22, e un lanciamissili Mk-41VLS a otto celle per i missili ESSM. Può sembrare bizzarro, ma il lanciamissili Mk-13 originale non verrà sostituito, ma solo integrato dall'Mk-41. Quest'ultimo è però usato come arma da difesa ravvicinata, rimediando alla carenza di difesa aerea che anche queste unità hanno, almeno per l'autodifesa dato che i missili a medio raggio sono un notevole miglioramento rispetto a sistemi come i Sea Sparrow. Per le navi 'corte' (short hull, con uno scafo più corto di tre metri) avranno il sistema AIST canadese, un apparato d'appontaggio automatizzato.
 
Ma le 'Perry' non sono state le uniche navi ad essere comprate di seconda mano in quel periodo: dai francesi vennero anche ritirate le corvette A-69, sei unità che nel 2001-2003 vennero ritirate dai turchi, formando la classe 'Bozcaada'. Esse sono navi revisionate prima della consegna: con un dislocamento di 1.350 t, motori diesel per 24 nodi di velocità e carburante per 4.500 miglia nautiche a 18 nodi, esse sono unità di notevole potenza bellica, pur nate come mezzi di pattugliamento, con compiti 'coloniali'. I francesi ne realizzarono ben 17 esemplari, più tre per l'Argentina. Il loro armamento è anzitutto notevole per via del cannone da 100 mm (55 calibri), armi da 13 km di portata e 60 colpi al minuto di cadenza di fuoco. A parte questa grossa torretta (in versione 'light', da 17 tonnellate anziché una ventina abbondante delle fregate), le navi hanno anche due missili MM.38, un lanciamissili binato Sadral per i missili Mistral, 4 tubi di lancio da 550 mm, e un grosso lanciarazzi ASW da 375 mm sestuplo, con 36 razzi. Forse sono rimasti anche i due cannoni da 20 mm. La potenza di fuoco, per navi relativamente piccole come queste, è dunque notevole (e potrebbe essere anche superiore se i due MM.38 venissero sostituiti con quattro MM.40 di gittata tra l'altro maggiore, cosa che è successa con alcune delle navi della classe). Anche i sensori sono discreti e nell'insieme sono navi con potenti capacità ASW e buone in termini antinave, nonché un certo livello in quelle antiaeree (per la propria autodifesa). Le navi dovrebbero restare in servizio fino al 2015, dopo di ché sarebbero sostituite da unità di una classe autoctone. Il fatto che la Francia sia così in cattivi rapporti con la Turchia non aiuta certo a sperare nella loro longevità.
 
Le navi d'attacco in superficie sono 27 cannoniere missilistiche. Le sei più vecchie sono le 'Kartal', vecchie navi costruite in Germania nel 1967-71, e derivanti dalle siluranti S.142. Vennero ammodernate negli anni '80, ma una, la 'Meltem', venne perduta nel 1985 per collisione. Robuste e affidabili, sono usate come cannoniere missilistiche con due o quattro Penguin, due Bofors da 40/70 mm e due lanciasiluri singoli da 533 mm; sono usate anche come posamine veloci e pattugliatori costieri. Le otto 'Dogan' vennero invece costruite all'arsenale ti Taskizak, anche queste con assistenza tedesca, nel 1975-88, e recentemente ammoderante. Esse sono una derivazione dell'FB-57, dislocamento di 436 tonnellate, velocità max di 37 nodi e 1.050 nm a 30 nodi. Hanno cannoni da 76,2 mm, due lanciamissili quadrupli Harpoon, cannoni poppieri binati GMD-A da 35/90 mm, hanno un sistema di tiro WM-28, ECM/ESM Susie, lancia-chaff Super RBOC, e un apparato optronico LIROD Mk-2; il tutto è coordinato dal sistema TAC-2. Infine, nel 1996-97 vennero messe in servizio le due 'Yildiz', una variante locale del progetto Lurrsen FPB-57/2, simili alle precedenti in dimensioni, ma con sistemi più moderni, come il radar di scoperta in superficie Dolphin e sistemi di controllo del tiro TMX (entrambi in comune con le 'Yavuz'). Inoltre, nel 1995, è stata iniziata la serie di tre unità FPB-57/3, consegnate nel 1998-99 e basate sulle precedenti; esse sono note come classe 'Kilic'. Più grandi delle precedenti, e spesso come tali, considerate corvette (hanno una lunghezza maggiore di 5 metri e 550 t di dislocamento), arrivano a 38 nodi e introducono un progetto 'stealth'. L'armamento è simile, con un cannone da 76 mm, ma l'impianto poppiero da 35/90 mm binato è stato sostituito da uno da 40 mm. Vi è una centrale optronica LIOD Mk.2, il sistema di comando TACTICOS Mk-4 e per il resto ancora i radar di tiro WM-28 e STIR.
 
