Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-9: differenze tra le versioni

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Nacquero dai tardi anni '60 nell'ambito del potenziamento della marina sovietica e della diversificazione dei ruoli delle sue navi. Sono noti per il loro potente armamento antinave, ma non tutti hanno compreso anche che la loro origine si deve far risalire anche ad un altro problema: infatti, da molti anni non si costruivano più navi ben armate quanto ad artiglierie, data l'importanza per i sistemi missilistici, tra l'altro molto ingombranti, che c'erano all'epoca. Un pò per questo, e un pò per l'avvento dei caccia 'Spruance' americani, c'era bisogno di nuove unità multiruolo, più capaci dei 'Kashin'; in pratica si tentò di fare navi analoghe, anche se in verità, gli 'Spruance', nati sopratutto come 'super fregate ASW', ebbero un vero equivalente con gli 'Udaloy'. Ma per primi arrivarono i Sovremenny, la cui genesi venne affidata ai cantieri Svernaya di S.Pietroburgo (l'allora Leningrado). La loro arma principale, come si è detto, non era tanto orientata alla lotta ASW; i nuovi caccia dovevano non tanto occuparsi di lottare contro i sottomarini americani, ma contro le unità ASW che avrebbero potuto infastidire quelli sovietici, per cui essi divennero sia gli equivalenti che gli antidoti agli 'Spruance'. E al contrario, l'USN ebbe navi in un certo senso confrontabili con i 'Kidd', versione multiruolo degli Spruance, rilevati da una commessa iraniana abortita dopo la rivoluzione; mentre i 'Ticonderoga', sempre su scafo 'Spruance', ottenne capacità superiori e divenne presto il loro peggior nemico. Così il sistema d'arma principale di bordo, anziché essere il missile ASW 'Sylex', diverrà l'SS-N-22 Sunburn antinave. Non solo, ma operazioni locali mostravano l'esigenza di armi ben più potenti dei pezzi da 57 e 76 mm (che invece sono di gran moda su tante classi di unità navali occidentali attuali). Un sostegno di fuoco alla rinata fanteria di marina sovietica avrebbe dovuto comprendere armi di calibro e potenza maggiore di quelli, e i vecchi incrociatori 'Sverdlov' non erano certo una presenza affidabile per una scena di guerra nel futuro, a causa sopratutto della loro vulnerabilità agli attacchi aerei e ASW. Così le armi divennero, principalmente, il missile 3M80 antinave e l'AK-130, artiglieria multiruolo. Ma non bastava questo per garantirne l'utilità, e allora venne anche previsto un nuovo sistema SAM di difesa aerea, degno erede dei vecchi SA-N-1 Goa (P-600); alla fine venne fuori il Project 956 o 'Sovremenny', il cui primo esemplare venne impostato nel '76, per essere poi consegnato nel 1980.
 
La costruzione andò avanti per parecchi anni, tanto che si pensava ad un totale di 28 navi. Nell'agosto del 1995, ben 15 anni dopo l'inizio della loro operatività, venne annunciato che se ne sarebbero realizzati solo 19. Nel gennaio 1996 ne vennero venduti 2 alla Cina, mentre nel 1997, nell'atto di ridurre drasticamente la flotta, vennero radiati 'Otchayannyy', Otlichiny e Orkylennyy, mentre il capoclasse Sovremennyy era stato relegato a fornire parti di ricambio. Come se non bastasse, un atto di sabotaggio nel 1999 capovolse lo 'Stoikiy'. Infine l' Osmotretelnyy venne rottamato qualche tempo dopo, avendo passato gli ultimi anni in riserva. In tutto ne sono stati realizzati 18, ancheAnche se essi non hanno avuto alcun vero successore, solo sei ne restano ancora in servizio nella decadente Marina russa. I caccia 'Sovremennyy' hanno fatto parlare di loro recentemente perché 4 navi sono state comprate dai Cinesi.
 
 
====Costruzione e propulsione====
Dopo numerose classi di unità navali del settore, come i 'Kotlin' postbellici, i 'Kanin' e i 'Kildin', la Marina sovietica entrò nel settore delle navi pienamente definibili come moderne con i 20 'Kashin', unità che risultavano molto importanti e per vari aspetti. Anzitutto, perché possedevano una batteria di SAM a medio raggio, teoricamente paragonabili ai Tartar o ai Terrier (ma in pratica molto meno efficaci e relegati alla difesa aerea della nave più che di una intera squadra navale), e poi perché questi missili erano anche dotati di testate nucleari, con una piena capacità a 'doppio ruolo', sia antiaerea che anti-superficie; ma in termini strutturali queste unità non solo dedicavano gran parte del sistema d'arma di bordo all'elettronica e ai missili, ma introducevano, per la prima volta in maniera massiccia, su di una numerosa classe di grandi navi, un nuovo sistema di propulsione: la turbina a gas. Così è piuttosto strano, a prima vista, che negli anni '70-80 sia stata costruita una nuova, grande classe di unità navali con turbine a vapore. Invece, accanto ai cacciatorpediniere 'Udaloy' è apparsa la classe Sovrenemmnyy'.
 
Questo fatto è più facile da spiegare se si considera che lo scafo di questi cacciatorpediniere era un derivato con ponte di castello di quello usato dai 'Kresta I' e Kresta II, incrociatori antinave e ASW rispettivamente. Questi erano dotati di motori a vapore da 110.000 hp che garantivano una grande potenza e velocità, dell'ordine dei 34 nodi. Nella Marina sovietica le definizioni erano molto vaghe, e non è facile fare delle precise comparazioni. Del resto, anche in Occidente le cose sono andate un po' così: per esempio, gli incrociatori missilistici americani vennero considerati inizialmente come fregate, ma poi cambiarono denominazione perché in Europa quella categoria di navi erano del tutto diverse e di dimensioni ridotte, attorno alle 3.000 t, mentre quelle navi americane, da 6.000-10.000 t, erano ben più grandi anche dei cacciatorpediniere. Nel mentre, in Giappone, i cacciatorpediniere erano e sono sia navi definibili come fregate, che dei veri incrociatori portaelicotteri o unità antiaeree AEGIS, quando le fregate sono in realtà una sorta di corvetta per gli standard europei. Nel caso delle navi sovietiche, la confusione è anche maggiore. Spesso non venivano indicate come incrociatori, cacciatorpediniere o fregate, ma come 'grandi unità lanciamissili' (nel caso dei 'Kirov', per esempio, che in Occidente venivano considerati con maggiore precisione come 'incrociatori da battaglia missilistici'), o 'grandi navi antisommergibile', come gli 'Udaloy' e i 'Kara'. Anche il dislocamento era piuttosto intercambiabile: le unità considerate come incrociatori in occidente, i 'Kynda', 'Kresta' e 'Kara', non erano necessariamente più grossi dei cacciatorpediniere come venivano considerati gli 'Udaloy'. Ma solo i 'Sovremenny' vennero considerati, senza problemi, dei cacciatorpediniere anche dalla Marina sovietica.
[[Immagine:Destroyer Okrylenny.jpg|430px|left|thumb|]]
Quanto alle capacità, i Sovremennyy erano navi con capacità specifica antinave, mentre gli Udaloy erano unità ASW e i vecchi 'Kashin' si potevano definire navi antiaeree. In sostanza, si potevano comparare rispettivamente ai 'Kidd', 'Spruance' e 'Charles F.Adams' americani. Ovviamente le cose erano diverse, e l'elettronica sovietica, assai meno compatta, non consentiva di portare dei sistemi d'arma realmente polivalenti e-o compatti. In ogni caso, i 'Sovremenny' erano certamente le unità più temute e temibili della nuova generazione sovietica di grandi navi di superficie, assieme agli 'Slava' e ai 'Kirov' (nonché alle 'Kiev').
 
Queste grandi navi sono unità specializzate nella lotta antinave, con buone capacità di difesa (più che altro auto-protezione) antiaerea, e molto marginali qualità ASW; in tutto hanno 25 ufficiali e 271 sottufficiali e comuni, nemmeno molti per una nave di 7.940 t, 8.480 a pieno carico, lunga 156,37 m e larga 17,19.
 
