Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-13: differenze tra le versioni

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Il missile Falcon era fallimentare nei combattimenti aerei, ma nondimeno la versione AIM-26B con la testata convenzionale venne esportata e a lungo convisse con i Sidewinder sui caccia J35 e J37. Il vantaggio di questi missili era quello di essere molto compatti e con un disegno di bassa resistenza aerodinamica. Per i tiri a lungo raggio era un disegno valido e come prestazioni riusciva ad essere più veloce e di maggiore gittata utile rispetto ai Sidewinder. L'AIM-26 era un'arma presumibilmente valida, anche se mai usata in combattimento.
 
===AIM-47 e 54 <ref>Zanzara, Leonardo: ''Lunga difficile rinascita del Phoenix'', RiD set 03, p.31-35</ref>===
[[Immagine:AIM-47.jpg|330px|left|thumb|]]
Nel numero di 'Armi da guerra n.33' vi è una foto di famiglia, che comprendeva gli AIM-4, AIM-26, AIM-54 e un altro missile, simile a quest'ultimo, ma noto come AIM-47. Un ordigno misterioso, perché mai entrato in servizio, e per decenni rimasto nel dimenticatoio, pur essendo l'anello di congiunzione tra Falcon e Phoenix.
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il Douglas F6D Missileer fu il primo caccia concepito con un grande radar e missili a lunga gittata, ma come il successivo F-111B non ebbe seguito, in quest'ultimo caso per via del peso eccessivo per operare dalle portaerei, specie quelle meno moderne con le catapulte da 76 m.
 
L'AIM-54 venne sviluppato dal 1960, quando l'F6D venne cancellato assieme ai suoi ordigni a lungo raggio Bendix AAM-N-10 Eagle, della Bendix. Questi missili erano non meno impressionanti degli AIM-47: anzi, in prestazioni sono addirittura superiori ai Phoenix attuali, cosa che è difficile da comprendere vista l'arretratezza della tecnologia. Eppure si parla di una portata di 200 km e con sistema di guida radar attiva, per giunta abbinata ad radar Westinghouse AN/APQ-81 'pulse-Doppler', un sistema moderno, il primo sviluppato con capacità 'track-while scan' (capacità di inseguire dei bersagli e cercarne di nuovi al contempo) per un caccia. Il Douglas F6D era troppo goffo e costoso, pur essendo una straordinaria piattaforma per la batteria di armi aria-aria, per cui il programma, nonostante la minaccia dei bombardieri e missili sovietici, venne abbandonato. Lo stesso ambizioso missile Eagle non venne mai sperimentato, cosa che sicuramente avrebbe riservato sorprese, data la sofisticazione eccessiva per l'epoca. Ma l'esigenza restava, e il nuovo missile AAM-N-11 ne era la diretta filiazione, abbinato al nuovo sistema AN/AWG-9. Secondo la volontà di Mc Namara, Segretario della Difesa, l'F-111 sarebbe stato il vero aereo multiruolo, per l'USAF e USN; ma quest'ultima, con l'F-111B (che era alleggerito rispetto all'A, e che aveva il radar d'intercettazione anziché quello TFR G.E. AN/APQ-112 e il T.I. AN/APQ-113 da attacco), non ebbe successo, essendo troppo pesante. Dal '65 vennero fatti esperimenti aria-aria, e nel '68 vi fu anche un ingaggio duplice in simultanea. Ma quell'anno si rinunciò all'F-111B, dopo avere speso 377 milioni di dollari, e questo fu un brutto colpo. Ma l'USN si rifece presto, il sistema d'arma e il missile erano funzionali e si dovette cercare di cambiare piuttosto la cellula, pur mantenendo sia i motori che la geometria variabile delle ali. In pratica, applicare le tecnologie ad una struttura più compatta. E il risultato fu l'F-14, volato nel '70 e in produzione di serie di lì a un paio d'anni; il Phoenix seguì nelle catene di montaggio nel '73.
 
Rispetto al precedente AIM-47 Falcon, il nuovo ordigno si differenziava per diversi aspetti interni: la guida, anziché con dispositivo IR, era radar attiva, un progresso significativo, possibile grazie alla miniaturizzazione dell'elettronica; inoltre l'arma non venne mai intesa come ordigno nucleare, ritenendo giustamente che l'era degli attacchi aerei massicci, in formazioni numerose, fosse passata, mentre per ingaggiare bombardieri singoli era molto meglio evitare gli 'effetti collaterali' delle armi atomiche, in cambio di un tipo convenzionale molto preciso e con una robusta testata HE.
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Nel '77, dunque anche prima della Rivoluzione iraniana e dei timori di avere compromesso la tecnologia del Phoenix ai sovietici, venne iniziato il programma per l'AIM-54C, che incorporta tecnologia digitale, come il sistema di guida WGU-11/B, mentre la sezione controllo è adesso la WCU-7/B, e non manca il processore di segnale digitale e riprogrammabile, mentre le ECCM sono state migliorate. Come se non bastasse, il razzo è adesso più potente, e la spoletta più efficace grazie al sistema dedicato DSU-28/B, specie contro obiettivi difficili e a bassa quota. Il prototipo XAIM-54C venen completato nell'agosto 1979, poi vennero valutati gli YAM-54C di preserie, e infine la produzione in serie iniziò nel 1982; tuttavia, non pare che la valutazione finisse se non nel 1986; tra le versioni l'ATM-54C e AEM-54C. Tra le modifiche successive vi è stata la sostituzione della testata da circa 59 kg, la Mk-82, con la WDU-29/B, più efficace del 25%, e un sistema di regolazione interna della temperatura, prima presente sull'F-14 lanciatore; queste armi sono note come AIM-54C+ o 'sealed'. Dal 1988 gli AIM-54C++ hanno invece comportato migliori ECCM, nel frattempo le armi più vecchie venivano aggiornate. All'inizio del 1990 venne terminata la produzione di circa 9.000 armi. All'inizio del XXI secolo essi erano essenzialmente rappresentati dagli AIM-54C, mentre gli A erano a terra, nei depositi per compiti d'emergenza bellica. Attorno al 2003-2004 Tom Cooper, che di Phoenix molto si interessava, affermava nel suo forum che 'se ve ne fossero rimasti ancora un migliaio, sarebbe una notizia'. In effetti, sarebbero durati ben poco in servizio, persino meno della data prevista di radiazione, il 2010. Per la durata della Guerra fredda (almeno l'ultima quindicina d'anni, più o meno coevi del 'Backfire' quindi), i Phoenix hanno costituito assieme agli F-14 lo spauracchio dei bombardieri sovietici, ma finita l'era del confronto con l'URSS e i suoi missili a lungo raggio, anche per il Phoenix, arma molto costosa (variamente indicata fino al milione di dollari, ma la valutazione dipende dai lotti ordinati anno dopo anno; Nel FY 90 il costo era di 777.278 dollari per esemplare, praticamente più di molti vecchi caccia russi e cinesi), era arrivato al nonsenso. Oltretutto il costo di manutenzione è decisamente elevato, con molto lavoro richiesto, per non dire dell'F-14 (sia come struttura che come elettronica). A questo va aggiunto l'insuccesso del 1999, quando in almeno un'occasione vennero tirati missili Phoenix contro i caccia irakeni (forse i velocissimi MiG-25, già veterani degli incontri con i Tomcat iraniani), ma senza colpirne alcuno: si sa di almeno un lancio duplice, ma non è escluso che ve ne fossero altri. Nella circostanza parteciparono anche gli Eagle, tirando uno Sparrow e ben 3 AIM-120, sempre senza successo. Ma forse ancora peggio andò negli anni precedenti: tra le ipotesi sulla perdita dell'F-111F su Tripoli vi è persino che sia stato colpito per sbaglio da un F-14, e così si è detto anche di un A-6 Intruder nel 1991, durante Desert Storm. L'USN in generale non ha creduto molto nel Phoenix come arma da combattimento aereo, e raramente lo ha portato a bordo, persino nel Golfo Persico, dove forse si pensava davvero che i Tomcat iraniani non avessero più i Phoenix operativi, il che avrebbe comportato di sicuro qualche brutta sorpresa per i marinai americani.
 
Il Phoenix fu radiato il 30 settembre del 2004. I Tomcat seguirono la stessa sorte l'8 febbraio del 2006. Sono stati rimpiazzati rispettivamente dagli AIM-120 AMRAAM e dagli F/A-18E ed F Super Hornet, che nel bene e nel male rappresentano tutto quello che era necessario nel mondo globalizzato post-11 settembre, dove l'F-14 stesso trovava ragion d'essere solo come bombardiere.
 
===Sparrow, un 'passerotto' da due quintali<ref>Lanzara, Leonardo,''Lunga vita allo Sparrow'', RiD Feb 04</ref>===
[[Immagine:USAF F-15C fires AIM-7 Sparrow.jpg|300px|left|]]