Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-5: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: accenti
Riga 516:
 
Lo scafo è, da prua a poppa, la camera di lancio con sotto le batterie, alloggi e sala macchine-batterie poppiere; la sala macchina di per sé è costituita da motori diesel, alternatore e motore elettrico collegato all'elica con un solo asse. Gli alloggi sono abbastanza ampi, con cuccette singole per ciascun membro dell'equipaggio (eliminando finalmente la 'branda calda', una delle tante vessazioni per i marinai dei sottomarini).
Come armamento, gli SCORPENE sono ben provvisti, per un totale di 18 armi tra siluri e missili, che nel caso della Marina cilne è costituito da armi Atlas Elektronik SUT266 tedesche, dagli italo-francesi WASS Black Shark, e i missili MBDA Exocet SM-39. Il tutto viene lanciato da semplici tubi lanciasiluri, ma di calibro molto superiore rispetto a quello delle armi di bordo, che sono 'insellate' al loro interno da supporti appositi. E'È un po' una scoperta del famoso 'uovo di Colombo', semplicemente accendono l'elica ed escono, ma non nel caso dell'Exocet, che viene spinto fuori da un pistone, che però è stato scelto, dalla Marina cilena, solo per due dei lanciasiluri; esso può anche espellere i siluri in avaria, cosa particolarmente desiderata dopo l'incidente del KURSK russo (estate 2000). In tutto vi sono tre ricariche complete, contro le solite due di battelli medio-piccoli come questi, e un sistema di ricarica rapido molto robusto per la loro movimentazione, che è una delle situazioni più difficili da gestire per un sottomarino; ma i tempi dei marinai che ci rimettevano le dita sembrano finiti con gli apparati di movimentazione moderni e due soli addetti possono movimentare gli ordigni. Questi possono essere di tutti i tipi, tra cui modelli francesi, americani e svedesi (e chissà, se necessario anche orientali); così, in tutto gli 'Scorpene' hanno 31 elementi dell'equipaggio, con un'autonomia tipica in missione di 50 giorni consecutivi in mare.
 
Al 2004 le varianti dello 'Scorpene' erano tre: la Basic, per Cile e Malaysia, il Basic AIP, notevolmente più grande ma con il sistema MESMA; e lo Scorpene Compact, che al contrario è più piccolo. Della prima versione abbiamo già detto, della seconda c'é da dire che si tratta di navi da 76,2 m e 2.000 t, mentre la terza è da 1.450 t e 59,4 m, con velocità però ridotta da oltre 20 a 'oltre 14' nodi, armamento (4 tubi) e autonomia ridotti, (cosa sia inevitabile per ridurre apprezzabilmente le dimensioni dell’unità, sia facile visto che non è un intervento qualitativo ma quantitativo), ma migliori capacità di operare in acque costiere (e si noti, anche così non è propriamente un battello 'piccolo', si pensi ai 45-46 m di unità come i 'Toti' o i Type 2009/650); al contrario di quel che si potrebbe pensare, questo tipo di battello sarebbe non solo dotato del MESMA, ma con un sistema di propulsione del tutto dipendente da questo. In tutto, quindi, lo 'Scorpene' è un tipo altamente modulare, che per esempio, è possibile equipaggiare con due diesel generatori MTU (navi cilene) o quattro più piccoli della SEMPT Pliestick. Le torrette sono di tre tipi, di cui una piccola con dotazione basica, la standard e una 'lunga' con più sensori; vi è anche la possibilità di installare il 'cofferdam' a mezza nave, una struttura che aiuta a migliorare la sicurezza dei battelli, con una serie di apparecchiature e attrezzi che permettono la sopravvivenza dell'equipaggio, come se fosse una sorta di 'scialuppa di salvataggio', installata a mezza nave, sul ponte di coperta (se così si può definire essendo un sottomarino) ;essa non è in realtà una capsula staccabile, ma è una sorta di 'rifugio' per l'equipaggio in caso di allagamento interno. Il Cile non l'ha voluta; a parte che ovviamente compromette un po' la silenziosità dell'unità in moto (dato che ne 'sporca' la silhouette), il problema è che si tratta di una marina oceanica 'vera': appena si esce dalle coste cilene c'é subito l'abisso, e non c'é modo di salvare il personale di un'unità incidentata, che collasserebbe totalmente con la pressione. E ora parliamo del MESMA.
 
Questo è il Module d'Energie Sous-Marine Autonome, costruito da un pool di industrie ma sopratutto sviluppato dalla DCN di Nantes. In sostanza, si tratta di un apparato 'denuclearizzato' con una turbina a vapore il quale è generato non dal nocciolo nucleare, ma da un bruciatore di gasolio e ossigeno liquido, con un 'Ciclo Rankine' nel quale 500 litri di acqua si muovono nel circuito, vaporizzandosi e condensandosi ciclicamente. In sostanza, vi sono il bruciatore, condensatore e turbina, mentre vi è anche un alternatore collegato a quest'ultima con un alternatore. Resta il problema dei gas di scarico, che vengono espulsi dal battello; tuttavia, non pare che causino tracce tali da pregiudicare la stealthness dell'unità, con le bolle d'aria che spariscono già a 2 metri di distanza dallo scafo. Il MESMA è un sistema giudicato sicuro (pur con acqua pressurizzata), ma è meno efficiente rispetto al ciclo Stirling e alle pile a celle combustibili, e poi ovviamente c'é da imbarcare i serbatoi di ossigeno liquido. In ogni caso, è pur sempre un sistema utile, e i pakistani l'hanno voluto per i loro Agosta 90, è un apparato in effetti considerato molto facile da installare, tanto da essere addirittura definito un 'plug and play' come se fosse una periferica di un computer. Esso è semplicemente costituito da una sezione aggiuntiva di scafo sistemata dietro la vela. La Air Liquide realizza i serbatoi di ossigeno, i quali sono sistemati dentro lo scafo resistente, a similitudine degli U-214 e differentemente dagli U-212; la tecnologia per usare simili serbatoi in sicurezza dentro lo scafo è derivata, apparentemente all'opposto della tecnologia, dai razzi spaziali ARIANE. Gli 'Scorpene', così equipaggiati, sono capaci di navigare immersi fino a 18 giorni; non è certo un sistema nucleare, e a differenza di questo, gli AIP non hanno una potenza di picco tale da garantire un'elevata velocità; ma è nondimeno un grosso passo avanti, che in assenza di un reattore atomico è l'unico modo di stare a lungo immersi, aumentando a circa 5 volte l'autonomia normale in navigazione subacquea. All'opposto del MESMA, le celle PEM (Proton Exchange Membrane) sono molto più efficienti, ma qui c'é da imbarcare l'idrogeno, molto più pericoloso dell'ossigeno (essendo un combustibile, e altamente volatile), per cui l'utilità militare dei PEM, almeno per il momento, non pare molto elevata a bordo di un'unità militare, un'esperienza tutta da verificarsi, mentre il MESMA, per quanto con un'efficienza stimata a circa il 30%, è frutto di tecnologie esistenti già, basicamente, per i sottomarini atomici, che la Francia usava già da 35 anni. Ma che il futuro è nelle PEM lo si è pensato anche in Francia, e nel 2004 risulta che la DCN, per non saper né leggere né scrivere, aveva già cominciato le sue esperienze in merito, a buon rendere per il futuro. Nel 2004 la DCN costruiva circa 0,7 sottomarini l'anno e l'HDW tedesca 1,3, l'obiettivo era ottenere un pareggio, cosa che avrebbe tenuto a galla l'industria ispano-francese del settore e tolto il monopolio del settore ai tedeschi.Il programma cileno è stato portato avanti dal consorzio DGN/Izar, con supervisione della DGA francese e del Ministero della Difesa spagnolo, più 25 uomini della Marina cilena inviati a Cherbourg e Cartagena; il programma è per il 67% francese e il terzo restante spagnolo, quest'ultimo carico di lavoro è relativo alla zona poppiera; l'assemblaggio dello O'Higgins è avvenuto a Cherbourg, la seconda nave, la Carrera, è stata assemblata in Spagna; DCN ha collaudato il sistema di combattimento in mare, la Izar fa ugualmente per il 'Carrera'. La consegna è avvenuta nel 2004 e 2005 rispettivamente.
Riga 527:
 