La prua ha linee molto affilate e aggressive, una prua molto inclinata e marina, pensata per le acque dei mari del Nord, spesso scosse da violente tempeste. Le sovrastrutture sono basse e nondimeno complesse, irte di antenne, con due alberi di cui uno dietro la plancia ospita il radar principale, e l'altro è a traliccio vero la parte posteriore. L'hangar per l'elicottero ha un ponte piuttosto piccolo, ed è in una zona quasi centrale, davanti al lanciamissili SAM poppiero e alla torretta da 130 mm n.2; torri e SAM sono pressoché speculari nei ponti di prua e di poppa. Il fumaiolo è basso e largo, davanti all'albero a traliccio che non sostiene alcun radar di bordo. La plancia è sistemata sopra la tuga prodiera, con i lati inclinati verso il basso; sopra c'é il grande bulbo bianco del sistema 'Stand Band' per la guida dei missili, e dietro la parabola del massiccio 'Kite Screech' di controllo del tiro.; i 4 cannoni da 130 e altrettanti tubi da 533 mm, fanno somigliare queste possenti navi ad unità navali del periodo classico (II GM), anche se qui vi è anche una notevole capacità elettronica e missilistica
 
A parte il sistema d'arma che hanno, l'altra significativa differenza con gli 'Udaloy', di qualche anno più recenti, è il sistema propulsivo. Infatti, malgrado gli stessi 'Kashin' avessero motori a turbina, i 'Sovremenny' tornavano al vapore, con due turboriduttori TV-12 per complessivi 100.000 hp (altre fonti parlano di 110.000), come sui caccia 'Burke' di alcuni anni successivi (e 20.000 hp più degli 'Spruance'/'Kidd') grazie all'energia raccolta da quattro caldaie ad alta pressione; il tutto era usato per muovere due eliche a passo fisso e 4 caldaie turbopressurizzate KVN-98/64 da 640 kg/cm2 e 500°. La velocità massima era di ben 33,4 nodi e 32,7 continui, autonomia a 32,7 nodi di 1.345 miglia nautiche e a 18 nodi di 3.920. Il carburante era di 1.740 t, forse come valore standard; se si carica un quantitativo di carburante extra, si possono raggiungere le 4.500 nm, sempre a 18 nodi. Però, chiaramente, in caso di guerra i caccia missilistici di questo tipo avrebbero dovuto 'colpire e scappare', a grande velocità: non sembra, ma le navi moderne non hanno poi tutto questo 'fiato', e nell'arco di un paio di giorni di azione potrebbero trovarsi in grave difficoltà, specie in un teatro di guerra ad alta intensità, se non vengono rifornite in mare o ritornano alla base. Per fare un esempio, le 1.300 miglia percorribili alla massima velocità sono circa 40 ore di moto; a 18 nodi, con il massimo di carburante, l'autonomia è di circa 10 giorni. In pratica, poi, c'é da tenere conto del rischio per la stabilità della nave se i serbatoi si apprestano ad esaurirsi, specie in mari tempestosi. Così, in pratica, queste navi avrebbero potuto, diciamo, partire da Kola e raggiungere poi il Baltico, ma non tenendo costantemente la massima velocità continuativa, cosa invece possibile a qualche SSN alle sue calcagna.
 
A parte il sistema d'arma che hanno, l'altra significativa differenza con gli 'Udaloy', di qualche anno più recenti, è il sistema propulsivo. Infatti, malgrado gli stessi 'Kashin' avessero motori a turbina, i 'Sovremenny' tornavano al vapore, con due turboriduttori TV-12 per complessivi 100.000 hp (altre fonti parlano di 110.000), come sui caccia 'Burke' di alcuni anni successivi (e 20.000 hp più degli 'Spruance'/'Kidd') grazie all'energia raccolta da quattro caldaie ad alta pressione; il tutto era usato per muovere due eliche a passo fisso e 4 caldaie turbopressurizzate KVN-98/64 da 640 kg/cm2 e 500°. La velocità massima era di ben 33,4 nodi e 32,7 continui, autonomia a 32,7 nodi di 1.345 miglia nautiche e a 18 nodi di 3.920. Il carburante era di 1.740 t, forse come valore standard; se si carica un quantitativo di carburante extra, si possono raggiungere le 4.500 nm, sempre a 18 nodi. Però, chiaramente, in caso di guerra i caccia missilistici di questo tipo avrebbero dovuto 'colpire e scappare', a grande velocità: non sembra, ma le navi moderne non hanno poi tutto questo 'fiato', e nell'arco di un paio di giorni di azione potrebbero trovarsi in grave difficoltà, specie in un teatro di guerra ad alta intensità, se non vengono rifornite in mare o ritornano alla base. Per fare un esempio, le 1.300 miglia percorribili alla massima velocità sono circa 40 ore di moto; a 18 nodi, con il massimo di carburante, l'autonomia è di circa 10 giorni.
 
Inoltre c'eraro due turbogeneratori da 1,25 MW l'uno attivati da 4 diesel da 600 kw, in maniera da attivare i complessi sistemi elettronici ed elettrici di bordo anche senza motori in moto; anzi, fatto davvero notevole, se necessario era anche possibile usare i motori per fornire propulsione ausiliaria, magari per piccoli spostamenti e-o per non fare troppo rumore.
 
====Armi ed elettronica====
 
La ragion d'essere di questi caccia era rappresentata dal contrasto alle navi americane e NATO, da farsi con una batteria di armi di maggiori prestazioni possibili. La cosa si poteva fare scegliendo missili a lungo raggio oppure armi ad alte prestazioni velocistiche. Venne scelta la seconda soluzione, ma a dire il vero, non senza prezzo. L'obiettivo del resto era di superare il sistema difensivo AEGIS degli incrociatori americani e si pensava che un missile volante a bassa quota di per sé non fosse sufficiente: occorreva anche una velocità elevatissima, per entrare in pochissimo tempo dentro la difesa garantita dal radar. Volando a non più di 20 metri il MOSKIT era in grado di superare le difese grazie alla velocità elevatissima, oltre mach 2. Un concetto simile all'epoca cominciò ad essere accarezzato anche in Occidente, con programmi come l'OTOMACH e l'ANS. Però questi non giunsero a nulla, se non alla conclusione che il sistema sarebbe stato molto costoso e magari anche pesante. Molto meglio usare 'l'intelligenza' che la forza bruta. Il che significava che, se proprio si voleva ridurre il tempo di reazione del sistema difensivo, si potevano scegliere altre strade. Una era la guerra elettronica con disturbatori ECM. Ma questi potevano interferire con la funzionalità del missile e dei suoi sensori, e allora si cominciò a pensare a missili di minore RCS, delle armi stealth, come l'AGM-129 strategico dell'USAF, o il sistema Ulisse studiato come programma congiunto americano e italiano. Vi sono infatti vari modi per ridurre il tempo d'esposizione di un missile rispetto alle difese. Volare basso è un buon inizio, ma con i radar moderni non basta. Così si può scegliere. Se il sistema della nave vedrà un missile da 0,1 m2 a circa 30 km, vuol dire che la nave avrà circa 2 minuti di tempo per localizzarlo ed abbatterlo. Per ridurre tale tempo, l'arma può essere più discreta, magari con una traccia di 0,01 m2 e così facendo essere avvistata, magari, a 15 km o anche meno. Ma questo comporta dei calcoli molto complessi e sebbene i sovietici avessero cominciato a pensare a strutture stealth per le navi (con alberi tronco-piramidali e altre soluzioni strutturali per ridurre la RCS), per fabbricare un missile o un aereo stealth capace poi anche di volare bene, bisogna disporre di un sistema di elaborazione al computer molto sofisticato, fuori dalla portata della tecnologia sovietica dell'epoca e comunque ben poco diffuso anche all'Ovest (essenzialmente con gli F-117 e B-1B).
 
L'alternativa per ridurre i tempi di reazione a circa 30 secondi o meno (sempre che la nave-bersaglio sia nelle condizioni di difendersi: l'HSM Sheffield avvistò otticamente l'Exocet, appena sei secondi prima dell'impatto) è quella di usare missili altamente supersonici, il che dà anche vantaggi di altro genere: per esempio, quello di essere difficili da ingaggiare cinematicamente per i missili intercettori e persino per gli impianti d'artiglieria antiaerea e antimissile, posti al limite delle loro capacità. Un sistema Phalanx, con una portata di 1,5 km, deve abbattere il missile in appena 2 secondi anziché 5-6 di un'arma normale. E questo con un bersaglio molto più veloce e difficile da inquadrare anche per un FCS sofisticato. Non soltanto, ma le schegge dell'arma supersonica sono estremamente pericolose, persino entro un raggio di 3-4 km dallo scoppio. Specialmente se è un sistema massivo come il Moskit (zanzara, nome ovviamente ironico per un ordigno da 4 t). Infine, la velocità è tale, che, anche se la testata non esplodesse, potrebbe spaccare in due lo scafo di una nave colpita di fianco (il problema della corretta detonazione delle testate non è di poco conto, vedi gli Exocet). I missili 3M80 sono diventati così un'arma molto temibile. Secondo i progettisti, essi erano in grado di raggiungere gli incrociatori AEGIS prima che essi potessero lanciare il primo missile intercettore, lasciando ai deboli Phalanx e alle ECM la difesa. Può essere che questa scommessa avesse ragione d'essere negli anni '80, quando la velocità degli elaboratori era molto minore di adesso. In ogni caso, questo missile avrebbe lasciato nel migliore degli scenari una sola possibilità di sparargli contro, dopo di che si sarebbe potuto quasi certamente introdurre sotto la minima distanza di tiro degli SM-2 (circa 3-4 km), mentre i cannoni Mk 45, nonostante un sistema radar di controllo del tiro, non avrebbero avuto una capacità di fuoco credibile per affrontare queste armi in arrivo. Il missile Moskit, la cui sigla è 3M80, aveva nondimeno dei problemi. La taglia quantomeno, che lo rendeva inizialmente incompatibile con le corvette 'Tarantul' (che ne ebbero poi la versione alleggerita P-270), e il fatto che per raggiungere velocità di oltre mach 2 a pelo d'acqua serve un motore potentissimo, in questo caso uno statoreattore, che pur consumando meno di un razzo consente tuttavia un raggio variamente indicato in 100-120 km, ovvero non più di quanto faccia un Harpoon subsonico, ma pesante appena un settimo. Quindi la gittata è stata sacrificata alla velocità, come anche l'opzione di saturare la difesa nemica di missili subsonici dalle caratteristiche minori, ma meno costosi. Questi ultimi hanno sì lo svantaggio di essere vulnerabili quando avvistati, ma hanno dimensioni e RCS più piccole, il che significa che vengono avvistati solo quando sono più vicini. Inoltre emettono molto meno calore e quindi sono decisamente stealth in termini termici, sia per il motore (a turbogetto) che per l'attrito. Queste armi tuttavia non erano all'inizio disponibili e i missili subsonici già presenti erano grossi quasi quanto il Moskit. Inoltre quest'ultimo ha avuto uno sviluppo soddisfacente, differentemente da altri progetti precedenti. Alla fine, pur con una gittata pari ad un quarto di quella di un SS-N-3, 12 e (sopratutto) 19, quest'arma si è dimostrata una sfida molto seria per le difese delle navi occidentali.
 
I missili 3M80 sono così un'arma molto temibile. Secondo i progettisti, essi erano in grado di raggiungere gli incrociatori AEGIS prima che essi potessero lanciare il primo SM-2, lasciando ai deboli Phalanx e alle ECM la difesa. Può essere che questa scommessa avesse ragione d'essere negli anni '80, quando la velocità degli elaboratori era molto minore di adesso. In ogni caso, questo missile avrebbe lasciato nel migliore degli scenari una sola possibilità di sparargli contro, dopo di che si sarebbe potuto quasi certamente introdurre sotto la minima distanza di tiro degli SM-2 (circa 3-4 km), mentre i cannoni Mk 45, nonostante un sistema radar di controllo del tiro, non avrebbero avuto una capacità di fuoco credibile per affrontare queste armi in arrivo. Il missile Moskit, la cui sigla è 3M80, aveva nondimeno dei problemi. La taglia quantomeno, che lo rendeva inizialmente incompatibile con le corvette 'Tarantul' (che ne ebbero poi la versione alleggerita P-270), e il fatto che per raggiungere velocità di oltre mach 2 a pelo d'acqua serve un motore potentissimo, in questo caso uno statoreattore, che pur consumando meno di un razzo consente tuttavia un raggio variamente indicato in 100-120 km, ovvero non più di quanto faccia un Harpoon subsonico, ma pesante appena un settimo. Quindi la gittata è stata sacrificata alla velocità, come anche l'opzione di saturare la difesa nemica di missili subsonici dalle caratteristiche minori, ma meno costosi. Questi ultimi hanno sì lo svantaggio di essere vulnerabili quando avvistati, ma hanno dimensioni e RCS più piccole, il che significa che vengono avvistati solo quando sono più vicini. Inoltre emettono molto meno calore e quindi sono decisamente stealth in termini termici, sia per il motore (a turbogetto) che per l'attrito. Queste armi tuttavia non erano all'inizio disponibili e i missili subsonici già presenti erano grossi quasi quanto il Moskit. Inoltre quest'ultimo ha avuto uno sviluppo soddisfacente, differentemente da altri progetti precedenti. Alla fine, pur con una gittata pari ad un quarto di quella di un SS-N-3, 12 e (sopratutto) 19, quest'arma si è dimostrata una sfida molto seria per le difese delle navi occidentali.
 
L' SS-N-22 è presente in due lanciatori quadrupli, del tipo KT-190, inclinati verso l'alto di 15 gradi e davanti alla plancia. I missili 3M80 (o 3K80) e il radar Mustang D/F 'Band Stand', operante su 1-4 GHz, fanno parte del sistema offensivo principale. Potrebbe sembrare poco per navi tanto grandi, ma del resto i missili pesano oltre 4 t l'uno. Azionati da potenti booster a propellente solido, poi da uno statoreattore, essi sono velocissimi e concepiti per volare nel minor tempo possibile verso il bersaglio, superandone 'di forza' le difese. La velocità max è di circa mach 2,6, ma pare che vari in funzione della quota e che a pelo d'acqua scenda a 1,5 mach: sempre molto, ma non è quello che si sente usualmente dire di queste armi, che dovrebbero essere capaci di volare a 2,5 mach a bassa quota. Non è chiaro se si tratta di un errore o di precedenti 'sopravvalutazioni', ma stando alle stesse dichiarazioni dei progettisti, la velocità del missile doveva essere enorme visto che si voleva colpire anche le navi AEGIS prima che avessero il tempo di aprire il fuoco. Il che, però, difficilmente si sarebbe potuto fare se il missile volava a mach 2,5 ma solo ad alta quota, dove era più facile da localizzare. Arrivato vicino al bersaglio sotto il controllo dell'INS, il missile attiva poi un sistema di ricerca radar sia attivo che passivo (HOJ, capacità anche di autoguidarsi sui disturbi); la velocità è talmente elevata, che in poco più di due minuti il missile è in zona, quindi nemmeno servirebbero delle correzioni di media corsa, del resto l'arma è dotata di una gittata non particolarmente elevata, variamente indicata in 90-120 km, poi incrementati recentemente a 220 grazie ad un quantitativo di carburante pressoché doppio; forse è stato sviluppato con una commissione passata dai Cinesi, le cui pur numerose e interessanti armi antinave, anche supersoniche, a quanto pare non reggevano il confronto con quelle russe (sebbene esse fossero vecchie di 20 anni), tant'é che poi le hanno comprate assieme ai cacciatorpediniere. Ad ogni modo, il sistema di designazione 'Light Bulb' ha anche capacità di correzione in corsa con il data-link di bordo. Il radar si attiva solo a 5-7 km dal bersaglio, davvero all'ultimo visto che significa circa 10-15 sec; la guida terminale sull'obiettivo è svolta con l'arma a pelo d'acqua e nondimeno, capace di manovrare anche a 10-15 g, con traiettorie ad S e quote di volo comprese tra sette e 20 metri a seconda dello stato del mare. Per saturare le difese nemiche, ammesso che possano fermare o ingannare questo sofisticato ordigno bellico, possono essere tirati 4 missili in appena 15 secondi. La testata bellica pesa 300 kg di cui 150 di HE (High-Explosive), ma vi era anche una versione con testata da 200 kT, probabilmente almeno un paio dei quali erano portati a bordo di ciascuna nave (il 25%). E nemmeno erano necessari: un missile di questo tipo, con un'energia cinetica decine di volte superiore a quella di armi tipiche come l'Exocet, può spaccare in due lo scafo di una nave di media grandezza. Una singola testata riesce ad assicurare un'elevata probabilità di distruzione (e la pressoché certezza della messa 'fuori servizio') di navi fino a 20.000 t. Ma spesso le testate dei missili antinave tendono a non esplodere o a non farlo correttamente (vedi Exocet), per cui la devastante capacità di distruzione della sola energia d'impatto (e del carburante residuo, esplosivo-incendiario, anche se non quanto i propellenti a razzo) è già una garanzia extra. Persino se il missile venisse colpito dai CIWS, i suoi veri nemici, questo non impedirebbe a frammenti e schegge anche molto potenti di propagarsi a distanze anche di 4 km, investendo la nave che viene difesa con danni potenzialmente elevati, magari quel tanto che basta per metterla KO mentre un altro missile si avvicina. Certo, sarebbe meglio deviare il missile a distanza di sicurezza o farlo passare vicino alla nave (non è facile dato il poco tempo che concede alle ECM; si pensi che molti tipi di missili antinave subsonici attivano i sensori ad almeno 10 km, per cui c'é quasi un minuto per ingannarli), facendolo esplodere lontano; ma il rischio che questo non funzioni è tale, che nemmeno i missili antinave normali possono essere lasciati avvicinare impunemente, anche se distruggerli in aria potrebbe causare quasi certamente danni alla nave che si difende da essi (e le navi moderne sono quasi sprovviste di corazze difensive, tornate in auge solo di recente).
 
