Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Falklands: differenze tra le versioni

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Le isole Falklands vennero scoperte dagli inglesi nel 1592, esattamente 100 anni dopo la scoperta delle Americhe, ma tale era la difficoltà di esplorarle e poco il valore attribuito che l'esplorazione iniziò solo nel 1594. Nel 1690 finalmente ebbero il loro nome definitivo, o meglio quello che attualmente le distingue, in onore del tesoriere della Marina Cary Falkland. Nel 1764 vennero occupate, dopo ben 164 anni dalla scoperta, dal francese de Boungainville, che le chiamò le Isole Malouines per via del fatto che la sua spedizione proveniva da St. Malò. La situazione però venne presto messa in discussione, perché nel 1765 sbarcarono gli inglesi.
 
La Spagna trattò con la Francia per la cessione di queste isole nel 1767 mentre gli inglesi, nel 1774, ne lasciarono la proprietà alla Spagna, avendo abbastanza problemi all’orizzonte (la guerra d’indipendenza americana preoccupava molto di più). Nel frattempo l’Argentina divenne indipendente e nel 1823, come eredità della Spagna si appropriò delle Isole con un altro sbarco. Dopo 10 anni arrivarono gli inglesi e stavolta occuparono definitivamente le isole, anche se gli argentini continuarono a chiederne la restituzione per almeno due buone ragioni: erano l’eredità spagnola e facevano parte della piattaforma continentale sudamericana. Agli inglesi facevano comodo per la fiorente industria baleniera, che nell’arco di un secolo avrebbe massacrato i cetacei dei mari meridionali, e perché base idonea alle navi che si muovevano da o per Capo Horn, prima del Canale di Panama l’unico modo per passare da un oceano all’altro, visto che le Americhe sono un continente che ha la particolarià di estendersi da un Polo all’altro (anche per questo Colombo non poteva mancarle, pur ignorandone l’esistenza). La questione della sovranità sulle isole contese continuò per decenni e generazioni di diplomatici non riuscirono a risolverla totalmente: le Falknads, ragionavano gli inglesi, erano state scoperte da loro e siccome erano disabitate si poteva dire con ‘inventio rei nullibus’. La popolazione, per quanto scarsa, che le abitava era essenzialmente di origine inglese. Tra il 1965 e il 1976 vi furono relazioni molto più amichevoli tra i due Paesi, tra l’altro non sempre così ‘nemici’ in quanto la Gran Bretagna vendette all’Argentina materiali come i bombardieri CamberraCanberra, bombe da 454kg, missili Blowpipe e Tigercat, oltre ad un paio di cacciatorpediniere Type 42 e altrettanti elicotteri Lynx Mk.23.
[[File:01 defensa.jpg|350px|right|thumb|I soldati argentini della guarnigione]]
Ma dal 1976 iniziò la cosiddetta ‘dittatura dei generali’ e le relazioni si interruppero del tutto fino al 1979. Nel febbraio 1982 si provò ad iniziare la risoluzione del contenzioso all’ONU, ma il 18 marzo 1982 un gruppo di operai argentini issarono la bandiera nazionale nella Georgia del Sud, considerata parte dei possedimenti inglesi del Territorio Antartico Britannico. Il 2 aprile una forza di invasione di 20002.000 marines e fanti, portata da una flotta di navi comprendente mezzi da sbarco LVTP-7 e corvette A-69 (una delle quali fu danneggiata dal fuoco di reazione inglese, essendosi avvicinata molto a P.Stanley), sbarcò a Port Stanley. Gli inglesi avevano una piccola guarnigione e decisero di arrendersi presto, non potendo contare su nessun aiuto dalla madrepatria in tempi utili. Gli argentini avevano fatto la loro 'blitzkrieg' partendo da Rio Gallegos, e crebbero ben presto a 11.000 truppe. Stando tanto vicini alla madrepatria, essendo la Gran Bretagna fin troppo impegnata con la Guerra fredda in Europa ma anche con una pesante crisi economica e gli irredentisti dell’Irlanda del Nord, non sembrava che le forze argentine, supportabili da una cospicua aviazione, corressero rischi. Nondimeno, la loro forza aumentò considerevolmente per scoraggiare gli inglesi ad una reazione. Ma la Tatcher comprese che non si poteva lasciar perdere senza una inaccettabile perdita di prestigio per la Gran Bretagna e nei giorni successivi ordinò l’operazione Corporate, la riconquista delle Isole, che tra lo stupore generale sarebbe incominciata prima della fine di quello stesso mese.
