Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 1: differenze tra le versioni

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In ogni caso, questi carri armati stavano diventando obsoleti. Sopratutto, vecchi. Erano mezzi robusti e affidabili, ma i guasti sono aumentati e le parti di ricambio diminuite. Nondimeno, ad un certo punto ve n'erano non meno di 800 in servizio contemporaneamente. Non è chiaro se la divisione corazzata aveva 1 o 2 reggimenti, pare che la forza sarebbe stata in tal caso di 315 carri armati. Però non è chiaro come questo poteva essere se l'organico era di 1 reggimento bersaglieri, 1 carri, 1 artiglieria corazzata, 1 gruppo squadroni cavalleria blindata, poi GED.
 
Era necessario aggiornarli. Come era accaduto con i non molto dissimili M48 e i molto diversi Centurion, le vie erano essenzialmente due: l'uso di un motore diesel e un cannone da 105 mm. In Italia venne provata la seconda soluzione, ma loro costo non era trascurabile e sopratutto piuttosto immotivato dagli sviluppi successivi. Dal 1970 (se non prima) apparve il carro armato M60, di cui vennero comprati 300 esemplari esatti per riequipaggiare la divisione 'Ariete'. 200 vennero prodotti dalla OTO Melara, l'unica produzione extra-americana di questo carro armato. L'M60 era armato di un cannone da 105 e un motore diesel AV-1790-2A. Era anche più grosso e più goffo dell'M-47, ma era più avanzato. Nel frattempo la 'Pozzuolo del Friuli'ebbe i primi 200 Leopard 1, arrivati direttamente dalla Germania. Poi giunsero altri 720 carri Leopard e per gli M-47 fu praticamente la decadenza definitiva. L'ultima parte della loro carriera fu nelle brigate meno equipaggiate dell'E.I,come l'AOSTA, ACQUI, FRIULI, CREMONA, motorizzate, i 2 gruppi squadroni (dei 12 presenti): quelli di NIZZA CAVALLERIA (compreso nella brigata CREMONA) e il SAVOIA CAVALLERIA (per il 4 °C.d'A alpino). Poi c'erano i carri nei magazzini e presso le due scuole carri di Lecce e Caserta.
 
L'organico era, per le unità di cavalleria, 2 squadroni carri per un totale di 32 mezzi ripartiti in 6 plotoni, e uno squadrone meccanizzato con 3 plotoni fucilieri su M113 e un plotone mortai da 81 mm (3 montati su scafi M113). La loro fine, verso la fine degli anni '80, venne determinata dallo scioglimento di vari gruppi squadroni e battaglioni, e della riduzione dei plotoni da 5 a 4 mezzi( per cui l'organico del battaglione calò da 49-51 mezzi a 40), il che liberò numerosi Leopard 1 dalle loro unità originarie. Ma non fu proprio la fine degli M47. Delle centinaia disponibili, alcuni finirono come monumenti nelle caserme, ma il destino degli altri non fu necessariamente la demolizione. Ancora attorno al 1983-84 erano segnalati circa 550 carri M47 in carico all'E.I, mentre attorno al 1989-1990 ve n'erano ancora 200 in riserva, ma praticamente del tutto dismessi (il NIZZA li dismise nel 1989, conservandone uno fino al maggio 1990). Ma parecchi finirono all'estero. Alcuni vennero mandati in Spagna, altri trovarono la fine del percorso in Somalia, il cui dittatore Siad Barre era un 'amico' dell'Italia (uno dei tanti leader non propriamente democratici clienti dell'industria bellica italiana che allora come ora non si pone grandi problemi di tipo etico), finendo la loro carriera nel caos somalo. Quelli spagnoli furono forse tra quelli modificati per diventare una sorta di carro ibrido M-47/60: erano gli M-47A1 con motore AV-1790B2 diesel, con tanto di scarichi simili a quelli dell'M-60 (e quindi con le griglie posteriori a 'V' rovesciata), ma gli M-47A2 ebbero anche il cannone da 105 mm, diventando carri piuttosto moderni. Infine, per quanto possa sembrare strano, vi è stato un altro utente. Spesso nelle foto di test americani di armi controcarri si vedono missili AGM-65 e altri ordigni che colpiscono carri armati M-47: bene, nonostante ciò possa sembrare strano, spesso sono M-47 che hanno prestato servizio in Italia. A quanto pare, nonostante i carri armati M-48 in surplus, gli USA avevano carenza di carri armati bersaglio, e si sobbarcavano i costi del trasporto su mare per questi bestioni.
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Nei tardi anni '80 le truppe corazzate erano inquadrate in ben 3 differenti branche: Fanteria, Cavalleria, e anche Carabinieri. Le unità di Fanteria carrista avevano battaglioni carri, battaglioni corazzati e compagnie controcarri. I 'Cavalieri' avevano gruppi squadroni di fanteria meccanizzata, gruppi esploranti e gruppi squadroni carri. Vi erano anche 2 battaglioni autonomi carabinieri, per il 4° e 5 °C. d'A. I battaglioni corazzati (NB non si tratta di battaglioni carri!) e i gruppi squadroni corazzati, quelli dei carabinieri e i gruppi esploranti non erano unità 'tutte carri' ma erano gruppi tattici precostituiti, con carri, fanteria, mortai e armi controcarri a media gittata. Battaglioni di fanteria corazzati e gruppi squadroni carri non c'erano differenze di forza e dotazione mezzi, a parte che nel secondo caso non c'erano carri M60. Tradizioni e mentalità erano invece differenti dato il retaggio culturale delle due Branche dell'esercito.
 
La situazione, fino al 1987, vedeva ben 1200 carri armati complessivamente presenti, di cui 850 per la fanteria carrista, suddivisi questi ultimi in: 15 battaglioni carri, 3 corazzati e alcuni reparti addestrativi (es. 1° reggimento corazzato Capo Teulada, 21° e 31° battaglione corazzato della scuola di Caserta e Lecce rispettivamente). La Cavalleria invece aveva gli altri 350 carri con 4 gruppi squadroni carri, 2 gruppi squadroni corazzati, 4 gruppi squadroni meccanizzati, alcuni gruppi esploranti.