I sottomarini sono mezzi scomodi, claustrofobici, con probabilità elevate di perdere la vita e la nave in caso di incidente grave. Ma il valore del risultare invisibili all'osservazione venne presto intuito dai turchi, e tutto sommato, apprezzato malgrado i mille problemi e il livello di competenza richiesto per tecnici ed equipaggi: contro un nemico più forte, insomma, era meglio andare volontariamente sotto le onde, che venirci spediti a cannonate.
 
Quanto ai sottomarini, i turchi li usarono già dai tempi successivi alla I GM, iniziando la formazione della nuova marina turca proprio da queste unità navali. Dopo il 1945 vennero consegnate unità americane, e poi tedesche. Già dopo la guerra con i russi del 1877-78 gli ammiragli turchi avrebbero voluto due unità tipo 'Nordendelt', un tipo progettato da un ingegnere norvegese in Gran Bretagna. E vennero consegnati davvero: 'Abdul Hamid' e 'Abdul Medjd', vennero ordinati il 23 gennaio 1886 e assemblati con parti prodotte in Gran Bretagna, nell'Arsenale di Costantinopoli. Tuttavia, alle prove d'immersione, questi primordiali battelli diedero risultati così insoddisfacenti che non fu possibile completare gli equipaggi, a causa della carenza di volontari per il compito. I tedeschi riscoprirono i due vecchi battelli ancora in secca nell'Arsenale, tentando di riattarli al servizio, ma inutilmente. Così si trattò di una Marina molto in anticipo rispetto a tante altre, ma la tecnica non era ancora matura per la riuscita di questi modelli di 'Nautilus'. Vennero ordinati tuttavia anche quattro battelli francesi e britannici nel 1914, ma ovviamente lo scoppio della guerra vanificò il proposito; tuttavia i turchi ebbero davvero un battello francese, allorché il 'Turquoise' francese, incagliatosi vicino ai Dardanelli nel 1915, venne poi catturato e ribattezzato 'Mustecip Ombasi'. Nel 1926 la Turchia pianificava ben 14 sottomarini nei cinque anni successivi, ma solo 12 vennero messi in servizio entro il 1940, comunque una forza non indifferente, tra cui quattro battelli derivati dai Type IX tedeschi, e due italiani tipo 'Bernardis'. Uno dei battelli tedeschi affondò durante un'esercitazione nel '42, ma in ogni caso si doveva fare un salto di qualità notevole nel dopoguerra. La Turchia, così come la Spagna, dall'altro capo del Mediterraneo, era simpatizzante dell'Asse, ma non si impegnò nella guerra. Bizzarramente, visto che temevano di restare coinvolte in una guerra da perdenti, ma fu proprio la loro neutralità a far pendere la bilancia degli eventi a sfavore dell'Asse.
 
Detto questo, nel 1948 gli americani passarono i primi di 11 sottomarini classe 'Balao', in Turchia noti come 'Birinci Inonu', che vennero consegnati entro il 1960. Uno affondò, ancora nei pericolosi Dardanelli, durante il 1953 (era il 'Dumplupinar'); gli altri 10 vennero radiati molti anni dopo. La formula di cessione era 'trasferiti come aiuto di garanzia (grant aid)', ma non erano ancora ammodernati. Nel 1970-73 vennero aggiunti i loro successori, 10 'Balao', che erano ammodernati allo standard GUPPY (Greater Underwater Propulsion Program), che venne implementato grazie ai concetti e agli standard tedeschi, sui battelli delle potenze vincitrici; nel caso del GUPPY, il programma venne completato tra il 1947-62. Questi battelli, ampiamente superiori, grazie sopratutto alla maggiore potenza delle batterie e dei sensori di bordo, sono rimasti in servizio fino all'inizio di questo secolo.Tutti tranne uno, che venne affondato per un altro incidente (collisione) nell'ottobre 1976. Anche questo si chiamava 'Dumplupinar', un nome davvero sfortunato.
 
Finalmente, negli anni '80 vennero comprati altri due 'Guppy', stavolta classe 'Tang' (in Turchia 'Piri Reis'); queste unità si sono dimostrate molto riuscite e na, la Hizir Reis, dopo la radiazione nel 2004 (come anche il fratello) è adesso una nave-museo a Istambul.
 