[[Immagine:FAA Air Bases 1982.gif|350px|right|thumb|Il teatro d'operazioni, con la 'zona d'esclusione' dichiarata dalla Gran Bretagna]]
Il 10 aprile 200.000 argentini festeggiarono per le strade di Buenos Aires, quando appena pochi mesi prima facevano manifestazioni di massa per contestare il Gen. Gualteri. Il regime sembrava aver riconquistato la popolarità perduta, ma non aveva fatto i conti con la reazione inglese. In sede ONU si condannò l’invasione con un termine di 30 giorni entro cui le truppe argentine dovevano abbandonare le Falklands. In Gran Bretagna vi fu chi propose addirittura di provocare una esplosione nucleare a fini dimostrativi, nell’Atlantico meridionale, tanto per mostrare fermezza. Ma la cosa non ebbe seguito. Invece, senza aspettare nessuna scadenza, gli inglesi iniziarono a riempire le loro vecchie navi (tra cui alcune preziosissime, come le navi da sbarco classe Fearless, che avrebbero dovuto essere radiate a breve, mentre invece erano indispensabili per la riuscita dell’operazione) di ogni materiale utile e di truppe, e partirono da Porthsmouth dal 5 aprile, anche a costo di impoverire lo schieramento della Royal Navy contro il Patto di Varsavia, soprattutto in funzione ASW ovvero nella lotta contro i sottomarini sovietici. La Georgia del Sud venne riconquistata, con tanto della cattura del sottomarino Santa Fè, già il 28 aprile, mentre il 1 maggio arrivò il bombardamento con 12 Sea Harrier dell’aeroporto di Port Stanley, pieno di Pucarà e aerei leggeri. Gli argentini non rimasero inermi e lanciarono almeno 20 aerei contro le navi inglesi ma ne persero diversi. I Sea Harrier, che erano una macchina mai provata in combattimento reale, dimostrarono la loro superiorità nei combattimenti aerei contro i famosi Mirage. Il giorno dopo, esattamente un mese dopo la ‘reconquista’ delle isole, gli inglesi affondavano l’incrociatore Belgrano.
[[Immagine:Fearless-1982.jpg|380px|right|thumb|La Fearless, cervello dell'operazione anfibia, indenne da tutti i tentativi nemici di colpirla]]
Il 21 maggio gli inglesi sbarcarono a San Carlos, resistendo poi ai contrattacchi argentini, soprattutto con l’aviazione e l'artiglieria. Pochi giorni più tardi, il 26 maggio, gli inglesi vinsero clamorosamente la battaglia di Goose Green, combattendo con forze ridotte (450 paracadutisti e alcuni marines) contro 1.500 argentini, poi rinforzati con elicotteri, e ben provvisti di mortai da 120 mm (le cui granate tuttavia tendevano a non esplodere o a esplodere con troppo ritardo nel terreno fangoso, non essendo dotate di spoletta di prossimità o altimetrica), obici da 105mm105 mm OTO, cannoni da 20 mm (6 binati) e 35 (due), e dell’appoggio aereo di Pucarà e Skyhawk, tre dei quali a quanto risulta abbattuti dagli inglesi. Gli inglesi ebbero solo l’appoggio del cannone (ad un certo punto inceppatosi) della Arrow, una fregata inglese, e tre missioni degli Harrier. Furono molto bravi, però, a sopraffare i bunker argentini in cui le loro forze, troppo statiche ebbero la peggio, anche grazie all’impiego dei missili MILAN. Alla fine gli argentini ebbero 200 o più morti contro 16 inglesi, nonostante l’inferiorità dell’attaccante. A quanto pare i militari di leva argentini, mal guidati e motivati, non seppero resistere nonostante la loro netta superiorità in termini di potenza di fuoco e conoscenza del terreno, cosa che d’altro canto si è verificata in molte occasioni nella Storia (basti pensare alle guerre arabo-israeliane o all’invasione tedesca dell’URSS o della Francia, o anche la Battaglia di Roma).
 
[[Immagine:IAI Dagger.jpg|300px|right|thumb|Uno dei Dagger forniti da Israele]]
Il 14 giugno un bombardamento con bombe a guida laser venne interrotto, su Port Stanley, giusto in tempo: gli argentini si stavano arrendendo. La campagna era finita con un minimo coinvolgimento, una volta tanto, della popolazione civile. Gli argentini persero oltre 700 militari uccisi e migliaia di feriti e prigionieri. Gli inglesi persero oltre 200 soldati morti. Le perdite materiali erano state di elevato livello: gli argentini persero praticamente tutta l’aviazione basata sulle isole, ovvero circa 25 Pucarà, 5 MB.339 e altri apparecchi, oltre 20 A-4, oltre 10 Mirage e Dagger, e altro ancora per un totale di circa 100 aerei, mentre gli inglesi ne persero una trentina. Gli argentini persero l’incrociatore ''Belgrano'', la nave da trasporto ''Rio Carcaranha'', e la ''Isla de los Estados'', oltre al ''Santa Fè''. Gli inglesi ebbero perdite più salate, perdendo 2 fregate, 2 cacciatorpediniere, 2 navi da sbarco e la perdita peggiore, che era solo una nave portacontainer modificata, la Atlantic Conveyor con 10 elicotteri a bordo. Numerose altre navi vennero danneggiate. Nell’insieme la guerra fu relativamente incruenta, ma portò enormi insegnamenti per tutti: la pericolosità dei missili come gli Exocet antinave, la necessità di sistemi CIWS per le navi, la pericolosità degli attacchi aerei a volo radente, l’inaffidabilità delle bombe sganciate a bassissima quota, l’efficacia di missili aria-aria di nuova generazione, e la scarsa efficacia e-o affidabilità di quelli superficie-aria. Gli argentini persero tra l’altro contro gli inglesi pur usando molte delle stesse armi come i missilmissili Blowpipe SAM, e i fucili FAL che erano, nel caso argentino, con sistema di tiro anche automatico invece che solo semiautomatico come nel caso inglese. E malgrado tutto, i paracadutisti e marines, usati come fanteria leggera, vinsero.
 
[[Immagine:SUEreabasteciendo1.jpg|300px|right|thumb|L' 'Arma segreta argentina, il Super Etendard, fu scarsamente utilizzato per mancanza di sufficienti missili Exocet]]
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In seguito, non certo casualmente e nonostante la dittatura di Pinochet, il Cile beneficiò di molte navi ex-R.N. In pratica, quasi tutte le navi inglesi che parteciparono finirono entro pochi anni ad altre marine di seconda mano. La Royal Navy venne però rinforzata da forniture di navi migliorate, anche grazie all’esperienza accumulata, e trovò conferma sia la micidialità degli SSN in oceano aperto, che l’importanza di portaerei, anche piccole. I primi interdirono il mare agli argentini, le seconde però furono fondamentali per coprire la spedizione inglese. Le perdite di aerei argentini furono circa 20 contro i Sea Harrier, contro gli 11 abbattuti dai SAM navali inglesi, ma soprattutto gli argentini furono costretti a usare molta prudenza mentre gli inglesi poterono godere di una relativa superiorità aerea.
 
Negli anni successivi anche l’Argentina si potenziò, con 4 sottomarini TR-1700 in ordine, con 4 fregate missilistiche MEKO 360 e 6 MekoMEKO 140, ma soprattutto con una intera squadriglia di Super Etendard. I 5 disponibili affondarono con appena 5 missili , 2 navi inglesi, un sesto Exocet venne lanciato da una rampa terrestre derivata da una navale e mise KO il cacciatorpediniere Glamorgan. La forza dei Super Etendard, che i francesi, relativamente filo-argentini, continuarono a fornire, raggiunse i 14 esemplari complessivi con decine di missili Exocet, e questo appena entro il 1983: avessero avuto gli argentini una tale forza appena un anno e mezzo prima, gli inglesi avrebbero potuto agevolmente perdere la guerra, anche se usando gli stessi missili (in un modello meno avanzato) avrebbero dovuto conoscerne i segreti e i punti deboli. Del resto anche gli Argentini conoscevano bene i limiti dei missili Sea Dart e dei relativi radar di scoperta aerea, ed impararono ad evitarli nel volo a bassa quota.
 
