Chimica generale/Teoria atomica: differenze tra le versioni

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Il primo modello atomico fu proposto dal fisico inglese Joseph Thomson nel 1899. Egli affermava che l'atomo era un'entità materiale formata da elettroni disseminati in una massa positiva. In altre parole, l'atomo era una sfera omogenea caricata positivamente, nella quale sono immersi gli elettroni.
 
Questo modello atomico fu però messo in crisi dal connazionale Ernest Rutherford nel 1911. Egli studiò il comportamento che le particelle α avevano nell'attraversare lamine sottilissime di metalimetalli molto malleabili come l'oro, il platino, ecc. Le particelle α sono emesse da sostanze radioattive come il polonio, utilizzato nell'esperimento di Rutherford, e sono dotate di carica positiva e di una massa quattro volte superiore a quella dell'idrogeno; si tratta di ioni elio <math>He^{2++}</math>.
 
Dalle deviazioni subite dalla particella α, Rutherford stabilì che l'atomo doveva avere una struttura quasi del tutto vuota e con una grande carica positiva nella sua parte centrale. Infatti, la maggior parte delle particelle α attraversava la lamina metallica, ma alcune venivano deviate di un certo angolo, altre venivano addirittura riflesse. Il fenomeno era sorprendente in quanto le particelle α, dotate di enorme forza cinetica, non avrebbero potuto essere deviate da un sistema atomico come quello ipotizzato da Thomson.
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In un primo momento la spiegazione di Rutherford sembrò soddisfacente, ma i fisici obiettarono dicendo che un modello che prevedesse cariche di segno opposto non potrebbe esistere, in quanto l'elettrone ruotante perderebbe man mano energia e si annichilerebbe sopra il nucleo.
 
==Spettri atomici==
Un atomo, se sottoposto a una fonte di energia esterna (per esempio il calore), emette delle radiazioni che se fatte passare attraverso un prisma vengono deviate in maniera differente a seconda della loro lunghezza d'onda, definendo lo '''spettro di emissione''', caratteristico per ogni elemento. Lo spettro più semplice è quello creato dall'atomo di idrogeno (Z=1), da cui [[w:Johann Jakob Balmer|Balmer]] ne ricavò un'equazione che metteva in relazione le lunghezze d'onda degli spettri visibili con alcuni numeri interi: