Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Vietnam-3: differenze tra le versioni

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==='Ranch Hand'<ref>Gianvanni, Paolo: ''Ranch Hand'', RiD Maggio 2005 p.80-84</ref>===
La guerra chimica, nella Prima guerra mondiale, è ben nota per la sua terribile efficacia. Ma nella II GM i gas non vennero usati, per fortuna. O forse sì. Ma con una diversa prospettiva.
 
Nel Pacifico gli americani non ebbero vita facile. Ma non era solo per i Giapponesi, ma anche per un altro nemico, ben più difficile da eliminare e certo non con le pallottole. Erano gli insetti, non solo parassiti di per sé, ma anche vettori di malattie pericolose, come la malaria. Gli Americani, però, riuscirono a rispondere con un'arma segreta, capace di far fuori anche i temibili emitteri. La risposta era il famoso DDT. Esso venne irrorato a mezzo aereo, e anche dopo la fine della guerra vennero usati mezzi speciali da parte di un reparto USAAF, lo Special Aerial Spray flight o SASF, con i robusti C-47 Dakota, equipaggiato con sistema di irrorazione 'MC-1' o 'Hoursglass', il quale aveva un serbatoio interno da ben 3.785 litri (1.000 galloni), pompa centrifuga e valvole di controllo, tubi e sei ugelli, più lo scarico d'emergenza, perché il peso era eccessivo in caso di atterraggio forzato. In tutto vennero costruiti 100 sistemi, ma essi finirono essenzialmente a fare la ruggine nei depositi. Dopo otto anni, il presidente Ngo Dihn Diem, all'epoca al potere in Vietnam del Sud, chiese agli americani una missione particolare: distruggere i campi di riso nelle zone controllate dai Viet Cong; il consigliere del presidente americano, Walt W. Rostow, raccolse l'idea; lui era un fermo sostenitore dell'intervento in Vietnam, e per questo l'operazione partì presto: in fondo, non era diretta ad uccidere direttamente, ma a 'convincere' i civili a non supportare più i guerriglieri. Per farlo non sarebbe stato facile anche con carichi ingenti di napalm, essendo coltivazioni sull'acqua. Ma c'era ancora una risorsa: i diserbanti, che il 30 novembre 1961, il presidente Kennedy autorizzò.
 
I Britannici cominciarono a pensare alla distruzione della foresta che nascondeva i guerriglieri in Malaysia. Furono loro che iniziarono le operazioni con i diserbanti, ma la cosa non è molto nota rispetto alla già misteriora attività americana. Un conto è tenere conto delle bombe, crateri, fiamme, un conto è spargere un silenzioso e mortale agente chimico nell'aria.
 
Presto giunsero in Vietnam sei aerei C-123, modificati con l'MC-1 e tubi di scarico sul bordo d'uscita dell'ala. Tutto venne approntato nel dicembre 1961, e gli aerei arrivarono sulla Clark AFB, Filippine. Poi arrivarono in Vietnam, con una prima formazione di tre velivoli a Tan Son Nhut il 7 gennaio 1962, parte del 346th Troop Carrier Squadron. Si pensò di usare il massimo della segretezza dell'operazione, con aerei che presto vennero modificati con insegne vietnamite.
 
L'Operazione 'Ranch Hand' era pronta, con i suoi apparecchi dello Special Aerial Spray Flight, poi 12th Air Commando Squadron, per poi diventare il A Flight 310th Tactical Airlift Squadron. La chiamata radio era 'Cowboy'. Il primo volo venne fatto il 13 gennaio 1962, sulla Strada 15. Non era così facile: il volo doveva essere fatto a circa 45 metri (150 ft), a 240 kmh, quindi lento e basso: un bersaglio ideale. E così, il 2 febbraio 1962 un C-123 con tre persone a bordo cadde per ragioni sconosciute. Questo fu il primo aereo dell'USAF perso durante la guerra; successivamente si scassò un altro C-123, ma senza perdite umane. Volare bassi per assicurare una buona concentrazione del diserbante, con aerei carichi e sottopotenziati nel clima torrido del Vietnam, non era certo cosa facile. Nuove tattiche dovettero essere adottate, il comandante doveva pensare alla quota, la formazione (spesso erano più di uno), e azionare la pompa, il secondo pilota era pronto a prendere i comandi in caso di difficoltà. Per ridurre i rischi, i C-123 scendevano da 900 metri fino a 45 prima dell'azione vera a propria. In tutto si coprivano strisce di 73 metri di larghezza e lunghe 14 km.
 
Ma cosa lanciavano? Spesso si parla dell'Agent Orange, ma questo non ha a che fare né con il colore né con l'odore della sostanza; piuttosto, c'é da dire che non fu questo l'unico tipo: i tipi erano un pò come i personaggi delle 'Iene': Agent Blue, Green, Orange, Pink, Purple e altri per un totale di circa 10 modelli diversi. Il nome era dovuto alle strisce di colore nei bidoni per il riconoscimento, contenitori da 55 galloni, ovvero 208 litri. Essi imitavano gli ormoni delle piante e le disturbavano, provocandone la morte. La pmaggior parte era di tipo 2,4-D e 2,4,5-T. Ma quest'ultimo aveva anche un sottoprodotto della lavorazione, la temibile diossina. In tutto, il 58% del diserbante usato era l'Agent Orange, purtroppo ricco di diossina.
 
L'MC-1, prima capace di irrorare circa 1-1,5 galloni per acro, venne poi modificato per tre galloni, quello ideale secondo i tecnici dell'US Army. L'azione, inizialmente svolta da pochi aerei, formazioni di due o tre, spesso vennero affidate, nel prosieguo, a formazioni di un massimo di 10 velivoli. Dopo che il veleno veniva scaricato, l'effetto era evidente. Dopo quattro giorni cadevano le prime foglie della vegetazione, circa due settimane dopo le piante ingiallivano, e dopo due-quattro mesi le piante morivano. In effetti, non si trattava più di distruggere i raccolti: ora l'obiettivo era un altro. I Vietcong erano soliti nell'usare la ricca vegetazione vietnamita per nascondersi alla vista, e data la ricchezza di acqua, difficilmente essa prendeva fuoco. La soluzione: diserbare anche le foreste, una cosa davvero poco 'ecologica', in una guerra nella quale anche la vita umana non aveva significato se non come aridi numeri. L'aumento della visibilità orizzontale era di circa il 70%, e i VC non avevano più i vantaggi della foresta, si trovavano al contrario in un terreno ben visibile dall'alto. Era un vantaggio per proteggere le vie e le basi dall'attacco e movimento dei nemici. Tuttavia, vento e temperatura non aiutavano: se c'era un'elevato calore al suolo, l'aerosol non ci cadeva addosso, e saliva di quota, andando poi a depositarsi dove non era voluto, facendo danni, anche se meno pesanti. Tanto che nel marzo 1968 il Gen. Brownfield, capo dell'Esercito, ordinò di ridurre l'uso dei diserbanti, che nel fratempo erano anche usati da elicotteri (cosa meno nota dell'operazione, probabilmente con i soli CH-54 Tarhe); in pratica si voleva che si usassero solo con temperature al suolo di 85 gradi Farenheit, ovvero 29,4° C come limite d'uso, e solo se il vento era inferiore ai 10 nodi (18,5 kmh). Non solo, ma non si doveva trattare a meno di 2 km da piantagioni 'amiche'. Nonostante tutto, le richieste non facevano che aumentare; l'addestramento era svolto a Langley AFB, in Virginia e poi anche in un'altra base in Florida (forse sperimentavano anche i diserbanti? la vegetazione era simile, dopotutto). Ma la pianificazione era incredibilmente lenta: inizialmente si facevano passare tre mesi dalla richiesta all'esecuzione, poi ridotti a 'soli' 75 giorni.
 
Dato che i VC avevano armi sempre più potenti, dalla fine del '63 i C-123 sarebbero stati coperti da aerei d'attacco; il primo tentativo venne fatto con due C-123, scortati da ben quattro T-28 e altrettanti A-1. Nonostante tutto, uno degli aerei ebbe un motore colpito e dovette atterrare in emergenza, con oltre 40 proiettili incassati, per lo più da 12,7 mm. In seguito si perfezionarono molte cose: per esempio, combinando con i bombardamenti al napalm (un altro tipo di sostanza non esattamente 'ecologica' e salutare per chi la manovrava). I C-123 ebbero anche corazzature aggiuntive, che erano a quanto pare già presenti: il tecnico di bordo aveva una specie di 'scatola corazzata'; caschi speciali vennero adottati per l'equipaggio, perché si dava per scontato che vi fosse la necessità di proteggere il volto dalle schegge di plexiglass e vetro date dalle pallottole. I C-123, poi designati UC-123, continuavano ad aumentare: da 20 nel maggio del '64, a 244 nel maggio di due anni dopo. Un UC-123 venne perso, tra gli altri, il 20 giugno 1966, anche se l'equipaggio riuscì a salvarsi, e recuperati dai Marines con sei elicotteri e scorta di caccia. A Bien Hoa venne spostato il QG dell'operazione al dicembre del '66. Lì venne anche organizzato un impianto di supporto che poteva portare a rifornire gli aerei in appena 10 minuti, così che una coppia di UC-123 poteva volare anche sei missioni in tre ore, anche perché nel '66 l'MC-1 venne sostituito da un tipo diverso, modulare e più efficiente, per la distribuzione dell'erbicida. Ma per aiutare gli aerei nella loro missione, dovettero essere anche aggiunti motori ausiliari: dall'inizio del '68, dato che i motori restavano ancora quelli a pistoni (l'ideale erano le turboeliche, ma per un'intera generazione di plurimotori la soluzione possibile fu quella ibrida); quindi vennero aggiunti due turbogetti J85-GE-17 da 1.300 kgs, e anche per questo, ebbero ulteriori miglioramenti, tra cui corazze ancora più efficienti. Questo nuovo aereo era l'UC-123K, molto più sicuro anche nell'impiego in montagna. Nondimeno, il primo di essi cadde il 24 maggio 1968; mentre gli americani erano in disimpegno dopo il 1968, le 'Ranch Hand' erano in aumento, arrivando a 400 al mese nel '69, fatte da circa 30 aerei disponibili. Ma crescevano anche le polemiche. La fase declinante iniziò ben presto, nonostante le richieste delle truppe a terra, poco interessate ai danni all'ambiente rispetto ai rischi che correvano. Le ultime tre missioni vennero volate il 7 gennaio 1971.
 
In tutto 'Ranch Hand' aveva infestato di diserbanti circa 9.000 miglia quadrate di terreno, non solo in Vietnam, ma anche in Laos, per un totale di circa 19 milioni di galloni di sostanze (72 milioni di litri). In tutto, le perdite non furono poi così alte: cinque aerei, nonostante ogni sei missioni c'era un colpo a bordo. Non mancarono anche missioni di trasporto, almeno nella crisi del Tet, con qualcosa come circa 3.000 missioni. Tanto per dare un'idea di come la probabilità sia bizzarra, venne registrato solo un colpo a bordo (forse gli aerei non vennero usati assiduamente a Khe Shan?).
 
L'uso dei C-123 era l'unico possibile, dato che i C-130 erano esuberanti e forse non abbastanza agili per il compito, mentre i C-47 e Caribou non erano sufficienti. I C-123 erano l'equivalente -per l'epoca- dei G.222 ai quali somigliavano non poco.
 
L'uso dei diserbanti contro la vegetazione era stato efficace e apprezzato, mentre contro i raccolti ottenne forse l'effetto di spostare la simpatia dei contadini per la guerriglia, altro che conquistare i cuori e le menti.
 
Queste missioni non erano facili, in un certo senso erano audaci. Ma i loro risultati sono stati ben più gravi della distruzione dei raccolti. A tutt'oggi se ne subiscono le conseguenze, di quello che è una vera e propria guerra chimica, con molte vittime non solo vietnamite, dove l'acqua è in molte zone ancora contaminata dalla diossina, ma anche nel personale americano che ha manovrato milioni di litri di diserbante, che all'epoca era maneggiato con bidoni, quasi a mò di cherosene. Decisamente troppo imprudente anche per chi l'usava, ma all'epoca non ci si faceva molto caso.
 
Attualmente un UC-123K è ancora conservato a Wright-Patterson, nel locale museo dell'aviazione. Veterano della base di Bien Hoa, 'Patches' ha incassato qualcosa come oltre 1.000 pallottole. Un valoroso combattente, anche se di una guerra atroce.
 
== Note ==