Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Aeronautica 24: differenze tra le versioni

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Ecco la storia dello Stormo nei suoi primi 50 anni di vita. Infatti il 51° nacque già il 1° Ottobre 1939 a Roma-Ciampino Sud e allora i suoi caccia erano i CR.32 e il G.50. Con questi aerei vennero equipaggiati il 20° Gruppo (ex-52° Stormo) e un nuovo gruppo da caccia, il 21°. Qui va spiegata anche la genesi del simbolo, quello di un gatto che ammazza dei topi verdi. I topi, anzi i sorci verdi erano il simbolo all'epoca dei veloci bombardieri S.79, che nelle esercitazioni aeree dell'epoca erano risultati imprendibili (come una del 1937) ai caccia CR.32. Con i meno agili ma più veloci (grossomodo quanto i Bf-109B tedeschi) G.50, era stato possibile fare uno sgarbo ai bombardieri Savoia, intercettandoli data la loro velocità maggiore di alcune decine di kmh. Da qui l'effige del gatto che mangia i sorci verdi.
 
Le squadriglie dello Stormo erano 6: le 351-56, e tra gli aerei da caccia, prevalentemente i gloriosi CR.32 che avevano fatto faville sia come macchine acrobatiche che come caccia da combattimento in Spagna, si potevano trovare anche i 'simil-caccia' Ro.41, che oggi diciamo sarebbero qualcosa tipo i T-38 Talon, ma con una velocità di circa 320 kmh. Servivano come macchine tuttofare per le esigenze dei Gruppi da caccia. All'epoca i caccia 'normali' facevano parte della forza di Caccia Terrestre, per distinguerla da quella Marittima (nonostante non vi fosse nessuna portaerei in Italia) che esisteva in piccolo numero. Dopo che il 51° Stormo C.T. si addestrò a sufficienza, venne messo in posizione quadro allorché la Regia Aeronautica organizzò la discutibile missione in Belgio. Il 21° venne consegnato al 52° Stormo, mentre il 20° combatté dal Belgio, senza molta fortuna. Dopo un anno, capodanno del '42, venne ricostituito il 51° Stormo con il 20° che rientrò dal Belgio e il 155° Gruppo di nuova costituzione (le 'Pantere Nere' che poi avrebbero finito per essere l'unità SEAD con i Tornado ECR). Dopo che i G.50 erano diventati del tutto superati per uno Stormo di prima linea, nel maggio del '42 venne completata la transizione sul ben più attuale Maggio 1942. Poi piloti e aerei si diressero a Gela, da cui decollarono per missioni su Malta e Tunisia. La prima campagna era offensiva, la seconda era oramai in difesa dalla marea montante anglo-americana. In questo ciclo operativo il 51° volò 6.000 ore in 1.100 missioni (chiaramente non sono sortite individuali: i Macchi non volavano certo per 6 ore consecutive). In 109 combattimenti aerei vennero dichiarati abbattuti 106 aerei certi e 53 probabili. Nel frattempo il 21° Gruppo, unità 'ex-51°', con il 52° Stormo operò in Albania e poi andò in Russia per una missione militare ancora più sfortunata, se così si può definire la volontà di mandare oltre 200.000 uomini a combattere contro l'URSS, quando l'Italia non riusciva nemmeno a contenere i Britannici giocando 'in casa'. Quanto al 51° Stormo, ritornò dal ciclo operativo siciliano e dopo essere stato ricostituito, cominciò ad operare nuovamente nel marzo 1943, stavolta a difesa di Napoli e Roma. Evidentemente le cose stavano volgendo al peggio: dalle missioni all'estero alla difesa della capitale, oramai in pericolo immediato. Questa fase durò poco e il 21 marzo venne ritirato da questo tipo di operazioni. Ma non passò gli ultimi mesi della Regia Aeronautica nell'inattività: lo mandarono a difendere la Sardegna, assieme ad alcuni nuovi caccia C.205. Durante la battaglia del 2 Agostoagosto, una delle tante dell'estate di quell'anno, dichiarò l'abbattimento di 11-12 P-38 Lighting e la distruzione di un Catalina, contro la perdita di un Macchi 202. 'Dichiarò', perché nonostante il solo Maresciallo Tarantola reclamasse 2 P-38 e il mitragliamento del Catalina (che era in acqua a salvare l'equipaggio di un Beaufighter abbattuto), gli Americani, che inviarono 12 aerei P-38 del 14° FG (quanti ne dichiararono gli Italiani..) come scorta all'idrovolante di soccorso, non ammisero nessuna perdita e di contro dichiararono 3-4 aerei tra Bf-109 e MC.202 abbattuti. Tarantola considerò quella battaglia come 'il suo giorno da leone', ma se si pensa che delle sue due vittorie non si è trovato riscontro -anche se contribuì ad affondare il Catalina- e che di contro il pilota ucciso con il Macchi 202 era il Maresciallo Bianchi, suo grande amico, non si può certo dire che sia stata una 'gran giornata'. Del resto, se 11-12 P-38 fossero stati abbattuti, gli Americani non avrebbero certo mancato di annotare la perdita di un intero squadrone: dove sarebbero poi i nomi degli aviatori caduti, e perché non avrebbero tentato altre missioni di soccorso per recuperare i dispersi? Insomma, al dunque la 'fog of war' dimostra ancora una volta la sua impalpabile esistenza sul campo di battaglia. Con le battaglie di quell'estate il 51° Stormo venne