Nel 1971, però, venne anche ordinato un lotto di quattro Type 209/1200 alla HDW AG tedesca, parte degli oltre 60 battelli della famiglia, venduti a ben 14 marine (un succeso senza pari nella storia dei sottomarini di nuova costruzione). Queste unità erano le 'Atilay' e l'ultima venne realizzata con l'assistenza tedesca a Golcuk. Entrarono in servizio nel 195-81; i cantieri tedeschi completavano i sottomarini in tre anni, ma altri due Type 209/1200 vennero costruiti in Turchia, con tempi di ben otto anni, entrando in servizio nel 1985-89. Caratteristiche: 1.100/1.290 t, immersione tipica fino a 250 metri, velocità 22 nodi, autonomia in superficie 7.800 nm, armamento 8 tls da 533 mm per 14 siluri Mk-37 americani e Atlas SST-4 tedeschi. L'ATILAY ne usò uno il 9 luglio 2000, affondando la fregata 'Berk', radiata l'anno prima e usata come bersaglio (notevole che si tratta di un evento quasi contemporaneo con la perdita del 'Kursk' russo, ma questa è un'altra storia). I sottomarini più vecchi sono stati aggiornati tempo fa; per la coppia turca, invece, i lavori sono stati programmati in ben cinque anni, 2007-2012, e si stima che essi rimarranno ancora a lungo in servizio. Nel 1987, data la riuscita dei sottomarini tedeschi, mentre erano ancora in costruzione gli ultimi due 'Atilay', vennero ordinati quattro Type 209/1400, i 'Preveze', in servizio con due coppie (1994-95 e 1998-99). E nel 1998 vennero ordinati altri quattro Type 209/1.400, i 'Gur'; nonostante i danni del terremoto, vennero consegnati nel 2003-2007, in netta controtendenza rispetto agli anni precedenti. Questi otto sottomarini più moderni sono più grandi e hanno maggiore autonomia; la lunghezza aumenta da 56 a 62 metri, il dislocamento è adesso di 1.454/1.586 t, l'autonomia di 8.200 nm, anche se la velocità immersi cala di un nodo (21 knts); la quota d'immersione arriva ad oltre 300 metri. L'armamento è dato dai soliti otto lanciasiluri che hanno i Tigerfish Mk.24 Mod.2 inglesi (comprati all'inizio degli anni '90 dalla GEC Marconi, oggi BAe Systems), e i potenti e moderni Atlas Elektronic DM2-A4 (40 siluri comprati nel 1999), mine, missili Sub-Harpoon, sensori Atlas Elektronic e sistema di comando e controllo ISUS 83-2, più tre sonar di cui uno prodiero a frequenza medio-alta, CUS-83 passivo-attivo per ricerca ae attacco; laterale, passivo e bassa frequenza STN, e infine, il TAS-3 passivo a bassa frequenza.
 
Le navi costiere sono dei due Comandi appositi, il Comando Motomissilistiche e la Flottiglia Pattugliatori (comando ad Aksaz), che è parte della Regione Militare Sud; dal 1982 è anche attivo il Servizio Guardacoste (Sahil Guvenlink), essenzialmente come attività anti-contrabbando, con circa 1.500 persone.
 
Delle navi, vi è la cannoniera GIRNE, da 400 t e armata con armi da 20 e 40 mm, più armi ASW; essa è più che altro usata come nave da addestramento ma, realizzata nel 1977, si dimostrò piuttosto malriuscita e si è persa anche la volontà di ammodernarla; vi sono anche quattro vecchie PGM-71 americani (costruiti negli anni '60); e circa mezza dozzina classe 'Turk' degli anni '70, una delle quali ceduta ai georgiani e distrutta nel 2008 dai russi durante il bombardamento di Poti; una cacciasommergibili classe 'Hisar' (del '65), un pattugliatore tipo 'Trabazon' (un vecchio ex-dragamine canadese del '53). Queste navi sono da sostituire con ben 16 nuovi pattugliatori marittimi (OPV).
 
Il Servizio Guardiacoste è molto più moderno, con 22 vedette d'altura SG-80 da 200 t e costiere Seaguard da 90 t (con progettazione 'stealth' e 45 nodi di velocità), tutte armate di cannoni da 40/70 mm singoli, più 10 SAR-33 da 170 t e una dozzina di navi costiere AB-25 degli anni '70-80, più quattro pattugliatori derivati dai Sirio italiani, in costruzione come unità principali del servizio.
 
Quanto alle navi per la guerra di mine, recentemente è stato posto fuori servizio il posamine NURSET, uno dei vecchi, grossi 'Falster' danesi; le navi cacciamine sono le 'Alanya', sei unità costruite a far tempo dal 2000 ma con consegne dal luglio 2005; alla fine del 2009 c'erano quattro unità in servizio e altre due erano previste a breve. Queste navi sono intese come il tipo tedesco 'Frankenhtal', che è il tipo più recente in servizio nella Bundesmarine (12 navi, 1989-98). Il dislocamento è di 650 t e la velocità di 18 nodi, la costruzione è in acciaio amagnetico anziché il più inquinante ed infiammabile GRP (fibra di vetro). Vi è un sonar cacciamine Marconi Tpe 2093 ad immersione variabile, radar di navigazione DRBN-32 e due lancia-chaff Barricade, più un cannone Oto (Mauser?) da 30 mm e due armi da 12,7 mm; i sistemi di dragaggio meccanico sono integrati da due PAP-105 Mk-5 e infine, al solito, vi è quanto serve per operare con una squadra di sommozzatori.
 
