Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-11: differenze tra le versioni

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Data la caratteristica eminente di potenza globale, in tutto succedente alla decaduta Gran Bretagna, non stupirà che gli USA siano stati molto interessati allo sviluppo di una forza da bombardamento particolarmente temibile e consistente, nonostante i costi enormi che questo comportava. Come detentori di una flotta di bombardieri sufficientemente moderni alla fine della II guerra mondiale e di elevate prestazioni, oltre che disponibili in quantità elevata, gli USA potevano estendere efficacemente l'uso dei loro armamenti nucleari in ogni parte del mondo. Ben presto al compito di deterrenza contro le mire offensive sovietiche in Europa, si aggiunsero i conflitti regionali di cui il Vietnam è stato indubbiamente l'apice, ma certo non il solo. Assieme alle portaerei, da sempre l'altro contendente della competizione tra USN e USAF, i bombardieri del SAC (Strategic Air Command) sono stati così largamente usati ovunque gli USA avessero interesse a farlo, anche nel compito molto più silenzioso di ricognitori strategici e, per ottenere il raggio d'azione globale desiderato, come aerocisterneaereocisterne quando obsoleti quali macchine di prima linea. Il SAC arrivò ad un massimo di oltre 1.700 aerei negli anni '50, di cui centinaia in volo simultaneamente, tanto che ben presto la flotta di B-47 si 'consumò' sparendo negli anni '60. L'era dei turbogetti B-47 e dei B-36 continuò fino a trovare come sostituti il B-52, il bisonico B-58 e poi i vari FB-111A, B-1 e infine i B-2, il cui costo enorme ha tuttavia scoraggiato il continuare nello sviluppo dei bombardieri pilotati. L'altra faccia della medaglia, i missili balistici, sono stati parimenti importanti, ma dell'ultima generazione, il Peacekeeper è stato radiato e il Midgetman mai immesso in servizio; attualmente i programmi sono più che altro lo sviluppo di velivoli automatizzati per ricognizione e attacco. Dati i costi, attualmente nessuno produce e forse nemmeno sviluppa nuovi bombardieri strategici.
 
==Bombardieri==
===Dopoguerra===
[[Immagine:USAF Lucky Lady II.jpg|320px|left|thumb|]]
Il B-29 Superfortress era l'unico superstite dei bombardieri pesanti americani del periodo bellico ancora in servizio di prima linea nel 1950; la Guerra di Corea gli diede l'ultima occasione di farsi valere, cosa che fece nonostante la minaccia dei MiG-15 e in generale, delle difese molto più potenti di quelle giapponesi. Di fatto, poche decine di aerei vennero persi a fronte di circa 20.000 missioni belliche volate, anche se subito dopo l'arrivo dei MiG-15 dovettero operare o con la scorta dei caccia a reazione F-80, 84 o 86 (questi ultimi erano i migliori per combattere i MiG, ma avevano anche la minore autonomia) oppure di notte, talvolta scortati dagli F-94 o dei più efficaci F3D. La loro cellula meritava motori più potenti e la Boeing cominciò già a lavorarci nel '44, al contempo i sovietici cominciatonocominciarono a clonare i B-29 atterrati sul loro territorio come Tu-4. Il B-50 era una macchina potente, con una deriva rialzata di 1,7 m, tanto che si dovette introdurre un sistema di ripiegamento della stessa per utilizzare ancora gli hangar dei B-29. La nuova lega d'alluminio più resistente, gli irrobustimenti alari e strutturali in generale trasformarono la macchina in un 'super B-29', specie per i motori, passati da 2.200 a 3.500 hp l'uno.
 
'''B-50''':
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*B-50D: seguendo il "C" rimasto prototipo con i suoi motori turboelica, il "D" venne prodotto in 222 esemplari. Le novità erano essenzialmente legate alla sonda per il rifornimento in volo.
*RB-50: conversioni della macchina-base da bombardiere in ricognitore per raccolta informazioni elettroniche (ELINT), onde testare i progressi sovietici e cinesi (e forse non solo loro) nel campo della difesa aerea e dei radar in particolare.
*KB-50: Il B-50 venne usato anche come aerocisternaaereocisterna, dotato di attrezzature apposite, serbatoi aggiuntivi nel vano portabombe e 2 turbogetti J-47 per consentire l'erogazione di maggiore potenza al decollo e in ogni situazione di necessità. È da notare che il B-50 standard non ha mai avuto jet ausiliari, malgrado l'incremento di prestazioni registrato in altre macchine con tale propulsione "mista" (B-36).
 
Il servizio con il SAC iniziò nel 1948. Il B-50 'Lucky Lady II' divenne famoso per il primo volo attorno al mondo senza scalo (naturalmente con il rifornimento in volo). Però il B-50 non era tanto brillante: per imbarcare le atomiche dell'epoca era necessario un pozzetto sotto il vano portabombe, sollevare la parte posteriore dell'aereo. Presto vennero rimpiazzati come bombardieri dai B-36, ma come aerocisternaaereocisterna venne utilizzato anche nei primi anni della guerra del Vietnam. I motori a reazione aiutavano in tal senso, altrimenti i veloci jet da rifornire avrebbero rischiato lo stallo. Come ricognitori ebbero anche una carriera di tutto rispetto, specie nella prima metà degli anni '50, anche se con perdite: almeno un B-50 venne abbattuto dai MiG-15. Il servizio come bombardiere terminò già nel '55. D'altro canto, con un picco di 1.300 B-47 in servizio nel SAC, i B-50 erano piuttosto inutili oltre che superati, anche se ben più economici, con un'autonomia maggiore e di pilotaggio più facile. Ma non erano solo rose, anche i B-50 soffrirono di molti difetti strutturali e di progettazione, piuttosto sorprendentemente per essere solo il potenziamenteopotenziamento di un già ben collaudato apparecchio da combattimento.
 
[[Immagine:Convair B-36 Peacemaker.jpg|320px|left|thumb|]]
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Alcuni B-36 alleggeriti, designati RB-36, furono impiegati per missioni di ricognizione a lungo raggio. altri esemplari furono modificati per esperimenti di lancio di caccia, trasportati sotto la fusoliera del bombardiere.
 
In tutto vennero realizzate le sguentiseguenti versioni :
*B-36A: 22 macchine disarmate, primo volo 28 agosto 1947, consegne dal 26 giugno 1948 al 7th Bomber wing.
*B-36B: motori definitivi R-4360-41 da 3.500 hp, radar di navigazione AN/APQ-24 al posto dell'originario -23A, carico aumentato da 32 a ben 39 t di bombe, incluse 2 'Gland Slam' da 18 t, e 8 torrette binate da 20 mm. Primo volo 8 luglio 1948, costruiti 73. Uno di questi, nel marzo 1949, volò per 15.450 km stabilendo un nuovo record (i B-36 non avevano, differentemente dai B-50, alcuna sonda per il rifornimento in volo: apparentemente, non ne avevano bisogno..)
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*B-36G: era un tipo totalmente riprogettato, ovvero l'YB-60 con ala a freccia e 8 J57. Concorse, dopo essere stato costruito in 2 esemplari, con il B-52 ma perse
*B-36H: 83 macchine vennero prodotte in questa versione che era dotata di altri aggiornamenti
*RB-36H: vversioneversione da ricognizione, anche di tipo alleggerito per guadagnare in quota. 73 macchine prodotte.
*NB-36H: la versione nucleare che avrebbe dovuto essere seguita dal più avanzato X-6
*B-36J: versione finale, con peso di 185 t, volò dal luglio 1953. Ne vennero realizzati 33, di cui gli ultimi 14 alleggeriti di tutti i cannoni eccetto i caudali, ed equipaggio ridotto a 13 persone, era il Block II.
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Il B-36 era un vero monumento per l'era industriale dell'aviazione classica. La sua apertura alare era pari al primo balzo dei fratelli Wright nel 1904. La capacità di carico bellico era superiore di parecchie volte a quella del B-29, mentre l'autonomia era realmente intercontinentale. Alcuni B-36 ebbero anche gravi incidenti di volo, con tanto di bombe atomiche disperse in mare. Invece, un tornado colpì la flotta di B-36 dislocata con il 7th e l'11th Bomber Wing a Carswell, e nonostante si trattesse degli aerei più grandi e pesanti dell'epoca ben 70 vennero danneggiati. Uno venne sollevato da terra totalmente e 19 in tutto dovettero essere ricostruiti in fabbrica. Alcuni B-36 vennero usati come ricognitori, e fu per loro che venne allestita la macchina fotografica mai prodotta con 600 cm di focale e una risoluzione di cm da 13.700 m. Venne realizzata in un unico esemplare, che dal 1964 è esposta all'USAF museum. Si dice anche che i B-36 fossero macchine 'noiose'. Il compito degli uomini d'equipaggio era quello di 'sfogliare il calendario'. Missioni a bassa velocità di ben 2 giorni non erano insolite. La cellula ne soffriva di meno rispetto a decolli più frequenti, ma nell'insieme quest'enorme macchina bellica era comunque di breve vita operativa.
 
Fu l'unico aereo americano equipaggiato sperimentalmente con un propulsore nucleare. Tra il 1946 ed il 1961, l'USAF e l'Atomic Energy Commission spesero più di 7 miliardi di dollari per la ricerca e sviluppo di un aeroplano a propulsione nucleare. Effettivamente nessun aero a propulsione nucleare ha mai volato, ma l'USAF convertì un B-36, nominato Nuclear Test Aircraft, per trasportare un reattore nucleare operativo raffreddato ad aria. Il reattore aveva una potenza di 3 megawatt, e lo scopo del progetto era quello di individuare eventuali problematiche nell'utilizzo di questo sistema di propulsione. Il NB-36H effettuò 47 voli sopra il Texas ed il New Mexico tra il giugno 1955 e marzo 1957. Il NB-36H trasportava il reattore all'interno della sua stiva di carico. Il muso venne modificato con una nuova sezione, pesante 12 tonellatetonnellate dovute agli schermi montati per proteggere i piloti dalle radiazioni (i vetri della cabina di pilotaggio erano spessi tra i 25 e 30 centimetri).
 
Altri esemplari furono parte del Progetto Tom-Tom, modificati per esperimenti di lancio di caccia spesso affiancati, altri del Progetto FICON dove un aereo parassita appositamente costruito, l' McDonnell XF-85 Goblin trasportato sotto la fusoliera del bombardiere, ove tramite un sistema di trapezi poteva essere sganciato per garantire l' autodifesa in volo al peacemaker, e riattraccare in volo, in quanto sprovvisto di un carrello da atterraggio.
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Ora parliamo invece di come gli USA arrivarono ai jet, e in particolare ai progetti di bombardieri a reazione<ref>Principalmente basato su Ciampaglia, Giuseppe: ''Dai primi bombardieri sperimentali a getto al B-45 Tornado'', RID giu 2006 p.90-97</ref>.
Anzitutto vi fu un ammonimento ai vertici dell'USAAC: Linbergh, che si interessò di viaggiare nelle industrie aeronautiche tedesche durante il 1936-38, riportò il rischio che i Tedeschi realizzassero presto motori a reazione e caccia da 500 miglia (805 kmh) e oltre, ma solo nel febbraio del 1941 la NACA iniziò a studiare il problema, con la sola base delle esperienze dei bombardieri B-17 e 24 provvisti di razzi JATO per facilitarne il decollo a carico massimo. Questo era tutto, mentre Germania, GB, URSS e anche Italia (con un mezzo però solo sperimentale) erano arrivate o stavano per arrivare all'uso dei jet militari. La commissione Durand (quella costituita al NACA) incaricò la Allis Chalmers, produttrice di turbine a gas industriali della Brown-Boveri svizzera; la Westinghouse Electric Corp, specializzata nelle turbine a vaporre; e la General Electric, specialista fin dal 1917 di turbocompressori per aerei, di pensare a costruire i nuovi motori. Il comandate dell'USAAC Arnold chiese alla G.E. di costruire una copia del W.1 britannico di Whittle, come I-A. Esso venne segretamente realizzato e il 18 aprile 1942 diede 567 kgs. Quindi per il nuovo caccia P-59 Airacomet ce ne sarebbero voluti due; l'aereo volò in ottobre ma non fu un grande successo. La Allis produsse pochi H1-B su licenza britannica (erano i centrifughi Goblin) e poi uscì dal settore, ma la Westinghouse costruì l'X19A ad 635 kgs, provato nel marzo 1943 al banco e poi il 1 gennaio su di un FG-1 Corsair; vi furono versioni tra i 9 e i 24 pollici; vennero fuori poi i J32 da 125 kgs e i J30 da 726, ma solo dal model 24C da 24 in derivò un motore adatto per la propulsione pienamente a reazione, il J34 da 1.542 kgs (3.400 lbs) e poi aumentato ad oltre 1.900, sufficienti per i caciacaccia F2H-Banshee e poi per potenziare C-119 e P2V. I Westinghouse erano davvero una famiglia molto numerosa, perché poi apparvero i J40 e J46, capaci di raggiungere 3.400 kgs a secco e 4.530 con l'AB. Però non ebbero successo e così si ritornò a produrre i motori britannici su licenza. La G.E. ebbe invece una partenza britannica, per poi affrancarsene totalmente, i primi passi dell'attuale leader del mercato mondiale del settore. Iniziò con il Derwent trasformato nel J33 da 1.814 kgs per l'F-80 Shooting Star; poi la turboelica TG 80 e TG180, da cui vennero fuori i J35 da 1.700 kgs per gli F-84 Thunderjet. Tuttavia J33 e J35 vennero ceduti all'Allison, che vennero prodotti dal gennaio 1945 e li migliorò successivamente al '46.
 
Dalla turboelica TG 190, altro progetto nato per tentare di ridurre il consumo specifico dei motori dell'epoca, venne fuori il J47, testato dal 21 giugno 1946 con potenze di 2,2-3,4 t e prodotto fino al '56 in qualcosa come 36.500 esemplari sopratutto per F-86 e B-47. Nonostante il ritardo, e il fatto che l'industria americana avrebbe accusato una certa inferiorità nel settore perlomeno fino a metà degli anni '50, gli USA già dal 17 maggio 1943 decisero di costruire l'XP-80; dall'ottobre decisero di costruire anche un bombardiere, esercizio ben più complesso sopratutto per i problemi che dava in fatto di autonomia. Così il progetto in corso, per un bimotore, venne modificato per due J35. Era questo l' '''A-42 Mixmaster''', pensato dalla Douglas come rimpiazzo degli A-20 Boston/Havoch.
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*Armamento:quattro da 12,7 mm, bombe fino a 3.600 kg
 
Da qui a pensare ad un tipo del tutto a reazione, che completasse la transizione tra le due epoche, il passo fu breve: l'XB-43 Jetmaster, ordinato in due prototipi il 31 marzo 1944; appena 41 giorni dopo venne collaudato il turbogetto TG 180, poi J35, e due del tipo GE-3 da 1.800 kgs vennero montati sul terzo XB-42, ma uno esplose nelle prove a terra. Tuttavia 50 aerei erano previsti e carico da bombardamento da 2.722 kg, oppure d'attacco con 16x12,7 mm e 36 razzi da 127 mm HVAR. Altri duecento aerei erano previsti in seguito. Il problema era che l'autonomia risultava dimezzata nonostante la maggiore velocità, riducendone il raggio d'azione a livello di macchina tattica e non più strategica. Il primo XB-43, oramai visto solo come mezzo di sviluppo, volò il 17 maggio 1946 e raggiunse 828 kmh, prima di essere messo KO da un incidente di volo; il secondo, il 44-61509 provoòprovò il motore J47. Nel frattempo l'USAAF, a metà del '44, era molto preoccupata dell'avvento dei caccia Me.262 e voleva due bombardieri a reazione, uno tattico e uno strategico. Vennero chiesti aerei di 36-90 t e capaci di volare ad oltre 13.000 m e 885 kmh, con 4 motori J35 e carico di 4,5 t a 1.600 km di distanza (e ritorno); I tipi pesanti erano esamotori e con raggio di oltre 4.800 km; entrambi dovevano portare bombe anche da 5 t, come le armi britanniche, ma sopratutto come le 'atomiche' americane. I bombardieri leggeri erano gli XB-45 e 46, ad ala diritta, i secondi erano gli XB-48 e 47, più l'outsider XB-49 con 8 motori. L'XB-45 venne progettato come NA-130 e presentato dall'estate del '44; era un aereo della North American, quella del P-51 Mustang e del B-25.
 
 
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*WB-47E: versione estrapolata dal B-47E, 34 macchine realizzate per scopi di ricognizione meteo. Non dev'essere stato facile riuscire a dominare l'aereo, già difficile di suo, in queste perturbazioni cicloniche, ma di fatto era adatto a tali impieghi, almeno fino a quando non venne sostituito dal WC-130 più economici e di più facile pilotaggio, anche se meno stabili degli Stratojet.
 
Altri tipi furono il YB-56 con due motori J71 che non soddisfecero per affidabilità mentre l'alternativa dei J57 era prenotata totalmente per altri aerei, a cominciare dai B-52 (con ben 8 per aereo), un B-47 venne invece modificato per lanciare il missile supersonico RASCAL, da 5 tonnellate, iniziato come programma già nel 1949 (in enorme anticipo temporale rispetto ad armi similari sovietiche) ma poi terminato nel '58 a causa delle difficoltà tecniche incontrate, 2 YB-47F aerocisterna che si dimostrarono una soluzione inattuabile, e l'XB-47D che divenne un biturboelica T--49 da ben 9.000 hp l'una che garantivano 950 kmh e un consumo minore, oltre ad una corsa di atterraggio più corta grazie all'inversione del passo dell'elica:, ma quando sembrava che i problemi tecnici fossero risolti, il programma venne cancellato nel '55, ritentendoritenendo che i turboelica fossero bombardieri superati. Appena l'anno dopo entrò in servizio il Tu-95..
 
Dopo che il B-47E entrò in servizio, nonostante le difficoltà di pilotaggio, il raggio d'azione non intercontinentale (senza rifornimento in volo) e i problemi tecnici ancora da risolvere, 8 stormi erano operativi alla fine del '53, 22 un anno dopo, 27 nel tardo '55. Tra le dimostrazioni di queste macchine, da segnalare un volo di circa 18.000 km eseguito in 22 ore e 50 minuti (con quattro rifornimenti in volo), e la missione di volo non stop di oltre tre giorni con oltre 80.000 chilometri percorsi da un singolo velivolo. Tra i più importanti programmi di aggiornamento vi sono stati gli, "Hig noon" e "Egg Tie" che portarono dal 1952 in poi i B-47 allo standard dei B-47E, mentre il "Pop-Up", era un programma che verteva nel far eseguire ai B-47 avvicinamenti a bassa quota, con strumenti migliorati con i radar doppler di navigazione, ed un attacco finale in cabrata, con lo sgancio dell'ordigno termonucleare durante la manovra. Solo una parte dei B-47 venne aggiornata a questo standard, poiché la fatica strutturale che tali missioni comportavano era tale da causare gravi problemi alle macchine, e mentre si cercava di risolverli il tempo passava inesorabile. Dal 1957 cominciarono le radiazioni e 10 anni dopo anche gli ultimi ricognitori vennero ritirati. Il loro equivalente Tu-16 è a tutt'oggi in servizio in Cina, dopo essere diventato una sorta di bombardiere lanciamissili, seguendo cioè le tracce del programma Rascal statunitense, il cui abbandono causò un prematuro ritiro dei numerosissimi B-47.
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[[Immagine:YB49-1 300.jpg|320px|left|thumb|]]
 
Il Northrop '''YB-49''' era un prototipo di bombardiere pesante sviluppato dalla Northrop per conto dell’aviazione statunitense nella seconda metà degli anni '40. Il disegno fu influenzato dal tedesco Horten Ho 229, un caccia-bombardiere tuttalatutt’ala con motori a getto. Uno di questi aerei venne inviato alla Northrop Corporation subito dopo la fine della guerra per delle valutazioni.Rimasto allo stadio di prototipo coniugava la configurazione di tipo ala volante (flying wing), sperimentata da John Knudsen "Jack" Northrop fin dagli anni '30 con la propulsione a reazione. Sostanzialmente si trattava di una versione a reazione del quadrimotore ad elica Northrop YB-35, che aveva volato solo un anno prima.
 
Con il programma del B-35 molto in ritardo fin dal 1944, e la fine dell’aereo da guerra a pistoni in vista, il contratto di produzione per l’aereo venne cancellato in maggio. Tuttavia, il progetto era ancora abbastanza interessante da convincere l’Air Force a continuare il lavoro sull’aereo di pre-produzione a scopo di test. Tra le richieste della forza aerea ce n’erano due che prevedevano l’impiego di un aereo a reazione.
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[[Immagine:Martin B-57A USAF 52-1418.jpg|320px|left|thumb|]]
Nel 1951 il '''Camberra''' inglese, aereo da bombardamento a reazione di prima generazione, riuscì nell'impresa di essere adottato dall'USAF, cosa che non capitava dal 1918. La sua combinazione di autonomia, carico bellico, eccellente maneggevolezza (superava ad alta quota anche i primi caccia a reazione) e possibilità di bombardare con efficacia a tutte le quote erano caratteristiche ben apprezateapprezzate per la guerra di Corea. La macchina entrò in servizio ampiamente riprogettata come Martin B-57 Camberra, battendo il B-51 che pure era un ottimo aereo a sua volta. In effetti i primi Camberra inglesi arrivarono alla fabbrica di Glen Martin a tempo di record e il primo B-57A volò già il 20 luglio 1953. Ma.. la guerra di Corea era appena finita. Ne vennero prodotti 202, seguiti dai B-57B con la parte anteriore della fusoliera di nuovo disegno e due uomini anziché 3 d'equipaggio, senza più il navigatore. L'aereo era un vero mezzo d'appoggio tattico a lungo raggio e ad elevata autonomia, con un totale di 17 esemplari modificati in B-57G e altri 68 prodotti ex-novo come B-57E.
 
*Tipo: bombardiere tattico
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*Armamento: 4 da 20 o 8 da 12,7 mm, 2700 kg interni e altro esterno
 
Arrivato troppo tardi per la Corea, come tanti altri aerei (es. lo Skyhawk) si fece valere in Vietnam. La versione G era armata con un radar APQ-139, FLIR, IL, cercatori laser e la possibilità di portare 4 LGB da 227 kg, forse anche di guidarle sui bersagli senza aiuti esterni. Era l'aereo da interdizione e attacco con la migliore dotazione avionica per l'attacco notturno dei loro tempi, ma rimasero poco più che un programma di studio, realizzati in pochi esemplari. La loro capacità bellica, nel modello base B, era data da 8 mitragliere da 12.7 mm o 4 cannoni da 20 mm nelle ali, 2.722 kg di bombe in un vano rotante in fusoliera (4 da 454 kg) e altri punti d'aggancio sotto le ali. Anche Chuck Yeager volò per un certo tempo con questo apparecchio, in Vietnam, e in una occasione dimostrò (truculentemente) la sua fortuna proverbiale beccando un rifugio di vietcong con una bomba tirata a casaccio, uccidendone un gran numero. I B-57 ebbero anche perdite: tra abbattutimentiabbattimenti, incidente o attacchi alle basi, non meno di 51 anadonoandarono persi. Alcuni vennero esportati in Pakistan. Qui operarono i B-57 da bombardamento, usati anche nelle guerre del 1965 e 1971, ma vi furono anche due ospiti 'particolari': gli RB-57, aerei che al pari dei Camberra inglesi della serie PR. videro valorizzata la loro lunga autonomia e alta tangenza operativa per compiti di ricognizione. Le versioni erano diverse: in particolare la D -entrata in servizio attorno al 1956- e la F dei primi anni '60. Uno dei due ebbe l'onore di incontrare, per la prima volta in una vera guerra, un missile SA-2 sovietico fornito agli indiani. Rientrò crivellato da almeno 150 schegge. L'altro venne invece danneggiato da una bomba indiana mentre era parcheggiato su di una piazzola di un aeroporto pakistano.
 
I B-57 Camberra, insomma, non sfuggirono alla regola generale un bombardiere=un ricognitore. L'ultimo sviluppo era la versione F, per la loro struttura contemplava un'ala ingrandita ad oltre 30 m di apertura, che li faceva competere in quota con gli U-2, con tangenze superiori ai 19.000 m. La versione D era stata plagata da numerosi cedimenti strutturali all'ala, troppo ingrandita per il suo singolo longherone. La F, con un'ala ancora più grande e irrobustita con 3 longheroni, aveva anche i nuovi motori TF-33. Costruita in pochi esemplari, venne utilizzata per ricognizioni ad alta quota, ma più che altro per campionamento dell'alta stratosfera, con compiti specifici di raccogliere particelle radioattive dopo i test. Per questo vi erano aerei di questo tipo in Pakistan: erano stati forniti per monitorare i test cinesi. Nei primi anni '70 praticamente tutti i B-57 eccetto i superstiti pakistani di 24 velivoli B (gli F erano stati restituiti agli USA), erano messi in riserva o demoliti. Da ricordare che i RB-57 erano stati dati anche a Taiwan, con uno di questi abbattuto da un SA-2, forse dopo che si era abbassato leggermente di quota. Vennero sostituiti con gli U-2, quattro dei quali anch'essi andati persi, assieme a 2 RF-101.
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L'inizio dello sviluppo del Convair '''B-58''' può essere fatto risalire allo studio GEBO I (GEneralized BOmber study I) avviato già nell'ottobre del '46. Questo studio era volto alla acquisizione un bombardiere in grado di superare Mach 1. L'aereo era stato pensato inzialmente, nella configurazione GEBO II, era di 4630 km a 833 kmh, ma si richiedeva già nel 1950 mach 0,9 a bassa quota e 1,5 ad alta.
 
Tre anni più tardi il GEBO I venne però abbandonato in quanto finiva per sovrapporsi con il Boeing B-52. Nello stesso tempo, marzo del 1949, venne avviato lo studio GEBO II per verificare l'equazione portanza/resistenza applicandola ai grandi velivoli supersonici. La teoria indicava che un bombardiere supersonico, alla stessa velocità, avesse una resistenza cinque volte superiore a quella di un caccia, e questo avrebbe significato che la potenza richiesta fosse anch'essa cinque volte superiore mentre il raggio d'azione divenisse cinque volte inferiore. Da questo si cercò un modo innovativo per risolvere la situaizionesituazione in maniera pratica e delle due proposte Boeing e Convair, quest'ultima vinse con un aereo un aereo parassita lanciato da un B-36 e capace di sganciare un ordigno nucleare e poi tornare alla base con i suoi mezzi. Era l'FZP-110, da 45000 kg circa e mach 1,6 con due motori J53 e un terzo reattore simile nel pod, per un totale di 1,5 mach; Ma dopo che questo aereo venne valutato in sede di progetto come MX-1626, venne abbandonato: le evoluzioni successive videro un modello del tutto diverso, un aereo sempre con ali a delta ma con capacità di operare autonomamente con decolli e atterraggi convenzionali, e con un pod sganciabile che rimpiazzava il carico bellico contenuto nella fusoliera, eliminando così un grosso ingombro aerodinamico. La bomba H contenuta all'interno del pod era la W39, assieme a 15.927 l di carburante avio. Dopo tante riprogettazioni, il primo bombardiere da mach 2 era pronto: la costruzione dei primi 13 esemplari, due prototipi e 11 esemplari di pre-serie venne autorizzata il 29 giugno del 1954 e il primo XB-58 uscì dallo stabilimento di Fort Worth il primo settembre '56 e volando l'11 novembre con 4 nuovissimi turbogetti General Electric J79-GE-1 da 6.486 kgs (14.300 lb). Il prototipo si rivelò in grado di soddisfare tutte le richieste senza dover subire modifiche importanti, cosa straordinaria se si considera l'impegno di costruire un bombardiere supersonico nei primi anni '50. Il 23 novembre 1955 venne posto un ordine da 340.540.762 dollari per 13 aerei e 31 pod: all'epoca era raro che un caccia di grosse dimensioni arrivasse ad un milione, per cui ci si immagini quante polemiche 'l'aereo tutto d'oro' suscitava. Nel frattempo un KC-97F e un B-36B sperimentarono il sistema d'attacco Sperry AN/ASQ-42 con rdar AN/APN-113, mentre un F-89D collaudò il sistema comandi sull'asse di rollio, per non parlare degli F-86A e F-94B, e dei due B-47 con la torretta armata con il nuovissimo Vulcan, più i 'chase planes' di ogni sorta, tutti ad alte prestazioni, impiegati per il programaprogramma.
 
Nonostante questo sostanziale successo (si pensi alle tribolazioni dei sovietici con similari programmi), l'Hustler rimase sempre enormemente complesso e difficile da mantenere in servizio. Il programma di sviluppo richiese alla fine l'utilizzo di trenta aerei, 2 XB-58 e 28 YB-58 sette dei quali andarono persi, e di 35 pod ventrali MB-1C. Gli YB-58 avevano la versione -5 o -5A del J79. Quest'ultima fu montata anche su 86 B-58A di produzione ma negli ultimi esemplari vennero adottate le versioni -5B o -5C. Il primo esemplare di serie venne consegnato nel marzo del 1960 e venne seguito da altri 85. Furono portati allo standard B-58A anche 11 YB-58.
 
A partire dal 1960 al pod MB-1C con una bomba nucleare W-39Y1 Mod. 1 Redwing da 1,8 MT (quelli effettivi erano 1,69), peantepesante 2.744 kg(17,36 m di lunghezza, 1,52 di diametro max, 16.369 kg, sganciabile da mach 2 e 18.300 m, calcolo della traiettoria col computer Sperry AN/ASQ-42V che necessitava prima del consumo dei 15.804 l interni) venne affiancato il nuovo TCP (Two-Component Pod). Questo nuovo pod era lungo 18,9 metri ed era diviso in due parti poste una dentro l'altra sganciabili separatamente. Nella parte esterna, più grande, veniva stivato il carburante mentre quella interna, denominata BLU-2/B-3, conteneva il carico bellico vero e proprio costituito di solito da una BA-53Y1 da ben 9 megaton e pesante 4.286 kg.Esso era contenuta nel BLU-2B-2 che portava anche 14.718 l di carburante. La combinazione permetteva di sganciare anche da bassa quota, cosa prima impossibile. In questa parte del pod potevano anche essere montati sistemi di ripresa, contromisure elettroniche o altro carburante. Quanto a quest'ultimo, esso ammontava a 41.230 l stivati ovunque nella sottile fusoliera e nelle grandi ali a delta semplice, simili a quelle dell'F-102. L'armamento difensivo era di un Vulcan T171 in una apposita installazione radarguidata e telecomandata dalal cabina (1.120 cp), mentre il grande carrello triciclo aveva gambe lunghissime per consentire la presenza del pod. La fusoliera, molto compatta, era costruita anche con strutture a nido d'ape per resistere meglio al calore del mach 2 prolungato. I radar erano il tipo da attacco/navigazione AN/ASQ-42 e il radar Doppler AN/APN-113 utilizzato per la sola navigazione. Per la difesa era stato montato un radar Emerson RD-7 e un radar passivo AN/ALR-12. Sotto il timone era posta una torretta a controllo remoto Emerson MD-7 armata con un cannone M61A1 da 20 mm. Era inoltre presente un disturbatore elettronico AN/ALQ-16 e un sistema IFF AN/APX-47 mentre nelle ali erano stati inseriti dei lanciatori di Chaff AN/ALE-16.
 
L'equipaggio, ognuno dotato di un proprio seggiolino eiettabile speciale, schermato per permettere il lancio in supersonico, era composto da tre persone (pilota, navigatore e operatore ai sistemi di difesa) che sedevano uno dietro l'altro. Inizialmente furono montati dei seggiolini eiettabili Convair SAC Seat che però funzionavano solo fino a 1.111 km/h e alla quota massima di 15.250 metri. In seguito furono sostituiti con quelli appositamente realizzati dalla Stanley Aviation capaci di funzionare a partire da velocità dell'ordine di 185 km/h e senza limitazioni di quota. Ogni seggiolino era dotato di una capsula individuale di sopravvivenza. Funzionavano bene ma erano decisamente poco 'vivibili' per il pilota, specie se di grossa taglia, durante i lunghi voli a bordo di quest'aereo. Un paracadute-freno da 8,5 m di diametro aiutava i freni a disco nell'arresto.
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Del resto il B-52 era ancora nuovo e gli ultimi appena usciti dalla fabbrica; sopratutto era una macchina molto soddisfacente per un pò tutti i problemi pratici.
 
Nell'estate del '64 vi fu un' ennesimo tentativo, l'AMSA (Advanced Manned Strategic Aircraft), con l'obiettivo di raggiungere velocità supersoniche a bassa quota, tutt'altro che facile per la densità e la turbolenza che si incontrano in tale ambiente. Tra gli studi vi fu anche quello sui sistemi di propulsione, armamento, affidabilità, costo del titanio (già usato per l'SR-71, a dire il vero, ma questa è un'altra storia), capacità operativa in guerre locali (non si voleva certo ripetere l'esperienza del B-58, quasi privo di capacità convenzionali, mentre il conflitto nel Vietnam cominciava a preoccupare).
 
Ancora vi furono diverse ditte, dalla Curtiss-Wright (qui in una delle ultime 'comparsate') alla G.E., e l'avionica studiata dalla IBM e Hughes. Mc Namara riuscì a portare avanti l'FB-111, che di fatto era già quello che serviva per molte missioni pratiche, ma l'USAF non si fece scoraggiare e reputando un pò piccolo quest'aereo nel '68 diede contratti di sviluppo ad IBM e Autonetics per la componentistica. All'epoca c'era come ministro della Difesa un ex-attore di non eccelse doti (Reagan), il che aiutò anche questo programma. Il 'super-F-111', ovvero l'FB-111A, era stato previsto in 253 esemplari, ma venne ridotto ad appena 76 per fare spazio. Aprile 1969, si decise il nome del nuovo aereo, del tutto differente dai precedenti bombardieri americani e così chiamato ZB-1A, poi B-1A quando il progetto definitivo venne scelto. Pare che la RFP (Request for proposal) venisse pubblicata nel dicembre del '69. Tutti e tre i contendenti erano aerei a geometria variabile, nel caso della GD si trattava del B-111G-4, che era proposto come un vero e proprio sostituto ad 'interim' del B-52; la Boeing propose un aereo con ala GV basato sulla proposta iniziale per il caccia TF-X, quella poi vinta dell'F-111. La North-American/Rockwell, con la sua Los Angeles Division, propose un nuovo aereo con ala ben raccordata alla fusoliera tramite il concetto di 'blended wing', con forme pressoché prive di angoli, e piuttosto efficaci anche nel ridurre la traccia radar, a cui già si pensava, anche se il progetto era sopratutto concepito in base a considerazioni di velocità massima. Stranamente, si ritornò a concepire un aereo d'alta quota. Vinse la North-American/Rockwell (quest'ultima aveva incorporato la storica costruttrice del P-51 il 22-9-67), contro proposte di GD e Boeing, forti della loro ricca esperienza in aerei da combattimento moderni e potenti; ma per il Pentagono questo non sempre è garanzia di successo, spesso, un pò come gli Dei greci, c'é anzi quasi la volontà di rimescolare le carte (onde non creare un monopolio parassitario), e così vinse il nuovo arrivato. L'annuncio vene dato il 5 giugno (o luglio) 1970, e il bombardiere di nuova generazione era per il momento noto come XB-1A.
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Il carrello è triciclo anteriore, con ruote doppie per il lungo elemento anteriore, e due coppie in tandem per gli elementi principali. Il movimento del ruotino doppio di prua, a parte la capacità di sterzare a terra, avviene rientrando verso l'avanti; il carrello principale rientra all'indietro e verso l'interno. I getti dei motori , le cui gondole sono alla radice delle ali e sotto il meccanismo di rotazione, sono grossomodo all'altezza della stiva bombe posteriore.
 
Il sistema di controllo di volo FBW è sofisticato, e così dev'essere per tenere il controllo di un tale aereo anche in volo a bassa quota; è quadricanale e incentrato su computer e sulle superfici aerodinamiche. Vi sono quattro circuiti idraulici, che comandano le varie superfici, i carrelli, vani portabombe ecc; tre generatori elettrici da 115 kVA per un totale di quattro circuiti elettrici; un sofisticato sistema di controllo dei sistemi elettrici della Harris, l'EMUX (Electrical Multiplex System) che è impiegato, almeno in una versione semplificata, anche sull'A.129 Mangusta, che fu il forse il primo elicottero con tale sistema di gestione, che è realizzata con l'uso di microprocessori distribuiti. Per le esigenze dell'avviamento dei sistemi e della produzioenproduzione di energia anche senza attivare i motori principali vi sono ben due APU della Garrett, due turbinette ausiliarie che permettono di avviare i turbogetti e forniscono energia per i servizi essenziali in emergenza. Chiaramente un bombardiere strategico ha la necessità di sopravvivere anche a guasti e danni rilevanti e di continuare a volare; così come di decollare anche senza assistenza esterna, data la missione di pronta reazione ad un attacco di sorpresa, che all'epoca significava missili ICBM sovietici dritti sulle basi del SAC.
 
 
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I quattro uomini d'equipaggio sono pilota, secondo pilota, ufficiale addetto alle armi e operatore dei sistemi elettronici difensivi, sistemati in due coppie, con i piloti, ovviamente, avanti agli altri due. I sedili sono quattro Weber (Douglas) ACES, preferiti alla meno affidabile capsula di salvataggio (già problematica con il sistema biposto dell'F-111), e senz'altro costosa, sebbene fosse molto comoda (nessun paracadute e combinazioni di volo più leggere per gli aviatori); vi è un sistema di pressurizzazione, oltre che ovviamente di climatizzazione. Nell'era moderna anche i sedili sono una cosa sofisticatissima, se si pensa che 60 anni prima era normale averne di così semplici, che spesso non possedevano nemmeno piastre blindate di protezione. Anche se poco noto, quindi, anche solo parlare dei sedili eiettabili dà misura della sofisticazione e del costo degli aerei moderni, specie se sono macchine capaci di sparare con sicurezza il pilota a quote e velocità zero, come in questo caso. Il cruscotto a disposizione dei piloti era invece piuttosto 'vecchiotto': esso era ancora legato a sistemi analogici di vecchia generazione, assai superati per esempio, con gli aerei commerciali dell'epoca che ottenevano già dei cockpit con display multifunzione.
 
L'avionica del B-1B è sofisticata e complessa, basata sull'OAS del B-52H, ma con il radar Westinghouse AN/APQ-164, di tipo 'phased array' e con segnali poco rilevabili (LPI), un apparato che, sorprendentemente, deriva dall'APG-66 del caccia leggero F-16, agli antipodi dei nuovi aerei da combattimento dell'USAF. Esso funziona in parte nelle modalità dei più recenti B-52G e H ed espleta 13 funzioni diverse. A questo si aggiungono anche un INS Singer-Kearfott (anche qui, sorprendentemente, derivato da un sistema dell'F-16: evidentemente le apparecchiature moderne erano già, negli anni '80, decisamente flessibili); un radar Doppler Teledyne Ryan AN/APN-218 (che viene usato per misurare la velocità reale dell'areoaereo prendendo come base il terreno; infatti la velocità all'aria, anche se l'anemometro fosse totalmente affidabile, non è mai esattamente corrispondente alla velocità effettiva dell'aereo quando osservato da terra, a causa del vento).
 
Una cosa che mancava e che manca a tutt'ora è un sistema optronico di visione IRST/LLTV e designazione laser. Stranemente, esso è presente sui Tu-22/160 e sui B-52G/H, e tornerebbe molto comodo nelle missioni attualmente previste per il Lancer, spesso chiamato addirittura a missioni di supporto tattico, come del resto il B-52 in Vietnam.
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Per il momento il B-1B, al 1987, era stato finanziato in 67 esemplari; gli snc erano 82-001, 83-0065/71, 84-0049/-58; 85-0059/74, e 86-0108/0140.
 
Attorno al 1988 c'erano già 4 stormi equipaggiati in parte almeno, con questi aerei. In tutto si diceva che i primi 10 fossero di preserie e gli altri 90 di serie; il costo del programma è stato di 27 mld di dollari in 10 anni, ma vi sono satestate altre attività collaterali come i 915 mln spesi per ottimizzarlo, nel 1983-86, anche per gli ALCM; ma non hanno avuto immediato successo pratico.
 
Il 28 settembre del 1987 un aereo cadde vicino a Pueblo, Texas; era parte del 96th Wing di Dyess; era in volo su di una zona riservata all'addestramento per i bombardieri a bassa quota e infatti volava a circa 182 m e 0,85 mach. Ad un certo punto l'aereo, in missione d'attacco simulato, si imbatté in uno stormo di grossi volatili, forse anatre o oche; i motori dell'ala destra (n.3 e 4) si spensero e uno (il n.3) si incendiò; l'aereo riuscì a salire fino a circa 1.200 m e a 920 kmh, poi l'equipaggio si lanciò. Tre uomini uscirono dalla fusoliera con i sedili eiettabili. Ma non erano soli. I B-1B erano, a Dyess, anche allestiti per missioni addestrative e avevano due sedili supplementari, tra i posti di pilotaggio e degli operatori dei sistemi. Però non erano di tipo eiettabile, così che i due istruttori (di volo e per i sistemi elettronici) dovevano cavarsela in maniera artigianale, ripiegando il sedile, aprire la griglia che copriva la botola d'accesso per l'abitacolo, sganciare la botola e la scaletta di salita a bordo, poi lanciarsi. Malgrado il B-1 fosse a quota rilevante, non ci fu il tempo di farlo. Il comandante T.Acklin, istruttore, sedeva sul posto anteriore sinistro e ordinò a chi poteva farlo di saltare, mentre lui teneva in rotta l'aereo. Ma non ci riuscì e il B-1 precipitò prima che lui e i due senza sedili eiettabili potessero salvarsi, così la sua azione eroica (avendo il sedile eiettabile, ma rifiutando di usarlo quando poteva) la pagò cara. Del resto, non poteva abbandonare l'aereo senza portarlo ad una quota tale che gli altri potessero salvarsi con il paracadute. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sul B-1B, come era prevedibile. Appena una settimana prima un altro aereo aveva impattato contro degli ignari volatili, e si era spaccato il radome anteriore, rischiando seriamente di fare la stessa fine. Gli F101 erano motori sperimentati anche con i volatili, ed era emerso che fino a 16 erano sopportabili senza conseguenze, ingeriti dalle prese d'aria, ma erano pennuti da un etto, mentre l'USAF aveva chiesto 1,8 kg, 20 volte tanto. L'8 ottobre vennero messi a terra tutti i 68 B-1B consegnati fino ad allora, per un'ispezione cautelativa di due ore, poi vennero rimessi in servizio. La Guerra fredda, polemiche o meno, aspettava d'essere vinta. E anche rischiando la vita degli istruttori senza sedili eiettabili, si doveva vincere <ref>da RiD, maggio 1988</ref>.
 
Per i piloti, il B-1 era un qualcosa di diverso<ref>questo paragrafo è basato sul servizio del terzo capitolo di Take Off</ref>. Era inquietante: 'assomiglia a qualcosa che puoi trovare di notte nella terra dei vampiri', 'una cupa pallottola nera' 'un complicato puzzle mentale, ma scoperta la soluzione è divertente pilotarlo'. Salire sul B-1 era cosa complessa, con un boccaporto con scaletta dietro la gamba di forza del carrello; l'accensione dell'APU la facevano già all'entrata dell'aereo con una maniglia; in media si pensava di metterci tre minuti per decollare su allarme in caso di minaccia; ma il B-1 era pensato per voli a lungo raggio, anche oltre 10.000 km, e originariamente si immaginò di usare anche gli aerei per missioni di 36 ore consecutive. Anche per questo in cabina c'era molto spazio e l'equipaggio poteva anche alzarsi in piedi, disporre di un cucinotto e in inevitabile WC chimico, praticamente sotto il quadro strumenti della seconda coppia di aviatori; tra i particolari dell'aereo, c'era l'avionica disposta ovunque: nel muso, on due vani dietro il radar, uno dei quali condivedeva lo spazio con il ricettacolo per il rifornimento in volo; dietro la seconda coppia, con due armadi di avionica; in coda, dove c'era anche un potente sistema ECM (mentre un sistema RWR è nel cono dietro le superfici orizzontali); il carburante era un pò dappertutto nell'aereo; le APU erano invece ai lati del terzo vano portabombe, i lanciatori di falsi bersagli erano sopra il dorso della fusoliera e il vano portabombe n.1. L'avviamento dell'aereo potrebbe essere rapido in emergenza, ma in pratica un aviere deve camminare attorno all'aereo, collegato con il pilota via cavo, per vedere se ci sono cose che possono essere risucchiate dai motori e danneggiare il 'mostro'. Il B-1 decolla con 15 gradi di ala, e del resto i flap non sono abbassabili se questa supera i 20. Il B-1B, a terra, è duro e lento a rispondere ai comandi, dati i comandi azionati idraulicamente. Il B-1B sembra piccolo, ma non lo è affatto. Le persone a bordo erano quattro, ma c'erano due sedili aggiuntivi per istruttori, sebbene non eiettabili. Il B-1 non aveva una strumentazione eccessivamente moderna, per esempio mancava l'HUD; sopra l'abitacolo c'erano 4 portelli, ma erano le uscite d'emergenza, non come quelli dei Tu-22M che servono per l'accesso diretto. Il B-1B era ben più comodo e spazioso del B-52 nei voli a bassa quota; se usato per lo strike nucleare era necessaria la visiera antiabbagliamento per il pilota, nota comtecome PLZT, in quanto fatta di piombo, zirconio e titanio. VOlare con le missioni d'attacco nucleare previste per il Singel Integrated Operations Plan richiedeva rifornimenti in volo e rotte transpolari; Il B-1B poteva volare con il postbruciatore attraverso tutti gli USA, ma al dunque, non era sicuro che avrebbe avuto carburante sufficiente per tornare indietro dopo un attacco in URSS; l'atterraggio era diretto, si toglieva semplicemente gas al motore e non c'era il parafreno, per semplificare il compito del personale di terra. E scaricare il WC chimico, pare non molto funzionale.
 
 
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L'impiego operativo del B-1B, dopo che perse l'esclusivo ruolo nucleare (e del resto, gli SRAM, pur ottenendo in cambio i ben superiori ALCM), è stata la Southern Watch, ma solo dal 1998, sull'Irak. Con la Desert Fox entrò in azione per la prima volta, il 17 dicembre 1998, quando due aerei del 28th BW di Ellsworth AFB attaccarono degli obiettivi irakeni. ALtri cinque aerei, del 77th BS/28th BW arrivarono il 1 aprile 1999 a Fairford, per essere usati contro la Serbia. Avevano avuto, in appena quattro giorni, un software per migliorare il disturbatore ECM (installato da parte del 53rd Wing di Eglin, la base sperimentale della Florida); vi sono stati anche impieghi più recenti, come contro l'Afghanistan e l'Irak, quando sono state usate anche le JDAM (e i B-2). Un B-1B venne perduto al ritorno da una missione afgana, nel 2001, ma l'equipaggio si salvò (a proposito, non vi è più il modulo del B-1A ma, come si è detto sopra, dei normali sedili eiettabili). Ancora nel 2005 l'USAF aveva 91 aerei di cui 67 operativi, e 21 passati di recente alla riserva, dopo una riduzione degli squadroni di prima linea.
 
Se la cosa può interessare, il B-1B è verniciato con vernici a bassa traccia IR in colori grigio-scuro e verde-scuro di varie tonalità, in maniera uniforme anche alla parte ventrale (differentemente dal B-1A). In seguito, negli anni '90, è stato adottato l'ACC Grey. Ma in ogni caso, i B-1B sembrano aerei neri in maniera uniforme, sebbene non manchino delle tonalità a macchie verde-scuro e marrone, oppure grigio scuro e blu, senz'altro la migliore in termini estetici. Di notte, ma anche di giorno, la sagoma molto allungata e sottile fa sembrare tutto sommato piccolo il B-1B, a tutto vantggiovantaggio della sopravvivenza (e poi si sa che il nero 'stringe').
 
'''B-1B'''
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La sua invisibilità gli permette una grandissima libertà di azione anche ad alte quote, aumentando così il suo raggio d'azione e aumentando il campo visivo per i sensori di bordo. Grazie al GPS Aided Targeting System (GATS, "Sistema di puntamento assistito dal GPS") e all'impiego di bombe guidate come le Joint Direct Attack Munition (JDAM), può utilizzare il suo radar APQ-181 per correggere gli errori di puntamento e aumentare la precisione ancora di più rispetto alle bombe a guida laser. È inoltre in grado di colpire 16 obiettivi diversi in un singolo passaggio.
 
Per fare un confronto circa le capacità stealth del B-2, un B-52 ha un ritorno di eco elettromagnetica (sezione radar) pari a quella di un Boeing 747, un B-1B a quella di un piccolo aereo da turismo mentre un B-2 a quella di un frisbee... L'equipaggio è inedinamenteineditamente composto da appena due persone, il pilota a sinistra e il comandante della missione a destra, rispetto ai quattro del B-1B e i cinque del B-52: significa che un bombardiere intercontinentale è gestito col personale di un locomotore(fortunatamente nessuno a pensato a ridurre ulteriormente il personale con l'introduzione dell'uomo morto'). Il radar? Già, dov'é finito? Non è più nel muso, ma è sdoppiato nei bordi d'attacco alari, si tratta di un sistema sofisticato da ricerca e a basse probabilità di intercettazione, l'AN/APQ-181 LPI dall'antenna planare fissa. Già il B-1B aveva un radar avanzato, ma in questo caso era con antenna parzialmente rotante. Vi è un sistema ECM ZSR-62 e un RWR IBM AB/APR-50 o ZSR-63.
 
'''B-2''':
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[[Immagine:A10Thunderbolt2 990422-F-7910D-517.jpg|320px|left|thumb|]]
L''''A-10 Thunderbolt II''', temuto e temibile aereo d'appoggio e attacco al suolo, può essere considerato una rilettura in chiave moderna del concetto sviluppato dalla Luftwaffe con lo Ju-87 Stuka; per questa ragione è il più protetto dei jet da combattimento moderni, ma è anche molto maneggevole a bassa quota e velocità grazie alla sua grande ala diritta. L'A-10 è praticamente stato progettato attorno al suo cannone, un General Electric GAU-8 da 30 mm a 7 canne rotanti che utilizza le munizioni HE oppure le perforanti all'uranio impoverito (DU). Quando il pilota spara con il cannone, è obbligato a tenere il motore al massimo per compensare il rinculo dell'arma che potrebbe far rallentare e quindi stallare il velilolovelivolo.
Il Warthog, soprannome che l'A-10 si è guadagnato tra i piloti, trasporta un carico bellico di ben 7.270 kg suddivisi negli 11 piloni a sua disposizione per questo autentico carro armato volante, che teoricamente possiede una potenza di fuoco tale da distruggere una compagnia se non addirittura un battaglione di carri armati.
L'A-10 nasce come aereo da attacco leggero, praticamente una sorta di moderna riedizione dell'A-1D Skyraider, con una grande autonomia piuttosto che una elevata velocità, grande agilità, pesante armamento e protezione per l'equipaggio. Il suo sviluppo partì nel 1964, quando l'USAF era appena entrata nella guerra del Vietnam, e già sperimentava le difficoltà di trovare un nemico estremamente sfuggente; la specifica venne emessa il 26 marzo 1967 e dopo una lunga gara che si ritrovò sei finalisti (tra cui in particolare lo YA-9) vinse la Fairchild con il suo progetto A-10, che venne deciso fosse vincitore rispetto al Northrop A-9. All'inizio niente era realmente deciso: alcuni progetti proposti erano a turboelica e addirittura il Piper Enforcer era praticamente la versione 'turbo' del P-51 Mustang. Siccome l'A-10 non riesce ad essere più veloce di un aereo della Seconda guerra mondiale, non v'è molto di cui stupirsi. Dato che gli aerei COIN, in un combattimento ad alta intensità erano in grave pericolo, la specifica venne rivista fino ad emettere il 7 maggio 1970 la A-X. I finalisti erano lo YA-10 e YA-9, quest'ultimo più simile ad un Su-25 con tettuccio a goccia. Il primo dei due a prendere il volo fu lo YA-10A (10 maggio 1972), l'altro invece seguì il 30 maggio. Il 18 gennaio 1973 venne annunciata la vittoria dell'aereo della Fairchild, ma nel frattempo la guerra del Vietnam era finita e la nuova macchina sarebbe stata destinata al teatro europeo, dove venne schierata sopratutto con l'8° Stormo, basato in Gran Bretagna, forte di circa 108 aerei su sei squadroni. Non è mai stato chiaro perché sia stato preferito l'A-10 piuttosto che l'A-9 della Northrop; forse perché altrimenti la Fairchild-Hiller, senza carichi di lavoro apprezzabili (dopo la fine del programma F-105) era destinata a chiudere. Era una realtà importante: nel settembre 1965 aveva infatti assorbito la storica Republic, quella del P-47 e dell'F-84. Ma nemmeno 8 tra prototipi e aerei di preserie e 707 velivoli di serie (peraltro pressoché identici tra di loro) fu un quantitativo sufficiente a salvarla dalla chiusura, anche e sopratutto per via del fallimento del successivo programma, l'addestratore T-46, continuatore ideale dell'attività di costruzione e non dissimile dal suo più robusto antenato. Così il 13 marzo 1987 cessò praticamente di esistere come realtà aeronautica, passando poi ad altri l'attività di sviluppo degli aerei a GrummaGrumman, Northrop-Grumman e poi Lochkeed-Martin. Il primo aereo volò (di pre-serie) il 15 febbraio 1975, il 21 ottobre seguì la macchina di serie. Le consegne iniziarono già il 5 novembre. Ma inizialmente quest'aereo non aveva un nome: fu solo il 3 aprile del 1978 che venne battezzato Thunderbolt II. Questo in occasione della consegna del 100imo aereo di serie. Tra tanta omogeneità vi fu un biposto, ebbe un sistema LANTIRN ognitempo (A-10A/NAW o YA-10B), ma non passò alla produzione in serie: l'A-10 rimase un velivolo sostanzialmente diurno e semplice.
 
Dotato di due turbogetti a doppio flusso analoghi a quelli dell'S-3, l'A-10 è robusto, con piani di coda duplicati che svolgono anche la funzione di proteggere i motori stessi da una troppo facile localizzazione da parte dei missili a guida IR, ha un ampio abitacolo a visione totale, considerato più importante di uno più protetto ma meno servito da una visibilità su tutti i lati. il GAU-8 Avenger (noto originariamente come A/A-49E6), attorno a cui è stata costruita la fusoliera centro-anteriore, è un cannone da 1,5 tonnellate completo di munizioni, con 1.174 colpi nel caricatore, e 170 nel nastro (opzionali), e lunghezza totale di 6 metri. Esso è azionato da 1 o due motori elettrici e tira 2.100 o 4.200 c.min (in media circa 2.000 e 4.000). Spara proiettili HE o AP, questi ultimi con nocciolo di Uranio impoverito, che molti avversano per la tossicità e altri lodano per l'efficacia (entrambi vere, se lo stesso US Army prevede norme severe di manipolazione di resti delle munizioni e mezzi colpiti). La capacità di carico bellico è formidabile, con agganci tripli per Maverick e bombe di vario genere. La robustezza dell'A-10 è tale che l'ala resta attaccata anche senza uno dei 4 bulloni di unione alla fusoliera, senza un pannello di rivestimenorivestimento, o uno dei longheroni. La corazza complessiva è impressionante (1.361 kg di protezione di cui 550 per il pilota sotto forma di una 'vasca da bagno' in titanio spessa anche oltre 30 mm e resistente al 23 mm HEI), i serbatoi alari sono autostagnanti e quelli di fusoliera con un sistema spugnoso che impedisce al carburante di esplodere quando incendiato; i comandi di volo sono servoassistiti, con azionamento con doppio sistema idraulico più uno manuale di riserva; le linee duplicate dei comandi sono ben distanziate, incluse quelle dei piani di coda (simili a quelli di un vecchio B-25); l'unico punto in cui si riuniscono e quindi diventano vulnerabili ad un colpo singolo è dentro la protezione dell'abitacolo. Attenzione però: se il parabrezza è antiproiettile, così non è per il tettuccio. Il pilota ha un abitacolo molto grande e con un'ottima visibilità. Ma questo lo rendeva anche esposto al fuoco delle armi leggere. I Su-25 hanno invece avuto il pilota ben incassato nell'abitacolo, con una visibilità inferiore, ma meglio protetto, anche dal tiro di caccia alle loro spalle. Se sacrificare la visibilità per le protezioni passive sia accettabile nell'ottica delle possibilità di sopravvivenza, è ovviamente tutto da vedere. Di certo ai Sovietici non è mai andato giù di 'sporcare' i loro aerei con tettucci a bolla, e in effetti pur con un simile rapporto potenza peso il Frogfoot è molto più veloce dell'A-10, il che ovviamente aiuta indirettamente ad aumentare le possibilità di scampo (percorrendo 10 km in 40 secondi anziché in 50, per esempio, cosa molto apprezzabile per scappare dalla reazione c.a. e per far perdere le proprie tracce ai caccia intercettori). Ma non è questa la sede per comparare i due velivoli. Ogni motore è dotato di un proprio sistema di carburante indipendente per non essere messi Ko entrambi con un colpo singolo, ma con la possibilità viceversa di prendere anche il carburante dell'altra turbina se necessario (il computer regola automaticamente il centraggio dell'aereo con lo spostamento del carburante). Anche la facilità di riparazione è eccellente, con la possibilità di sostituire facilmente gran parte della superficie dell'aereo nell'arco di 24 ore, e la maggior parte degli elementi di fusoliera sono intercambiabili tra il lato dx e sx. L'avionica non è del pari prestante, essendo essenzialmentel’A-10 questoessenzialmente un aereo diurno. Questo, il fatto di essere molto grosso e lento lo hanno fatto oggetto di molte critiche e prima di Desert Storm sembrava destinato ad una rapida fine di carriera, poco considerato dall'USAF. Però quel conflitto lo segnalò come formidabile aereo d'attacco, specie contro carri armati, che si dichiarò esser stati distrutti in circa 1.000 esemplari assieme ad altri 2000 veicoli, 2 elicotteri, altrettante rampe Scud e altro ancora, incluse singole biciclette (come segnalato dalle 'tacche' viste su di un aereo).
 
'''Fairchild A-10'''
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Alla fine degli anni '80 le critiche alla non-modernità dell'A-10 erano ormai molto accese, e si proponeva di sostituirlo con l'F-16. Del resto, avere una macchina moderna che, per quanto manovriera, ben armata e corazzata, è grossa e lenta come un aereo della Seconda guerra mondiale non è molto salutare: anche se il pilota è protetto da una corazza massiva, se l'aereo è investito da una scarica di Shilka o centrato da un missile SA-8 non farebbe molta differenza: indubbiamente l'A-10 avrebbe pagato caro l'evoluire a bassissima quota come programmato (invece che seguire rotte per lo più a media quota) se fosse stato impiegato in Europa. Per esempio, i carri del Patto di Varsavia erano armati di mitragliere da 12,7 tutt'altro che inoffensive, e i nuovi blindati BMP-2 avevano addirittura una mitragliera da 30 mm di notevole potenza, utilizzabile anche contro apparecchi aerei lenti. Consideriamo anche che il 'Warthog' (facocero) era decisamente grosso ed evidente, anche se poteva nascondersi nelle pieghe del terreno volando molto basso, grazie alla manovrabilità a bassa velocità. La sua segnatura IR e la rumorosità erano piuttosto ridotte grazie ai motori turbofan (gli stessi dell'S-3). Comunque, le minacce si evolvevano e in maniera notevole: se i missili come gli SA-7 tendevano ad orientarsi sui motori, evitando di centrare la fusoliera dell'aereo (che poteva volare anche senza uno di questi), a funzionare male in presenza di un terreno caldo o di lanci di flare, e a non riuscire negli ingaggi frontali, la generazione successiva, con testate raffreddate erano ben più pericolosi. I missili Strela (SA-7) erano armi che si fecero notare nei primi anni '70, quando fecero la loro comparsa sui campi di battaglia. Nel Vietnam gli SA-7 riuscivano una volta all'incirca ogni 200 lanci ad abbattere un jet veloce come l'F-4 Phantom, anche per via della lentezza di azionamento della testa di ricerca. Ma contro velivoli più lenti, come gli elicotteri e gli aerei d'attacco Skyrider si dimostrarono molto più efficaci, con percentuali di colpi a segno anche del 20%, in genere con la perdita del velivolo vittima. L'A-10 poteva sopravvivere meglio dei vari A-1 o A-37, ma negli anni '80 comparvero armi come i missili SA-14, SA-16, SA-18, più gli SA-13, tutte armi ben superiori e grossomodo comparabili ai Mistral e agli Stinger. Tutte queste armi erano ben superiori in precisione, prestazioni, resistenza alle IRCM, capacità di acquisizione e distruttività rispetto ai vecchi missili, e il gioco portato avanti dagli A-10 avrebbe potuto essere concluso in perdita (tanto che ben presto sarebbero stati usati operando da media quota); la confusione aumentava considerando l'avvento dei nuovi ZSU con cannoni da 30 mm (erano i Tunguska, all'epoca non si sapeva che avevano pure una batteria di missili SA-19), i quali presentavano la sgradevole caratteristica di proiettili dalla potenza esplosiva e perforante doppie rispetto al 23 mm, pertanto sufficienti anche a far collassare la struttura dell'A-10 e perforarne le protezioni. La gittata e la precisione aumentate contribuivano a prevedere grosse difficoltà per gli A-10 negli scenari degli anni '90 (previsioni che peraltro saranno stravolte dagli eventi politici).
 
Per avere un certo livello di miglioramento, i Warthog vennero aggiornati con un calcolatore balistico per il cannone, prima assente, che permetteva maggiori probabilità di colpire i caccia nemici (non c'era modo di sfuggire in velocità a qualsiasi cosa fosse più veloce di un elicottero armato), e missili AIM-9 Sidewinder prima incredibilmente assenti. Vennero aumentate le ECM con pod ALQ-131 e lanciatori di chaff e flare aggiuntivi (da 4x40 colpi, le predisposizioni aggiungevano poi altrettanti, per un totale di 320 cartucce, tutte nelle ali). Sarebbero servite quando si decise di fare sul serio, con la crisi del Kuwait. Nel Golfo, in quel sanguinoso 1991, l'A-10 venne usato in gran numero (144) ottenne una disponibilità operativa di ben il 95,7%, venne impiegato in oltre 8.200 missioni con circa 23.927 bombe e 5.000 Maverick lanciati (oltre il 90% del totale tirato, forse dalla sola USAF). Il risultato dichiarato fu la distruzione di più di 1.000 carri armati, 2.000 veicoli vari e 1.200 pezzi d'artiglieria. Le macchine perse furono almeno 5, 2 delle quali abbattute da una sola, micidiale batteria di SA-13 Gopher. Nell'insieme, la combinazione A-10/AH-64 si è dimostrata assolutamente micidialeefficientissima nel ruolo di 'apriscatole' contro i mezzi corazzati del Patto di Varsaviasovietici, qui usati dagli Irakeni in un territorio estremamente piatto e sotto un dominio aereo ed elettronico (E-8 Joint Stars) pressoché assoluti. Si consideri che i soli cannoni da 30 mm sono tutto sommato più che sufficienti per garantire una credibile azione d'attacco e combattimento: era possibile eseguire circa 15 attacchi, contro i 2-3 tipici dei cacciabombardieri normali. I colpi non erano APDS, ma nondimeno, le munizioni 30x173 mm del GAU-8 Avenger hanno una potenza distruttiva formidabile e un'eccellente balistica (sono usate anche dal Goalkeeper con lo stesso cannone, nonché dal KCA del Viggen), capaci di centrare facilmente il bersaglio compensando la caduta di gravità con una leggera picchiata. Così era possibile colpire con precisione anche da circa 3 km, anche se non c'era un telemetro laser (ma solo un LRMTS a destra del muso). La perforazione con i proiettili DU era sufficiente (circa 70 mm di acciaio a 1 km) per distruggere un carro da battaglia, ovviamente non c'era modo di perforarne la blindatura frontale, ma questo non era importante per un attaccante aereo. Diciamo che tra l'APDS da 25 mm e lo HVAP da 30 mm non c'era molto da scegliere. Munizioni APDS erano inapplicabili, perché i sabot sarebbero stati risucchiati facilmente dai motori, danneggiandoli gravemente. La penetrazione era sufficiente anche per distruggere un blindato leggero a circa 3 km, il che significa un certo margine contro uno ZSU (ma a 700 kmh si tratta di un vantaggio facile da erodere: chi dei due sbaglia la mossa rischia un prezzo elevato). In seguito l'A-10 è stato utilizzato nel 1999 sulla Yugoslavia e nel 2001 in poi contro l'Afghanistan e poi l'Irak. L'A-10 non ha a tutt'oggi sostituti programmati, dopo il ritiro dei programmi d'aggiornamento per gli A-10 e l'A-16, versione specializzata dell'F-16 per l'attacco al suolo. Al 2003 c'erano 144 apparecchi in servizio nell'USAF (forse in sei squadroni da 24, o forse in 9 da 18), 94 nell'ANG e 36 della Reserve, per un totale attivo di 274. La sua capacità operativa era molto richiesta nei conflitti a bassa intensità, ma in generale l'A-10 è altamente richiesto per la sua lunga autonomia di volo e capacità di tenere sotto tiro il nemico per lungo tempo e con un arsenale di armi micidiale. Ma nessuno si è sbilanciato nell'indicare un sostituto per l'A-10; semmai sarà il JSF, ma in realtà, quello che non si riesce ad ammettere apertamente è che oramai sono i drones come il Predator/Reaper ad assumersi questi incarichi di supporto. A maggior ragione considerando il rinnovo dell'artiglieria: i razzi MLRS guidati e, a livello superiore, gli ATACMS, sono oramai ordigni micidiali e precisi per interventi ognitempo, senza rischiare personale e con tempi di reazione ridottissimi<ref>tra le altre fonti per questa sezione: articolo su A&D nov 2003</ref>.
 
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Il Lockheed AC-130 Spectre ("Spettro" in inglese) è una cannoniera volante in servizio presso l'USAF a partire dalla fine degli anni Sessanta fino ai giorni nostri.
 
L'AC-130 Spectre è il successore di altre cannoniere volanti ricavate modificando vari aerei da trasporto, come il C-47, il C-119 e persino C-123. Ma mentre queste trasformazioni furono per lo più estemporanee o interinali, l'AC-130, basato sul C-130 Hercules (velivolo dotato di motori a turboelica), ha costituito un mezzo che dai tempi della fase finale della Guerra del Vietnam costituisce una piattaforma di osservazione e di tiro micidiale, aggiornata nel corso degli anni nelle sue componenti, fino a giungere all'attuale AC-130U 'Spooky', che ha un cannone da 25 mm a 5 canne al posto del Vulcan da 20 a 6 canne rotanti. In origine, le armi di bordo erano limitate, per modo di dire, a 4 minigun da 7,62 mm, e a 4 Vulcan da 20 mm M61, con puntamento televisivo e radar. Le sistemazioni si giovavano di una considerevole capacità di carico data da una macchina capace di base, di portare 20 t di materiali. Ma non tutte le suddette sistemazioni erano così efficienti: per osservare il lancio dei missili SAM o magari eventuali attacchi aerei posteriori uno dei membri dell'equipaggio era incaricato di dare l'allerta nel sequenteseguente modo: doveva stare esposto con il portellone posteriore semiaperto, da cui scrutava l'orizzonte, e sebbene fosse dotato di un cavo di sicurezza, il rischio di essere risucchiati in caso di manovre violente dell'aereo o di una improvvisa apertura del portellone era alto. Così in seguito vennero apportate delle modifiche, per esempio un oblò ricavato dal portellone per permettere la visuale posteriore senza tali rischi. Indubbiamente, una postazione difensiva tipo quella dell'equivalente An-12 avrebbe giovato (consentendo tra l'altro anche la difesa attiva e l'osservazione laterale) ma non c'era nulla di simile nel C-130. Gli apparati di osservazione erano, nel primo esemplare realizzato,ovvero un C-130A modificato -il 54-1626- era dato da un visore Starlight, un proiettore IR da 20 kW, e un computer per l'inseguimento automatico dei bersagli. Nondimeno, questa dotazione era ancora primordiale rispetto a quello che sarebbe venuto poi. Eppure, si trattava di un miglioramento notevole, il cui artefice sarebbe un giovane aviatore già veterano degli AC-47, il capitano Terry, che ebbe l'autorizzazione a costruire il primo esemplare, che sarebbe poi volato sulla base di Wright-Patterson, poi venne spedito assieme al suo mentore in Vietnam, a Nha Drang. Là iniziò le operazioni con un contrasto notturno ad un attacco di vietcong contro una postazione d'artiglieria il 27 settembre 1967, mentre il 9 novembre distrusse un convoglio di sei automezzi lungo la Pista di Ho Chi Minh. In ogni caso, le differenze erano tali, tra il numero rivendicato dalle cannoniere volanti e i relitti localizzati dalla ricognizione aerea il giorno dopo, che ci si inventò una bestia fantastica, 'La grande mangiatrice laotiana di autocarri'. IN seguito vennero utilizzati altri aerei C-130A modificati con un FLIR AN/AAD-4 della TI, un computer di controllo del tiro e un radar con MTI (indicatore bersagli in movimento) e assegnati dal 1969 al 16 Special Operation Squadron di base ad Ubon, Thailandia. Un AC-130A venne invece modificato negli USA allo standard 'Surprise Package' con due cannoni Bofors da 40 mm e l'eliminazione dei minigun, dal raggio d'azione troppo corto, mentre altri sensori come l'LLTV ASQ-145 della GE, L'aereo venne chiamato Spectre. Altri sensori vennero poi: non bastando la capacità di agganciare e inseguire automaticamente bersagli con radar e sensori ottici, trasformando la notte in giorno e rovesciandogli addosso una potenza di fuoco micidiale e continua, gli AC-130A vennero talvolta utilizzati per laserare‘laserare’ obiettivi per i caccia F-4D armati con LGB, ma privi di sensori di pari efficacia, specie di notte, per utilizzarle. Ma non sempre gli AC-130 erano al di fuori della reazione nemica: le postazioni protettive con cannoni da 37 e 57 mm erano spesso in azione lungo la Pista di Ho Chi Min, mentre dopo un certo tempo apparvero anche i SAM portatili SA-7, che colpirono alcuni aerei e ne abbatterono almeno uno. I duelli tra le artiglierie antiaeree e gli AC-130 divennero frequenti, ma spesso gli Spectre avevano anche gli F-4D per la scorta che colpivano le posizioni contraeree e SAM, oltre a tenere lontani i MiG. Uno dei primi AC-130A cadde a Ubon dopo essere stato danneggiato sul Laos il 24 maggio 1969. Altri 9 ottennero un altro aggiornamento, visto che i ricercatori americani non smettevano di escogitare ogni diavoleria elettronica. Stavolta si trattava del sensore Black Crown che captava addirittura le radiazioni del sistema di accensione di un automezzo. Questi aerei del programma Pave Pronto iniziarono le operazioni nel tardo 1970, poco dopo seguiti da 11 AC-130E (dotati degli oblò per l'IO, Illuminator Operator, ovvero il tizio che stava sporto per oltre la metà del corpo oltre il portellone semiaperto, esposto alle schegge delle contraerea e al rischio di scivolare fuori dopo le manovre evasive che venivano compiute proprio in base ai suoi segnali d'allarme), anche perché gli aerei più vecchi erano oramai logorati. Comuni anche i pod ECM di autoprotezione sistemati in piloni subalari.
 
*Equipaggio: 13
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*Armamento: una GAU-12/U da 25 mm a canne rotanti, un cannone L70 da 40 mm e un M102 da 105 mm
 
L'AC-130H era dotato dei cannoni da 40 mm, ma per eliminare i carri nordvietnamiti che cominciarono ad operare massicciamente si pensò ad altri armamenti piòpiù pesanti, per esempio cannoni SR da 106 mm, e alla fine si adottò l'obice da 105 mm, che seppure a caricamento manuale, era considerato un armamento formidabile per ogni tipo di bersaglio, anche corazzato, se non altro perché attaccava dall'alto ove la corazza era minore.Uno degli AC-130E venne abbattuto, senza perdite per l'equipaggio, il 24 marzo 1973: aveva appena distrutto tre autocarri e mentre faceva un passaggio per assicurare la distruzione del terzo venne colpito da 2 micidiali granate da 57 mm: si era dilungato troppo. L'aereo riuscì a portarsi sulla Thailandia prima di precipare come una palla di fuoco.
 
La parte postbellica della carriera non iniziò prima del 1975, visto che questi aerei continuarono ad operare nel Sud-Est asiatico fino alla caduta della Cambogia e del Vietnam. La colorazione nero lucido venne cambiata con un nero opaco, e sopratutto tutti gli C-130E vennero rimotorizzati con nuovi motori a turboelica, gli Allison T56-A-15 rispetto agli A-7. Questo faceva la differenza tra il C-130E e l'H, e anche gli Spectre vennero ridefiniti AC-130H, con armamento standardizzato in due cannoni da 20 Vulcan, due Minigun, e un obice da 105 mm e venne introdotta la sonda per il rifornimento in volo. Uno di questi, nel 1983, duellò con le postazioni d'artiglieria a Grenada rimanendo in azione per 16 ore con tre rifornimenti in volo. Successivamente la versione definitiva è apparsa come AC-130U con un cannone da 25 mm Gatling, simile a quello messo a punto per gli AV-8B. In ogni caso, la questione dell'armamento, ora costituito da un cannone Bofors, un pezzo M102 da 105 mm e il cannone da 25 mm. Ma non sempre le cose vanno bene nemmeno con questi formidabili apparecchi, che sono, come facilmente comprensibile, una costante di tutte le missioni militari americane, specie alla di tipo 'controguerriglia'. Nel 1991, durante Desert Storm uno venne abbattuto con la morte dell'equipaggio, che essendo di 15 elementi, costituiva obiettivamente una perdita molto pesante. Più di recente sono aumentati i problemi per l'armamento: pare che il cannone Gatling, che è stato l'innovazione maggiore dell'ultima versione (a parte i soliti programmi d'aggiornamento elettronico) non ha mai funzionato 'veramente bene', mentre il Bofors è di un vecchio modello (60 calibri? Forse la disponibilità del cannone M1 o l'altrimenti eccessiva lunghezza del tipo L70 hanno fatto sì che solo il vecchio tipo sia stato istallato a bordo) a corto di ricambi, quindi l'unica arma realmente funzionante è il pezzo da 105 mm, sia nel bene che nel male.