Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-9: differenze tra le versioni

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Il tutto fece sì che nessuno dei 52 missili tra AS-5 (aviolanciati da Tu-16) e Styx trovasse il suo bersaglio, anche perché qualcuno venne abbattuto dai sistemi di difesa e altri deviati da malfunzionamenti, ma sopratutto dalle tattiche e tecnologie delle piccole e ben equipaggiate navi israeliane. Le 'Osa' erano pensate sopratutto per attaccare grosse navi e le piccole unità d'attacco non erano contemplate come avversari diretti. Peggio che mai, finiti i missili, i battelli arabi si ritrovarono impossibilitati anche a scappare, visto che i loro potenti motori diesel avevano noie meccaniche che impedivano di superare i 24 nodi anziché 38 di progetto. Così non riuscirono a vincere contro le navi israeliane, non riuscirono a scappare e con i loro cannoni da 30 mm tantomeno riuscirono a combattere contro i cannoni da 76 delle 'Saar'. C'era poi da rilevare la minaccia degli elicotteri e aerei dotati di missili aria-superficie e controcarri, che potevano sparare facilmente da oltre i 2,5 km di raggio utile dei cannoni di bordo (anche se talvolta integrati dai lanciatori SA-7 portatili). Le OSA II, successive alle precedenti e dotate di motori più potenti, da 5.000 anziché 4.000 hp, introducevano alcuni miglioramenti e spesso i lanciamissili quadrinati Strela per aumentare la difesa ravvicinata (ed essendo armi a guida IR, non era affatto difficile nemmeno tentare l'ingaggio di altre unità navali, specie se queste cominciavano a sparare con le armi di bordo, diventando notevolmente 'calde').
 
 
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Il versatile scafo delle 'Osa', almeno tenendo conto delle loro dimensioni e stazza, era suscettibile di ulteriori impieghi. Ne sono state così realizzate diverse 'variazioni sul tema'. Uno di questi fu il poco diffuso Project 206-MR "Vikhr'" , ovvero la Classe R-27 ovvero, per la NATO, la MATKA. Si trattava di una semplice variazione sul tema degli aliscafi, aggiungendo due alette laterali allo scafo delle 'OSA'. Gli aliscafi hanno costi di gestione elevati, ma in questo caso non di molto; le loro capacità di carico sono maggiori rispetto a quelle delle navi normali, e così la velocità. Qui si arrivava a circa 42 nodi, ma sopratutto, c'era la possibilità di usare anche i cannoni da 76 mm AK-176, che vedremo poi. I missili erano gli Styx ultima edizione, in genere ridotti a 2 esemplari; erano un po' pochi, ma il cambio con un cannone da 76 mm e un CIWS da 30 mm era piuttosto vantaggioso, mentre la plancia veniva rialzata notevolmente per non essere ostacolata dal grosso cannone di prua. Nell'insieme ne vennero costruite poche (una ventina), in attesa di qualcosa di più potente. Un' ulteriore filiazione fu la motosilurante tipo 'Shersen', dallo scafo simile ma più piccolo. Così si fece il percorso inverso, sia pure piuttosto fuori dall'epoca 'giusta'; si era partiti con le unità missilistiche derivate da quelle silurantei P6, e adesso si prendevano le 'Osa' per farne delle motosiluranti (ma in scala ridotta, con scafo da circa 35 m). La classe 'Shersen' venne anche trasformata in aliscafo, diventando la 'Turya', circa 30 esemplari per l'URSS e 6 per Cuba (modificati per i soli siluri antinave); le Turya, simili alle Matcka ma con armamento diverso (4 TLS, cannone binato da 57 e binato da 25) erano destinate sopratutto all'intervento veloce in azioni ASW, piuttosto che per attacchi siluranti a grandi navi. Infine non mancarono i pattugliatori 'Stenka', sulla base dei Shersen, armati con i cannoni da 30 mm e talvolta siluri e apparecchiature ASW, come il sonar filabile simile a quello dei Ka-25.