 
A questo punto c'é da ricordare gli altri 'ex'. Uno è l'Italia, che dopo gli ottimi (anche se limitati) 'Toti', è cascata un po' male con i 'Sauro', che hanno avuto vari problemi iniziali; per lo studio successivo, noto come S-90, si pensava ad una nave tanto capace (con le solite, astronomiche specifiche degli ammiragli della Marina) che alla fine ascese a 3.000 t; normale per gli SSK giapponesi e forse anche russi, ma non accettabile per la Marina italiana e le finanze del Paese; così si è messo da parte l'orgoglio nazionale e le tradizioni cantieristiche, adottando invece i Type 212/U-212 tedeschi. Gli Olandesi hanno costruito da tempo immemorabile (le più antiche tradizioni arrivano a secoli addietro) dei sottomarini, anche di tipo recente, come gli eccellenti 'Zwaardis', ma oramai non sono più nel mercato; gli Svedesi con i 'Gotland' sono stati autori di un valido battello, l'ultimo di tanti altri, ma oramai è un tipo un po' superato (ma ci sarebbe sempre tempo, se la volontà politica esistesse ancora); i russi hanno i 'Kilo', che sono stati sviluppati in maniera estesa, ma oramai sono anche mezzi tutto sommato vecchiotti e con sistemi (batterie e siluri in primis) non molto efficienti (almeno nel caso della marina indiana risultano numerosi problemi); quando aggiornati con tecnologie recenti, non sempre funzionano bene (vedi la marina indiana e i suoi problemi con i 'Klub'), e comunque costano di più del normale. Con l'Italia, di recente, è venuto fuori un progetto in comune per un sottomarino di media grandezza, chiamato S-1000, vedremo quali saranno gli sviluppi in un mercato che comunque, dopo la Guerra fredda, ha conosciuto un crollo impressionante; i sottomarini cinesi sono per molti versi simili a quelli russi, non sono prodotti 'al top' e non hanno ottenuto recentemente grossi successi di vendita. I britannici hanno chiuso in bellezza (o in bruttezza, dipende dal punto di vista) la loro rispettabile tradizione di sottomarini con i quattro 'Upholder', poi ceduti per una sterlina (e l'uso dei poligoni per un certo numero di anni) ai canadesi, si tratta di unità valide, ma dopo di queste non c'é stato altro, la RN è diventata 'nucleare'. Gli USA hanno 'stoltamente' abbandonato gli SSK da decenni per buttarsi interamente sul nucleare, con unità molto più grandi di quelle convenzionali e non facili da 'trasformare' (i francesi e i cinesi hanno fatto l'inverso, senza grossi risultati, 'nuclearizzando' un progetto convenzionale); tant'é che i taiwanesi, anche quando hanno avuto l'OK per l'export di sottomarini, non hanno trovato nessuno che osasse sfidare le ire della Cina (gli olandesi ne sanno qualcosa, dopo la fornitura di due SSK negli anni '80), e loro, che potevano e volevano farlo, si sono trovati a pensare di produrre su licenza i Type 209 tedeschi, perché il 'know-how' non si improvvisa in questi campi, né sarebbe stato accettabile vendere direttamente gli SSN ai cinesi. Così al dunque, gli unici due costruttori 'di prima importanza' sono oramai diventati i tedeschi e i francesi. I giapponesi, che paradossalmente, costruiscono un SSK all'anno, più dei francesi, non ne esportano alcuno e quindi, malgrado le loro avanzate unità navali, non sono una realtà nell'export per via delle loro normative estremamente limitanti nella vendita di armi.
 
Quanto alle caratteristiche degli O'Higgins: