Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Ovest-3: differenze tra le versioni
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La base di partenza di tutti i successivi progetti, il Type XXI bellico, di cui un esemplare venne anche recuperato per scopi sperimentali durante gli anni '60. All'atto della resa della Germania vi erano avanzati progetti che però non erano stati prodotti in quantità sufficiente. 793 sottomarini erano stati affondati con la morte di circa 30.000 sommergibilisti, tra questi anche 27 Type XXI e 26 Type XXIII, i più avanzati tra tutti i sottomarini dell'epoca. Tra i sottomarini più colpiti, i protagonisti classici Type VIIC, con ben 500 unità perdute, eppure altre 169 in costruzione alla fine della guerra, più altri 19 autoaffondati, 36 catturati all'atto della resa e altri 2 durante la guerra. A questi sottomarini, per quanto superati, si dovettero milioni di tonnellate di naviglio Alleato colato a picco. I più grandi IX ebbero 155 perdite e una cattura durante la guerra, altri 12 catturati o in Giappone al momento della resa, 1 autoaffondato, non meno di altri 55 in costruzione.
In tutto, dei sottomarini tedeschi, i superstiti catturati erano 136, a cui bisogna aggiungerne altri 170 autoaffondati. Tra i sottomarini più moderni, 11 Type XXI e 16 Type XXIII vennero catturati, 78 XXI e 21 XXIII vennero autoaffondati, mentre ben 370 XXI e 100 XXIII erano in costruzione sugli scali, segno che l'arma
I sottomarini di nuova generazione, concepiti per operare immersi con batterie di maggiore capacità, cannoni leggeri antiaerei in torrette stagne, lo snorkel, sonar e siluri moderni, vennero rapidamente utilizzati a Est e a Ovest come base per nuovi sottomarini o per l'aggiornamento di quelli vecchi, come i GUPPY americani o i 'Whiskey' sovietici. La Germania era un alleato troppo importante contro il Patto di Varsavia, a maggior ragione dopo la Guerra di Corea. C'era bisogno di sottomarini per operazioni costiere, anche se il Trattato di Parigi limitava il dislocamento ad appena 350 t. Ma chi meglio dei Tedeschi poteva progettare tali unità, dopo avere costruito i Type XXIII, XVII e XVIII, grazie agli studi del prof. Walter e del Prof. Deschimag. L'IK6, ovvero Ingenieurkontor Lubeck o anche IKL, Ufficio Ingegneristico di Lubeck, venne fondato dall'ing. Gabler già nel 1946 e si sarebbe poi imposto come il leader mondiale nella progettazione di sottomarini diesel-elettrici.
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Il contratto per due unità venne dato nel 1959 ai cantieri Atlas di Brema e si sperava di costruirne altri 38, ma a quel punto vi furono problemi sia tecnici che di filosofia operativa. L'acciaio amagnetico non era ancora a punto, e i Type 201 erano ancora in grado di offrire molto di più. Alla fine non più di 2 unità vennero autorizzate nel 1963, realizzate entro il 1965 come navi sperimentali. Radiati già dalla prima linea nel dicembre 1966, lasciarono il campo a dei 'veri' sommergibili, anche se sempre di piccole dimensioni, visto che oramai il programma navale era stato cambiato ed ampliato.
I Tipo 201 entrarono in servizio dopo molti ripensamenti. Ordinati in 12 esemplari nel 1959, avevano una lunghezza di 43 m, dislocamento di circa 400 t emersi, otto tubi di lancio siluri tutti a prua e scafo in acciaio amagnetico. Proprio questo diede ad essi un problema strutturale, perché la superficie dell'acciaio si dimostrò prone a microfratture e corrosione. A parte questo, il dislocamento di 350 t era calcolato in tonnellate 'lunghe' (1,016 t metriche) e senza praticamente nulla a bordo. Il dislocamento aumentava a 395 t in condizioni tipiche e questo, pur superando di poco il limite del trattato, diede origine a molte polemiche. Tra le sue caratteristiche un solo asse con elica a 5 pale, motore elettrico e generatore attivato da un paio di diesel da 600 hp, più un piccolo diesel elettrico da 80 hp per la manovra di accoppiamento tra l'elica e l'asse di calettamento. Si trattava di una piccola unità con una torretta alta appena 1,2 m sulla coperta, lunga di poco oltre i due metri, con la vela vera e propria che se ne distaccava per altri 1,8 m raggiungendo una lunghezza complessiva di quasi 5 m per questa sovrastruttura caratteristicamente a due 'scalini'. I siluri erano 8 in altrettanti tubi di lancio, dopo che era stata considerata una soluzione con sole 4 bocche. Alla Marina piaceva l'idea di avere tutti i siluri pronti al tiro, ma la parte anteriore dello scafo diventava 'tozza' e si riduceva la velocità di un nodo. Comunque, nel settembre del '58 il mock-up della salta di operazioni siluri, costruito per provare l'ergonomicità della soluzione, venne considerato soddisfacente. I motori diesel erano gli DM MB280 da 600 a 1.450 giri-min, i generatori erano Brown-Boveri da 1.500 hp a basso numero di giri, calettati sull'asse dell'elica. Questo consentì di togliere il motore di accoppiamento originariamente previsto, mentre le strutture meccaniche a camma degli U202 erano state omesse per l'accoppiamento tra motore ed elica, rimpiazzate da un sistema ad aria compressa derivato dai Type XXI. Dal progetto XXVI, con sistema Walter ma dal dislocamento di 1.000 t (non realizzato durante la guerra) vennero trovate altre soluzioni, come appositi cilindri di soppressione del motore, che erano dentro lo scafo resistente e sopra i due motori diesel. Le batterie Varta dei Type 202 erano superate dal nuovo tipo della svedese Tudor, che garantivano il 20% di capacità e sopratutto una durata 3-5 volte maggiore (della batteria di per sé, non della carica contenuta, comunque un valido vantaggio in termini di costi operativi). Alla fine, nell'ottobre 1958, la maggior parte del lavoro era stato fatto per fissare il progetto e questo
Nel frattempo vennero costruiti altri battelli, le Classi 240 e 241. La prima non era altro che un paio di Type XXIII, immersi nel Baltico ma ancora in buone condizioni. Uno era l'U-2365, autoaffondatosi nello Skagerrak l'8 maggio 1945. L'altro era l'U-2367, affondato da attacchi aerei appena 3 giorni prima. Recuperati a metà del '56, da un fondale profondo appena 50 m, ebbero un uso sperimentale, ma funestato di incidenti. Entrarono in servizio rispettivamente come HAI (pescecane) e HECTH (luccio), il 15 agosto e il 1 ottobre 1957 e passarono 3 anni al Centro Esperimenti Navali, poi passarono alla Scuola Sommergibilisti di Neustadt. Ebbero numerose modifiche, con ben due ricostruzioni, prima (1961) con una vela dalle migliori qualità idrodinamiche, e poi (1964) con uno scafo allungato di 1,2 m per i motori diesel-generatori dell'U-201. Alla fine, dopo l'aggiunta di queste e di altre modifiche tecnologiche per equipararli a questi nuovi battelli, divennero la Classe 240. Queste vecchie unità non ebbero però una vita facile, anzi ebbero parecchi incidenti, di cui uno fu il peggiore della Marina tedesca post-bellica. L'HAI era in rotta per la Scozia quando, navigando in superficie, affondò durante una tempesta a seguito di una via d'acqua. Nonostante la presenza di navi di scorta, vi fu un solo superstite. Era il 14 settembre 1966. La nave venne recuperata per la seconda volta, ma solo per indagare le cause della perdita. Vene portaro a galla il 19 settembre e potato ad Emden. L'unità non venne mai più rimessa in servizio. Il 3 settembre 1968 venne disarmato e demolito anche l'HECHT.
La seconda classe era un battello XXI, il Wilhem Bauer, recuperato anch'esso dal Baltico sempre nell'estate del '57, dove si autoaffondò il 4 maggio 1945, quando il suo nome era U 2540. Esso ebbe bisogno di un permesso speciale in quanto, per il
Queste unità ebbero seguito dai Type 201. Le 203 e 204, relative a sottomarini con motori elettrici e rispettivamente, indipendenti dall'aria, non ebbero seguito.
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come l'AM53 della Schoeller-Beckmann per l'U-9 e U-10, l'U-11 con il PN18S2 e infine l'U-12 con l'Amanox 182M9. In tutto vennero realizzate 9 navi della Classe 205. L'ultima unità venne consegnata il 14 gen 1969.
La successiva classe e 'definitiva', nell'ottica della Guerra fredda, fu la Type 206, ulteriormente aggiornata. Con questa si intendeva completare il programma naale che chiamava in causa la realizzazione di 24 battelli da 450 t, nonché 6 SSK di maggiore dislocamento. Entrambe le classi vennero realizzate con studi iniziati già nel '62, e il Type 206 era inizialmente noto come IK34. Essa era stata modificata con vari altri sottosistemi, e differenze strutturali dall'altra. Fermo restando il dislocamento di circa 450 t, il battello aveva più batterie e più energiche per alimentare le attrezzature elettroniche di bordo, assai superiori rispetto alla classe precedente, ma questo andava a scapito della zavorra e quindi della sicurezza implicita della nave. La realizzazione di questa classe 'definitiva', che seguiva i primi 9 U-205, venne affidata a due cantieri diversi, ad Embden e Kiel. La forma
La Classe 208 verteva su 6 SSK ad elevate prestazioni da 1.000 t, studiata dal 1966 presso l'IKL, ma le prestazioni richieste erano troppo alte, e il dislocamento troppo basso. L'energia nucleare per sottomarini non era accessibile per la Germania e i problemi finanziari fecero il resto, portando alla fine tale programma, cancellato nel 1971. La componente 'd'altura' della Bundesmarine non venne così mai materializzata. Del resto, ora la miniaturizzazione dell'elettronica consentiva di trasformare in SSK anche piccoli sottomarini. IN definitiva, con i 24 Type 201, 205 e 205 migliorata (ovvero 206) il programma navale del '55 venne completato nel settore dei sottomarini. I Type 206, pur essendo navi di piccole dimensioni, sono un concentrato di tecnologia ed efficacia bellica di tutto rispetto, specie nei tipi che aggiungono anche la disponibilità di 24 mine in appositi contenitori laterali, apparsi sulle ultime navi.
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Infine, la AEG-Telefunken cominciò a sviluppare i siluri filoguidati ASW e antinave necessari
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*Gruppi MCM, basati a Olpenitz dal 1994. Essi vertevano su di una forza data dal 1° Gruppo MCM con 10 Type 332, 3 Gruppo con 5 Type SM.394 costieri, 5° Gruppo con 10 dragamine Type 404.
Gruppi MCM basati a Wilhenshaven: 4°, con 8 MJ 331 e una nave ausiliaria, e 6° con 6 Type 351 e 18 imbarcazioni telecomandate Troika. Assieme a queste unità vi era anche il gruppo Incursori
Note: le Type SM-343 Hamelin vennero ideate come moderne navi posamine, poi convertite a dragamine. Capaci di 18 nodi, hanno un dislocamento di 600 tonnellate e un cannone da 40 mm, originariamente integrato da 60 mine. Le MJ-332 Frankental erano pure un moderno progetto con sonar DSQS-11M, ROV Penguin, cannone Bofors da 40 mm. I Lindau (Type 331) hanno due classici ROV PAP-104 e 5 sommozzatori, oltre al solito cannone da 40mm e lanciatori di chaff. I Type HL-351 hanno le imbarcazioni teleguidate Troika, chiamate Sheeound, avevano una lunghezza di 25 metri e una velocità di nove nodi. Per il futuro era prevista la chiusura del 4 e 6 Gruppo MCM.
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Le successive '''F-123 Brandemburg''', costruite in questo caso non per rimpiazzare le vecchie fregate Koln (come nel caso delle Bremen) ma i caccia 'Hamburg', sono navi del tutto diverse anche se sono armate quasi allo stesso modo, anzi involute rispetto a quello delle 'Bremen': 4 MM.38 residuati dai vecchi Amburg. Queste navi sono state completate nel 1992-96, come fregata 'supplente' al fallimento dell'NFR-90. BRANDEMBURG, SCHLEWING-HOLSTEIN, BAYERN e MECKENBURG-VORPOMMERN sono navi progettate largamente con i concetti MEKO anche se non senza influenza dalle precedenti F-122. Rispetto a queste vi erano delle migliorie sopratutto in termini dimensionali, ma non tanto in lunghezza, aumentata comunque a 139 metri, ma sopratutto per il volume. La loro costruzione ha visto la semplicità di assemblaggio tipica delle 'MEKO'. Esse, come si è detto, sostituivano i 4 caccia ASW Hamburg o Z-101A, del 1964-69. Queste vecchie navi erano state rimodernate con un programma nel 1975-79. Ai cannoni automatici francesi da 100 mm si erano aggiunti cannoni da 40 mm Bofors-Breda (in sostituzione dei vecchi L/60 Bofors), e la torre 3 aveva lasciato il posto a lanciamissili MM.39 Exocet. Dovevano essere mantenute in servizio fino ai primi anni '90, ma le date vennero anticipate.
Autorizzate il 19 giugno 1987 come F-94 e poi come F-123, dovevano essere navi da 4.000 t, con equipaggio contenuto in 220 persone, sopratutto intese per compiti ASW ma in generale erano navi polivalenti, anche la lotta contro i missili antinave. Pensate per essere navi capaci di un notevole potenziale di crescita, con un costo non superiore a 650 milioni di marchi, le F-123 vennero completate, come specifiche, in sole 6 settimane per essere approvate già in agosto dal Sottosegretariato degli Armamenti. La vita utile prevista sarebbe di 30 anni. Fondendo l'esperienza delle F-122 con quella delle MEKO 200-360 in realizzazione per clienti esteri, venne costituito un gruppo di lavoro il 27 ottobre con i cantieri Bremer Vulkan di Brema (F-122 'Bremen'), e B&Voss di Amburgo (MEKO), oltre all'AEG per i sistemi d'arma di bordo, la Thyssen e la HDW come associati al programma con ruoli minori. 21 dicembre 1987, l'Ufficio Federale per le Tecnologie Militari e Acquisizioni o BWB chiese al gruppo una offerta dettagliata entro il novembre 1988, e infatti già il 19 ottobre vennero proposte due possibili soluzioni, i cui supporter erano la Bremer-Vulkan e la B&Voss.Vinse quest'ultima dopot una competizione che fu tanto accanita da ridurre del 10% i costi rispetto al tetto di cui sopra, di 650 milioni per nave. 10 aprile, arrivo dell'autorizzazione alla costruzione, che sarebbe stata data al consorzio ARGE 123 (ARbeits GEmeinschaft) che era formato da Blohm6Voss, Howaldtswerke Deutsche Werft (HDW, meglio noto per le sue attività con i sottomarini) e la Thyssen Nordseewerke o TSNW. Contratto firmato il 28 giugno 1989, ad una settimana dall'approvazione del governo. Si era proceduto davvero in fretta, ma a dire il vero, malgrado questo e il riciclaggio di materiali usati da vecchie navi (i missili Exocet) la situazione politica era cambiata anche più in fretta e così quando vi fu l'impostazione ai cantieri B&V di Amburgo della capoclasse, il 5 febbario 1991, la Guerra fredda che aveva premuto per la loro realizazione già non c'era più; non solo, non c'era più nemmeno la DDR e la stessa GFR!, Anche così i lavori andarono avanti. L'AMBURG o F-215 venne varata nel '92 mentre la consegna richiese di aspettare fino al 14 ottobre 1994. La F-216 S.H. venne costruita nei cantieri HDW di Kiel con consegna il 24 novembre 1995; la F-217 Bayern ai Thyssen Nordseewerke di Emden, consegna 14 giugno 1996, e la F-218 M.V. venne invece realizzata dai cantieri Vulkan di Brema, con consegna il 6 dicembre 1996. Le navi divennero parte del 6o Gruppo di Fregate come le più moderne, anche se non necessariamente le più potenti, della Bundesmarine.▼
▲Autorizzate il 19 giugno 1987 come F-94 e poi come F-123, dovevano essere navi da 4.000 t, con equipaggio contenuto in 220 persone, sopratutto intese per compiti ASW ma in generale erano navi polivalenti, anche la lotta contro i missili antinave. Pensate per essere navi capaci di un notevole potenziale di crescita, con un costo non superiore a 650 milioni di marchi, le F-123 vennero completate, come specifiche, in sole 6 settimane per essere approvate già in agosto dal Sottosegretariato degli Armamenti. La vita utile prevista sarebbe di 30 anni. Fondendo l'esperienza delle F-122 con quella delle MEKO 200-360 in realizzazione per clienti esteri, venne costituito un gruppo di lavoro il 27 ottobre con i cantieri Bremer Vulkan di Brema (F-122 'Bremen'), e B&Voss di Amburgo (MEKO), oltre all'AEG per i sistemi d'arma di bordo, la Thyssen e la HDW come associati al programma con ruoli minori. 21 dicembre 1987, l'Ufficio Federale per le Tecnologie Militari e Acquisizioni o BWB chiese al gruppo una offerta dettagliata entro il novembre 1988, e infatti già il 19 ottobre vennero proposte due possibili soluzioni, i cui supporter erano la Bremer-Vulkan e la B&Voss.Vinse quest'ultima
In ogni caso si trattava di navi rivoluzionarie. Vediamo come. Costruite anzitutto in acciaio per limitare i danni da incendi (Falklands docet), dislocanti anche per questo circa 5.000 t a pieno carico distribuite in 138,9 m di lunghezza fuori tutto, hanno scafo largo che garantisce tenuta al mare e stabilità (grazie anche alle pinne fisse laterali) e una valida piattaforma per sensori. VI è un timone semicompensato ad alettone sospeso (migliora la precisione nelle manovre a bassa velocità) e la carena è molto simile a quella delle pur più snelle F-122. Ma come capacità di sopravvivenza, le F-123 sono curate al massimo. A parte la costruzione delle strutture in acciaio, hanno una forma parzialmente stealth per ridurre la sezione radar e in generale le emissioni che possono tradirne la presenza. Paratie doppie ed elementi strutturali di rinforzo consentono di evitare cedimenti catastrofici della chiglia in caso di colpi a bordo , e in generale, le soluzioni del centro 61 di Meppen e dal BWB hanno comportato specifiche di robustezza e resistenza ai danni senza precedenti tra le costruzioni prima d'allora realizzate dall'ingegneria navale moderna. Lo scafo di suo è suddiviso in 15 compartimenti stagni che sono anche a tenuta di fumo, da un reticolo costituito da 6 paratie doppie e 8 semplici. Le sovrastrutture sono soddivise in due blocchi e in mezzo vi sono i due fumaioli appaiati e caratteristicamente rivolti ciascuno verso l'esterno, verso il basso. Superfici laterali dello scafo hanno 3 diverse inclinazioni, inclusa quella che corrisponde al lungo ponte di castello che arriva fino all'hangar. Riduzione della traccia magnetica, IR e acustica (motori in contenitori insonorizzati) sono altre caratteristiche. Il controllo danni ha 4 e non due sole zone, i sistemi di ventilazione sono indipendenti per ciascuno dei 12 moduli, così i sistemi antincendio e quelli elettrici con 13 centraline complessive. I locali vitali sono protetti da kevlare o acciaio. La riduzione del rumore è stata intesa anche per la prevista installazione di un sonar rimorchiato sviluppato con i francesi, la prima realizzazione di questo tipo da mettere su di una nave tedesca. Poi da considerare i moduli funzionali, che se non rendono particolarmente belle le navi che li adottano (tendono ad essere dei 'contenitori galleggianti' piuttosto gonfi) sono molto pratici e funzionali anche in sede d'aggiornamento: 4 moduli per le armi (uno da 4,7x4,1 m per la torre da 76 mm, uno da 6,75 x5,3 m per l'Mk 41 e due da 4,1x3,5 m per il RAM), 8 elettronici, e 43 moduli per ventilazione e carichi vari sono distribuiti dentro la nave. ▼
▲In ogni caso si trattava di navi rivoluzionarie. Vediamo come. Costruite anzitutto in acciaio per limitare i danni da incendi (Falklands docet), dislocanti anche per questo circa 5.000 t a pieno carico distribuite in 138,9 m di lunghezza fuori tutto, hanno scafo largo che garantisce tenuta al mare e stabilità (grazie anche alle pinne fisse laterali) e una valida piattaforma per sensori. VI è un timone semicompensato ad alettone sospeso (migliora la precisione nelle manovre a bassa velocità) e la carena è molto simile a quella delle pur più snelle F-122. Ma come capacità di sopravvivenza, le F-123 sono curate al massimo. A parte la costruzione delle strutture in acciaio, hanno una forma parzialmente stealth per ridurre la sezione radar e in generale le emissioni che possono tradirne la presenza. Paratie doppie ed elementi strutturali di rinforzo consentono di evitare cedimenti catastrofici della chiglia in caso di colpi a bordo , e in generale, le soluzioni del centro 61 di Meppen e dal BWB hanno comportato specifiche di robustezza e resistenza ai danni senza precedenti tra le costruzioni prima d'allora realizzate dall'ingegneria navale moderna. Lo scafo di suo è suddiviso in 15 compartimenti stagni che sono anche a tenuta di fumo, da un reticolo costituito da 6 paratie doppie e 8 semplici. Le sovrastrutture sono
Il sistema motore, del tutto o quasi identico a quello delle F-122, ha due turbine a gas LM-2500 da 25.450 hp a 3.600 giri-min, continuativi 20.000 hp; 2 diesel MTU 20V 956TB92 da 5.600 hp a 1.500 g.min turbocompressi e raffreddati ad aria, due gruppi riduttori Renk Tacke (anziché i meno efficienti BHS delle F-122). E siccome è difficile accoppiare i diesel in quanto questi sono su doppio montaggio elastico (per ridurre il motore) e quindi vibrano, è stata adottata una meccanica capace di collegarli anche tollerando escursioni di 5 cm. I gruppi di riduzione sono epicicloidali per le turbine e ad asse parallelo per i diesel, ed entrambe le eliche girano verso l'esterno grazie ad ingrannaggi a stella per l'asse di sinistra e a planetario per quello di destra. Esistono poi sistemi di regolazione SSS per impedire l'uso scorretto della trasmissione riducendo i rumori, specie operando con i diesel. Gli assi di trasmissione sono cavi e questo riduce il peso, con eliche a 5 pale a passo reversibile e variabile, che danno il meglio di sè nel settore delle silenziosità. Quanto all'impianto elettrico le BRANDENBGURG, che sono leggermente più lente delle Bremen in quanto hanno pari potenza ma maggiore massa, hanno 4 generatori Deutz AV Kaik, con diesel Deutz MVM da 750 kW, anche questi incapsulati in sistemi anti-rumore con doppio basamento elastico, e sono suddivisi in due zone molto distanti tra di loro. In generale l'apparato motore è suddiviso in 5 comparti stagni con: da prua a poppa, locale diesel prodiero, sala macchine prodiera per le turbine a gas, locale riduttori, sala macchine con i due diesel, locale generatori poppiero. Naturalmente tutto questo è controllabile a distanza con un sistema computerizzato della AEG, anche questo derivato dalle F-122, con comandi sia in centrale che nella plancia di comando.▼
▲Il sistema motore, del tutto o quasi identico a quello delle F-122, ha due turbine a gas LM-2500 da 25.450 hp a 3.600 giri-min, continuativi 20.000 hp; 2 diesel MTU 20V 956TB92 da 5.600 hp a 1.500 g.min turbocompressi e raffreddati ad aria, due gruppi riduttori Renk Tacke (anziché i meno efficienti BHS delle F-122). E siccome è difficile accoppiare i diesel in quanto questi sono su doppio montaggio elastico (per ridurre il motore) e quindi vibrano, è stata adottata una meccanica capace di collegarli anche tollerando escursioni di 5 cm. I gruppi di riduzione sono epicicloidali per le turbine e ad asse parallelo per i diesel, ed entrambe le eliche girano verso l'esterno grazie ad
Sempre in tema di capacità marinare, la navigazione si giova dello stesso sistema delle F-122, ovvero due radar Raypath, su ciascuna delle due sovrastrutture, solcometro, 2 girobussole livellate PL 41, GPS, 2 plotter automatici per la plancia e il COC (Centrale Operativa di Combattimento). L'equipaggio è di 216 elementi di cui 27 ufficiali, 107 sottufficiali e 82 semplici, di questi 21 sono addetti agli elicotteri. Pochi elementi a bordo, molto spazio, uguale locali molto comodi e tra l'altro del tutto condizionati anche per assicurare il corretto funzionamento dei sistemi elettronici; inoltre per rispettare le normative ambientali non mancano sistemi per trattamento biologico delle acque di scarico (ovviamente pure questi duplicati), compattatore di rifiuti e altro ancora.
La piattaforma indubbiamente è la parte più interessante, quella del sistema d'arma non è tanto da meno ma non nella potenza di fuoco vera e propria. In ogni caso, il tutto è gestito dal sistema SATIR F-123, discendente dalla famiglia che iniziò con i LUTJENS antiaerei. SATIR è un acronimo che
La difesa aerea era tenuta in considerazione: il lanciamissili Mk 41 a 16 celle, ovvero due moduli di lancio, era munito di Sea Sparrow, ma poteva sia essere convertito al lancio di armi più pesanti come gli Standard che all'impiego degli ESSM, che raddoppiare le celle. Il tutto era asservito alla presenza di due radar di scoperta, il 2D Signaal LW 08 e finalmente il 3D Signaal SMART-S, oltre a due radar guidamissili STIR, sempre olandesi.
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Dopo alcuni anni, esse erano assegnate al 2o Fregattensgeschwader. Risultavano armate con il lanciamissili Mk-41 VLS Mod.3 a 16 celle, sempre dotato di Sea Sparrow ma predisposto per gli ESSM; due RAM Mk-49, il solito cannone da 76, i lanciamissili Exocet (che per la cronaca sono stati presi dagli Hamburg quando questi andarono demoliti nel 1991-95). Previste le mitragliere MLG-27 al posto delle Rh e l'arrivo dei missili RBS-15 Mk3 al posto dei vecchi Exocet. Finalmente è arrivato il potente sonar rimorchiato a bassa frequenza e di tipo attivo LFASS. I sistemi ECM FL-1800 II sono stati aggiornati alla versione 1800S2, mentre i vecchi SCLAR erano in sostituzione con 4 lanciatori TKWA-MASS. Al link 11 è stato aggiunto il link 16 unificato. Naturalmente erano sempre attesi gli NHF-90 e i MU-90, non ancora consegnati.
Da queste navi sono state estrapolate le F-124 Sachsen, che sono riuscite a rimpiazzare gli obsoleti LUTJENS del 1969-70, radiati nel 2004, mentre le tre navi che li hanno rimpiazzati in un rapporto uno contro uno sono arrivate nel 2003-2006. Nate come programma congiunto anche con gli olandesi e gli spagnoli, che poi ha preso strade diverse. I due tronconi, questo e l'Horizon erano nati dal fallimento di un programma comune NATO che verteva su nuove navi antieree, come del resto la NFR-90 aveva a che fare con le fregate multiruolo ASW.Entrato in esecuzione nel 1996 con la classe F-124 che costava 2,1 miliardi di euro, ebbe la defezione della quarta nave in opzione dopo pochi anni. Nel frattempo è entrata in servizio la F-219 Sachsen, impostata nei cantieri B&V il 1
===Unità subacquee e d'attacco===
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Un appunto, adesso, sugli 'spioni' tedeschi<ref>Fassari Giuseppe: 'Gli spioni teutonici', Aerei Lu-ago 2004</ref>. Inizialmente i pattugliatori marittimi erano i britannici Gannet, poi rimpiazzati dagli Atlantic, ma anche utilizzati, con alcune cellule, in compiti ELINT e COMINT per pattugliare la zona del Baltico. Ora, questi aerei erano troppo modesti come spazio e prestazioni possibili. Negli anni '70, dopo circa 10 anni, gli Atlantic vennero messi in gran parte a terra perché erano afflitti da una pesante corrosione, che letteralmente se li stava mangiando, nonostante la ridotta salinità della zona baltica. Mentre si ricostruivano questi apparecchi, si colse l'occasione di trasformarne 5 come aerei ELINT, COMINT e SIGINT, sotto la supervisione americana nell'ambito del programma 'Peace Peek' con capocommessa LTV Electronic Systems. Rientrarono in servizio con l'MGF 3 'Graf Zeppelin'. Si riconoscevano per la canoa sotto la fusoliera dietro il radar -attualmente l'AN/APS-134- sistemato con le sue attrezzature dentro il vano portabombe, e non è stato mai chiaro cosa vi fosse al suo interno. Sotto le ali, invece, vi sono antenne per ricevere segnali di 3-30 MHz, e alle loro estremità ESM, che in origine, sugli Atlantic erano gli EW-1017, e il radome sulla sommità della deriva che adesso avrebbe funzioni COMINT. Resta invece il 'pungiglione' caudale del MAD. Pare che questi Atlantic ELINT erano sotto il controllo non della Marina, ma dello Stato Maggiore o del Bundesna-Chrichten-Dienst, ovvero i servizi di intelligence. Vi sono stati poi due aggiornamenti nel 1983-84 e poi nel 1991. Nel 2004 era stato tolto dal servizio uno degli aerei, ma gli altri 4 ebbero un altro limitato aggiornamento nel 2000, per esempio un Honeywell H-764G e due GPS. Sono stati usati anche fuori area, per esempio sulla Deny Flight nel 1993-95 in Ex-Yugoslavia, e poi addirittura collaborando a Enduring Freedom
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Erano i primi anni '90 quando la Marina tedesca, pensando agli impegni futuri lontano dalle proprie coste, dovette considerare la relativa inutilità delle sue motomissilistiche, navi pensate per il Baltico e come tali, con autonomia e tenuta al mare ridotte. Per i compiti a grande distanza c'era la necessità di navi meglio equipaggiate, seppure non necessariamente meglio armate. Il requisito operativo venne approvato nel 1995 e lo studio venne approvato già nel 1996 come K-130 (Korvette Type 130). Si pensava di costruirne ben 15 esemplari, di cui 4 entro il 2007 e gli altri scafi dopo il 2010. Nel novembre del 2000 questo programma sembrò eccessivo. Sebbene queste corvette erano circa un terzo delle vecchie motomissilistiche da rimpiazzare, i soldi per realizzarle mancavano e alla fine si decise di realizzarne solo cinque. Nel frattempo lo sviluppo, che si è portato avanti grazie ai ritardi (è un po' come per l'EF-2000, del resto), ha consentito di implementare nuove tecnologie, nel mentre si costituiva un consorzio chiamato ARGE K-130 (BW, Lurssen e Thyssen, EADS e Thales per l'elettronica). Il contratto, a prezzo fissato (186 mln di dollari per unità tutto compreso, notare che all'epoca non s'era ancora adattate le cifre all'euro) venne firmato il 13 dicembre 2001. Realizzate con tecnologie avanzate e procedure CPM (quelle stabilite dal governo, dal 2001 in poi, per le nuove forniture militari), la capoclasse, fatta come le altre con sezioni ripartite tra i costruttori, è la Braunschweig (F-260), che venne varata nell'aprile 2006 e consegnata nel gennaio 2008. Segue la F-261 Magdeburg, varata lo stesso periodo e consegnata nel luglio del 2008. La prima delle due è stata costruita nei cantieri B&V, la seconda dai Lurssen. Segue la F-262 Erfurt, varata nel settembre del 2006 e consegnata dai cantieri Nordseewerke al settembre 2008. Le ultime due sono la F-263 Oldenburg, luglio 2007-ottobre 2008 (da B&V) e la Ludwighdsafen, varata nel settembre 2007 e consegnata nel marzo 2009. Nell'insieme un tempo rimarchevolmente breve per queste nuove unità militari, almeno dopo la definizione e l'inizio della costruzione. I nomi sono per lo più quelli delle vecchie corazzate realizzate nei primi anni del '900 e rimaste in servizio fino alla II GM, dato che il trattato di pace del 1919 non prevedeva la rottamazione di navi delle generazioni più vecchie.
Lo scafo è 82,8 m tra le perpendicolari, 89,12 fuori tutto, per una larghezza di 13,2 m e un pescaggio di 3,4 m. Il dislocamento di 1.840 t ha margini per 140 t onde coprire crescite future, mentre per la stabilizzazione c'é un sistema che agisce sui due timoni, capaci di spostarsi in verticale un po' come pinne. L'aspetto delle navi è massiccio, basso, compatto, con due alberi piuttosto tozzi e dalla solida fattura, come tutto le sovrastrutture. Queste sono concentrate sopra una tuga centrale, comprendente una plancia di comando molto ampia. Le armi sono tutte qui sopra, mentre a poppavia vi è un ponte di volo di 24 metri x 12,6, capace di ospitare elicotteri fino a 12 t; purtroppo non vi è anche l'hangar, malgrado che uno potrebbe senz'altro essere realizzato, con una struttura telescopica, specialmente se si ospitassero elicotteri più piccoli, quali il Lynx (una soluzione, insomma, come quella delle Meko 140 di ultima produzione, e le stesse 'Lupo' italiane). Un hangar, a dire il vero, è effettivamente presente. Ma non serve per gli elicotteri, quanto per due UAV, e forse anche per questo il ponte di volo è definito come 'multifunzione', capace tra l'altro di ospitare 4 ferroguide per mine (fino a 60 esemplari). Per il resto, la costruzione è nel tipico stile MEKO, modulare sia per lo scafo che per sovrastrutture (sistema di modularizzazione noto come MFS). La linea delle navi tedesche, tuttavia, ha una particolarità. Non c'é il fumaiolo. Questo perché gli scarichi vengono espulsi sui lati dello scafo, appena sopra la linea d'acqua. Per questo, il tradizionale colore nero-fumo, in genere presente sulla sommità dei fumaioli (per non sporcarli nelle zone 'chiare' con gli scarichi) qui è sui lati delle navi: sembra una sistemazione mimetica come ai vecchi tempi, ma in realtà è per non rendere evidente gli effetti degli scarichi, i quali sono poco visibili anche fisicamente. E' senz'altro un sistema poco ortodosso, sperimentato da molto tempo anche con soluzioni più estreme, come lo scarico subacqueo, ma questa è la prima grossa classe navale che ne fa impiego, quando al contempo si vedono unità come le 'Orizzonte' con i loro fumaioli sgraziati e non simmetrici, abbinati in qualche modo alle alberature. Qui, l'assenza dei lunghi e pesanti scarichi consente di usare tutto lo spazio
I motori sono gli MTU 20V 1163 TB94, quelli delle F-123. Inizialmente si pensava a configurazioni CODAG o tutto-turbina, ma poi è prevalsa l'idea del tutto-diesel. I due motori, in contenitori insonorizzati e scalati in lunghezza (per non essere presenti nello stesso settore dello scafo, cosa potenzialmente pericolosa in caso di danni a bordo), essi hanno una potenza di 10.065 hp a 1.350 giri-min, e consentono 26 nodi come massimo continuativo, 20 con un solo motore, e 3.500 miglia nautiche a 15 nodi.
Il sistema d'arma è ripartito con il cannone a prua, i lanciamissili RAM dietro il cannone e sopra l'hangar per UAV, i due cannoni da 27 vicini alla plancia, e i missili antinave dietro l'albero principale. Vi sono anche due motolance, una per lato. Il sistema di gestione della piattaforma è della CAE, l'IMCS con una serie di camere TV e il controllo dalla centrale o da 5 stazioni periferiche, con interfaccia HMI. Il sistema BDCS è una parte di questo apparato e consente di gestire i danni a bordo quando ve ne siano. La navigazione ha una stazione di lavoro in plancia, nel settore sinistro, e risponde a criteri moderni del tipo 'Integrated Bridge', con due radar in banda X e S Raytheon Pathfinder Mk .2 e vari sensori, anche subacquei, di comunicazione e posizione.
I sensori sono il radar TRS-3D/16 da 200 km di portata, un tipo specifico per queste corvette (banda C, peso 842 kg, antenna con 16x46 elementi, dimensioni 2,5 x 1,98 m). È un sistema parte di una famiglia che è in servizio in una cinquantina di esemplari in sette marine, USN inclusa. I componenti sottocoperta del radar pesano 2.375 kg. Le modalità di funzionamento sono sei, e vanno da quella apposita per la scoperta a bassa quota, a quelle per le portate maggiori su aerei ad alta quota, fino alla correzione del tiro delle artiglierie con l'identificazione dei punti d'impatto sul mare. HA anche un IFF in banda S e può identificare, malgrado sia un apparato di medio raggio, fino a 400 oggetti aerei e navali, ma è particolarmente utile per la scoperta di minacce a bassa quota. È l'unico radar importante, per il resto vi sono i due radar di
Quanto ai sistemi d'arma, c'é il solito 76 mm, ottenuto dalle vecchie navi radiate, e aggiornato con il kit da 100 c.min, il che presuppone l'idea di usarlo anche per compiti antierei, altrimenti a che pro quest'aumento, per un'arma che già arriva a 85? Ufficialmente serve solo per bersagli di superficie. Più innovativo è senz'altro l'RBS-15 Mk.3, sono 4 contenitori-lanciatori a centro nave. Quest'arma, che entrò in servizio con la marina svedese nel 1983, si è evoluta con l'Mk 2 nel 1999 e adesso ha un'ulteriore aumento delle prestazioni. Grazie all'elettronica miniaturizzata e a un maggior quantitativo di carburante, può recapitare la testata da 200 kg ad oltre 200 km di distanza, grossomodo al livello dell'OTOMAT e superiore ai tipici Harpoon e persino all'Exocet Block 2. Tra le altre caratteristiche un autopilota digitale, un computer di missione riprogrammabile, tecniche di penetrazione più efficaci e maggiore velocità nel momento dell'attacco finale, nonché un radar-altimetro con modalità adattativa allo stato del mare, per finire poi con la cellula, ora più agile e con una certa cura della stealthness, nonostante l'aspetto tozzo che contraddistingue questo missile. Esso è anche utilizzabile per attaccare bersagli di terra, un po' come tutti i missili antinave moderni, attualmente piuttosto a corto di bersagli navali potenziali. La velocità è di mach 0,9 grazie al solito reattore Microturbo TRI-60. Per il resto, da segnalare il radar d'attacco in banda Ku e varie modalità, e in futuro vi è l'idea di un sistema duale con un radar LPI e un apparato IIR, quest'ultimo indispensabile per un attacco efficace contro bersagli terrestri. In ogni caso, l'arma è capace di volare con un sofisticato INS/GPS e la possibilità di programmare waypoints e coordinare l'attacco in simultanea, anche con traiettorie e quote diverse. Questo missile è quindi altamente flessibile nell'impiego e decisamente pericoloso per qualunque bersaglio. Inoltre, essendo un'arma a lungo raggio è possibile usarla anche con designazione oltre-orizzonte, in genere sistemi ESM della nave o sensori di operatori esterni. In teoria, una salva di 4 missili potrebbe benissimo essere scagliata oltre orizzonte, e tutte le armi sarebbero sul bersaglio apparendo da traiettorie del tutto diverse e con profili d'attacco differenti.
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Questa nuova classe di fregate è l'ultima della lunga famiglia di fregate tedesche, ma non è come le altre, né come la gran parte delle navi moderne in circolazione. Il 26 giugno 2007 l'Ufficio per le acquisizione te la tecnologia per la Difesa o BWB e il consorzio ARGE F-125 (ThyssenKrupp Marine Systems e Lurssen Werft) hanno dato il via al programma con la firma di un contratto da 2,3 mld di euro, per costruire 4 grosse unità del tipo 'stabilization frigates'; l'obiettivo era ancora lontano nel tempo (e la crisi economica non s'era ancora vista chiaramente), per cui si trattava di costruirne e consegnarne una l'anno dal 2014.
Che vuol dire' fregate di stabilizzazione'? Essenzialmente, è una nuova tipologia che una volta si sarebbe definita 'nave coloniale' o 'cannoniera coloniale'. Certo, non sono più i tempi classici, e nemmeno quelli delle A-69 francesi; le esigenze sono molte e stupisce che la Marina tedesca abbia scelto di farvi fronte dato che in fondo, alla Germania di quel che succede oltre il Baltico-Mare del Nord non dovrebbe importare granché, non avendo ex-colonie o colonie ancora nella sua orbita (il passato coloniale c'é stato, ma è finito da oltre 90 anni). Ma la Germania è molto impegnata nella sua azione di 'peacekeeping' e anche di guerra limitata o a bassa intensità (leggi Afghanistan), e navi di spedizione, capaci di supportare le forze oltremare (naturalmente, se si tratta di nazioni con coste marittime sarebbe meglio, cosa che a Kabul certo non si applica). Si tratta di andare in azione su distanze molto lunghe, starci per molto tempo ed erogare un elevato volume di fuoco; ma le F-122, per quanto molto valide, erano unità da Guerra fredda 'baltiche', con una
Le caratteristiche previste saranno di uno scafo da 6.800 t, 148 x 18 x 5 metri, carena pensata sopratutto per essere stabile alle basse e medie velocità, e per resistere a lungo in mare aperto, con un bulbo prodiero voluminoso che riduce la resistenza d'onda e l'attrito, quasi una specie di sperone di prua o fuso, più che la classica forma delle navi in questione. Le sovrastrutture sono costituite da due oggetti tronco-piramidali, quello di prua con la plancia e dietro il radar EADS TRS-3D/NR, configurazione almeno parzialmente stealth con fianchi ad X, strutture per il supporto dei gommoni del tutto celate dentro i lati della parte centrale delle stesse, grandi attenzioni per la sicurezza a bordo con la duplicazione dei locali per il controllo e le comunicazioni di bordo, oltre che provvisti di corazze aggiuntive, nonché, ogni due compartimenti dello scafo, una zona indipendente, in larga misura autonoma dalle altre; i locali per l'equipaggio sono ovviamente spaziosi e climatizzati. Il sistema motore è CODLAG, con due motori elettrici da 4,7 MW per altrettanti assi, con eliche a passo fisso per consentire una velocità massima di 20 nodi, senza gruppi di riduzione (complessi e rumorosi), e una turbina a gas da 20 MW che è applicabile ad uno dei due assi con appositi ingranaggi e riduttori, che permette, quando necessario, di arrivare a 26 nodi; poi vi sono 4 diesel-elettrogeneratori da 2,9 MW. I motori diesel sono di un nuovo modello ad appena 8 cilindri. Questo nonostante che i motori delle fregate precedenti hanno 20 cilindri; ma più un motore è complesso e più ha durata limitata, per cui si è voluto un sistema semplice e avanzato al contempo. Vi è anche un sistema ausiliario e retrattile, da 1 MW, orientabile, a prua, per manovre di precisione o anche per movimenti d'emergenza a bassa velocità. Il sistema di gestione della piattaforma è l'avanzato ILASST, che serve anche per il controllo danni; il sistema d'arma è stato ottimizzato per la difesa della nave e per il supporto di fuoco costiero. Inizialmente era stato pensato addirittura all'MLRS, sulla tuga prodiera, inizialmente anche in due esemplari. Strano ma vero, non pare vi siano state altre teorizzazioni dell'impiego di questo pur potente sistema d'arma, malgrado le esperienze sovietiche nel settore. Tuttavia non c'é stato un seguito. Molto più a lungo è stato provato, dal 2002 al 2006, il semovente PzH-2000, ridenominato Monarc, a bordo della F-124 Hessen, che si è dovuta sobbarcare il peso di un cingolato vincolato sul suo ponte, poi nel 2005 ridotto alla sola torretta, sempre con la sua colorazione bizzarramente diversa (verde e grigio-scuro) dal candido punte della nave. Ma per ottenere il caricamento e la gestione del munizionamento in maniera efficace, alla fine si sarebbero dovuti fare tanti di quei cambiamenti che è stato comprato il pezzo da 127 OTO del tipo LW, da 127/62 mm, che in prospettiva ha anche il munizionamento Vulcano a lungo raggio. Forse anche per compensare l'acquisto della MM degli U-212. La firma del contratto è stata il 4 aprile 2007, per 5 torri (una per addestramento a terra) e 70 mln di euro.
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Forse il più caratteristico tra gli armamenti della marina tedesca è il''' Kormoran''', ben noto anche in Italia perché la sua sagoma appuntita e le sue alette a freccia sono state spesso ritratte sotto la pancia dei Tornado del 36° Stormo. Ecco quindi la storia di questo missile usato solo da Germania e Italia, ma comunque arma di primaria importanza ai tempi della Guerra fredda, letteralmente schierata dalle nazioni in prima linea. Sopratutto, è un'occasione per viaggiare all'interno di quel mondo oggi poco noto in cui i missili europei moderni vennero alla luce, con molti 'intrecci' tra ditte europee dei quali v'é rimasta ben poca memoria<ref>Ludi, Giovanni: ''Kormoran'', A&D dic 1987 p.18-25</ref>.
Mai inteso per lanci da elicotteri o mezzi di superficie,
Nell'ottobre del '67, non è chiaro se prima o dopo l'affondamento dell'Eilat, il Ministero della Difesa tedesco,
Il missile, dalla sagoma molto più appuntita dell'aspetto arrotondato dell'Exocet, è dotato di due serie di superfici, tutte a freccia, di cui le posteriori per la guida. Il motore è bistadio, ovvero un booster SNPE 'Prades' e un sostainer SNPE 'Eole IV'; dietro la prua vi è il radar Thomson RE-576, testata, INS Sagem, altimetro della TRT capace di una precisione di 30 cm e i sistemi elettrici: batterie, altimetro e calcolatore sono tutti attorno all'ugello di scarico, perché il motore è in realtà molto più avanti, all'altezza delle alette centrali. La testata di per sé pesa 165 kg, praticamente come quella dell'Exocet, ma è formata in maniera diversa e più letale, come si vedrà poi. Si è previsto che in missione il vettore volasse a circa 30-60 m, aggiornando il missile sulla posizione tentuta, fino ad accendere il radar di bordo a circa 40 km dal bersaglio, salendo di quota e cercando la nave. Prima fase, che serve a dare al missile le coordinate del bersaglio eventualmente acquisito (ovviamente l'aereo deve sapere già in maniera generica dove si trova, da altre fonti), poi segue il lancio e l'allontanamento rapido oltre l'orizzonte radar; sia il Tornado che l'F-104G sono molto veloci e stabili a bassa quota, per cui allontandandosi dopo il lancio da circa 30 km a circa 30 m e 300 m.sec, significa sparire rapidamente dal settore della contraerea navale, che oltretutto, prima del sistema AEGIS, non era certo particolarmente efficace contro bersagli a volo radente (vedi le Falklands) e a decine di km di distanza. Il missile procede autonomamente, con le sue batterie accande il motore, l'INS e tutto il resto.
[[File:Tornado Luftwaffe feuert Kormoran.jpeg|350px|left|]]
Il booster accelera l'arma a 9,2 g fino a 0,95 mach, poi il missile procede ad una quota a dire il vero piuttosto alta, simile a quella dell'aereo lanciatore, se non maggiore: circa 30 m. L'INS ha due giroscopi, per misurare la posizione verticale e orizzontale dell'arma, e le 4 alette posteriori sono azionate da altrettanti motori elettrici. Ad un certo punto si accende il radar, a circa 10 km dal bersaglio, e il missile a quel punto si abbassa a 3-5 m di quota. Da notare che il radar è capace di funzionare anche in modalità passiva, ma non è chiaro che significhi in particolare. La testata è di 165 kg, di cui 56 di esplosivo. E' semiperforante e testata anche per 70-90 mm di acciaio St.37, ma ufficialmente ci si accontenta di meno: perforare un fasciame di 12 mm di St.52 con impatto di 60°, cioè circa 2,5 cm di spessore in caso di urto tangente. La testata quindi perfora le navi tipiche, ma potrebbe, con un angolo ideale, minacciare anche un incrociatore leggero della II GM. L'esplosione della carica principale fa penetrare ben dentro la nave anche 16 cariche radialmente disposte, forse da 2 kg l'una, che esplodendo causano una devastazione notevole in rapporto al peso della testata, forse grossomodo come quella da 227 kg dell'Harpoon. Forse è l'unico missile che ha tale tipo di testata HE-ICM. Si può anche lanciare il Kormoran con un traguardo ottico di puntamento, ma in casi di emergenza, forse facendogli subito accendere il radar di ricerca. Per supportare l'arma , la MBB ha sistemi specifici, come i contenitori che normalmente contengono l'ordigno: 3, di cui uno è lungo 935 mm e largo 765x700 mm, pesante 228 kg con la testata; un altro è lungo 3.175 mm per il corpo,
*Motore: SNPE 'Prades' da 2.750 kgs per 1 sec e un SNPE Eole IV da 285 kgs per 100 sec
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*Prestazioni: 1.163 kmh a 30 m, gittata 37 km, gittata max aerodinamica 42 km circa.
In servizio, il Kormoran è entrato nel '77, ma la diffusione nei reparti, iniziando con l'MGF.2 è
Detto del Kormoran, come si è visto dai capitoli precedenti, vi sono anche altre armi. Tra queste i cannoni da 76, 100 e 127 mm, i missili antinave Harpoon ed Exocet, i RAM, Sea Sparrow e Standard, nonché siluri e mine di vario tipo e mitragliatrici e cannoni automatici di vario modello.
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Dei cannoni da 76 mm non c'é molto da dire, essendo i soliti OTO Compatto, a parte che molti hanno ricevuto il kit di modifica per aumentare la cadenza di tiro, nonostante che spesso siano considerati solo armi superficie-superficie. Con una gittata utile c.a. di 6-7 km, e in superficie, di circa 15 km (massimo balistico), sono armi molto potenti, e come tali le motocannoniere missilistiche ne hanno adottate una (Type 148) o due (le più grandi Type 143); così la Germania ha finito per comprare un numero di Compatto probabilmente anche superiore a quelli incamerati dalla Marina Italiana, visto che si parla di circa 40 navi. A queste si aggiungano le 8 Bremen, per le quali tuttavia tale cannone è decisamente troppo piccolo (sono leggermente più grandi delle 'Maestrale' che hanno il 127 mm). Ancora più vero per le F-123 e 124, che superano le 4.000 t. Le F-125 avranno, sempre che il programma proceda, il pezzo, sempre OTO, da 127 mm (come le LCF olandesi, le uniche altre marine NATO dotate di tale arma al di fuori della MM). Inizialmente si era addirittura pensato al Monarch da 155/52 mm, nient'altro che una pesante torretta di PHz-2000 appositamente adattata, ma che ovviamente non era capace altro che di erogare fuoco anti-superficie, che in definitiva è il compito più importante per questa futura classe di fregate, sempre che i programmi vadano come previsto. Quanto ai vecchi cannoni da 100, di tipo francese, essi hanno avuto una lunga e onorevole tradizione nelle navi tedesche, come quelle logistiche 'Rhein', e vari tipi di fregate e 'cacciatorpediniere' (classe Amburg, in realtà grosse fregate ASW). Un altro pezzo di vecchia scuola è stato ritirato di recente, il tipo Mk-42 da 127 mm, per ora l'unico di tale calibro che abbia mai servito nella B.M. Era presente in due esemplari a bordo di ciascuno dei tre caccia 'Lutjens' ovvero gli 'Adams' americani.
Quanto ai missili Exocet, la B.S. ne ebbe una forte quantità, per lo stesso motivo dei cannoni da 76, ovvero per armarne (con 4 lanciamissili) le motocannoniere missilistiche. Erano tutti MM.38 e finirono anche su altre navi, come gli 'Hamburg', nonché le moderne F-123, chiaramente un regresso rispetto agli 8 Harpoon delle precedenti F-122, motivabile solo dalla pronta disponibilità di tali armi nei depositi. Devono essere stati comprati qualche centinaio di tali ordigni, facendo della marina tedesca uno dei primissimi e più importanti utenti. Peraltro solo del modello MM.38 originario, dopo di ché ci si orientò per il Kormoran e l'Harpoon, mentre i missili per sottomarini non vennero mai adottati. Gli Harpoon armeranno, pare, le prossime F-125, e sicuramente le precedenti F-122 e F-124. Magari
I missili RAM sono stati sviluppati con un programma congiunto tra USA, Danimarca e Germania, in qualità di sistema di punto dalla gittata maggiore rispetto a quella del Phalanx, di cui si usa l'affusto, ma con una specie di Sidewinder ad alette ripiegabili che permette di portare 21 armi per lanciatore. È stato un programma molto difficile da portare avanti, sia per le difficoltà di sviluppo -specie per il sistema doppio IR (dello Stinger) e ricevitore radar-passivo- ma alla fine ce l'hanno fatta. Perché la B.S. non sia andata piuttosto a cercare direttamente, già che c'era, l'uso del cannone OTO Super Rapido per lo stesso compito di ingaggio antimissile a media distanza (6 km) non è facile da spiegare, dato che è un programma coevo, e che il RAM costa oltre 400.000 dollari a pezzo, circa il doppio di uno Sparrow e 4 volte un Sidewinder. In ogni caso, dopo molti anni di tribolazioni, nei quali le navi della BS erano pressoché prive di armi CIWS, finalmente due lanciamissili sono a bordo delle fregate, corvette e di qualche altra nave minore, come le Type 143A con un solo lanciamissili a poppa, al posto del cannone e lanciasiluri. Molte centinaia di armi ordinate, tra cui modelli perfezionati, anche con la sola guida IR (tipica del Sidewinder) e con capacità antinave (diciamo 'barchini'). Le F-122 ne hanno due lanciatori, entrambi a poppa, sopra l'hangar. Forse il fatto che il RAM non richieda la perforazione del ponte ha giocato a suo favore, così come il costo dei nuovi cannoni Super-Rapido, ma in ogni caso è strano che proprio una marina così interessata al 76 mm poi non lo consideri nei tipi più moderni e sviluppati per i compiti anti-missile.
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La B.S. è stata anche una 'buona forchetta' dei missili Sea Sparrow, tra cui, di recente (dalle Type 123) il modello a lancio verticale, e ha in acquisizione anche il molto potenziato ESSM, di fatto l'unico concorrente all'ASTER, che la marina tedesca non adotta. Per le distanze più lunghe, i Tartar, poi gli SM-1, sono stati appannaggio delle sole tre navi 'Lutjens', che di recente sono state sostituite dalle F-124 con gli SM-2 nei vari modelli.
Quanto alle armi leggere, a parte la presenza occasionale delle MG3 da 7,62, vi sono state su molte navi le mitragliere Rh-202 da 1.000 c.min, armi calibro 20 mm di valide caratteristiche e senz'altro economiche se comparate ai tipi di maggior calibro. Di recente sono apparse le MGL 27, in futuro sarà anche presente qualche torretta HITFIST da 12,7 mm ordinata in Italia. L'MGL è importante,
Infine i siluri e le mine, non meno importanti per l'ottica del Baltico. Le mine sono ben poco note, ma di sicuro vi sono molti tipi avanzati e disponibili in un gran numero di esemplari, come dimostrano anche le capacità di posamine delle K-130. I siluri sono per lo più autoctoni. Prima sono stati impiegati modelli americani, che nel caso delle armi leggere Mk.44 e 46 sopravvivono, o sono sopravvissute a lungo. Nel caso delle armi pesanti, dagli anni '60 sono venute fuori una serie di siluri interessanti, di buone caratteristiche. Prima erano armi o ASW o AN, poi sono diventate multiruolo. Le evoluzioni più recenti hanno prestazioni superiori, ma i sensori non sono up-to date e per giunta, riguardano sistemi italiani forniti a suo tempo, una cosa piuttosto singolare dato che i tedeschi hanno una notevole tradizione anche in sonar e tecnologie subacquee. Tra i prodotti vanno ricordati i vari SEAL, SUT, e attualmente,i D2M4.
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