I promessi sposi/Don Abbondio: differenze tra le versioni

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Una delle conseguenze di questa sua indole timida e paurosa è la '''reticenza''': don Abbondio in più occasioni non ha il coraggio e la forza di completare o di esporre completamente i suoi pensieri.
 
Il curato dimostra in più passi del romanzo una sfiducia nei confronti delle '''autorità ecclesiastiche''': ad esempio, nel secondoprimo capitolo rifiuta in maniera categorica l'ipotesi di chiedere l'aiuto al cardinale per risolvere la questione del matrimonio tra i due sposi.
 
Questi atteggiamenti sono dovuti soprattutto al suo modo di vivere il ministero sacerdotale, dettato dai motivi della sua '''scelta di vita''': don Abbondio, come viene specificato nel capitolo 2, non si è fatto curato per motivazioni di fede, bensì perché a quei tempi il riunirsi in corporazioni era l'unico modo per i più deboli di non restare sopraffatti: