Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Filippine: differenze tra le versioni

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Tra le armi utilizzate degna di nota era la consistente quantità di corazzati in carico ai Marines, non a caso la principale forza da combattimento che il governo poteva effettivamente mandare in azione contro i guerriglieri, visto che la demotivazione era meno sentita rispetto al grosso delle truppe dell'Esercito. Certo è che all'epoca i militari non avevano più fiducia in Marcos e nella sua corrotta politica familista. I mezzi dei Marine erano comunque obsoleti, come gli LVTP-5, anche se pure i Taiwanesi, ben meglio equipaggiati, ne avevano molti. In realtà i nuovi LVTP-7, pur se ben più semplici e prestanti, erano apparentemente tutt'altro che riusciti a rimpiazzare i mezzi precedenti, forse per motivi di costo, in servizio con numerose nazioni dalle forti truppe anfibie nella zona dell'ASEAN. Degna di nota, tra le navi, la presenza su alcune unità dei sistemi binati EMERLEC da 30 mm, con cannoni Mauser sistemati attorno alla cabina di pilotaggio (stile 'braccio meccanico'). Era un sistema piuttosto diffuso ed efficace, con ben 1970 colpi pronti al tiro appena sotto il ponte di coperta, in un enorme contenitore cilindrico, sufficiente per circa 1,5 minuti di fuoco teorico. La precisione era tale da essere, entro certi limiti, persino valutato come arma antimissili (ma in circostanze molto, molto favorevoli visto che non c'era la cadenza di tiro sufficiente e che non esisteva un radar di scoperta aerea abbinato, per non dire della presenza dei soli apparati ottici diurni per il tiro effettivo). In effetti, una delle poche armi moderne che esistevano nell'arsenale della Marina Filippina.
 
Non mancava infine la '''Guardia costiera''', appena 20002.000 uomini con due aerei leggeri e 3 grossi battelli per ricerca e soccorso, più circa 60 di piccole dimensioni.
 
 
===PAF <ref>Bottaro Sergio: ''Philippine Air Force'', A&D Feb 1998 p.56-61</ref>===
===La controguerriglia<ref>Husson, Jean-Pierre: Controguerriglia a Mindanao, PD Nov 1992</ref> ===
Dopo la presidenza della presidentessa Corazon Aquino, quando era stato fatto molto per trattare con i guerriglieri dell'NPA, con il nuovo presidente Ramos si ricominciò a far 'salire il livello di confronto' con i guerriglieri anti-governativi. Lo scenario ricordava quello del Vietnam, come la vegetazione, l'umidità e i mezzi aerei impiegati, gli obiqui Huey. Poteva capitare che una postazione fosse occupata da un'unità come il 64° Battaglione, a quota 245 dove c'era una specie di agglomerato di baracche in mezzo ad una soffocante jungla. Poteva capitare che si aspettasse 4 mesi e oltre per sostituire un'unità del genere, relegata a forniture eliportate ogni settimana. I battaglioni arrivavano con gli UH-1H ed erano scortati dagli S-76, anzi dagli AUH-76, armati con mitragliatrici FN Herstal da 12,7 mm che sorvegliavano la fase dell'atterraggio. Era così dai primi anni '70 là a Mindanao, estremo Sud dell'arcipelago. C'erano 160 mila soldati e reparti di sicureza vari come la Constambulary e tanti vigilantes (squadroni della morte?). Tutto questo contro i guerriglieri dell'NRA, New People Army, che altro non erano che il braccio armato del CCP, ovvero il Partito Comunista Filippino, fondato dall'ideologo maoista e professore universitario José Maria Sison. Ovviamente il PCF è rimasto fuorilegge ai tempi di Marcos, ma apparentemente non è cambiato molto nemmeno negli anni successivi.
 
Questa guerriglia non è che l'ultima di tante altre. Quando gli Americani occuparono le Filippine si scontrarono con i pericolosi attacchi dei Moros, guerriglieri locali che si imbottivano di droghe prima di attaccare, tanto che si dice che l'adozione delle Colt 0.45 sia stato dovuto proprio per le migliori capacità d'arresto contro i guerriglieri, resi relativamente insensibili ai colpi delle pistole con cui si combattevano gli scontri tra la jungla.
 
A parte questi eventi dell'inizio del secolo, nel dopoguerra immediato vi fu la guerriglia Huk, che era sempre legata al partito comunista, ovvero il vecchio PKP, Partido Komunista n Philippinas, stroncata poi dal ministro della difesa (e poi Presidente) Magsaysay negli anni '50. Questo fu grazie alle tecniche di guerra, guerra psicologica, e aiuto alle popolazioni secondo i consiglieri occidentali, anzi americani. Ma dopo circa una ventina di anni, nel '69, a marzo, venne ricostituito l'NPA. Stavolta la minaccia non era a Luzon, l'isola della capitale Manila, che era un bersaglio vitale ma troppo facile da difendere; stavolta si è trattato di fare guerriglia in zone periferiche e montagnose, specie a Mindanao che avrebbe dovuto essere poi la base di allargamento verso il resto dell'arcipelago. Verso la fine degli anni '70 c'erano circa 10 mila guerriglieri, non molto per contrastare Marcos. Ma dagli anni '80 il successore di Sison, ovvero Rudolfo Salas e poi Romulo Kintanar sfruttarono bene il malcontento popolare verso Marcos e la sua corrittissima classe di potere. Il primo venne nondimeno arrestato nel settembre del 1986, il secondo nel marzo del 1988. Paradossalmente proprio quando Marcos era stato cacciato via. Con l'olio di cocco e lo zucchero che costavano sempre di meno (ed erano i principali prodotti di esportazione delle Filippine), disoccupazione e corruzione, non era difficile ottenere valide ragioni di lotta anti-governative. Nel mentre Marcos si arricchiva smodatamente, e forse questo fu possibile anche grazie alla gigantesca quantità d'oro che i giapponesi nascosero nelle isole, in gallerie che fecero saltare con operai forzati e soldati dentro, ma che sarebbe stata ritrovata dal dittatore, almeno in una limitata quantità (su migliaia di tonnellate stimate..). La vedova ha sempre negato tutto, ma senza mai convincere del tutto.
 
Nella metà degli anni '80 l'NPA aveva 28 mila combattenti, per lo più a Mindanao. Le cose erano tanto andate avanti che v'erano concrete speranze di entrare al governo, mentre il corrotto e demoralizzato esercito filippino era troppo debole, come già quello sudvietnamita negli anni '60, per non dire dei meriti necessari per fare carriera nell'esercito legati sopratutto al nepotismo. Solo i Marines erano un corpo veramente solido, di sicuro la migliore forza combattente dei Filippini. Paradossalmente fu proprio la caduta di Marcos che tagliò le gambe alle ambizioni dei comunisti grazie all'arrivo della Aquino. Prima vi furono amnistie e trattative, poi la 'vedova presidente' ebbe pressioni nascenti da parte dell'esercito per non continuare le sue trattative, che sembravano piuttosto inconcludenti. Presto si ritornò alla lotta armata, precisamente attorno al 1988. Questo non fermava tuttavia la formazione di nuovi eserciti di guerriglieri, mentre l'NPA stava perdendo colpi e posizioni in cui sembrava consolidata.
 
Ma almeno a Mindanao c'erano ancora bastioni molto forti, con circa 15 mila combattenti e un milione di simpatizzanti. Ma c'era anche di peggio: il Moro National Liberation Front o MNLF, e il MILF, Moro Islamic Liberation Front si stavano formando come pericolose avversarie del potere centrale. Erano entrambe formazioni di guerriglia musulmana ed erano attive ancora, a Sud dell'arcipelago. Erano aiutate da nazioni esterne, persino dalla lontana Libia.
 
Nondimeno, la loro azione era spesso di tipo convenzionale, quindi più facile da contrastare da parte dell'esercito filippino. Con 110.000 soldati di cui ben 28 mila della Marina -11.000 Marines- e 68.000 dell'Esercito, più 50.000 delle forze di sicurezza e 35.000 'vigilantes' ovvero guardie private, quel fenomeno che adesso sta esplodendo in Irak ed è conosciuto come 'contractors'.
 
I militari filippini hanno avuto molto da imparare dalle strategie COIN usate in Vietnam e hanno di conseguenza usato delle truppe leggere speciali, con la capacità di reagire in maniera rapida in ogni ruolo anti-insurrenzionale e in ogni zona delle Filippine. La PAF, che li appoggiava, era nota sopratutto come HHP, le Huk-bong Himpawid ng Philipinas, che è la lingua tabalong locale.
 
Con che mezzi? Non molto ma nemmeno pochi: il gruppo COIN era armato con 16 T-28D Trojan e 7 gruppi di UH-1H (circa 50), alcuni MD-500, 12 S-76 qui in un raro utilizzo da elicotteri di cannoniera volante anche se in fondo, questi moderni e veloci elicotteri avevano solo due pod da 12,7 mm belgi. Sono stati usati sopratutto a Samar, Mindanao, Cebu. Solo Mindanao aveva una superficie di 94 mila kmq, la seconda per estensione dopo Luzon. Era qui che si verificavano gli scontri tra regolari e guerriglia, per circa l'80% del totale delle battaglie. Era per questo che c'erano ben 9 brigate delle divisioni 1, 4 e 6, più 4 btg d'artiglieria, una brigata del Genio (52a, più elementi della 525a). A tutto questo si aggiungevano 3 battaglioni di forze speciali e i marines della 2a brigata.
 
All'epoca le Filippine possedevano un esercito di 8 divisioni da 2-4 battaglioni l'una (quindi erano in pratica delle brigate per gli standard NATO), una brigata corazzata leggera di 4 battaglioni (assegnati alle divisioni di fanteria), 4 brigate del genio, 4 reggimenti artiglieria campale (che oltre agli M101 hanno ricevuto anche alcuni degli obiqui Mod.56 da 105 mm nel 1982-83), 5 battaglioni di forze speciali (nella nuova 96a brigata di fanteria leggera, ex- reggimento scout Ranger sciolto dopo il tentato golpe del dicembre 1989, passato sotto traccia date le tante altre rivoluzioni all'epoca). Infine non mancavano 3 brigate di marines, la 1a, 2a e 3a.
 
Quanto a Mindanao, essa era suddivisa in 5 differenti Regioni Militari con forze da combattimento dislocate per ciascuna di esse. La più sofferta era la XI R.M. di Davao, che era anche la principale città di Mindanao.
 
Qui le condizioni erano molto varie: zone agricole, urbanizzate, di montagna. Azioni di terrorismo ed attività estorsive erano all'ordine del giorno, come anche le imboscate per i governativi e l'attacco alle grandi proprietà terriere, uno dei problemi mai risolti dalla struttura sociale delle Filippine.
 
La Regione in parola era tenuta dalla CASF, Composite Air Support Force con 9 elicotteri, il cui compito era supportare i rangers: 3 erano i potenti AUH-76 del 15th Strike Wing (base Cavite City, vicino a Manila) tutti dipinti in nero e senza segni di riconoscimento, 6 erano invece gli UH-1H appartenenti al 206th Tactical Helicopter Wing che ha la sua base istituzionale a Pasay City. Non erano poi molti ed erano quindi costretti ad effettuare 2-3 missioni al giorno sopratutto per azioni di rifornimento alle guarnigioni isolate, ma non mancavano ogni mese da 3 a 5 missioni di guerra sia offensive che difensive (azioni di forze speciali e attacchi ai guerriglieri). I guerriglieri NPA non erano molto armati, ma registravano con continuità quando c'erano i cambi truppe delle guarnigioni e ne approfittavano per quello che nella guerriglia moderna è un po' il nuovo sport: il tiro all'elicottero, specie quando è a pochi metri da terra in atterraggio. Ma gli elicotteri erano provvisti di corazze protettive e pare che nessuno fosse stato abbattuto durante questi agguati, mentre gli Huey, spesso difesi dagli S-76, erano armati con due M60 laterali. Anche la guerriglia le aveva, assieme ad AK-47, M14 e AKM. Se erano in numero sufficiente formavano una specie di falange e sparavano tutti insieme una vera palla di fuoco contro il facile bersaglio, che tuttavia era in grado di sopravvivere a queste azioni, mentre in Vietnam analoghi tipi di azioni avevano distrutto molti Huey. Questi erano piuttosto vecchiotti e non rispondevano molto bene ai comandi che spesso necessitavano di molta velocità d'esecuzione per portarsi fuori dai guai. Ogni elicottero dle 206th aveva subito molti impatti di proiettili, ma ai guerriglieri mancavano armi pesanti e missili portatili. Entro 30 minuti era possibile intervenire su chiamata di soccorso, ed entro un'ora era possibile evacuare i feriti. Se necessario si poteva chiedere l'appoggio dei T-28D. L'esercito filippino, ora molto meglio messo quanto a spirito combattivo, tifava per Fidel Ramos, alla prova per le nuove elezioni dell'11 maggio 1992: come ministro della difesa di Corazon Aquino neutralizzò 7 colpi di stato.
 
I guerriglieri perdevano colpi, è vero. Dopo oltre 3 settimane di caccia da parte della 6a Divisione ad un reparto di guerriglieri forte di 300 uomini in origine, di questi ne restavano solo una cinquantina, affamati e debilitati dall'inseguimento. Era questione di poco e si sarebbero arresi. Dall'altra parte gli uomini governativi non erano certo riposatissimi, ma almeno se feriti si potevano subito evacuare invece di arrendersi o dovere essere curati dopo ore di barella tra le insidie della jungla. Lo spirito dell'Esercito, crollato nei primi anni '80, con la cacciata di Marcos era chiaramente migliorato. I soldi non erano molti, nondimeno: gli elicotteristi filippini facevano un lavoro infernale e prendevano 250 mila lire (in pesos) al mese, vivendo in baracche umide e prive di conforti. Ma erano, riporta Husson, entusiasti di combattere perché sognavano un Paese pacificato dalla guerriglia, che il presidente Ramos voleva sconfiggere ma senza per questo che i militari prendessero la supremazia sulla costituzione e la società civili. E così, sperando che le cose andassero davvero bene, un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra guerriglia e governativi si scontravano in queste zone di guerra.
 
===1993: Marina filippina <ref>Sengupta P. '' I programmi militari del S. E Asiatico'' RID Agosto 1993 p. 30</ref> ===
Non risulterà difficile capire, già da quanto è stato prima detto, che la Philippine Navy era valutata come la più vecchia e obsoleta tra le marine dei Paesi ASEAN. Aveva da pattugliare 1,94 mln di kmq di cui parte è stata dichiarata sua EZZ, precisamente nel '79. La necessità era di comprare ben 100 navi ma la possibilità reale era di 38: con il 38% del necessario non è che ci si potesse fare molto. C'erano da proteggere 785.000 pescatori da ogni sorta di problema (dai cicloni ai pirati) e di eliminare il fenomeno della pesca di frodo oltre che il contrabbando. Non c'erano reali problemi con altre nazioni, con i classici grandi scontri navali immaginati nelle costruzioni delle flotte d'alto mare. Però l'arresto di pescatori taiwanesi nelle acque del nord e gli attacchi della marina malaysiana contro i pescatori attorno a Mindanao non erano un problema marginale. Per capire come queste 'guerre del pesce' fossero tutt'altro che simboliche, basti dire che tra il 1 aprile e il 4 maggio del '91 sono stati catturati 7 battelli da pesca di Taiwan. Non solo, il 27 aprile del '91 ne è stato affondato anche uno, al largo di Luzon. E che dire delle 8 isole rivendicate dell'arcipelago Spratly (le Palawan e Kalayaan)? Insomma, di problemi ce n'erano anche se non particolarmente gravi rispetto ad altre zone di tensione. Per affrontarli la PN ha chiesto un budget, nel 1991, di 80 milioni di dollari o meglio 1,8 mld di pesos. Questo serviva per il programma di ammodernamento da farsi nel corso di un decennio. Non era certo molto: 8 mln di dollari per anno sono risibili a dire il meno. Ma il Congresso ha stabilito che solo 324 mln fossero accordati alla Marina. Questo sembra un vantaggio per le finanze dello Stato. No. Sono perdite enormi: 2 mld di dollari (non di pesos!) all'anno per la mancata azione di contrasto ai pescatori di frodo, che sottraggono 1 mld solo in tonni!. E che dire del contrabbando? 93 mln di dollari nei precedenti 5 anni, anche se a confronto dei pesci sottratti sembrano una bazzecola. Un po' meno i 110 mln di dollari di danni causati dai pirati (che sono una piaga mai estirpata). Tutto questo spiega come mai 'piova sul bagnato': se sei un Paese debole, quello che succede di conseguenza non riequilibra affatto, se lasciato a se stante, la tua posizione, ma tende ad indebolirti. Le Filippine sono state derubate di decine di mld di dollari in pesce, e hanno continuato a soffrire di problemi economici che hanno alimentato ulteriori predazioni da parte di gente senza scrupoli.
 
Per ottenere un po' di rispetto sono state ordinate ai cantieri spagnoli di Bazan le 3 motocannoniere 'Cormoran' da 158 mln di dollari, da consegnarsi per il 1995, grazie ad un pagamento agevolato da un prestito a tasso commerciale più varie compensazioni. La consegna era prevista a partire dal marzo del '94, ma c'erano anche altre 3 navi costruite nei cantieri di Cavite, proprio a Sud di Manila. Come armamento queste navi da 360 t si presentavano piuttosto agguerrite con il solito cannone OTO da 76 mm (forse il primo caso in cui entrò in servizio nelle Filippine), un altro impianto Breda da 25 mm binato, 4 missili MM-40 Exocet, sistema di combattimento ALCOR con apparati optronici, radar navigazione e scoperta aerea, una consolle multifunzione di tipo COAR e un databus CORMONET. Non bastando queste potenti navi c'erano anche in acquisizione 8 motovedette costruite a N.Orleans, lunghe 24 m, con due diesel Allison, eliche a 4 pale, riduttore tedesco ZF, 4 mtg da 12,7 mm, 2 da 7,62 mm e un mortaio da 80 (o 81?) mm. I programmi vertevano anche su 3 cannoniere costieredi provenienza australiana, due piccole navi da rifornimento LSV da appena 1.560 t della China Ship and Trading Corporation, costanti appena 34 mln di dollari. Ma forse più interessante era l'offerta russa di 12 corvette Tarantul, ad appena 40 mln di dollari l'una (che però significano 480 mln complessivi), armate con i missili P-22 antinave e SA-N 4 antiaerei. Erano appartententi alla flotta Sovietica dell'Estremo Oriente. Navi piuttosto capaci e complesse da circa 800 t, erano della prima versione, ma anche così sembra strano che nel settembre del '92 la Marina russa fosse intenzionata a disfarsi di un nucleo di unità di tutto rispetto visto lo stato generale della flotta, composta da navi ben più vecchie. Forse volevano più che altro fare 'cassa' data la disastrata situazione finanziaria. Sta di fatto che la Marina di Singapore, anche considerando i rinforzi previsti per la PN, era capace di offrire una molto superiore capacità combattiva, e parliamo di un mini-stato da circa 600 km2 e 2 milioni di persone. Le Filippine erano davvero in una situazione molto vulnerabile e pirati più pescatori di frodo lo sapevano.
 
===PAF, 1998<ref>Bottaro Sergio: ''Philippine Air Force'', A&D Feb 1998 p.56-61</ref>===
Parlando delle Filippine non bisogna dimenticare la posizione strategica che questo arcipelago occupa. Si tratta di un arcipelago ex-colonia spagnola, costituito da ben 7.000 isole e 10 anni fa, circa 60 milioni di abitanti di 10 principali etnie. Dopo che gli USA vinsero la loro prima guerra oltremare, contro la Spagna nel 1989, passarono sotto il loro controllo e vi rimasero fino al '46, ma con l'intervallo del dominio giapponese nel 1942-44. Dal 4 luglio del 1946 sono diventate una nazione libera ma data la loro composizione etnica (una volta, senza tanti falsi pudori, si sarebbe chiamata 'razziale') e la geografia che certo non agevola la visione unitaria dello Stato, non si può dire che il loro governo sia riuscito molto bene a controllare lo sviluppo di quella che rimane una naziona povera con una forte emigrazione. Le Filippine non hanno fatto mai parte delle 'Tigri Asiatiche'. Quanto all'aviazione, la prima bozza venne fatta il 17 marzo 1917 con la Guardia Nazionale Filippina che ebbe una cosidetta unità aerea di 150 soldati (15 ufficiali), cosidetta perché priva di aerei. Venne addestrata 'a terra' a Fort Mill, isola di Corregidor. Fu solo dopo la Grande Guerra che giunsero i primi Curtiss N4S, i celebri 'Jenny' da addestramento, oltre ad F5 e a un idro Seagull. Non erano aerei dei Filippini, che dopotutto erano una terra occupata dagli Americani: la proprietà era della Curtiss School of Aviation. Il primo pilota diplomato fu il T.te Leoncio Malinao, o almeno il primo a volare senza un istruttore americano. Nel '22 il Philippine Air Service venne tuttavia sciolto per mancanza di fondi. Si riprese nel '34 come Philippine Constabulary Air Corps che era una specie di polizia aerea, assorbita dal Philippine Army Air Corps due anni dopo. Il PAAC combatté nel '41-42 contro i Giapponesi: persino qualcuno degli obsoleti P-26 riuscì ad abbatere uno Zero, iniziando i combattimenti il 10 dicembre del '41. Ma nel marzo del '42 cadde Bataan e la sua linea difensiva e i Giapponesi, che attribuivano importanza strategica alle Filippine (che attaccarono fin dal primo giorno di guerra distruggendo gran parte dei B-17 ivi dislocati) conquistarono l'arcipelago. Mc Arthur se ne andò ma baldanzosamente disse che sarebbe ritornato, e così fu nel '44. La guerra vide gli americani prevalere con un'industria veramente ineguagliabile, e le Filippine videro sia il massacro delle forze convenzionali giapponesi che l'inizio dei reparti Kamikaze. In ogni caso, finita la guerra i primi piloti filippini andarono negli USA ad addestrarsi e nel luglio del '47 nacque la Philippine Air Force staccandosi, come già il modello USAF, dall'Army. Nel '55 arrivarono i jet T-33A e RT-33A, 28 esemplari in tutto, che vennero consegnati in 3 lotti. Senza fretta: l'ultimo nel 1987, 32 anni dopo i primi, era di 7 esemplari da parte dell'USAF. Questa era molto presente in zona, essendo le Filippine entro la competenza della PACAF: specialmente sulla base di Clark vi era concentrato un potenziale militare considerevole. Questa base era americana, come anche la base navale di Subic Bay. È poco noto ma nel '50 contingenti filippini vennero mandati in Corea a combattere i comunisti e nel '51 USA e Filippine siglarono un trattato di mutua difesa.
 
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*1 Sikorsky S-70
 
===La controguerriglia PAF, 2006<ref>Husson,Aerei Jeannov-Pierre:dic Controguerriglia a Mindanao, PD Nov 19922006</ref> ===
Dopo la crisi del 1997, le cose per la PAF sono andate anche peggiorando rispetto alla già non esaltante situazione di quella che fino agli anni '80 era considerata come una delle forze aeree più moderne della regione; il 19 dicembre 1996 era stata tuttavia emessa una legge, quella del dicembre 1996, per ammodernare le F.A.; dalla metà degli anni '80 la guerriglia comunista, dopo la 'Rivoluzione EDSA (Rivoluzionedel Potere al Popolo Operario, di EPifanio de los Santos), è aumentata notevolmente, ma secondo il gen. Reyes, comandate della PAF (o meglio PhAF), con un piano messo 'in atto con decisione' si è riusciti ad eliminare il problema, almeno farlo scemare a livelli meno preoccupanti di quelli che comportano una minaccia alla sicurezza nazionale. Con quali metodi, è meglio non chiedere troppo in dettaglio. Tuttavia, nel 1991 gli USA abbandonarono l'importante base di Clarck AFB e di non rinnovare gli accordi del 1947, che permettevano l'uso americano di diverse basi, il che ha significato mettere tutte le esigenze della difesa addosso alle fragili spalle della PhAF e delle altre F.A. nazionali, tutte più o meno largamente arretrate rispetto ai vicini; con la legge del 1996 (la 7898) è stato messo a punto un progetto su cinque fasi, incluso il 'recupero' degli aeromobili e l'aggiornamento di UH-1 e OV-10. IN tutto si parlava di spendere 330 mld di pesos in 15 anni, senonché la crisi del 1997 fece cadere il valore della moneta nazionale quasi del 50%, e nel contempo negli anni '90 erano sorti altri problemi: la guerriglia comunista aveva ripreso un pò di forza, e peggio che mai, c'era anche il problema dei guerriglieri islamici. Nel frattempo la PhAF è stata ristrutturata con il nuovo Air Defense Command, il Tactical Operation Command, Air Education and Training Command, Air Logistic Support Command, e infine un Air Reserve Command. IL comando della difesa aerea si rivelò inutile dato che la minaccia era essenzialmente interna, e così venne presto sciolto. Dal canto suo, l'Aircraft Recovery Program è stato portato avanti, rimettendo in condizioni di volo ben 32 aerei ed elicotteri, una piccola fortuna per l'aviazione; molti degli oltre 70 UH-1H erano a terra, ma dal 2002 sono stati rimessi in servizio gtrazie al 410th Maintenance Wing di Clark AB, e circa 24 elicotteri prima messi fuori servizio ora sono in condizioni di volare, ma vi sono state revisioni simili anche per gli aerei d'attacco SF-260, S.211, elicotteri S-76, gli aerei da supporto N-22 Nomad e Cessna T-41D. Dal 1997 si era anche deciso che parte degli UH-1 dovese essere trasformato in 'Huey II', con kit giunti nel 1999, ma installati solo nel 2003, grazie ad un accordo con gli USA; i primi due sono stati messi in servizio dal 2004 con il 505th Search and Rescue Group della Villamor AB, Pasay City, Manila. IL 12 agosto del 2005 è toccato ad un altro vecchio protagonista della PhAF, l'OV-1A, di cui due esemplari venenro consegnati dopo un programma SLEP di aggiornamento (SLEP= Service Life Extension Program), che dovrebbe essere stato fatto ad altri quattro aerei entro il 2006. Vista l'epoca, nell'ottobre del 2003 GW Bush dichiarò che le Filippine facevano parte degli alleati più stretti degli americani, e così ebbero una priorità importante nelle forniture di armi usate; addirittura, al 2006 era atteso un prestito di ben 15 mld di dollari, ma tutto quello che si era ottenuto all'epoca erano tre elicotteri UH-1 con sistemi compatibili per gli NVG; nel frattempo i C-130 filippini erano in revisione.
Dopo la presidenza della presidentessa Corazon Aquino, quando era stato fatto molto per trattare con i guerriglieri dell'NPA, con il nuovo presidente Ramos si ricominciò a far 'salire il livello di confronto' con i guerriglieri anti-governativi. Lo scenario ricordava quello del Vietnam, come la vegetazione, l'umidità e i mezzi aerei impiegati, gli obiqui Huey. Poteva capitare che una postazione fosse occupata da un'unità come il 64° Battaglione, a quota 245 dove c'era una specie di agglomerato di baracche in mezzo ad una soffocante jungla. Poteva capitare che si aspettasse 4 mesi e oltre per sostituire un'unità del genere, relegata a forniture eliportate ogni settimana. I battaglioni arrivavano con gli UH-1H ed erano scortati dagli S-76, anzi dagli AUH-76, armati con mitragliatrici FN Herstal da 12,7 mm che sorvegliavano la fase dell'atterraggio. Era così dai primi anni '70 là a Mindanao, estremo Sud dell'arcipelago. C'erano 160 mila soldati e reparti di sicureza vari come la Constambulary e tanti vigilantes (squadroni della morte?). Tutto questo contro i guerriglieri dell'NRA, New People Army, che altro non erano che il braccio armato del CCP, ovvero il Partito Comunista Filippino, fondato dall'ideologo maoista e professore universitario José Maria Sison. Ovviamente il PCF è rimasto fuorilegge ai tempi di Marcos, ma apparentemente non è cambiato molto nemmeno negli anni successivi.
 
Questa guerriglia non è che l'ultima di tante altre. Quando gli Americani occuparono le Filippine si scontrarono con i pericolosi attacchi dei Moros, guerriglieri locali che si imbottivano di droghe prima di attaccare, tanto che si dice che l'adozione delle Colt 0.45 sia stato dovuto proprio per le migliori capacità d'arresto contro i guerriglieri, resi relativamente insensibili ai colpi delle pistole con cui si combattevano gli scontri tra la jungla.
 
A parte questi eventi dell'inizio del secolo, nel dopoguerra immediato vi fu la guerriglia Huk, che era sempre legata al partito comunista, ovvero il vecchio PKP, Partido Komunista n Philippinas, stroncata poi dal ministro della difesa (e poi Presidente) Magsaysay negli anni '50. Questo fu grazie alle tecniche di guerra, guerra psicologica, e aiuto alle popolazioni secondo i consiglieri occidentali, anzi americani. Ma dopo circa una ventina di anni, nel '69, a marzo, venne ricostituito l'NPA. Stavolta la minaccia non era a Luzon, l'isola della capitale Manila, che era un bersaglio vitale ma troppo facile da difendere; stavolta si è trattato di fare guerriglia in zone periferiche e montagnose, specie a Mindanao che avrebbe dovuto essere poi la base di allargamento verso il resto dell'arcipelago. Verso la fine degli anni '70 c'erano circa 10 mila guerriglieri, non molto per contrastare Marcos. Ma dagli anni '80 il successore di Sison, ovvero Rudolfo Salas e poi Romulo Kintanar sfruttarono bene il malcontento popolare verso Marcos e la sua corrittissima classe di potere. Il primo venne nondimeno arrestato nel settembre del 1986, il secondo nel marzo del 1988. Paradossalmente proprio quando Marcos era stato cacciato via. Con l'olio di cocco e lo zucchero che costavano sempre di meno (ed erano i principali prodotti di esportazione delle Filippine), disoccupazione e corruzione, non era difficile ottenere valide ragioni di lotta anti-governative. Nel mentre Marcos si arricchiva smodatamente, e forse questo fu possibile anche grazie alla gigantesca quantità d'oro che i giapponesi nascosero nelle isole, in gallerie che fecero saltare con operai forzati e soldati dentro, ma che sarebbe stata ritrovata dal dittatore, almeno in una limitata quantità (su migliaia di tonnellate stimate..). La vedova ha sempre negato tutto, ma senza mai convincere del tutto.
 
Nella metà degli anni '80 l'NPA aveva 28 mila combattenti, per lo più a Mindanao. Le cose erano tanto andate avanti che v'erano concrete speranze di entrare al governo, mentre il corrotto e demoralizzato esercito filippino era troppo debole, come già quello sudvietnamita negli anni '60, per non dire dei meriti necessari per fare carriera nell'esercito legati sopratutto al nepotismo. Solo i Marines erano un corpo veramente solido, di sicuro la migliore forza combattente dei Filippini. Paradossalmente fu proprio la caduta di Marcos che tagliò le gambe alle ambizioni dei comunisti grazie all'arrivo della Aquino. Prima vi furono amnistie e trattative, poi la 'vedova presidente' ebbe pressioni nascenti da parte dell'esercito per non continuare le sue trattative, che sembravano piuttosto inconcludenti. Presto si ritornò alla lotta armata, precisamente attorno al 1988. Questo non fermava tuttavia la formazione di nuovi eserciti di guerriglieri, mentre l'NPA stava perdendo colpi e posizioni in cui sembrava consolidata.
 
Ma almeno a Mindanao c'erano ancora bastioni molto forti, con circa 15 mila combattenti e un milione di simpatizzanti. Ma c'era anche di peggio: il Moro National Liberation Front o MNLF, e il MILF, Moro Islamic Liberation Front si stavano formando come pericolose avversarie del potere centrale. Erano entrambe formazioni di guerriglia musulmana ed erano attive ancora, a Sud dell'arcipelago. Erano aiutate da nazioni esterne, persino dalla lontana Libia.
 
Nondimeno, la loro azione era spesso di tipo convenzionale, quindi più facile da contrastare da parte dell'esercito filippino. Con 110.000 soldati di cui ben 28 mila della Marina -11.000 Marines- e 68.000 dell'Esercito, più 50.000 delle forze di sicurezza e 35.000 'vigilantes' ovvero guardie private, quel fenomeno che adesso sta esplodendo in Irak ed è conosciuto come 'contractors'.
 
I militari filippini hanno avuto molto da imparare dalle strategie COIN usate in Vietnam e hanno di conseguenza usato delle truppe leggere speciali, con la capacità di reagire in maniera rapida in ogni ruolo anti-insurrenzionale e in ogni zona delle Filippine. La PAF, che li appoggiava, era nota sopratutto come HHP, le Huk-bong Himpawid ng Philipinas, che è la lingua tabalong locale.
 
Con che mezzi? Non molto ma nemmeno pochi: il gruppo COIN era armato con 16 T-28D Trojan e 7 gruppi di UH-1H (circa 50), alcuni MD-500, 12 S-76 qui in un raro utilizzo da elicotteri di cannoniera volante anche se in fondo, questi moderni e veloci elicotteri avevano solo due pod da 12,7 mm belgi. Sono stati usati sopratutto a Samar, Mindanao, Cebu. Solo Mindanao aveva una superficie di 94 mila kmq, la seconda per estensione dopo Luzon. Era qui che si verificavano gli scontri tra regolari e guerriglia, per circa l'80% del totale delle battaglie. Era per questo che c'erano ben 9 brigate delle divisioni 1, 4 e 6, più 4 btg d'artiglieria, una brigata del Genio (52a, più elementi della 525a). A tutto questo si aggiungevano 3 battaglioni di forze speciali e i marines della 2a brigata.
 
All'epoca le Filippine possedevano un esercito di 8 divisioni da 2-4 battaglioni l'una (quindi erano in pratica delle brigate per gli standard NATO), una brigata corazzata leggera di 4 battaglioni (assegnati alle divisioni di fanteria), 4 brigate del genio, 4 reggimenti artiglieria campale (che oltre agli M101 hanno ricevuto anche alcuni degli obiqui Mod.56 da 105 mm nel 1982-83), 5 battaglioni di forze speciali (nella nuova 96a brigata di fanteria leggera, ex- reggimento scout Ranger sciolto dopo il tentato golpe del dicembre 1989, passato sotto traccia date le tante altre rivoluzioni all'epoca). Infine non mancavano 3 brigate di marines, la 1a, 2a e 3a.
 
Quanto a Mindanao, essa era suddivisa in 5 differenti Regioni Militari con forze da combattimento dislocate per ciascuna di esse. La più sofferta era la XI R.M. di Davao, che era anche la principale città di Mindanao.
 
Qui le condizioni erano molto varie: zone agricole, urbanizzate, di montagna. Azioni di terrorismo ed attività estorsive erano all'ordine del giorno, come anche le imboscate per i governativi e l'attacco alle grandi proprietà terriere, uno dei problemi mai risolti dalla struttura sociale delle Filippine.
 
La Regione in parola era tenuta dalla CASF, Composite Air Support Force con 9 elicotteri, il cui compito era supportare i rangers: 3 erano i potenti AUH-76 del 15th Strike Wing (base Cavite City, vicino a Manila) tutti dipinti in nero e senza segni di riconoscimento, 6 erano invece gli UH-1H appartenenti al 206th Tactical Helicopter Wing che ha la sua base istituzionale a Pasay City. Non erano poi molti ed erano quindi costretti ad effettuare 2-3 missioni al giorno sopratutto per azioni di rifornimento alle guarnigioni isolate, ma non mancavano ogni mese da 3 a 5 missioni di guerra sia offensive che difensive (azioni di forze speciali e attacchi ai guerriglieri). I guerriglieri NPA non erano molto armati, ma registravano con continuità quando c'erano i cambi truppe delle guarnigioni e ne approfittavano per quello che nella guerriglia moderna è un po' il nuovo sport: il tiro all'elicottero, specie quando è a pochi metri da terra in atterraggio. Ma gli elicotteri erano provvisti di corazze protettive e pare che nessuno fosse stato abbattuto durante questi agguati, mentre gli Huey, spesso difesi dagli S-76, erano armati con due M60 laterali. Anche la guerriglia le aveva, assieme ad AK-47, M14 e AKM. Se erano in numero sufficiente formavano una specie di falange e sparavano tutti insieme una vera palla di fuoco contro il facile bersaglio, che tuttavia era in grado di sopravvivere a queste azioni, mentre in Vietnam analoghi tipi di azioni avevano distrutto molti Huey. Questi erano piuttosto vecchiotti e non rispondevano molto bene ai comandi che spesso necessitavano di molta velocità d'esecuzione per portarsi fuori dai guai. Ogni elicottero dle 206th aveva subito molti impatti di proiettili, ma ai guerriglieri mancavano armi pesanti e missili portatili. Entro 30 minuti era possibile intervenire su chiamata di soccorso, ed entro un'ora era possibile evacuare i feriti. Se necessario si poteva chiedere l'appoggio dei T-28D. L'esercito filippino, ora molto meglio messo quanto a spirito combattivo, tifava per Fidel Ramos, alla prova per le nuove elezioni dell'11 maggio 1992: come ministro della difesa di Corazon Aquino neutralizzò 7 colpi di stato.
 
I guerriglieri perdevano colpi, è vero. Dopo oltre 3 settimane di caccia da parte della 6a Divisione ad un reparto di guerriglieri forte di 300 uomini in origine, di questi ne restavano solo una cinquantina, affamati e debilitati dall'inseguimento. Era questione di poco e si sarebbero arresi. Dall'altra parte gli uomini governativi non erano certo riposatissimi, ma almeno se feriti si potevano subito evacuare invece di arrendersi o dovere essere curati dopo ore di barella tra le insidie della jungla. Lo spirito dell'Esercito, crollato nei primi anni '80, con la cacciata di Marcos era chiaramente migliorato. I soldi non erano molti, nondimeno: gli elicotteristi filippini facevano un lavoro infernale e prendevano 250 mila lire (in pesos) al mese, vivendo in baracche umide e prive di conforti. Ma erano, riporta Husson, entusiasti di combattere perché sognavano un Paese pacificato dalla guerriglia, che il presidente Ramos voleva sconfiggere ma senza per questo che i militari prendessero la supremazia sulla costituzione e la società civili. E così, sperando che le cose andassero davvero bene, un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra guerriglia e governativi si scontravano in queste zone di guerra.
 
===1993: Marina filippina <ref>Sengupta P. '' I programmi militari del S. E Asiatico'' RID Agosto 1993 p. 30</ref> ===
Non risulterà difficile capire, già da quanto è stato prima detto, che la Philippine Navy era valutata come la più vecchia e obsoleta tra le marine dei Paesi ASEAN. Aveva da pattugliare 1,94 mln di kmq di cui parte è stata dichiarata sua EZZ, precisamente nel '79. La necessità era di comprare ben 100 navi ma la possibilità reale era di 38: con il 38% del necessario non è che ci si potesse fare molto. C'erano da proteggere 785.000 pescatori da ogni sorta di problema (dai cicloni ai pirati) e di eliminare il fenomeno della pesca di frodo oltre che il contrabbando. Non c'erano reali problemi con altre nazioni, con i classici grandi scontri navali immaginati nelle costruzioni delle flotte d'alto mare. Però l'arresto di pescatori taiwanesi nelle acque del nord e gli attacchi della marina malaysiana contro i pescatori attorno a Mindanao non erano un problema marginale. Per capire come queste 'guerre del pesce' fossero tutt'altro che simboliche, basti dire che tra il 1 aprile e il 4 maggio del '91 sono stati catturati 7 battelli da pesca di Taiwan. Non solo, il 27 aprile del '91 ne è stato affondato anche uno, al largo di Luzon. E che dire delle 8 isole rivendicate dell'arcipelago Spratly (le Palawan e Kalayaan)? Insomma, di problemi ce n'erano anche se non particolarmente gravi rispetto ad altre zone di tensione. Per affrontarli la PN ha chiesto un budget, nel 1991, di 80 milioni di dollari o meglio 1,8 mld di pesos. Questo serviva per il programma di ammodernamento da farsi nel corso di un decennio. Non era certo molto: 8 mln di dollari per anno sono risibili a dire il meno. Ma il Congresso ha stabilito che solo 324 mln fossero accordati alla Marina. Questo sembra un vantaggio per le finanze dello Stato. No. Sono perdite enormi: 2 mld di dollari (non di pesos!) all'anno per la mancata azione di contrasto ai pescatori di frodo, che sottraggono 1 mld solo in tonni!. E che dire del contrabbando? 93 mln di dollari nei precedenti 5 anni, anche se a confronto dei pesci sottratti sembrano una bazzecola. Un po' meno i 110 mln di dollari di danni causati dai pirati (che sono una piaga mai estirpata). Tutto questo spiega come mai 'piova sul bagnato': se sei un Paese debole, quello che succede di conseguenza non riequilibra affatto, se lasciato a se stante, la tua posizione, ma tende ad indebolirti. Le Filippine sono state derubate di decine di mld di dollari in pesce, e hanno continuato a soffrire di problemi economici che hanno alimentato ulteriori predazioni da parte di gente senza scrupoli.
 
Per ottenere un po' di rispetto sono state ordinate ai cantieri spagnoli di Bazan le 3 motocannoniere 'Cormoran' da 158 mln di dollari, da consegnarsi per il 1995, grazie ad un pagamento agevolato da un prestito a tasso commerciale più varie compensazioni. La consegna era prevista a partire dal marzo del '94, ma c'erano anche altre 3 navi costruite nei cantieri di Cavite, proprio a Sud di Manila. Come armamento queste navi da 360 t si presentavano piuttosto agguerrite con il solito cannone OTO da 76 mm (forse il primo caso in cui entrò in servizio nelle Filippine), un altro impianto Breda da 25 mm binato, 4 missili MM-40 Exocet, sistema di combattimento ALCOR con apparati optronici, radar navigazione e scoperta aerea, una consolle multifunzione di tipo COAR e un databus CORMONET. Non bastando queste potenti navi c'erano anche in acquisizione 8 motovedette costruite a N.Orleans, lunghe 24 m, con due diesel Allison, eliche a 4 pale, riduttore tedesco ZF, 4 mtg da 12,7 mm, 2 da 7,62 mm e un mortaio da 80 (o 81?) mm. I programmi vertevano anche su 3 cannoniere costieredi provenienza australiana, due piccole navi da rifornimento LSV da appena 1.560 t della China Ship and Trading Corporation, costanti appena 34 mln di dollari. Ma forse più interessante era l'offerta russa di 12 corvette Tarantul, ad appena 40 mln di dollari l'una (che però significano 480 mln complessivi), armate con i missili P-22 antinave e SA-N 4 antiaerei. Erano appartententi alla flotta Sovietica dell'Estremo Oriente. Navi piuttosto capaci e complesse da circa 800 t, erano della prima versione, ma anche così sembra strano che nel settembre del '92 la Marina russa fosse intenzionata a disfarsi di un nucleo di unità di tutto rispetto visto lo stato generale della flotta, composta da navi ben più vecchie. Forse volevano più che altro fare 'cassa' data la disastrata situazione finanziaria. Sta di fatto che la Marina di Singapore, anche considerando i rinforzi previsti per la PN, era capace di offrire una molto superiore capacità combattiva, e parliamo di un mini-stato da circa 600 km2 e 2 milioni di persone. Le Filippine erano davvero in una situazione molto vulnerabile e pirati più pescatori di frodo lo sapevano.
 
===2001, Fassarile Filippine e la 'War on terror'<ref>Fassari, Giuseppe: ''Cosa succede nelle Filippine?'' Aerei Mag-giu 2002 p.16-17</ref>===
Con l'avvento della Guerra al Terrore non poteva mancare l'interesse americano per le Filippine. La ragione è quella prima accennata al riguardo della guerriglia islamica. Abu Sayyaf, leader della guerriglia ha confermato il suo appoggio ad A.Q. con un messaggio letto in video da due coniugi americani presi in ostaggio. Le Filippine, però, se da un lato non hanno molte forze armate per affrontare il controllo del territorio, dall'altro non permettono a forze straniere di accedervi- Prima Spagnoli, poi americani, Giapponesi, ancora americani sono un po' troppo per sostenere uno Stato indipendente. La base di Clark e quella di Subic sono state chiuse all'inizio degli anni '90 e gli USA hanno fatto le valigie anche grazie alla solita eruzione del Pinatubo, che ha causato un problema anche agli aeroporti vicini con le sue ceneri vulcaniche. Ma per rientrare 'sotto mentite spoglie' c'é sempre un modo, per esempio organizzare delle 'esercitazioni' che in realtà sono dei veri e propri metodi per attaccare la guerriglia, come quella della foresta a sud dell'isola di Basilan. L'esercitazione BALIKATAN del 2002 è stata frequentata da oltre mille soldati americani, che come al consueto, presentano la caratteristica (quelli impiegati in questa periodica esercitazione) di essere spesso della Riserva: di fatto sono consiglieri militari. Spesso ci sono stati conflitti a fuoco. Un Chinook è caduto apparentemente in maniera accidentale in mare e i 10 a bordo sono morti, di cui solo 3 recuperati assieme ad alcuni rottami. Non è chiaro se la macchina in realtà sia stata colpita e si suppone che fosse un MH-47 del 160th Special Operations Aviation Regiment ovvero il SOAR. Era all'epoca organizzato in ben 3 battaglioni di elicotteri altamente modificati per le incursioni notturne, dai più piccoli ai più grossi (gli MH-47 sono 'corazzate volanti' rispetto agli OH-6). Uno dei suoi battaglioni, il 'Black' era impiegato all'epoca in Afghanistan mentre gli altri due erano a Fort Campbell, Kentucky come sede stanziale, l'altro sarebbe stato normalmente in Georgia.
 
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