Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Turchia: differenze tra le versioni

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===Decurtazioni del bilancio e la Marina===
La Turchia vorrebbe una portaerei, ma non è chiaro se si tratta di una LHA oppure di una nave portaeromobili pura, tipo la Cavour, come magari il programma F-35 sembra suggerire. La sospensione del programma è stata per ora causata da problemi economici e così il piano straordinario decennale 1997-06 che aveva richiesto anche 8 SSK e 6 fregate AEGIS non ha trovato per ora accoglimento.
 
 
 
===Storia della Marina Turca<ref>Pitzus, Francesco, 'La Marina Turca', PD dic 09 p. 62-67</ref>===
Per la Turchia, il 90% dello scambio commerciale viene dal mare; con la parte europea da collegare tramite gli stretti, con 8.200 km di coste, la Turchia è una nazione marittima e al contempo una grande zona montuosa. I Turchi, che sono un pò la cerniera tra Occidente e Oriente, hanno messo dal 1992 ad oggi a disposizione delle missioni Alleate ONU e NATO circa sessanta navi diverse e contribuiscono alla STANAVFORMED (Standing NAval Force Mediterranean) nonché alla MCMFORCMED (uguale, ma per le unità contromisure mine), alla BLackseafor e di recente, con la fregata F 495 Gediz, anche pattugliano il Golfo di Aden, in cerca dei temibili pirati somali; questa è la prima vera missione 'fuori area' della Marina Turca moderna, ma in seguito è anche entrata a far parte della CTF-151, le forze di pattugliamento internazionali a guida americana, con l'inserimento di una fregata, la F491, e 263 uomini, incluse le forze speciali.
 
La Marina turca attualmente ha come base logica di radiare i materiali obsoleti e ammodernare quelli già disponibili, oltre che uniformarli. Dopo la riforma del 1985, e grazie al sottosegretariato per l'industria della Difesa o SSM, la Turchia è cominciata a decollare come realtà industriale anche nel settore e quindi è sempre più in grado di produrre da sé quello che le serve, mentre i contratti con fornitori esteri riescono a spillare anche offset discreti, del 30-50%. Dal 2000 i cantieri hanno aumentato i dipendenti da 13.000 del 2002 a 50.000 attuali, e per il 2013 si potrebbe arrivare al mostruoso numero di 111.000, sempre che la crisi mondiale non infici queste speranze della cantieristica.
 
Finita la Guerra fredda, quindi, come per molte altre Marine, la Turk Daniz Kuvvetleri è stata non solo risparmiata, ma anzi potenziata dal trasferimento di risorse dall'enorme esercito di terra; del resto, i sovietici facevano più paura dei curdi, e così lo scambio è stato .. favorevole alle forze turche. La Marina, grande ma arretrata, è diventata presto una realtà d'alto mare e non solo poco più che costiera come prima; ora è una realtà regionale sia nel Mar Nero che in Mediterraneo orientale, e oltre. Tra le sue basi logistiche vi è Aksaz, che è anche fondamentale per le Marine alleate; vi è anche una serie di altre basi importanti, come Antalya, Mersina e Alessandretta, quest'ultima a guardia anche del terminale petrolifero di Ceyhan; ovviamente è alto l'interesse per Cipro, data la posizione strategica di quest'isola, e ancora oggi vi sono non poche tensioni su chi debba prendere il controllo della regione, specie per sfruttare le immancabili risorse di petrolio subacquee. Cipro del nord è riconosciuta da Ankara, ma solo da essa, e Nicosia è al contempo in grado di impedire alla Turchia di entrare in Europa, apponendo il veto; altri problemi sono con la Grecia, tanto per cambiare, specie per quel che riguarda l'Egeo; la Grecia, per sfruttarlo meglio vorrebbe il limite territoriale innalzato da 6 a 12 miglia marine, il che avrebbe una conseguenza importante per via delle isole greche sparse a migliaia nel mare. La Convenzione di Montego Bay l'aiuterebbe in tale rivendicazione, ma la Turchia non ci sta anche perché il Mare Egeo lo considera 'suo' e ha tre siti di sorveglianza radar con i sistemi Suricate francesi, della Thales. Poi vi sono le basi navali, Smirne, Canakkale sul Bosforo, Erdek, Instambul, ma sopratutto Golkuk/Kocaeli, sede dei quattro comandi di Flotta (COMTURFLEET) e con un arsenale capace di varare 30.000 tonnellate di naviglio l'anno, 100 volte Smirne; ha tre bacini per il carenaggio delle navi e la sua superficie ammonta a ben 394 kmq. Qui sono nati, grazie alla vecchia collaborazione con i tedeschi, gli otto SSK 'Preveze' ovvero i Type 209/1400, di cui gli ultimi quattro della classe 'Gur', così ridenominati dato che hanno importanti modifiche rispetto agli altri quattro; tra queste, la profondità operativa portata a 300 m e i missili Sub-Harpoon.
 
Nel futuro la Marina turca, della quale non si sa molto (almeno in Italia, dove è più 'gettonata' quella greca), a parte che (differentemente dai greci) è più orientata verso gli Stati Uniti che l'Europa, vi sono anche sei sottomarini Type 214, che sostituiranno i vecchi SSK, con tanto di sistema AIP. Essi non sostituiscono i Type 209 ma i sei 'Atilay' degli anni '70-80, e sono attesi per il periodo 2015-2025; il cantiere di Kocaeli ha vinto questa gara da 2,5 mld di dollari e che ovviamente vede come patner l'HDW tedesca, ma vi sono anche altri fornitori come la WASS per il sistema anti-siluri CIRCE, già usato per gli U-212; l'AIP è una membrana a celle a scambio protonico (PEM) della Siemens; essendo una tecnologia classificata, ovvero segreta, non verrà data alla Turchia ma verrà realizzato tutto in Germania. IN futuro potrebbe anche esserci una portaerei con gli F-35B, una ventina dei quali potrebbero anche essere comprati per ottenere una nave capace di ospitarli senza essere più grande di tanto, sempre che la cosa sia vantaggiosa (il ferro 'costa poco'). La Turchia è parte del programma JSF del quale ha un modico 1% e la TAI nazionale è fornitore di 3a fascia, costruendo la sezione centrale delle fusoliere; questi F-35B sarebbero un potenziamento notevolissimo per una forza aeronavale che attualmente ha solo sei CN-235 ASW e 49 elicotteri di cui vi sono da elencare i 24 S-70B2, 14 AB-212, 8 AB412EP e 3 vecchi AB-204; i rapporti con l'Italia sono di primo piano per i sottomarini, ma sono stati confermati recentemente con un grosso contratto (malgrado la concorrenza dei CN-235 o 295 a cui la Turchia contribuisce attivamente) per 10 ATR-72-500, da consegnarsi entro il 2010 secondo il programma Meltem III da 210 mln di euro. Nemmeno molti, eppure gli aerei hanno capacità di portare siluri, cariche di profondità, missili antinave; saranno consegnati assieme a venti moderni siluri MU-90; inoltre, agli USA sono stati ordinati altri 17 S-70, con missili Hellfire, Penguin e siluri Mk-46 (più probabilmente Mk-54 ammodernati, o Mk-50). In futuro vi è anche un programma per ben 84 elicotteri multiruolo, di cui otto anche per la Marina; in gara ci sono sopratutto i Blackhawk e gli AW-149.
 
Per le navi, nel 2014 si pensa di far avviare un programma di navi antiaeree, il TF2000 AAW, che si estenderà fino al 2028 per cinque navi polivalenti, con due Seahawk, lanciamissili Mk-41, ESSM, Harpoon e cannone da 127 mm BAE Mk-45.4.
 
In tutto ci sarà bisogno di altre navi, perché lo Stato Maggiore conferma che la flotta avrà 20 fregate, e ha chiesto alla Lockheed-Martin di ammodernare quattro delle sette 'Perry' (classe Gaziantep) nonché due delle quattro MEKO 200TN IIA (Barbaros), con sistemi di tiro Mk-92, lanciamissili Mk-41 con ordigni ESSM, sistema di combattimento CSM Genesis della Halvesan nazionale, anche se co-sviluppato con la L3 Communications americana. SI pensi che il software di queste nuove unità è costato qualcosa come quasi un mld di euro; sarà quindi un costo non indifferente, da ripartire anche alle 12 corvette classe 'Milgem' in costruzione a Istambul. Certo che davvero i tempi sono diventati 'strani' se un CD può contenere un 'prodotto' così costoso.. la F-511 Heybeliada è stata consegnata nel 2008, anche se sarà operativa solo nel 2010, seguita dalla F-512 e da altre 10 navi. I sistemi di bordo sono tra l'altro il radar Thales SMART-S costruito localmente da Aselan; i lanciatori di missili sono gli Mk-41, e i cannoni sono i 76 mm e i 'Fast Forty' (di recente hanno conosciuto un certo 'revival') da 40 mm; le prime otto navi sono stimate costare un valore di 218 mln di euro per unità, di cui 3 sono per i lsonare Sea Sentor che è un sistema antisiluro britannico (della Ultra Electronic); nel frattempo le vecchie A69 (Burak) francesi, comprate nel 2001-02, saranno ritirate; oramai i rapporti tra Francia e Turchia sono piuttosto tesi, specie in funzione del veto che i francesi sono decisi a mantenere nell'ingresso turco nell'UE; basti pensare alla gara per l'elicottero armato, nella quale i prodotti francesi (e persino sudafricani) sono stati esclusi a prescindere. La legge sul velo islamico e il riconoscimento francese del genocidio armeno sono forse solo una manifestazione esteriore di una partita politica ben più pesante e dura; la DGA francese ha ora chiuso persino l'ufficio di Istambul.
 
 
Quanto alle forze di proiezione la Turchia ha iniziato già ai tempi della Guerra di Corea, mandando una divisione che si dimostrò molto combattiva; essa aveva anche un reggimento di 'marines', che tanto per cambiare, dimostrarono d'essere una forza molto 'dura' in guerra. Attualmente la Marina turca ha una brigata anfibia da 4.500 effettivi, su tre battaglioni fanteria, uno d'artiglieria, uno blindait, varie compagnie e supporti. Per usarli al meglio in operazioni d'assalto, è in cantiere anche il progetto di una LPD da 12-15.000 tonnellate, con 600 uomini di capacità; non è noto chi vincerà al momento; vi sono 32 proposte tra cui una della Fincantieri, che per altro non è certo particolarmente nota nel settore (in pratica non battuto dai tempi delle LPD della Marina italiana); l'armamento è previsto in sistemi coem l'Mk-41 per gli ESSM; Phalanx o Goalkeeper o RAM completano l'armamento; è previsto anche un paio di navi LST per i carri armati, da prodursi di sicuro in ambito nazionale, tanto che tre navi di questo tipo, usabili anche come posamine, sono in servizio dopo che vennero prodotte negli anni '70: la Osman Ghazi e le due 'Sarucabey'; la prima è da 105 metri e 4.100 t, trasporta 15 carri e 800 uomini, oltre a quattro LCVP e un comando per le operazioni anfibie; ha anche una piattaforma per un paio di elicotteri a poppa; le navi di costruzione più recente saranno invece da 5.000 t e 160 metri, ma non per rimpiazzare le navi indigene, ma due navi americane classe 'Parish' degli anni '50. Poi sarà la volta di una nave MO-SHIP da 10-12.000 t, 125-140 m di lunghezza, capaci di usare anche minisottomarini; poi verrà anche sostituita la classe di navi C-107, ovvero degli LCU degli anni '60 da rimpiazzare con otto LCT da 600 t e 61-63 metri; non mancano le forze speciali nella Marina turca, tra cui quelle per la difesa subacquea (SAS Su Alti Savunma), attacco subacqueo (SAT, Su Alti Taarruz), antiterrorismo e protezione VIP; per loro vi sono anche nuovi pattugliatori leggeri o mezzi d'assalto; 16 pattugliatori sono in costruzione nel 2010-15 per 545 mln di euro, così da ottenere navi da 60 0t con cannone da 40 mm e due mtg da 12,7; esse sono in sostituzione dei 'Dogan' e 'Kartal', tedeschi degli anni '70-80 (produzione Lurssen). Nel 2013-14 saranno anche consegnate due navi ausiliarie (ARS) da 2.500 o più tonnellate e 75-85 metri; ma come le MOSHIP, sono solo per cantieri nazionali. In futuro sono anche previsti quattro OPV da 1.700 t, di disegno simile ai 'Sirio' della Fincantieri, e saranno in servizio dal 2011. Infine dei cacciamine non si sa molto: pe ora vi sono i 'Circé' francesi, comprati alla fine degli anni '90 e hanno avuto una revisione, tra cui la sostituzione dei vecchi PAP-104 con i Pluto Plus della Gaymarine italiana. Essi fanno parte anche del 2° Gruppo permamente NATO per la guerra di mine.
 
 
 
 
 
 
 
== Note ==