quasi annientato, senza ulteriori rinforzi mentre i piloti combattevano con i pochi caccia sempre meno efficienti e numerosi, arrivando in un caso ad una collisione diretta con un P-40 americano. Dopo l'armistizio rimasero solo il 155° Gruppo e la 82a Sq, a fianco degli Alleati. Dal gennaio 1944 venne ricostituito a Lecce-Galatina con tutti e tre i gruppi originari: 20, 21 e 155imo, inquadrati nel '51° e sotto comando dell'ICAF (Italian Cobelligerent Air Force). Aveva i Reggiane 2001, MC.202, MC.205, alcuni MC.205 frutto di conversioni dei '202, poi arrivarono gli Spitfire Mk V e dal '46, gli Mk.IX. La guerra era finita, l'ICAF aveva ottenuto i risultati politici sperati che salvarono l'Italia dallo status di 'perdente piena', volando con P-39, Spitfire e Baltimore come macchine principali, spesso di seconda mano ed inefficienti. Abbatté 13 aerei nemici ma sopratutto bombardò i Balcani (si evitò per quanto possibile di mandare gli Italiani, anche a terra, contro i 'fratelli' del Nord), perdendo in cambio ben 147 aerei, per lo più vittime di incidenti e contraerea. Non era una guerra 'gloriosa' in nessun senso con attacchi agli ex-camerati, ma sarebbe servita per la ricostituzione di un'Italia un po' meno serva dei vincitori. Dopo avere usato nel periodo bellico gli aeroporti di Lecce, Canne, Termoli e Palato, il 51° rimase in zona fino al 24 luglio 1947 e poi, inquadrato nell' AMI, andò a nord: il 155° a Treviso S.Giuseppe a fronteggiare la nuova potenziale minaccia del blocco sovietico, il 20° a Vicenza, poi si sarebbero riuniti tutti a Treviso-S.Angelo nel giugno del 1948. Gli Spitfire Mk.IX erano ottime macchine da caccia e acrobazia, ma gli esemplari ottenuti dall'Italia erano davvero in pessimo stato e allora non durarono molto prima di cominciare a mostrare problemi di affidabilità. Dall'autunno 1950 iniziarono, con il 155°, le operazioni con i P-51 Mustang, all'epoca già ribattezzati F-51 Mustang. Fu fortunato, perché gli altri due gruppi ebbero gli F-47D Thunderbolt, che erano poderosi ma oramai strutturalmente logori, non lasciando di conseguenza un buon ricordo di sè. I veri purosangue furono quindi gli Spitfire e i Mustang, i secondi preferiti ai primi anche perché non ebbero i problemi di affaticamento strutturale dei primi ed erano nell'insieme i più moderni. Spesso si facevano gare di abilità tra i due tipi con 'handicap'incorporati: al più leggero Spitfire veniva tolto un minuto di vantaggio nei tempi di salita, al più aerodinamico Mustang venivano poste delle limitazioni nel vantaggio di velocità (e dire che entrambi avevano praticamente lo stesso motore). Il 1° Gennaio del '51 il 155° Gruppo venne separato dal 51° Stormo: inviato a Brescia-Ghedi, sarebbe stato il fondamento del 6° Stormo CB. Ottobre del '52, altro spostamento che in questo caso coinvolse il 20° e il 21° Gruppo, diretti ad Aviano dove ricevettero un nuovo, formidabile mezzo da combattimento: il caccia F-84G Thunderjet. Nel frattempo il 22° Gruppo veniva ricostituito a Grottaglie sugli F-47D, e la sua storia si sarebbe presto incrociata con il 51°: venne infatti accorpato in questo Stormo dando origine alla 51a Aerobrigata con i gruppi 20, 21 e 22, schierati a Treviso-Istrana, nuova base operativa adatta ai caccia che divennero per tutti gli F-84G. Durò poco: il 1° Ottobre 1955 il 20° venne messo in posizione 'quadro', ma il 3 novembre venne costituto il 6° Gruppo COT (Cacciat Ogni Tempo) che nel maggio successivo passò alla 1a Aerobrigata. Dal '57 arrivarono gli F-84F a freccia, ma i cambiamenti si succedevano a ritmi serrati: il 1° maggio del '59 la 51a Aerobrigata divenne totalmente COT sugli F-86K, che equipaggiarono i gruppi 21, 22 e 23. Già dal 1° Settembre 1962 fino al 1° Ottobre del '63 valutò il G.91R con il Reparto Volo CRTL (Caccia Tattici Ricognitori Leggeri), a cui seguì il 1° Settembre del '63 il distacco a Cameri del 21° Gruppo autonomo che poi nel '67 avrebbe dato vita al 53° Stormo. Non era finita, visto che il 23° Gruppo venne schierato il 1° Luglio 1964 a Rimini-Miramare.
 
Arrivò poi un'altra riforma che nel '67 rideminò il 51° Stormo 'Ferruccio Serafini', per poi ottenere finalmente gli F-104S, dopo che nel '63 il 21° aveva già avuto un assaggio con gli F-104G. Il 22° Gruppo aveva fatto il passaggio direttamente con gli F-104S nel' 69 che ha tenuto fino al 1989, il 23° li ebbe nel '73 per poi passare nello stesso anno al 5° Stormo, mentre verso la fine del '73 il 155° passò agli F-104S che tenne a lungo, passando al 6° Stormo con i Tornado nel 1986, quando iniziò la conversione operativa. Quindi nel 51° Stormo è rimasto solo il 22° Gruppo con gli F-104S, poi cambiati con gli ASA. Il 155° Gruppo invece avrebbe fatto ancora le valigie passando al 50° Stormo, disciolto il 10 settembre del '73 e poi ricostituito a Piacenza-S.Damiano. In compenso ad Istrana arrivò il 103° Gruppo con i G.91R, ex-2° Stormo, il primo gruppo che avrebbe ricevuto gli AMX.