Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Aeronautica 3: differenze tra le versioni

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*Vita utile della cellula 5.000 ore; 50-60 ore tra i cicli di manutenzioni; capace di avvertire dell'approssimarsi dello stallo (con un margine di buoni 15 kmh); decollo in 800 metri su ostacolo di 15 metri (tipico albero o edificio), a peso massimo e senza flap(!), 500 metri a peso leggero; atterraggio in appena 450 m a peso minimo e con i flap; cellula capace di resistere, a pieno carico, a +7 g; salita ad almeno 15 m/sec e autonomia di tre ore e riserve dopo la salita a 3.000 metri; velocità minima di stallo 110-140 kmh; massima 700 kmh.
 
 
Notare che non c'era richiesta di armamento, ma Ermanno Bazzocchi, come tanti altri progettisti in circostanze analoghe, non mancò di prevederne l'uso se vi fosse stata la richiesta in futuro, e così modificò l'aereo in tal senso, fin dalla sede progettuale, ovvero diede quelle predisposizioni e robustezza sufficienti per eventuali richieste. Nemmeno la pressurizzazione era richiesta, ma lui la previde per il suo progetto, data l'utilità nel volo ad alta quota. Come vedremo, avere ecceduto le richieste dell'AMI risulterà molto vantaggioso.
 
Nel frattempo il progetto venne modificato via via, tra cui i piani di coda, che persero l'iniziale diedro positivo; nel mentre i due aerofreni alari divennero solo uno, in posizione ventrale. Il profilo alare aumentò lo spessore passò dal 12 al 13,7%, grazie alle prove della galleria del vento del Politecnico di Milano -per il volo a bassa velocità- e per il RAE di Farnborough -relativamente alle condizioni di stallo. L'AMI approvò nel '56 tale progetto e chiese due prototipi, gli MM.571 e 572, più una cellula per prove statiche a terra.
 
Il progetto divenne realtà presto e il 10 dicembre 1957 il prototipo eseguì il primo volo, dimostrandosi subito un aereo riuscito quanto a doti di volo (all'epoca i collaudi erano .. sbrigativi). Ma era anche 400 kg più pesante del preventivato, per via delle modifiche intercorse; notevolmente, però, a peso a vuoto era ancora più leggero di un vecchio Macchi MC.202. Il motore Viper Mk.8 era capace di 795 kgs, e non gli bastava per sviluppare appieno le doti del Macchi-Bazzocchi (MB) 326. Ma l'industria motoristica inglese aveva pronta la proposta alternativa, il Viper 9 da 862 kgs.
 
Con il motore un pò più potente, l'MB-326 I-MAKI venne portato in turnée, provato in Francia all'ONERA e al CEV di Brétigny per le prove sulle vibrazioni (flutter), e poi al Reparto Sperimentale di Pratica di Mare, intento anche a rivedere il ciclo addestrativo; dopo di questo, l'aereo venne mostrato all'estero; ma non ebbe fortuna, tanto che finirà i suoi giorni in Egitto, dove si schiantò al suolo. Seguì il secondo prototipo un anno dopo, il 22 settembre 1958. Stavolta il motore era davvero all'altezza della situazione, il R.R. Viper 11, da 1.134 kgs (2.500 lbs). Questo Macchi potenziato era certamente all'altezza della situazione e l'AMI lo ordinò con un contratto per 15 aerei di preserie, firmato il 15 dicembre del 1958.
 
Seguì un ordine per gli aerei di serie, ben 100, richiesti nel 1960. Essi erano, come gli altri che li avevano preceduti, del resto, del tutto disarmati. L'Aermacchi, già in competizione con la Fiat-Aeritalia ai tempi della II GM, si trovò di fronte gli epigoni del G.80, che come primo 'jet' italiano aveva volato cinque anni prima; pur essendo un velivolo valido e più potente, però, aveva una concezione più discutibile: gli ultimi modelli avevano addirittura il R.R. Nene, come molti caccia a reazione dell'epoca (ma senza le ali a freccia, per cui la velocità era inferiore); la Fiat perse contro il 'Macchino', che pure aveva circa la metà della potenza, e si rassegnò all'idea: producendo l'F-86K, oltretutto, si era 'mangiata' la possibilità di proporre un G.80 radarizzato (a mò di F-94 Starfire, grossomodo) come caccia notturno; alla fine si dedicò ai suoi G.91R/T e successivamente, a produrre l'F-104G. Il mercato degli addestratori rimase così in mano alla Macchi. Quanto alle 'matricole' degli MB-326, l'AMI applicò le seguenti:
MM.54166/87, 54188/225, 54238/249, 54266/291, 54298/300, 54372/382, and 54384/389.