===La fine del Belgrano<ref>Dall'omonima voce di Wikipedia.it</ref>===
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Dovendo combattere un conflitto di grandi proporzioni, i britannici portarono alle Falklands cinque batterie di cannoni leggeri da 105 mm, più i 114 mm navali; queste armi controbilanciavano altrettante batterie argentine, sempre da 105 mm, ma si trattava dei leggeri obici M56 da 105 mm someggiabili, veri e propri best-seller degli anni '60-70 (anche perché, per ragioni onestamente difficili da comprendere, non esistevano altre artiglierie someggiabili, giusto come oggi non vi sono concorrenti nel settore del 76 mm navale). Ironicamente, queste armi erano appena state radiate dai britannici, sostituite con i cannoni leggeri (Light Gun) della Royal Ordnance Factory (ROF). Questi cannoni-obici concezione nazionale, pur possedendo una portata di circa 17 km anziché 10,6, erano sensibilmente più pesanti (1.860 vs 1.300 kg) e forse nella circostanza non fu un grande affare. Inoltre le granate erano più veloci e tendevano a cascare con angoli meno elevati, cosa non positiva per i danni su bersagli trincerati. Sta di fatto che, sebbene non someggiabili (scomponibili per il carico da parte di muli) come gli altri, più pesanti e grossi, questi pezzi ne sono stati poi i degni successori, per lo più usati a traino meccanico, ma trasportabili facilmente anche con elicotteri come i Puma e i Sea King (uno), i Chinook (tre), i Wessex (ma solo in due viaggi, con l'arma scomposta in altrettanti carichi).
 
Oltre all'artiglieria, l'appoggio di fuoco era anche demandato alla fanteria. Ogni commando di fanteria di marina e battaglione parà aveva una compagnia di sei mortai L16A1 da 81 mm, armi da 37,5 kg, gittata min-max di 180-5.650 metri per proiettili da 4,47 kg HE, WP, nebbiogeni e illuminanti. Anche questi dovettero essere spesso trasportati a forza di braccia, suddivisi in tre carichi (piastra, affusto e canna) più le munizioni e tanto sforzo anche per preparepreparare le posizioni di tiro, pure queste leggere armi tendevano ad affondare sotto la superficie. Per questo venne inventato un dispositivo, il 'Sacco di Raschen', ovvero un semplice sacco di terra posto sotto la piastra per ridurre l'affondamento con il rinculo. Parte delle artiglierie leggere britanniche è rimasta anche dopo la guerra, ma non sono stati impiegati pezzi di calibro maggiore come l'FH-70, troppo difficili da muovere e da rifornire in quell'ambiente estremo.
 
C'era anche una batteria CITEFA da 155 mm, Mod 77, trasportata con i C-130 ma relegati alla difesa del capoluogo, specie in ambito costiero. Pesavano troppo (8 t) per essere trasportate in altre zone delle isole. Non mancavano mortai da 120 mm, armi potenti (granate da circa 15 kg), ma più pesanti da muovere. Poco male, visto che gli Argentini erano schierati a difesa.
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===Blindati===
[[File:Alvis_Scorpion_Light_Tank.jpg|350px|right|thumb|Lo Scorpion, il più famoso, anche se non il più evoluto, della famiglia dei piccoli blindati Alvis]]
Mentre gli argentini furono costretti a restare a Port Stanley con le loro piccole blindo AML-90, praticamente bloccate dal terreno fangoso, mentre i LVTP-7 usati per lo sbarco vennero rimandati subito sul territorio nazionale, gli Inglesi sbarcarono sulle isole con un piccolo reparto di Scorpion/Scimitar. Si trattava di elementi del Reggimento esplorante 'Blues and Royals', normalmente a Windsor, che fornì due sezioni con gli Scorpion (cannone da 76) e gli Scimitar (cannone da 30 mm) nonché i Samson da recupero. Ogni sezione comprendeva due Scorpion, due Scimitar e un Samson. Entro 24 ore dalla richiesta del governo erano pronti i dieci corazzati, imbarcati sulla ELK, mentre gli equipaggio andarono sul CamberraCanberra, entrambe navi civili requisite. Passarono ali ordini della 3a Brigata Commando e si addestrarono su Ascensione, anche al guado anfibio, che normalmente è di 1,067 m, ma diventano mezzi galleggianti con il telone eretto.
 
