Caccia tattici in azione/Cina: differenze tra le versioni
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Alla fine di gennaio del '42 l'AVG aveva avuto come rinforzo uno squadrone di I-153 cinesi, ma in pratica essi non vennero usati nel ruolo di difesa aerea, quanto quello di comunicazioni e -a maggio- attacco al suolo.
A capodanno del '42 successero molte cose. Alle Nazioni Unite venne siglata una dichiarazione che impegnatava a non fare pace separatamente con l'Asse, ma a combatterlo con tutte le forze disponibili; nello stesso giorno le forze di terra cinesi passarono il confine entrando a Burma per aiutare i britannici, mentre il 1st AVG Sqn fece giungere in zona 5 aerei onde rinforzare il già presente 2nd AVG Sqn. Il rischieramento venne completato il 14
Il 3 gennaio già 3 aerei del 2nd AVG Sqn mitragliarono Raheng, in Thailandia, sorprendendo i Ki-27 del 77th Sentai in atterraggio dopo un raid di poco precedente. I 3 P-40 dichiararono 3 aerei abbattuti, tra chi uno da parte di David Hill, e altri 4 distrutti al suolo. Tra le vittime avevano dichiarato uno Zero, quando in realtà si scontrarono con i Ki-27 dell'Esercito.. Uno dei P-40 venne attaccato da un Ki-27 in coda, che poi venne dichiarato abbattuto da un altro P-40 e non capì di essere stato sotto attacco fino a che non gli venne mostrata coda del suo aereo, colpita da 22 proiettili da 7,7 del giapponese, i cui colpi tuttavia fecero ben pochi danni. I Giapponesi dichiararono una vittoria e una probabile, mentre ebbero un caccia abbattuto e a terra, uno distrutto, uno gravemente danneggiato e uno leggermente colpito. Dunque 3+4 aerei per gli americani, 1+1 aerei per i giapponesi, che rivendicarono una vittoria non avvenuta.
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L'8
Il 9 gennaio altra offensiva, congiuntamente con la RAF: 4 P-40 e 6 Buffalo contro Raheng, dove vennero mitragliati aerei tra cui pare vi fossero anche dei Buffalo catturati ai Thailandesi. Rispetto alle solite dichiarazioni, la realtà pare sia stata di un solo aereo distrutto, secondo i giapponesi, e un altro danneggiato gravemente.
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IL 31 gennaio 1942 tre P-40 andarono a mitragliare le truppe che invadevano Burma, ma uno di essi, (T.J.Cole), si schiantò al suolo durante l'azione.
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6 febbraio, attacco su Mingaladon, 4 Ki-21, seguiti da altri 6 e poi 15 Ki-30 colpirono con 80 bombe l'aeroporto ma con pochi danni, subendo la perdita di un Ki-30 contro le due vittorie rivendicate dall'AVG; poi arrivarono 25 Ki-27 del 50 e 77imo Sentai, attaccati da sei Hurricane e i P-40 del 1st AVG Sqn. In tutto dieci vittorie dichiarate, di cui 7 dall'AVG, con alcuni aerei danneggiati. I giapponesi dichiararono 5 vittorie sicure e subirono una perdita più un altro aereo danneggiato e costretto all'atterraggio d'emergenza, tutti e due del 77imo. Quello stesso pomeriggio un P-40 appena riparato, pilotato da Sandell, decollò per un volo di prova. Era l'aereo danneggiato dall'impatto con Yamamoto la settimana prima, la cui coda venne danneggiata e sostituita. Stava testando proprio questa coda nuova con manovre acrobatiche, quando questa si staccò provando la caduta del P-40 e uccidendo Sandell. Così ad una settimana di distanza Yamamoto ebbe la sua vittima, più una coda aggiuntiva innestata nel frattempo.
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Il giorno dopo, come misera consolazione, un Ki-43 e 4 Ki-27 mitragliarono Loiwing, danneggiando 5 P-40. Il 10 aprile i Ki-43, oramai sempre più numerosi, attaccarono ancora la base sede all'epoca degli squadroni AVG No.2 e 3st. 11 caccia vennero preparati, ma le operazioni notturne causarono danni a tre di loro durante i movimenti a terra, così solo 8 decollarono alle 3.45, e di questi altri 3 ebbero problemi ai motori e dovettero tornare indietro. Alla fine solo 5 Ki-43 mitragliarono l'aeroporto, trovando 23 P-40. Peccato per i Giapponesi che all'epoca i Ki-43 fossero per lo più ancora del tipo I, con due sole mitragliatrici leggere anziché due pesanti o anche una di ciascun tipo, e peccato che oltretutto solo meno della metà del totale pianificato effettivamente fosse arrivato sull'obiettivo, cosa che avvenne alle 6.10. Nondimeno, i Giapponesi dichiararono ben 15 aerei distrutti. In realtà le armi leggere degli aerei giapponesi non fecero molti danni, colpendo -ma non distruggendo- solo 7 P-40 e 3 Hurricane: un'occasione persa per spazzare via praticamente tutta la caccia Alleata del settore. Il pomeriggio 7 P-40 andarono in volo e pattugliarono per 90 min a 7.600 m, come anche 4 Hurricane del No.17 Sqn. Battaglia aerea successiva, i P-40 dichiararono 3 vittorie, gli Hurricane altre 2, i Ki-43, ingaggiati a più riprese, ulteriori due. I due caccia dichiarati dalla formazione giapponese, diretta dall'asso Kato, erano definiti come P-40, ma in realtà erano Hurricane, due dei quali infatti vennero abbattuti, uno dei quali anche mitragliato al suolo dopo l'atterraggio d'emergenza (erano i caccia BH121 e BG824). La battaglia dimostrò come a corta distanza, anche aerei robusti come quelli anglo-americani potevano subire danni gravi da parte dei poco armati caccia giapponesi, e che non sempre questi ultimi a loro volta erano automaticamente finiti quando capitavano sotto il fuoco nemico, pur avendo struttura leggera e niente corazzature.
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Il 28 aprile, per il compleanno dell'Imperatore, Chennault temeva che i Giapponesi preparassero un grosso attacco e così fu, con 24 Ki-21 e 20 Ki-43; ma proprio per questo trovarono anche i P-40 pronti in aria a respingerli. Ovviamente, seguì un lungo elenco di aerei giapponesi Modello 0 abbattuti, ben 15 e uno probabile, + altri due danneggiati. Chi lo sa, forse tutti picchiarono e colpirono contro lo stesso paio di caccia, perché solo due Ki-43 risultano persi quel giorno, uno dei piloti, tale Hirano, tornò alla base sei giorni dopo, a piedi. Disse che era entrato in collisione con un P-40, ma l'unico caccia americano perso quel giorno lo fu per avere finito il carburante. Inutile considerare che l'AVG non perse occasione per gonfiare il totale dei successi, che in questo caso avrebbero dovuto ammontare ai 3/4 dei Ki-43 (ovviamente scambiati per Zero).
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