 
Nel futuro la Marina turca, della quale non si sa molto (almeno in Italia, dove è più 'gettonata' quella greca), a parte che (differentemente dai greci) è più orientata verso gli Stati Uniti che l'Europa, vi sono anche sei sottomarini Type 214, che sostituiranno i vecchi SSK, con tanto di sistema AIP. Essi non sostituiscono i Type 209 ma i sei 'Atilay' degli anni '70-80, e sono attesi per il periodo 2015-2025; il cantiere di Kocaeli ha vinto questa gara da 2,5 mld di dollari e che ovviamente vede come patner l'HDW tedesca, ma vi sono anche altri fornitori come la WASS per il sistema anti-siluri CIRCE, già usato per gli U-212; l'AIP è una membrana a celle a scambio protonico (PEM) della Siemens; essendo una tecnologia classificata, ovvero segreta, non verrà data alla Turchia ma verrà realizzato tutto in Germania. IN futuro potrebbe anche esserci una portaerei con gli F-35B, una ventina dei quali potrebbero anche essere comprati per ottenere una nave capace di ospitarli senza essere più grande di tanto, sempre che la cosa sia vantaggiosa (il ferro 'costa poco'). La Turchia è parte del programma JSF del quale ha un modico 1% e la TAI nazionale è fornitore di 3a fascia, costruendo la sezione centrale delle fusoliere; questi F-35B sarebbero un potenziamento notevolissimo per una forza aeronavale che attualmente ha solo sei CN-235 ASW e 49 elicotteri di cui vi sono da elencare i 24 S-70B2, 14 AB-212, 8 AB412EP e 3 vecchi AB-204; i rapporti con l'Italia sono di primo piano per i sottomarini, ma sono stati confermati recentemente con un grosso contratto (malgrado la concorrenza dei CN-235 o 295 a cui la Turchia contribuisce attivamente) per 10 ATR-72-500, da consegnarsi entro il 2010 secondo il programma Meltem III da 210 mln di euro. Nemmeno molti, eppure gli aerei hanno capacità di portare siluri, cariche di profondità, missili antinave; saranno consegnati assieme a venti moderni siluri MU-90; inoltre, agli USA sono stati ordinati altri 17 S-70, con missili Hellfire, Penguin e siluri Mk-46 (più probabilmente Mk-54 ammodernati, o Mk-50). In futuro vi è anche un programma per ben 84 elicotteri multiruolo, di cui otto anche per la Marina; in gara ci sono sopratutto i Blackhawk e gli AW-149.
 
Per le navi, nel 2014 si pensa di far avviare un programma di navi antiaeree, il TF2000 AAW, che si estenderà fino al 2028 per cinque navi polivalenti, con due Seahawk, lanciamissili Mk-41, ESSM, Harpoon e cannone da 127 mm BAE Mk-45.4.
 
In tutto ci sarà bisogno di altre navi, perché lo Stato Maggiore conferma che la flotta avrà 20 fregate, e ha chiesto alla Lockheed-Martin di ammodernare quattro delle sette 'Perry' (classe Gaziantep) nonché due delle quattro MEKO 200TN IIA (Barbaros), con sistemi di tiro Mk-92, lanciamissili Mk-41 con ordigni ESSM, sistema di combattimento CSM Genesis della Halvesan nazionale, anche se co-sviluppato con la L3 Communications americana. SI pensi che il software di queste nuove unità è costato qualcosa come quasi un mld di euro; sarà quindi un costo non indifferente, da ripartire anche alle 12 corvette classe 'Milgem' in costruzione a Istambul. Certo che davvero i tempi sono diventati 'strani' se un CD può contenere un 'prodotto' così costoso.. la F-511 Heybeliada è stata consegnata nel 2008, anche se sarà operativa solo nel 2010, seguita dalla F-512 e da altre 10 navi. I sistemi di bordo sono tra l'altro il radar Thales SMART-S costruito localmente da Aselan; i lanciatori di missili sono gli Mk-41, e i cannoni sono i 76 mm e i 'Fast Forty' (di recente hanno conosciuto un certo 'revival') da 40 mm; le prime otto navi sono stimate costare un valore di 218 mln di euro per unità, di cui 3 sono per i lsonare Sea Sentor che è un sistema antisiluro britannico (della Ultra Electronic); nel frattempo le vecchie A69 (Burak) francesi, comprate nel 2001-02, saranno ritirate; oramai i rapporti tra Francia e Turchia sono piuttosto tesi, specie in funzione del veto che i francesi sono decisi a mantenere nell'ingresso turco nell'UE; basti pensare alla gara per l'elicottero armato, nella quale i prodotti francesi (e persino sudafricani) sono stati esclusi a prescindere. La legge sul velo islamico e il riconoscimento francese del genocidio armeno sono forse solo una manifestazione esteriore di una partita politica ben più pesante e dura; la DGA francese ha ora chiuso persino l'ufficio di Istambul.
 
 
Quanto alle forze di proiezione la Turchia ha iniziato già ai tempi della Guerra di Corea, mandando una divisione che si dimostrò molto combattiva; essa aveva anche un reggimento di 'marines', che tanto per cambiare, dimostrarono d'essere una forza molto 'dura' in guerra. Attualmente la Marina turca ha una brigata anfibia da 4.500 effettivi, su tre battaglioni fanteria, uno d'artiglieria, uno blindait, varie compagnie e supporti. Per usarli al meglio in operazioni d'assalto, è in cantiere anche il progetto di una LPD da 12-15.000 tonnellate, con 600 uomini di capacità; non è noto chi vincerà al momento; vi sono 32 proposte tra cui una della Fincantieri, che per altro non è certo particolarmente nota nel settore (in pratica non battuto dai tempi delle LPD della Marina italiana); l'armamento è previsto in sistemi coem l'Mk-41 per gli ESSM; Phalanx o Goalkeeper o RAM completano l'armamento; è previsto anche un paio di navi LST per i carri armati, da prodursi di sicuro in ambito nazionale, tanto che tre navi di questo tipo, usabili anche come posamine, sono in servizio dopo che vennero prodotte negli anni '70: la Osman Ghazi e le due 'Sarucabey'; la prima è da 105 metri e 4.100 t, trasporta 15 carri e 800 uomini, oltre a quattro LCVP e un comando per le operazioni anfibie; ha anche una piattaforma per un paio di elicotteri a poppa; le navi di costruzione più recente saranno invece da 5.000 t e 160 metri, ma non per rimpiazzare le navi indigene, ma due navi americane classe 'Parish' degli anni '50. Poi sarà la volta di una nave MO-SHIP da 10-12.000 t, 125-140 m di lunghezza, capaci di usare anche minisottomarini; poi verrà anche sostituita la classe di navi C-107, ovvero degli LCU degli anni '60 da rimpiazzare con otto LCT da 600 t e 61-63 metri; non mancano le forze speciali nella Marina turca, tra cui quelle per la difesa subacquea (SAS Su Alti Savunma), attacco subacqueo (SAT, Su Alti Taarruz), antiterrorismo e protezione VIP; per loro vi sono anche nuovi pattugliatori leggeri o mezzi d'assalto; 16 pattugliatori sono in costruzione nel 2010-15 per 545 mln di euro, così da ottenere navi da 60 0t con cannone da 40 mm e due mtg da 12,7; esse sono in sostituzione dei 'Dogan' e 'Kartal', tedeschi degli anni '70-80 (produzione Lurssen). Nel 2013-14 saranno anche consegnate due navi ausiliarie (ARS) da 2.500 o più tonnellate e 75-85 metri; ma come le MOSHIP, sono solo per cantieri nazionali. In futuro sono anche previsti quattro OPV da 1.700 t, di disegno simile ai 'Sirio' della Fincantieri, e saranno in servizio dal 2011. Infine dei cacciamine non si sa molto: pe ora vi sono i 'Circé' francesi, comprati alla fine degli anni '90 e hanno avuto una revisione, tra cui la sostituzione dei vecchi PAP-104 con i Pluto Plus della Gaymarine italiana. Essi fanno parte anche del 2° Gruppo permamente NATO per la guerra di mine.
 
 
 
Nel 1998-99 la Marina ha avuto anche cinque unità 'Circé' francesi, tra le prime ad essere realizzate come cacciamine, e antenate in questo dei 'Tripartite'; esse sono state disarmate nel 1997 e poi trasferite; pur essendo degli anni '70, la loro venuta ha fatto fare un salto di qualità essendo unità da 500 t, 15 nodi, con sonar attivo ad alta frequenza Thales Underwater Systems DUBM-20 e sistema tattico di sminamento MINTAC, che per gli anni '70 era molto avanzato (certo, di tempo ne è passato ..), più, al posto dei veicoli PAP-104, i Pluto Plus italiani; essi formano la classe 'Edincik'; dagli anni '80 vi sono anche sei navi classe 'Karamursel', che sono dragamine da 378 t ex francesi, (1958-60), ceduti nel '75 e ammodernati nel 1989 con il sonar attivo Thales SIMRAD; tre sono ancora attive, ma non per molto, e vengono usate anche come navi ausiliarie e di pattugliamento. Vi sono anche sei SAMSUN (o classe 'S'), ex americani 'Bluebird' (della seconda metà degli anni '50), molto robusti e con un sonar di ricerca in aggiunta alle attrezzature di dragaggio, ma pur sempre navi oramai vecchie. E i quattro 'Foca' litoranei, del 1966-68, con acciaio amagnetico per lo scafo, forniti in conto MAP dagli americani. Si prospetterebbe poi la cessione di tre 'Osprey', dei 12 realizzati su progetto dei 'Lerici' ingrandito, e dal 2006 già in radiazione, tanto che due sono arrivate alla Marina greca; il Congresso ha già approvato nel 2007 la cessione di tre navi alla Turchia, ma il problema è dei turchi, poco contenti di avere 14 unità MCM di tre classi diverse; se accettate in servizio, queste grosse navi da 800 t e 12 nodi, in GRP monoblocco, sarebbero molto apprezzate sebbene piuttosto lente e con un'autonomia non eccezionale. La loro dotazione elettronica e sistemi telecomandati subacquei (SLQ-48) sono americani, e almeno questi ultimi non verrebbero ceduti ai turchi.
 
 
Quanto alle navi logistiche, la Marina ha la mancanza di unità di soccorso per sottomarini, nonostante gli incidenti di cui sopra, mentre per il rifornimento in alto mare vi sono tre cisterne. Quella più vecchia e piccola è la 'Saadettin Gurcan', realizzazione locale del 1967-70, 4.660 t, con due stazioni laterali di pompaggio. Le due più grosse e recenti sono le 'Akar', costruite a Istambul e Golcuk, nel 1982-87 la prima, e nel 1994-97 la seconda (realizzata a Istambul); sono navi da quasi 20 mila tonnellate, con un armamento per autodifesa basato sulla capoclasse sotto forma di pittoreschi ma poco utili pezzi da 76/50 mm, e sulla seconda con i CIWS Phalanx da 20 mm; esse sono capaci di portare ben 11.300 t di carburante e 2.700 di acqua; il problema non è certo la capacità -sono molto più grosse delle 'Stromboli' italiche- ma la velocità, che anziché una ventina di nodi, o almeno 18, è limitata a 15, un pò poco per un rifornitore di squadra, inoltre -paradossalmente- hanno esse stesse una ridotta autonomia, e un solo punto d'atterraggio per elicotteri. Infine vi sono le piccole navi costiere 'Taskizak', costruita nel 1984, da 1.440 t, e le due 'Albay Burak Akki' del 1999-2000, da 3.200 t di cui 1.865 di carburante e 225 d'acqua dolce, più due 'Pasha', le vecchie 'Rhein' tedesche, che erano entrate in servizio nei primi anni '60 nella Bundesmarine e nel 1993-95 trasferite alla Turchia; sono ancora armate pesantemente, ovvero con i due cannoni da 100 mm e quattro da 40/70 mm, che in origine già ne faceva delle navi che -sebbene fossero non molto capaci come rifornitori- erano atte a compiti di pattugliamento e addestramento per i marinai, così come sono usate anche dai turchi, nell'insieme sono unità molto ben riuscite. Infine vi è un recente 'ferry-boat' da 10.600 t (l'ISKENDERUN'), consegnata nel luglio 2002, e due 'Silas Bent', ex-americane, usate per ruoli oceanografici e trasferite ai turchi nel 2000-2001 come 'classe Cesme'; cinque cisterne acqua classi 'Van' e 'Sogut', costruite negli anni '60, tre navi trasporto 'Kanarya' (1972-75) da 850 tonnellate, e cinque piccole navi idrografiche 'Cubuklu' del 1984, da 680 t l'una, con un sistema QUBIT di rilevamento e navigazione di ultima generazione.
 
Per il soccorso vi sono quattro vecchie navi americane degli anni '40 (Kurtaran, Isin, Akin, Gazal), del 1942-43, classe 'Chanticleer' (almeno per le ultime due di questa serie), sono utili anche per il soccorso ai sottomarini, ma servirebbero certo unità più moderne.
 
I rimorchiatori d'altura sono utilizzati anche per il soccorso in mare e servizio antiinquinamento, tra cui il 'Dergimendere' (ex- Tenace, della Marina francese), costruito nel '74 e trasferito nel 1999, da 1.440 t; e tra gli altri vi è anche l'Akbas', che è una nave rompighiaccio russa costruita negli anni '70, da 2.940 t, e ancora il Darica del 1989-91 e l'Aksaz del 1990, una nave ex-DDR.
 
Quanto alle navi anfibie, esse servono al consistente corpo di 'Marines' turchi, che sono addestrati da quelli americani da quando la Turchia è parte della NATO. La suddetta brigata anfibia (Amfibi Deniz Piyade Tugayi) venne usata assieme ai parà per l'invasione di Cipro (Operazione Attila), con circa 5.000 effettivi mandati in azione nelle fasi iniziali dell'invasione, di cui oltre la metà erano 'marine' turchi. La forza anfibia turca è di circa 5.000 effettivi: comando di brigata (a Foca), con battaglione comando, battaglione carri, tre di fucilieri, uno logistico, un gruppo artiglieria. Ogni btg fanteria ha cp. comando, 4 cp. fucilieri, una cp armi di supporto, e i plotoni logistici (sanità, trasmissioni e genio). Quanto alle armi, sono ancora le solite vecchie ferraglie americane degli anni '60, come i carri M-60, M-113, obici da 105 e 155 mm, M-40 da 106 mm, mortai da 60 e 81 mm; vi sono anche attrezzature più moderne, come i missili c.c. MILAN e a.a. Stinger. Vi sono anche, in aggiunta alla Marina, le compagnie di sicurezza per proteggere le installazioni, e due reparti di SF. Queste sono il SAT per l'attacco con incursori-sommozzatori addestrati dai SEAL americani, e utilizzati anche per la protezione VIP; e dal SAS ,per la protezione dai guastatori subacquei e mine; non si sa molto di essi, a parte che hanno preso parte all'invasione del '74 e ad attività antiguerriglia in Kurdistan, nonché, pare, per la crisi dell'isola di Imia con la Grecia, nel 1996.
 
Quanto alle navi anfibie, vi sono state compere negli ultimi decenni, con quattro navi tra LST e LSM, tutte costruite dall'Arsenale di Taskizak; di queste navi, la prima ad entrare in servizio fu la Cakabey, una LSM da 1.600 t con capacità di trasportare 400 persone, nove carri, 10 blindati e due LCVP; essa ha un discreto armamento a.a. di 40 cannoni da 40/70 mm e 4 da 20/70 mm; poi sono state costruite le due LST da 2.600 t 'Sarucabey', del 1984-85, con piattaforma elicotteri, e capaci di portare 600 soldati, 11 carri, 12 mezzi, due LCVP, più un armamento analogo alla prima; nfine nel 1994 è stata la volta della 'Soman Gazi', costruita in sette anni (con notevoli difficoltà, una seconda nave venne anche cancellata), da 4.100 t e 17 nodi, armata con quattro cannoni da 35 mm (due GDM-A) e sorprendentemente, anche due vecchi Bofors da 40/60 mm (forse la prima e unica volta che i due cannoni 'rivali' sono presenti in un'unica nave come dotazione standard, pare che cannoni da 20 de 35 mm terrestri catturati agli argentini vennero usati sulle navi da sbarco inglesi, che già avevano i cannoni da 40 mm, ma era una soluzione di ripiego); 800 soldati, 15 carri, quattro LCVP e capacità di usare elicotteri da una grossa piattaforma poppiera, oltre alle predisposizioni per operare come nave comando operazioni anfibie, ma senza un moderno sistema di comando e controllo; infine, tutte e quattro le navi possono mettere in mare fino a 150 mine. Fino a non molto tempo fa erano anche presenti due LST-posamine 'Bayraktar', americane della IIGM, ma restano in servizio due LST 'Terrebone Parish', della classe nota in Turchia come 'Grul', del 1953-54, arrivate negli anni '70: trasportano 395 soldati, quattro LCVP e 2.000 tonnellate di carichi; nonostante siano navi vegliarde, negli anni '90 vennero ammodernate anche con sistemi satellitari INMARSAT. Infine vi sono anche circa cinquanta navi da sbarco tra le 120 e 600 tonnellate, dei tipi LCU e LCM; tra queste, le 12 C-107 del 1973-81, che portano 100 uomini e 5 carri; e i 13 C-139, che ne sono l'evoluzione e che possono portare 100 uomini e sei carri, realizzate nel 1984-92.
 
Infine c'é l'aviazione navale, la Turk Donanma Havaclik, che è nata recentemente anche se il primo aereo della marina venne consegnato nel 1914 con una sottoscrizione al Sultano (era un biplano Curtiss F). Nel 1922, ai tempi della guerra contro i greci, il reparto d'aviazione navale lanciò un attacco contro un cacciatorpediniere greco; ma nel 1925 venne assorbito dall'Aeronautica turca, seppure come squadrone specializzato nei compiti di supporto navale; il 18 ottobre 1971 tuttavia venne costituito il 301 Filosu (Squadrone) dell'Aviazione Navale, grazie a otto S-2A Tracker ceduti dagli olandesi e sostituiti negli anni '70-80 da S-2E; dal '76 vi è anche un reparto elicotteri nell'aviazione navale, specialità che poi si è espansa. Nella guerra del '74 partecipò con i Tracker e tre AB-204; i primi eseguirono 66 sortite e 339 ore di volo, i secondi 149 sortite e 503 ore di volo; vi furono anche missioni di pattugliamento in aggiunta a quelle ASW, altre 91 missioni e 444 ore.
 
Tra le unità attuali, gestite da circa 1.000 effettivi, vi sono circa 40 velivoli, per lo più concentrati a Topel e con basi sussidiarie ad Antalya, Izmir, Tabzon e altri ancora.
 
I tre squadroni sono:
 
301imo Deniz Hava Filosu MARTI (Gabbiano), che fino al 1999 aveva gli S-2E e adesso sei CN-235MPA comprati nel 2002-03, e dal 2010, gli ATR-72-500, ordinati nel gennaio 2005
 
251imo Deniz Helikopter Filosu Iunusbaligi' con tre vecchi AB-204 del 1972-73 per addestramento, e 14 AB-212ASW o EW, comprati nel 1988 e i Seahawk S-70B2 ordinati nel 1998 per un totale, con tutti gli esemplari, di 24, e consegnati dal luglio 2002, per ora in circa la metà del totale richiesto.
 
Quanto alle forze di proiezione la Turchia ha iniziato già ai tempi della Guerra di Corea, mandando una divisione che si dimostrò molto combattiva; essa aveva anche un reggimento di 'marines', che tanto per cambiare, dimostrarono d'essere una forza molto 'dura' in guerra. Attualmente la Marina turca ha una brigata anfibia da 4.500 effettivi, su tre battaglioni fanteria, uno d'artiglieria, uno blindait, varie compagnie e supporti. Per usarli al meglio in operazioni d'assalto, è in cantiere anche il progetto di una LPD da 12-15.000 tonnellate, con 600 uomini di capacità; non è noto chi vincerà al momento; vi sono 32 proposte tra cui una della Fincantieri, che per altro non è certo particolarmente nota nel settore (in pratica non battuto dai tempi delle LPD della Marina italiana); l'armamento è previsto in sistemi coem l'Mk-41 per gli ESSM; Phalanx o Goalkeeper o RAM completano l'armamento; è previsto anche un paio di navi LST per i carri armati, da prodursi di sicuro in ambito nazionale, tanto che tre navi di questo tipo, usabili anche come posamine, sono in servizio dopo che vennero prodotte negli anni '70: la Osman Ghazi e le due 'Sarucabey'; la prima è da 105 metri e 4.100 t, trasporta 15 carri e 800 uomini, oltre a quattro LCVP e un comando per le operazioni anfibie; ha anche una piattaforma per un paio di elicotteri a poppa; le navi di costruzione più recente saranno invece da 5.000 t e 160 metri, ma non per rimpiazzare le navi indigene, ma due navi americane classe 'Parish' degli anni '50. Poi sarà la volta di una nave MO-SHIP da 10-12.000 t, 125-140 m di lunghezza, capaci di usare anche minisottomarini; poi verrà anche sostituita la classe di navi C-107, ovvero degli LCU degli anni '60 da rimpiazzare con otto LCT da 600 t e 61-63 metri; non mancano le forze speciali nella Marina turca, tra cui quelle per la difesa subacquea (SAS Su Alti Savunma), attacco subacqueo (SAT, Su Alti Taarruz), antiterrorismo e protezione VIP; per loro vi sono anche nuovi pattugliatori leggeri o mezzi d'assalto; 16 pattugliatori sono in costruzione nel 2010-15 per 545 mln di euro, così da ottenere navi da 60 0t con cannone da 40 mm e due mtg da 12,7; esse sono in sostituzione dei 'Dogan' e 'Kartal', tedeschi degli anni '70-80 (produzione Lurssen). Nel 2013-14 saranno anche consegnate due navi ausiliarie (ARS) da 2.500 o più tonnellate e 75-85 metri; ma come le MOSHIP, sono solo per cantieri nazionali. In futuro sono anche previsti quattro OPV da 1.700 t, di disegno simile ai 'Sirio' della Fincantieri, e saranno in servizio dal 2011. Infine dei cacciamine non si sa molto: pe ora vi sono i 'Circé' francesi, comprati alla fine degli anni '90 e hanno avuto una revisione, tra cui la sostituzione dei vecchi PAP-104 con i Pluto Plus della Gaymarine italiana. Essi fanno parte anche del 2° Gruppo permamente NATO per la guerra di mine.
 
 
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===Decurtazioni del bilancio e la Marina===
La Turchia vorrebbe una portaerei, ma non è chiaro se si tratta di una LHA oppure di una nave portaeromobili pura, tipo la Cavour, come magari il programma F-35 sembra suggerire. La sospensione del programma è stata per ora causata da problemi economici e così il piano straordinario decennale 1997-06 che aveva richiesto anche 8 SSK e 6 fregate AEGIS non ha trovato per ora accoglimento.
 
 
 
== Note ==