L'armata navale venne divisa in un gruppo portaerei e uno anfibio (inclusa la 3a Brigata Commando), più un'altra forza logistica nelle retrovie.
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Il 21 maggio vennero sbarcati i reparti britannici su S.Carlos, tra cui il Commando 40, il 2° Btg del Reggimento parà, il Commando 45 ad Ajax Bay, e il 3° Btg del Rgt Parà a Port San Carlos. Ma le rocce impedirono lo sbarco degli Scorpion e i mezzi dovettero essere portati a terra su di una spiaggia alternativa. Inizialmente questi mezzi vennero posti a terra e interrati per concorrere alla difesa da eventuali contrattacchi.
 
Una volta sbarcati, i blindati usarono le loro armi (elevabili tra -10 e +35°) per sparare anche agli aerei argentini. Malgrado le torrette non fossero nominalmente adatte per questo scopo, esse erano meglio di niente: le 7,62 e i cannoni da 30 degli Scimitar (chiaramente non i 76 mm degli Scorpion). Uno Scimitar riuscì a colpire, a quanto affermaròaffermò l'equipaggio, un A-4 da circa 1.000 metri. Consolidati gli sbarchi, i veicoli cingolati vennero usati per il loro compito di esplorazione e supporto, aiutati dall'unico CH-47C che poteva portarli al gancio baricentrico (ma l'affondamento della Conveyor, con gli altri tre elicotteri, fu un grave colpo per le operazioni inglesi).
 
Il 27 maggio le operazioni stavano procedendo e il 45° Commando iniziò a muovere verso P. Stanley da Nord, mentre il 3° Battaglione passaòpassò per Teal Inlet, supportati dai cingolati del 3° e 4° Plotone. La battaglia di Goose Green venne fatta dal 2° Battaglione senza l'appoggio dei blindati, perché si pensava che essi non potevano procedere su quel terreno. Anche a Nord c'era un terreno particolarmente difficile, acquitrinoso, che rendeva persino i potenti e leggeri Scorpion inadatti ad un rapido movimento, finendo spesso impantanati. Dalla loro avevano un cavo di traino di 40 mm di spessore, lungo 13,7 mm, in acciaio. Era attaccato ad un verricello che venne sfruttato ampiamente. La tecnica era di ingranare la marcia indietro per il veicolo trainatore, mentre quello impantanato imballava il motore, cercando di uscire dal fango senza spaccare la trasmissione. Ci volle da aspettare quasi la fine di maggio per completare un movimento che sarebbe stato senz'altro più rapido con veri mezzi da neve, come i BV 206.
 
Il 1 giugno unità della 5a Brigata sbarcarono a S.Carlos, cosa completata entro il 3 del mese, senza perdite e per tutta la grande formazione di fanteria. I reparti di cingolati operanti a Nord vennero dati in forza alla 5a Brigata a Fitzroy, e dovettero fare il trasloco con i propri cingoli. Ma ci riuscirono in sei ore anziché i due giorni previsti. Erano in zona quando attaccarono gli A-4 e colpirono le navi da sbarco, ma il loro fuoco non riuscì ad impedirne la messa fuori uso e gravi perdite per il 1° btg delle Guardie gallesi, che poi vennero soccorsi dai cingolati che si adattarono ad ambulanze di fortuna. In questo compito, però, i migliori erano gli elicotteri e in particolare i piccoli Scout, operanti con due barelle, si dimostrarono molto utili per queste missioni di seconda linea, ma pur sempre importanti.
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Il 6 giugno due Sea Dart vennero tirati contro i Learjet del 2° Gruppo, uno dei quali abbattuto da un ordigno a 12.000 m di quota, ma il sistema non si dimostrò capace di affrontare due bersagli alla volta.
 
L'8 giugno non vi fu risultato per i SAM della Plymouth contro gli aerei del 6° Gruppo, durante la tragedia di Bluff Cove. L'ultima azione del 13 giugno vide l'abbattimento di un CamberraCanberra a 12.000 m, che stava bombardando Mount Kent quando venne tirato giù da un Sea Dart dell'Exeter, che abbatté almeno 4 dei 5 bersagli distrutti dai Sea Dart (a parte l'elicottero Gazelle colpito per errore).
[[Immagine:HMS_Cardiff_Sea_Dart_Launcher.JPG|310px|left|thumb|Il lanciamissili del Cardiff, un pò 'maltrattato' dalle vampate dei Sea Dart]]
In tutto i SAM navali ebbero accreditate 11 vittorie, anche se la rivendicazione è difficile da comprovare. Al Sea Dart vennero dati 8 successi, poi ridotti a 5 più il Gazelle colpito per errore. Al Sea Wolf ne vennero dati 5, poi ridotti a 3 più uno probabile. Quando funzionò bene dimostrò un'eccezionale validità, ma spesso il freddo e forse anche altre ragioni causavano malfunzionamenti al computer di tiro e questo accadde spesso proprio durante gli attacchi argentini: se la Brilliant non avesse avuto problemi, non sarebbe stato impossibile annientare anche la seconda ondata di Skyhawk e con questo, mettere in forse la possibilità di continuare il contrasto delle navi inglesi. Tre aerei persi contro un caccia KO era accettabile, sei contro nessun risultato sarebbe stato un disastro, anche psicologico, per gli argentini. Gli improvvisi sganciamenti del sistema, a cui pare sia stato posto rimedio nel dopoguerra (come monito per eventuali altre 'iniziative' argentine) costarono molto caro alla RN, e solo per caso non costarono anche di più, dato che entrambe le Type 22 vennero graziate da bombe che gli rimbalzarono letteralmente addosso.
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Il Seacat era troppo lento per inseguire i jet ad alte prestazioni, ma usato in massa, ottenne qualche successo e sopratutto contribuì a 'distrarre' i piloti durante la 'bomb run'. Il Sea Slug tirò in un'unica occasione, ma mancò il bersaglio.
 
Il Sea Dart non è stato il più numeroso e forse nemmeno il più efficace SAM britannico, ma non c'é dubbio che è stato il più importante data la sua capacità di difesa d'area. Esso è stato usato durante la guerra delle Falkands nel 1982 ed è stato accreditato inizialmente di 8 bersagli colpiti, incluso un Gazelle abbattuto per errore. Tra le vittorie quella contro un Learjet 35A da ricognizione, a 12.000 m, un CamberraCanberra alla stessa quota, un Puma dell'esercito argentino, abbattuto a sorpresa dall'HMS Coventry che si avvicinò a Pt. Stanley, e due Skyhawks. Queste sono le vittorie poi confermate, più il Gazelle. Peraltro pare che uno dei due A-4 fu abbattuto da una cannonata da 114 mm dell'HMS Avenger, che già in quello stesso giorno, il 30 maggio, riuscì nell'impresa di abbattere un Exocet. Altre vittorie potrebbero essere state ottenute contro gli A-4, in particolare il 9 maggio, quando sempre l'HMS Coventry sparò tre ordigni, ma questi erano diretti contro i Learjet dell' Esc Fenix, due dei quali vennero mancati di poco. Il comandante Hart-Dyke dichiarò invece due A-4 del Grupo 4, ma questi due apparecchi, dei quali si sa anche il nome dei piloti (Casco e Farias) e il numero (C-303 e 313), andarono perduti per il maltempo a bassa quota vicino Jason Island, e non avevano nulla a che fare con i Learjet, perché gli A-4 normalmente volano a quote molto basse. Solo in seguito venne fuori l'idea di tendergli una trappola missilistica, portando in avanti un cacciatorpediniere Type 42 e una fregata Type 22 come 'guardiaspalle'. Avrebbero dovuto sorprendere gli aerei argentini quando questi erano in quota, dove si consumava meno, ma si mostravano come facili bersagli. Tuttavia questa tattica portò alla perdita del Coventry (25 maggio) e al danneggiamento (il 12) del Glasgow, mentre le due Type 22 vennero 'graziate' da bombe che giunsero a bordo ma non esplosero.
 
In tutto vennero tirati almeno 24 Sea Dart. Sebbene ne siano stati prodotti oltre 2.000, pare che per l'occasione vi furono anche problemi nell'equipaggiare le navi britanniche con un numero sufficiente di ordigni, sebbene il 'pieno' per la portaerei e i sei caccia (il 'Type 82' e i 5 'Type 42') necessitasse solo di 162 armi. Cinque missili vennero usati contro bersagli in quota oppure elicotteri, e quattro centrarono il bersaglio, ben l'80% di centri. Ma contro aerei a bassa quota vi sono solo due (o una) vittorie sugli altri 19 lanci. Peggio che mai, il Sea Dart in molte circostanze nemmeno funzionò e non si poté usarlo: il Coventry, prima di essere colpito, ne lanciò uno, ma solo per 'spaventare' gli A-4, perché il clutter della costa non consentiva di vederli negli schermi radar. Evidentemente la furtività non è questione di altissima tecnologia, se basta strisciare pancia a terra per rendersi invisibili a radar che altrimenti potrebbero avvistarti anche a 200-300 km. Si cercò di usare i radar illuminatori per avvistare gli aerei, perché essi sono dotati di un fascio più stretto e con una minore lunghezza d'onda. Tuttavia non ci si riuscì perché il fascio era per l'appunto, molto stretto, concepito per tenere sotto controllo un bersaglio designato dal radar principale, e non per cercarlo di propria iniziativa: la precisione e la grandezza del campo visivo non andavano d'accordo. Il Type 965 era un radar drammaticamente inadeguato (anche senza l'uso delle ECM), soffriva di multi-path e del clutter del mare e della costa. Il Type 1022 dell'HMS Exeter, però, era di nuova tecnologia e si dimostrò ben superiore. Non è un caso che proprio questo caccia ebbe i maggiori successi, anche contro aerei a volo radente.
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Il 27 maggio ebbe luogo anche l'intervento dei Rapier Blindfire della 63a Squadriglia RAF e poi vennero fatti altri spostamenti, per coprire la 5a Brigata e l'8 giugno arrivarono anche a Fitzroy. La batteria T ebbe, secondo il ministero della difesa britannico, 14 vittorie e sei probabili, abbattimenti che dovevano essere confermati da un'altra unità di fuoco che li vedesse cadere.
 
Il primo impiego venne fatto il 24 maggio, quando venne abbattuto un paio di A-4 diretti verso il transatlantico CamberraCanberra. Il missile colpì il primo aereo che coinvolse il gregario nell'esplosione. L'efficienza dei Rapier rimase, malgrado tutto, del 95%, anche se i radar navali erano una fonte di forte disturbo e talvolta gli aerei argentini volavano così basse che talvolta era necessario annullare il lancio, e almeno una nave venne colpita all'alberatura da un Rapier.
 
Gli Argentini ebbero modo di usare numerosi Blowpipe, ma non pare che alcuno dei SA-7 trovati venne impiegato; i Tigercat non ebbero successi nonostante il numero di armi lanciate fosse discreto, mentre i Roland 2, presenti con un solo tipo leggero, su rimorchio, spostato ogni tanto sui lati del campo d'aviazione e senza mai essere messo fuori uso dagli attacchi, tanto che venne catturato e portato in UK per essere esaminato. La Euromissile dichiarò 4 vittorie e un aereo probabile, dichiarando che il sistema ebbe modo di far cessare gli attacchi a P. Stanley, ma il Mod Britannico ne ha riconosciuta una sola. I sistemi di controllo del tiro vennero tattaccatiattaccati talvolta da missili shrikeShrike, come il TPS-43 danneggiato e catturato dai britannici. A quanto pare (Armi da guerra n.8) l’antenna venne abbattuta da un missile inglese, ma il sistema continuò a funzionare ugualmente (evidentemente con l’antenna bloccata). I cannoni a.a. da 20 e 35 mm avevano i radar Fledermaus o Skyguard e almeno uno di essi venne messo KO da un missile Shrike.