L' SS-N-22 è presente in due lanciatori quadrupli, del tipo KT-190, inclinati verso l'alto di 15 gradi e davanti alla plancia. I missili 3M80 (o 3K80) e. ilIl radartutto Mustangè D/Fcollegato 'Bandcon Stand',il operantesistema sua 1-4 GHz 'Mineral E' (Band Stand) in cupola, fannoper partela deldesignazione sistemadei offensivobersagli principaleai missili antinave anche oltre-orizzonte. Potrebbe sembrare poco per navi tanto grandi, ma del resto i missili pesano oltre 4 t l'uno. Azionati da potenti booster a propellente solido, poi da uno statoreattore, essi sono velocissimi e concepiti per volare nel minor tempo possibile verso il bersaglio, superandone 'di forza' le difese. La velocità max è di circa mach 2,6, ma pare che vari in funzione della quota e che a pelo d'acqua scenda a 1,5 mach: sempre molto, ma non è quello che si sente usualmente dire di queste armi, che dovrebbero essere capaci di volare a 2,5 mach a bassa quota. Non è chiaro se si tratta di un errore o di precedenti 'sopravvalutazioni', ma stando alle stesse dichiarazioni dei progettisti, la velocità del missile doveva essere enorme visto che si voleva colpire anche le navi AEGIS prima che avessero il tempo di aprire il fuoco. Il che, però, difficilmente si sarebbe potuto fare se il missile volava a mach 2,5 ma solo ad alta quota, dove era più facile da localizzare. Arrivato vicino al bersaglio sotto il controllo dell'INS, il missile attiva poi un sofisticato sistema di ricerca radar sia attivo che passivo (HOJ, capacità anche di autoguidarsi sui disturbi); la velocità è talmente elevata, che in poco più di due minuti il missile è in zona, quindi nemmeno servirebbero delle correzioni di media corsa, del resto l'arma è dotata di una gittata non particolarmente elevata, variamente indicata in 90-120 km, poi incrementati recentemente a 220 grazie ad un quantitativo di carburante pressoché doppio; forse è stato sviluppato con una commissione passata dai Cinesi, le cui pur numerose e interessanti armi antinave, anche supersoniche, a quanto pare non reggevano il confronto con quelle russe (sebbene esse fossero vecchie di 20 anni), tant'é che poi le hanno comprate assieme ai cacciatorpediniere. Ad ogni modo, il sistema di designazione 'Light Bulb' ha anche capacità di correzione in corsa con il data-link di bordo. Il radar si attiva solo a 5-7 km dal bersaglio, davvero all'ultimo visto che significa circa 10-15 sec; la guida terminale sull'obiettivo è svolta con l'arma a pelo d'acqua e nondimeno, capace di manovrare anche a 10-15 g, con traiettorie ad S e quote di volo comprese tra sette e 20 metri a seconda dello stato del mare. Per saturare le difese nemiche, ammesso che possano fermare o ingannare questo sofisticato ordigno bellico, possono essere tirati 4 missili in appena 15 secondi. La testata bellica pesa 300 kg di cui 150 di HE (High-Explosive), ma vi era anche una versione con testata da 200 kT, probabilmente almeno un paio dei quali erano portati a bordo di ciascuna nave (il 25%). E nemmeno erano necessari: un missile di questo tipo, con un'energia cinetica decine di volte superiore a quella di armi tipiche come l'Exocet, può spaccare in due lo scafo di una nave di media grandezza. Una singola testata riesce ad assicurare un'elevata probabilità di distruzione (e la pressoché certezza della messa 'fuori servizio') di navi fino a 20.000 t. Ma spesso le testate dei missili antinave tendono a non esplodere o a non farlo correttamente (vedi Exocet), per cui la devastante capacità di distruzione della sola energia d'impatto (e del carburante residuo, esplosivo-incendiario, anche se non quanto i propellenti a razzo) è già una garanzia extra. Persino se il missile venisse colpito dai CIWS, i suoi veri nemici, questo non impedirebbe a frammenti e schegge anche molto potenti di propagarsi a distanze anche di 4 km, investendo la nave che viene difesa con danni potenzialmente elevati, magari quel tanto che basta per metterla KO mentre un altro missile si avvicina. Certo, sarebbe meglio deviare il missile a distanza di sicurezza o farlo passare vicino alla nave (non è facile dato il poco tempo che concede alle ECM; si pensi che molti tipi di missili antinave subsonici attivano i sensori ad almeno 10 km, per cui c'é quasi un minuto per ingannarli), facendolo esplodere lontano; ma il rischio che questo non funzioni è tale, che nemmeno i missili antinave normali possono essere lasciati avvicinare impunemente, anche se distruggerli in aria potrebbe causare quasi certamente danni alla nave che si difende da essi (e le navi moderne sono quasi sprovviste di corazze difensive, tornate in auge solo di recente).
 
La versione 2M82 ha una portata aumentata a circa 160 (o addirittura 220, secondo i dati più recenti) km e miglioramenti generali, ed è più lunga per ospitare più carburante. Essa è esportata come 3M80E ed imbarcata sui Project 956A e l'unico 473, l'Admiral Chabaneko, un 'Udaloy' che sacrifica i missili SS-N-14 sostituendoli con gli SSN-22, come anche i due pezzi da 100 mm rimpiazzati dalla torre da 130 mm. Il missile Moskit ha, tra le altre limitazioni, una gittata minima di ben 10 km. D'altro canto, almeno i tipi più recenti pare che possano seguire profili di volo diversi: dopo il lancio (non vi sono booster esterni) l'arma potrebbe arrivare a circa mach 3 e a 200 km seguendo profilo d'alta quota.
 
 
Oltre ai due lanciatori quadrupli, i caccia 'Sovremennyy' hanno anche altre armi importanti. I due AK-130, impianti binati da 130 mm, sono armi raffreddate ad acqua e con una dotazione di ben 180 colpi pronti all'impiego e 2.000 nei depositi. Questi sono stati pensati non solo per il tiro antinave, antiaereo e controcosta, ma anche antimissile (sono le armi di maggior calibro con tale capacità). Questi 4 cannoni sono un complesso unico per un caccia moderno, e sarebbero una valida dotazione teorica per un caccia della II GM.
La nave ha anche due lanciamissili Altair 2R90 Uragan o Sthil, ovvero i parenti dei BUK (SA-11) terrestri, qui su rampa MS-196 capace di tirare 5 missili al minuto. Ve ne sono 24 a prua e altrettanti a poppa in un apposito tamburo, del tipo 9M38 o 9M38M1. Hanno velocità di mach 3 e simili in apparenza agli SM-1 e 2, ma senza la loro gittata massima: pur se con capacità antimissile (bersagli fino a circa 800 m.sec, grossomodo come gli SS-N 22), hano solo una portat massima di 32 km (minima di 3,5 in tutti i casi) contro aerei ad oltre 1 km di quota; sotto si limitano a 18 km, mentre contro i missili antinave arrivano a 12. Per la difesa ravvicinata sono disponibili 4 torrette AK-630M (M è il tipo migliorato, introdotto nel '79 dopo circa 3 anni di servizio e vari inconvenienti dimostrati dal modello base) ciascuna con una torre AO-18 a 6 canne da 30 e 3.000 colpi (1.918 kg). VI sono anche 2 lanciasiluri DTA-53 TT binati da 533 mm, due RBU-1000 (lanciarazzi ASW da 300 mm a sei canne), 2 ferroguide per posare mine e l'elicottero, originariamente un Ka-25, poi un Ka-27 del tipo PL ASW oppure RT per il targeting di bersagli oltre orizzonte. L'elettronica ha ottenuto miglioramenti sostanziali con il passare degli anni, con il radar 3D 'Top Steer' sostituito dall'MR-760 'Top Plate' lavorante in banda E (2-3 GHz) con portata di 50 km contro missili e 230 km contro aerei. Non vi è invece un radar bidimensionale a lungo raggio, come accade normalmente per i caccia AAW occidentali. Vi è invece il sistema 'Mineral E' (Band Stand) in cupola, per la designazione dei bersagli ai missili antinave. I sistemi per illuminare i bersagli ai missili antiaerei sono ben 6 'Front Dome', ovvero gli OP-3. Essi coprono tutti i lati, a differenza di quello che succede con i caccia occidentali classici (con due SPG-53 e una rampa, tutti a poppa o talvolta a prua). Il radar MR-184M LEV (il Kite Schreech) e i due Vympel MR-123 per il controllo CIWS ('Bass Tilt'), e 3 MR-201 e 212 'Palm Frond' da navigazione completano la schiera dei radar: ben 13.
 
Il cannone AK-130 ha un minore potenziale distruttivo antinave rispetto ai missili, ma non è da meno quanto a complessità, potenza e 'impatto' sulla nave che lo ospita. In origine si voleva un impianto singolo per ovvie ragioni, ma, come nel Compatto OTO da 127 mm, si voleva anche una capacità di tiro efficace nel ruolo contraerei e persino antimissile. Visto che la cadenza di almeno 60 colpi non era praticamente raggiungibile, si è proseguito nei 'desiderata' al punto da accettare, piuttosto che una capacità di difesa inferiore, una torretta binata ben più pesante e costosa. E anche più lenta nel brandeggio, che resta comunque rispettabile, di 25 gradi al secondo in alzo e rotazione; l'alzo è di -12/+83°, il che dà l'idea (specie se si compara con l'Mk-45 americano e l'Mk-8 inglese) di come questa torre, dall'aspetto caratteristico 'quasi emiferico' e molto aggressivo (anche per la presenza di un sistema di tiro optronico locale) sia stata pensata per la lotta antiaerea, persino contro armi (Harpoon?) che attaccano in assetto pressoché verticale. Il peso è di ben 98 t; si confronti con le 34 del Compatto (singolo) e la ventina dell'Mk-45 e Mk-8. A pieno carico, la torre pesa 108 t, il che dà l'idea del perché la velocità a cui si muove non possa essere tanto elevata come si sarebbe voluto (con la torre singola). A bordo vi sono un gran numero di proiettili: ben 180 sono conservati nella giostrina di caricamento rapido (si pensi che il Compatto ne ha 66 e già era ben sopra la media della categoria; anche dividendo per due canne, sono pur sempre 90 proiettili per cannone) e 2.000 nei depositi (per ciascuna torretta?); le munizioni sono sparate a 850 m.sec, fino ad oltre 24 km; interessanti i tipi impiegati: per il tiro controcosta l'A-3-UZS-44 da 52,8 kg completo, 3,56 di esplosivo, e lunghezza di 1,369 metri. I proiettili A-3-UF-44 hanno funzione antinave e come tali sono SAP; anche se non ce ne sarebbe bisogno contro le navi moderne, più che vulnerabili a proiettili di quasi 35 kg, esse possono perforare fino a 80 mm a 45° di impatto (non è chiaro però a quale distanza). La maggior parte delle navi non ha che uno scafo da un paio di cm di spessore, per cui non c'é scampo da tali proiettili, capaci di perforare la cintura corazzata di un incrociatore leggero classico. Il costo da pagare, ovviamente, è una minore quantità di esplosivo, un sacrificio in nome della capacità di far giungere il proiettile ben dentro la nave. Come detto prima, per le unità navali moderne non è un problema, quindi meglio andare con le munizioni HE, molto più distruttive, 'settate' con la spoletta attivata con leggero ritardo.
 
L'arma è controllata dall'MR-184184M LEV, codice NATO 'Kite Screech', banda I/K, frequenza 10-40 GHz e portata massima di 75 km. Si tratta dunque di un radar con una portata ben superiore a quella che necessiterebbe un'artiglieria di questo tipo; la precisione di tiro è considerata tale da consentire un errore di appena 5 metri e, in direzione 0,5 millirad. Un rad è pari a circa 57 gradi, ovvero 360 diviso 2 x pigreco. Quindi, se si punta ad un obiettivo lontano 10 km, allora si dovrà considerare che esso sia colpibile con una precisione (almeno da parte del radar, poi è il proiettile che deve arrivarci, per esempio superando venti laterali di velocità apprezzabile; se non altro si tratta di una munizione pesante e veloce, quindi poco influenzabile dalle perturbazioni atmosferiche) elevatissima, pari a 5 metri: a tale distanza, in pratica, il radar darebbe lo stesso margine d'errore sia in distanza che in direzione. Per colpire una nave in superficie è molto più che sufficiente; per abbattere un aereo anche, perché i proiettili usati per il tiro a.a. hanno spoletta di prossimità con un raggio utile di parecchi metri. A distanza ravvicinata, anche il tiro antimissile è perfettamente possibile, del resto è per questo che il cannone, sebbene la cadenza di tiro sia di 40-45 c.min (molto inferiore rispetto ai desiderata sovietici e anche alle stime occidentali, che negli anni '80 parlavano di circa 130 c.min per tutti e due i cannoni di ciascuna torre), è stato concepito, tra le altre esigenze. Altrimenti sarebbe stato un valido armamento anche il vecchio pezzo da 130 mm a canna più lunga (20 c.min), con portata di circa 27 km, e che è ben noto, più ancora per l'uso con i cacciatorpediniere russi, per l'impiego a terra come M-46, un formidabile pezzo d'artiglieria a lungo raggio rimasto 'al top' delle prestazioni per decenni.
Oltre ai due lanciatori quadrupli, i caccia 'Sovremennyy' hanno anche altre armi importanti. I due AK-130, impianti binati da 130 mm, sono armi raffreddate ad acqua e con una dotazione di ben 180 colpi pronti all'impiego e 2.000 nei depositi. Questi sono stati pensati non solo per il tiro antinave, antiaereo e controcosta, ma anche antimissile (sono le armi di maggior calibro con tale capacità). Questi 4 cannoni sono un complesso unico per un caccia moderno, e sarebbero una valida dotazione teorica per un caccia della II GM.
 
Il radar è potente e preciso, ma di sicuro la ricerca di prestazioni così elevate non lo ha reso compatto, specie se lo si compara con sistemi occidentali come l'RTN-30X (quasi 'invisibile' con la sua minuscola antenna, sulle sovrastrutture delle navi che lo portano). Esso ha un'antenna di 2 m di diametro, il che non è notizia di poco conto; ma sopratutto, il sistema ha un peso completo di otto tonnellate (l'antenna parabolica, dietro di essa, ha un pò tutta l'attrezzatura elettronica); così che persino i 'Sovremenny' non hanno che un solo radar di tiro per i cannoni, essenzialmente asservito alla torre di prua; quella di poppa, non avendo la possibilità di esercitare un tiro antimissile efficace, è obiettivamente un peso assai inutile per il caccia. DueDel cannoni da 130 mm, quelli a prua, sarebbero più che sufficienti per una nave moderna, oppure ci si potrebbe accontentare diresto un radar meno potente;eccesso di fatto, i 4 cannoni da 130 e altrettanti tubi da 533 mm, fanno somigliare queste possenti navi ad unità navali del periodo classico (II GM), anche se qui vipotenza è anche una notevole capacità elettronica e missilistica. Per far funzionare l'MR-184 sono anche necessari quattro operatori umani, anche se in emergenza è probabile che sia possibile attivarlo con minor manodopera. Infine ogni AK-130 ha una camera TV-IR-telemetro laser, in un sistema chiamato Kondensor, e che provvede, per qualunque esigenza, al tiro locale, senza bisogno di dipendere dal radar principale; è anche utile per ilcontrastare tirole controECM piccole unità navali o altri bersagli non visibili dal radar di bordo, perché sulla costa o coperti da forti ECMnemiche.
Il cannone AK-130 ha un minore potenziale distruttivo antinave rispetto ai missili, ma non è da meno quanto a complessità, potenza e 'impatto' sulla nave che lo ospita. In origine si voleva un impianto singolo per ovvie ragioni, ma, come nel Compatto OTO da 127 mm, si voleva anche una capacità di tiro efficace nel ruolo contraerei e persino antimissile. Visto che la cadenza di almeno 60 colpi non era praticamente raggiungibile, si è proseguito nei 'desiderata' al punto da accettare, piuttosto che una capacità di difesa inferiore, una torretta binata ben più pesante e costosa. E anche più lenta nel brandeggio, che resta comunque rispettabile, di 25 gradi al secondo in alzo e rotazione; l'alzo è di -12/+83°, il che dà l'idea (specie se si compara con l'Mk-45 americano e l'Mk-8 inglese) di come questa torre, dall'aspetto caratteristico 'quasi emiferico' e molto aggressivo (anche per la presenza di un sistema di tiro optronico locale) sia stata pensata per la lotta antiaerea, persino contro armi (Harpoon?) che attaccano in assetto pressoché verticale. Il peso è di ben 98 t; si confronti con le 34 del Compatto (singolo) e la ventina dell'Mk-45 e Mk-8. A pieno carico, la torre pesa 108 t, il che dà l'idea del perché la velocità a cui si muove non possa essere tanto elevata come si sarebbe voluto (con la torre singola). A bordo vi sono un gran numero di proiettili: ben 180 sono conservati nella giostrina di caricamento rapido (si pensi che il Compatto ne ha 66 e già era ben sopra la media della categoria; anche dividendo per due canne, sono pur sempre 90 proiettili per cannone) e 2.000 nei depositi (per ciascuna torretta?); le munizioni sono sparate a 850 m.sec, fino ad oltre 24 km; interessanti i tipi impiegati: per il tiro controcosta l'A-3-UZS-44 da 52,8 kg completo, 3,56 di esplosivo, e lunghezza di 1,369 metri. I proiettili A-3-UF-44 hanno funzione antinave e come tali sono SAP; anche se non ce ne sarebbe bisogno contro le navi moderne, più che vulnerabili a proiettili di quasi 35 kg, esse possono perforare fino a 80 mm a 45° di impatto (non è chiaro però a quale distanza). La maggior parte delle navi non ha che uno scafo da un paio di cm di spessore, per cui non c'é scampo da tali proiettili, capaci di perforare la cintura corazzata di un incrociatore leggero classico. Il costo da pagare, ovviamente, è una minore quantità di esplosivo, un sacrificio in nome della capacità di far giungere il proiettile ben dentro la nave. Come detto prima, per le unità navali moderne non è un problema, quindi meglio andare con le munizioni HE, molto più distruttive, settate con la spoletta attivata con leggero ritardo.
 
Due cannoni da 130 mm, quelli a prua, sarebbero più che sufficienti per una nave moderna. Per far funzionare l'MR-184 sono anche necessari quattro operatori, anche se in emergenza è probabile che sia possibile attivarlo con minor manodopera. Infine ogni AK-130 ha una camera TV-IR-telemetro laser, in un sistema chiamato Kondensor, e che provvede, per qualunque esigenza, al tiro locale, senza bisogno di dipendere dal radar principale; è anche utile per il tiro contro piccole unità navali o altri bersagli non visibili dal radar di bordo, perché sulla costa o coperti da forti ECM.
L'arma è controllata dall'MR-184, codice NATO 'Kite Screech', banda I/K, frequenza 10-40 GHz e portata massima di 75 km. Si tratta dunque di un radar con una portata ben superiore a quella che necessiterebbe un'artiglieria di questo tipo; la precisione di tiro è considerata tale da consentire un errore di appena 5 metri e, in direzione 0,5 millirad. Un rad è pari a circa 57 gradi, ovvero 360 diviso 2 x pigreco. Quindi, se si punta ad un obiettivo lontano 10 km, allora si dovrà considerare che esso sia colpibile con una precisione (almeno da parte del radar, poi è il proiettile che deve arrivarci, per esempio superando venti laterali di velocità apprezzabile; se non altro si tratta di una munizione pesante e veloce, quindi poco influenzabile dalle perturbazioni atmosferiche) elevatissima, pari a 5 metri: a tale distanza, in pratica, il radar darebbe lo stesso margine d'errore sia in distanza che in direzione. Per colpire una nave in superficie è molto più che sufficiente; per abbattere un aereo anche, perché i proiettili usati per il tiro a.a. hanno spoletta di prossimità con un raggio utile di parecchi metri. A distanza ravvicinata, anche il tiro antimissile è perfettamente possibile, del resto è per questo che il cannone, sebbene la cadenza di tiro sia di 40-45 c.min (molto inferiore rispetto ai desiderata sovietici e anche alle stime occidentali, che negli anni '80 parlavano di circa 130 c.min per tutti e due i cannoni di ciascuna torre), è stato concepito, tra le altre esigenze. Altrimenti sarebbe stato un valido armamento anche il vecchio pezzo da 130 mm a canna più lunga (20 c.min), con portata di circa 27 km, e che è ben noto, più ancora per l'uso con i cacciatorpediniere russi, per l'impiego a terra come M-46, un formidabile pezzo d'artiglieria a lungo raggio rimasto 'al top' delle prestazioni per decenni.
 
Infine vi è l'armamento SAM. L'SA-N-7, ovvero il sistema Uragan o Sthil, è l'equivalente dell'SA-11 terrestre; esso è collegato con un radar di scoperta 3D 'Top Steer', banda D/E e con 300 km di portata massima. Il suo successore MR-760 'Top Plate' lavorante in banda E (2-3 GHz), presente sulle ultime navi della serie e i tipi prodotti per la Cina, ha una portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni. Non vi è invece un radar bidimensionale a lungo raggio, come accade normalmente per i caccia AAW occidentali.
Il radar è potente e preciso, ma di sicuro la ricerca di prestazioni così elevate non lo ha reso compatto, specie se lo si compara con sistemi occidentali come l'RTN-30X (quasi 'invisibile' con la sua minuscola antenna, sulle sovrastrutture delle navi che lo portano). Esso ha un'antenna di 2 m di diametro, il che non è notizia di poco conto; ma sopratutto, il sistema ha un peso completo di otto tonnellate (l'antenna parabolica, dietro di essa, ha un pò tutta l'attrezzatura elettronica); così che persino i 'Sovremenny' non hanno che un solo radar di tiro per i cannoni, essenzialmente asservito alla torre di prua; quella di poppa, non avendo la possibilità di esercitare un tiro antimissile efficace, è obiettivamente un peso assai inutile per il caccia. Due cannoni da 130 mm, quelli a prua, sarebbero più che sufficienti per una nave moderna, oppure ci si potrebbe accontentare di un radar meno potente; di fatto, i 4 cannoni da 130 e altrettanti tubi da 533 mm, fanno somigliare queste possenti navi ad unità navali del periodo classico (II GM), anche se qui vi è anche una notevole capacità elettronica e missilistica. Per far funzionare l'MR-184 sono anche necessari quattro operatori umani, anche se in emergenza è probabile che sia possibile attivarlo con minor manodopera. Infine ogni AK-130 ha una camera TV-IR-telemetro laser, in un sistema chiamato Kondensor, e che provvede, per qualunque esigenza, al tiro locale, senza bisogno di dipendere dal radar principale; è anche utile per il tiro contro piccole unità navali o altri bersagli non visibili dal radar di bordo, perché sulla costa o coperti da forti ECM.
 
Infine vi è l'armamento SAM. L'SA-N-7, ovvero lo Sthil, ha un radar di scoperta 3D 'Top Steer', poi sostituito dal 'Top Plate'; poi vi è il misislemissile 9M38 eo 9M38M1e il sistema di controllo del tiro MR-90 'Front Dome', banda D/E e con 300antenna km diOP-3; portataI massima.lanciamissili IlAltair Top2R90 Plate,Uragan presenteo sulleSthil ultimehanno naviun delladeposito serierotante e i tipi prodottiverticale per la Cina, ha una portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni. I lanciamissili sono 2 con 24 armi l'uno, e la rampa singola, simile a quella dell'Mk-13 ma più massiccia (con delle ringhiere per l'ispezione per ciascun braccio della rampa), con la rotaia di lancio sistemata sotto il braccio mobile, viene ricaricata ogni 10-12 secondi. Si tratta di armi moderne, che potrebbero essere definite una sorta di 'copia' del Tartar-Standard SM-1. Tuttavia la loro portata non è molto alta, forse per problemi con la FCS piuttosto che con missili decisamente prestanti. Infatti la velocità degli ordigni è di almeno mach 3, ben maggiore del mach 1,8 del Tartar e 2,5 dell'SM-1MR; la portata è di 32 km se il bersaglio vola sopra i 1.000 m; sotto ha una gittata di 18 km, e contro missili antinave ha una portata di 12 km. Evidentemente la portata dipende dal 'mode' di funzionamento e la gittata contro missili antinave è dipendente forse dalla RCS di questi. La guida ha un sistema semiattivo radar; sebbene la portata sia limitata, essenzialmente è un apparato nato come arma difensiva della nave e con una portata solo di poco maggiore di quella di un 'Goa' (SA-N-1), il sistema può gestire fino a 75 bersagli di cui 15 in maniera prioritaria. Ma anche più importante, su ciascun lato della nave sono presenti ben tre radar di controllo del tiro 'Front Dome' in banda H/I e con portata di 30 km (tipica? sarebbe questa dunque la vera limitazione della portata dei missili); questo consente di ingaggiare bersagli multipli entro un arco di 360 gradi, e di resistere ad attacchi anti-saturazione. E' un'arma a corto raggio, ma efficace per la difesa. I suoi missili, dal caratteristico colore verde con muso bianco, hanno una forma pressoché identica a quella degli Standard, ma con la fusoliera ingrossata leggermente davanti alle 4 alette di stabilizzazione. Le loro capacità di ingaggio non sono solo multiple, ma consentono l'attacco di missili fino a 700 m.sec di velocità massima, praticamente uguale aalla quella del SA-N-7loro, quindi in teoria sarebbesarebbero grossomodo efficaceefficaci anche contro obiettivi quali gli stessi SS-N-22. La quota massima è tra 10 e 14.000 metri. I sistemi SAM delle navi occidentali hanno in genere solo due, talvolta uno, eccezionalmente quattro radar di illuminazione, e tranne che in qualche classe di incrociatori americani (specie i 'Ticonderoga') non c'é modo di applicare una difesa a giro d'orizzonte, specie con un solo lanciamissili. Il Tartar-Standard ha una tipica configurazione di un solo lanciamissili, sebbene capace di 40 armi, e due radar di illuminazione (come nel caso degli 'Adams', 'Audace', 'De la Penne'); in effetti, i sistemi occidentali sono più portati per gli ingaggi a lungo raggio, ma no hanno la stessa reattività per le brevi distanze e attacchi simultanei, potendo attaccare solo due bersagli per volta (vedi le Falklands, per esempio). Gli ultimi tre caccia, uno retrofittato e il secondo lotto di due navi cinesi (aggiuntesi alle altre due) hanno gli equivalenti degli SA-17, che il tipo navale è SA-N-12 'Grizly'; i precedenti SA-N-7 erano l'equivalente degli SA-11. I nuovi missili 9M317, al posto del 9M38, hanno migliorato di molto le prestazioni, con un motore a doppio stadio; il peso è di 715 kg vs 690, la potenza del motore li spinge fino a mach 4 anziché mach 3; è uno dei valori più elevati per un'arma a medio raggio contraerea; la qualità di manovra, di circa 23 g nel caso degli SA-11, è senz'altro maggiore, tanto che si dichiara la possibilità di ingaggiare bersagli manovranti a 12 g (il che significa che solo questi missili potrebbero ingaggiare gli SS-N-22, almeno una volta che questi iniziano a manovrare per l'approccio finale; la velocità del bersaglio non è l'unico aspetto da considerare, se poi questo si mette anche a manovrare); la gittata massima arriva a 50-60 km, il che significa che i radar dovrebbero essere molto più potenti; in ogni modo, gli Standard SM-2 americani, anche nelle loro prime versioni, arrivavano ad oltre 70 km e quindi a loro confronto l'SA-N-12 resta un sistema molto meno prestante. Stranamente i sovietici non hanno mai sviluppato missili a lancio verticale nel settore del medio raggio, mentre li hanno sviluppati per quelli a lunga gittata (malgrado siano decisamente più impegnativi, gli SA-N-6 pesano circa 1,8 t) e a corto raggio (che non è un'esigenza assoluta, se si hanno lanciatori multipli con armi già pronte al lancio, come gli Sparrow). Naturalmente una capacità di lancio verticale sarebbe la benvenuta per sfruttare appieno le sei stazioni di direzione del tiro radar. Un modulo di questo tipo è stato sviluppato ma per mancanza di denaro, non implementato nella produzione in serie.
 
Infine il 'Sovremenny' può difendersi con i soliti quattro AK-630M a mezza nave, minuscole torrette (decisamente 'miniaturizzate' anche rispetto ai tipi occidentali) da 5 t (con le munizioni) con potenti cannoni da 30 mm a sei canne rotanti, capaci di 5.000 c.min e raggio pratico di 1-3 km antiaerei e antimissili, e fino a 5 k m contro obiettivi di superficie. Gli AK-630M vennero introdotti nel '79, dopo circa 3 anni di servizio e vari inconvenienti dimostrati dal modello base, ciascuna con una torre AO-18 a 6 canne da 30 e 2.000 colpi (1.918 kg).
Infine vi è l'armamento SAM. L'SA-N-7, ovvero lo Sthil, ha un radar di scoperta 3D 'Top Steer', poi sostituito dal 'Top Plate'; poi vi è il misisle 9M38 e il sistema di controllo del tiro MR-90 'Front Dome', banda D/E e con 300 km di portata massima. Il Top Plate, presente sulle ultime navi della serie e i tipi prodotti per la Cina, ha una portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni. I lanciamissili sono 2 con 24 armi l'uno, e la rampa singola, simile a quella dell'Mk-13 ma più massiccia (con delle ringhiere per l'ispezione per ciascun braccio della rampa), con la rotaia di lancio sistemata sotto il braccio mobile, viene ricaricata ogni 10-12 secondi. Si tratta di armi moderne, che potrebbero essere definite una sorta di 'copia' del Tartar-Standard SM-1. Tuttavia la loro portata non è molto alta, forse per problemi con la FCS piuttosto che con missili decisamente prestanti. Infatti la velocità degli ordigni è di almeno mach 3, ben maggiore del mach 1,8 del Tartar e 2,5 dell'SM-1MR; la portata è di 32 km se il bersaglio vola sopra i 1.000 m; sotto ha una gittata di 18 km, e contro missili antinave ha una portata di 12 km. Evidentemente la portata dipende dal 'mode' di funzionamento e la gittata contro missili antinave è dipendente forse dalla RCS di questi. La guida ha un sistema semiattivo radar; sebbene la portata sia limitata, essenzialmente è un apparato nato come arma difensiva della nave e con una portata solo di poco maggiore di quella di un 'Goa' (SA-N-1), il sistema può gestire fino a 75 bersagli di cui 15 in maniera prioritaria. Ma anche più importante, su ciascun lato della nave sono presenti ben tre radar di controllo del tiro 'Front Dome' in banda H/I e con portata di 30 km (tipica? sarebbe questa dunque la vera limitazione della portata dei missili); questo consente di ingaggiare bersagli multipli entro un arco di 360 gradi, e di resistere ad attacchi anti-saturazione. E' un'arma a corto raggio, ma efficace. I suoi missili, dal caratteristico colore verde con muso bianco, hanno una forma pressoché identica a quella degli Standard, ma con la fusoliera ingrossata leggermente davanti alle 4 alette di stabilizzazione. Le loro capacità di ingaggio non sono solo multiple, ma consentono l'attacco di missili fino a 700 m.sec di velocità massima, praticamente uguale a quella del SA-N-7, quindi in teoria sarebbe grossomodo efficace anche contro obiettivi quali gli stessi SS-N-22. La quota massima è tra 10 e 14.000 metri. I sistemi SAM delle navi occidentali hanno in genere solo due, talvolta uno, eccezionalmente quattro radar di illuminazione, e tranne che in qualche classe di incrociatori americani (specie i 'Ticonderoga') non c'é modo di applicare una difesa a giro d'orizzonte, specie con un solo lanciamissili. Il Tartar-Standard ha una tipica configurazione di un solo lanciamissili, sebbene capace di 40 armi, e due radar di illuminazione (come nel caso degli 'Adams', 'Audace', 'De la Penne'); in effetti, i sistemi occidentali sono più portati per gli ingaggi a lungo raggio, ma no hanno la stessa reattività per le brevi distanze e attacchi simultanei, potendo attaccare solo due bersagli per volta (vedi le Falklands, per esempio). Gli ultimi tre caccia, uno retrofittato e il secondo lotto di due navi cinesi (aggiuntesi alle altre due) hanno gli equivalenti degli SA-17, che il tipo navale è SA-N-12 'Grizly'; i precedenti SA-N-7 erano l'equivalente degli SA-11. I nuovi missili 9M317, al posto del 9M38, hanno migliorato di molto le prestazioni, con un motore a doppio stadio; il peso è di 715 kg vs 690, la potenza del motore li spinge fino a mach 4 anziché mach 3; è uno dei valori più elevati per un'arma a medio raggio contraerea; la qualità di manovra, di circa 23 g nel caso degli SA-11, è senz'altro maggiore, tanto che si dichiara la possibilità di ingaggiare bersagli manovranti a 12 g (il che significa che solo questi missili potrebbero ingaggiare gli SS-N-22, almeno una volta che questi iniziano a manovrare per l'approccio finale; la velocità del bersaglio non è l'unico aspetto da considerare, se poi questo si mette anche a manovrare); la gittata massima arriva a 50-60 km, il che significa che i radar dovrebbero essere molto più potenti; in ogni modo, gli Standard SM-2 americani, anche nelle loro prime versioni, arrivavano ad oltre 70 km e quindi a loro confronto l'SA-N-12 resta un sistema molto meno prestante. Stranamente i sovietici non hanno mai sviluppato missili a lancio verticale nel settore del medio raggio, mentre li hanno sviluppati per quelli a lunga gittata (malgrado siano decisamente più impegnativi, gli SA-N-6 pesano circa 1,8 t) e a corto raggio (che non è un'esigenza assoluta, se si hanno lanciatori multipli con armi già pronte al lancio, come gli Sparrow). Naturalmente una capacità di lancio verticale sarebbe la benvenuta per sfruttare appieno le sei stazioni di direzione del tiro radar. Un modulo di questo tipo è stato sviluppato ma per mancanza di denaro, non implementato nella produzione in serie.
 
La spoletta ne comanda l'autodistruzione subito dopo. Non pare che vi siano proiettili AP, a differenza delle armi occidentali: apparentemente ci si fida della sola potenza dei proiettili esplosivi, da quasi 400 gr l'uno. I primi 400 colpi sono sparabili liberamente, poi però le armi devono essere messe per 15-30 secondi a riposo per essere raffreddate dall'acqua di mare del circuito a circolazione forzata. Ad ogni modo, per allora (dopo circa 5 secondi di ingaggio) il missile dovrebbe già essere stato abbattuto, deviato o .. andato a segno. Da notare che esistono anche proiettili di distrazione con chaff e flare, ma come essi possano essere usati senza disturbare la centrale di tiro e in che misura rispetto ai colpi 'distruttori' non è chiaro.
Infine il 'Sovremenny' può difendersi a breve raggio con i soliti quattro AK-630, minuscole torrette (decisamente 'miniaturizzate' anche rispetto ai tipi occidentali) con potenti cannoni da 30 mm a sei canne rotanti, capaci di 5.000 c.min e raggio pratico di 1-3 km antiaerei e antimissili, e fino a 5 km contro obiettivi di superficie. La direzione di tiro è assicurata da due MR-123 'Bass Tilt', banda X (8-12 GHz) e un sistema ottico alternativo con TV e telemetro laser. L'antenna è caratteristicamente inclinata a 45° nel suo radome di forma cilindrica, e ha un diametro di 1,2 metri. La Marina sovietica, la prima a realizzare la potenza offensiva dei missili antinave, è anche la prima che ne ha studiato gli antidoti, con l'applicazione di un gran numero di torrette difensive da 30 mm, le prime erano binate a canna singola, con munizioni di maggiore potenze (30 x 213 mm) e radar 'Drum Tilt'; la generazione successiva ha un solo cannone Gatling e il 'Bass Tilt'. Gli ultimi caccia hanno il KAsthan, o CADS-N-1, con modulo di comando e controllo 3R86E1 per la processazione dei dati e funzioni IFF, e il modulo di combattimento 3R87E, con due cannoni da 30 mm e sei-8 missili 9M311 o SA-N-11, portata di 8 km e quota massima fino a 3,5 km, testata da 9 kg azionata con comando radio e capacità di ingaggiare bersagli fino a 500 m.sec, mentre l'arma di per sé arriva a quasi mach 3, o 900 m.sec al termine della combustione. E' un missile bistadio e come tale, ad alte prestazioni perché il booster lo accelera e poi viene sganciato. Peso complessivo circa 40 km. Il radar di tiro 'Hot flash' ha due radar di scoperta e (il secondo) di guida, più un sistema elettro-ottico con telemetro laser e camera TV; è possibile ingaggiare fino a sei bersagli in contemporanea.
 
Infine il 'Sovremenny' può difendersi a breve raggio con i soliti quattro AK-630, minuscole torrette (decisamente 'miniaturizzate' anche rispetto ai tipi occidentali) con potenti cannoni da 30 mm a sei canne rotanti, capaci di 5.000 c.min e raggio pratico di 1-3 km antiaerei e antimissili, e fino a 5 km contro obiettivi di superficie. La direzione di tiro è assicurata da due MR-123 'Bass Tilt', banda X (8-12 GHz), uno per coppia di torrette, e un sistema ottico alternativo con TV e telemetro laser. L'antenna è caratteristicamente inclinata a 45° nel suo radome di forma cilindrica, e ha un diametro di 1,2 metri. La Marina sovietica, la prima a realizzare la potenza offensiva dei missili antinave, è anche la prima che ne ha studiato gli antidoti, con l'applicazione di un gran numero di torrette difensive da 30 mm, le prime erano binate a canna singola, con munizioni di maggiore potenze (30 x 213 mm) e radar 'Drum Tilt'; la generazione successiva ha un solo cannone Gatling e il 'Bass Tilt'. Gli ultimi caccia hanno il KAsthan, o CADS-N-1, con modulo di comando e controllo 3R86E1 per la processazione dei dati e funzioni IFF, e il modulo di combattimento 3R87E, con due cannoni da 30 mm e sei-8 missili 9M311 o SA-N-11, portata di 8 km e quota massima fino a 3,5 km, testata da 9 kg azionata con comando radio e capacità di ingaggiare bersagli fino a 500 m.sec, mentre l'arma di per sé arriva a quasi mach 3, o 900 m.sec al termine della combustione. E' un missile bistadio e come tale, ad alte prestazioni perché il booster lo accelera e poi viene sganciato. Peso complessivo circa 40 km. Il radar di tiro 'Hot flash' ha due radar di scoperta e (il secondo) di guida, più un sistema elettro-ottico con telemetro laser e camera TV; è possibile ingaggiare fino a sei bersagli in contemporanea.
Infine vi sono i sistemi per la guerra ASW e di guerra elettronica. I primi, limitati all'autodifesa, hanno un sonar attivo a media-alta frequenza MG-335, due impianti binati da 533 mm per siluri ASW e due lanciarazzi RBU-1000 a sei canne, con razzi ASW e antisiluro con testata da 55 kg, essendo armi calibro 300 mm. Esiste poi un elicottero Ka-25 con radar di scoperta a lungo raggio, I sistemi ESM ed ECM non sono meno impressionati, con due sistemi ESM MP-405M o MR-410 per l'allerta passiva dei segnali radar; ma vi sono poi ben nove apparati ECM di cui due MRP-11M, due 'Bell Squat', 4 'Foot Ball-A' e un MR-407. Inoltre vi sono due lanciarazzi a tiro rapido calibro 140 mm, binati, con falsi bersagli PK-10, a prua della nave; e ben otto PK-10 fissi da 120 mm.
 
Infine vi sono i sistemi per la guerra ASW, limitati all'autodifesa: un sonar attivo a media-alta frequenza MG-335 ('Bull Horn') a prua, due lanciasiluri ASW binati da 533 mm modello DTA-53 TT (i grossi siluri ASW sovietici sono probabilmente anche utili per azioni antinave) e due lanciarazzi RBU-1000 a sei canne, con razzi ASW e antisiluro con testata da 55 kg, essendo armi calibro 300 mm, ferroguide per posare mine e l'elicottero, originariamente un Ka-25, poi un Ka-27 del tipo PL ASW oppure RT per il targeting di bersagli oltre orizzonte.
 
 
I 'Sovremenny', senza dubbio navi imponenti e impressionanti, hanno una selva di armi e apparati elettronici che costituiscono indubbiamente una delle materie più studiate dagli analisti NATO dal 1980 in poi, spesso senza afferrarne la sostanza e le capacità.
 
I sistemi elettronici difensivi, realmente impressionanti (i sovietici avevano preso molto sul serio la difesa delle loro unità navali, essendo consapevoli di dover combattere per avvicinarsi alle navi della NATO) . Nel caso delle navi NATO, in genere, vi sono solo 1-2 ESM, 1 ECM, 2 lanciarazzi. Qui invece comportano due ESM MP-405M o MR-410; due ECM MRP-11M e 12M ('Bell Shroud'), 2 'Bell Squat', 4 'Foot ball-B' e un MR-407. Oltre a ben 2 ESM e 7 sistemi ECM,. viNon anchemanca nemmeno una schiera di lanciatori di falsi bersagli: due lanciarazzi PK-2M, sono a prua:, essi sonocon impianti binati a tiro rapido da 140 mm, del tipo ZIF-121. Inoltre vi sono ben 8 lanciarazzi fissi PK-10 da 120 mm., Nelmentre casonon dellesi navihanno NATO,informazioni in genere,(ma vi sono solosicuramente) 1-2sui ESM,decoy 1antisiluro ECM, 2 lanciarazzi. Anche questo dà l'idea di come i progettisti di queste navi fossero consapevoli che esse non potevano avvicinarsi alle unità NATO senza dover combattere e quindi resistere agli attacchi missilistici e aerei nemici. Anche per questo vi eranotrainati; tra 2 e 8 sistemi di allarme laser Spektr-F ('Half Cup'), mentre ad integrazione dei radar vi erano sistemi optronici come quello TV-laser del 'Kite Screech', e un sistema indipendente chiamato 'Squeeze box' in ambito NATO, con sistemi TV, laser e IR, parte del sistema di visione 'Tall View'. Infine vi sono due datalink Princep ('Light Bulb') e untre sonar attivo a mediaMR-201 e alta212 frequenza,'Palm tipicamenteFrond' dadi autodifesanavigazione (anchecompletano antisiluro)la tiposchiera MG-335dei MSradar: ('Bullben Horn')13.
 
 
====Evoluzione e servizio====
[[File:Rastoropnyy&O'Bannon1992.jpg|420px|right|thumb|Un caccia sovietico in compagnia di un potenziale avversario: l'O' Bannon, classe Spruance. Era il 1992. Il destino della nave americana, molti anni dopo, sarebbe stato quello di finire come nave-bersaglio.]]
 
 
I caccia russi, oramai retaggio della Guerra fredda, hanno senz'altro costi e complessità notevoli, considerando che non sono nemmeno capaci, per esempio, di eseguire lotta ASW e molto limitati anche come capacità di difesa aerea d'area. Tra i miglioramenti,però, vi sono sistemi come il SAM YOZH, ovvero l'SA-17 Grizzly navalizzato, da 50 km di gittata. Ma il cantiere Severnaya 190 di S.Pietroburgo propone anche versioni modificate del progetto: per esempio una da 8.700 t che rimpiazza i missili SS-N 22 con 16 SS-N 25 Uran -oppure i più potenti Uranium da 250 km- che rendono finalmente disponibile anche per la Russia un sistema abbastanza piccolo ed efficace, simile ai missili occidentali e, sebbene meno appariscente dei supersonici Moskit, molto più economico e facile da usare (anche da elicotteri e cacciabombardieri). Siccome la torre da 130 poppiera è poco utile, la sua massa di quasi 100 t (98, circa 10 in più con le munizioni) è stata rimossa in alcune navi. Tra l'altro essa finisce per togliere spazio agli elicotteri, che sono costretti ad usare una piattaforma al centro della nave. Questa è in realtà ideale dal loro punto di vista, data la stabilità rispetto all'asse di beccheggio; ma è abbastanza angusta da richiedere un hangar telescopico per ricoverare l'elicottero. Nel caso dei nuovi progetti, la torre poppiera è stata anche sostituita con una variazione al progetto dotata di 24 missili KLUB o SSN-26, e 4 Kasthan/Kortik per la difesa ravvicinata al posto degli AK-630 e dei relativi radar (due cannoni e un radar a metà della sovrastruttura su ciascun lato). Il dislocamento sale però a 9.000 t. ALtre proposte parlano dei missili 3M55 Oniks. Ma è la piattaforma di per sé che è invecchiata, a meno di non trasformarla radicalmente. Anzitutto i motori sono obsoleti. Essi non garantiscono grande autonomia, e anche se questo valore non è tanto peggiore, per esempio, dei 'Burke' americani (7.200 km a 20 nodi), il problema è il peso, ingombro e scarsa reattività del sistema. Perché, mentre i diesel o le turbine possono avviarsi subito e passare alla massima velocità in pochissimo tempo, i motori a caldaia richiedono il riscaldamento del vapore, il che significa che l'approntamento per il moto richiede molti minuti se non ore. L'alternativa è di tenere costantemente accese al minimo le caldaie, ma la pressione del vapore deve restare comunque entro certi limiti. Infine vi è il rischio di esplosioni delle caldaie in caso di colpi a segno. Altro problema, certamente -e sorprendentemente- non affrontato in sede progettuale, è la mancanza di qualunque accorgimento stealth, anche se molte grandi navi sovietiche dell'epoca avevano almeno dei criteri basici per ridurre segnature radar e anche IR (quando le navi occidentali non avevano nulla di simile, tra l'altro). In altri termini, se negli anni '80 queste navi erano una sfida per i vari 'Kidd', 'Spruance' e anche per i 'Ticonderoga', negli anni '90, di fronte al numero e alle capacità delle navi AEGIS statunitensi hanno senz'altro segnato il passo.
 
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L'unica stranezza di tutto questo è che la piattaforma degli 'Udaloy', meno appariscente forse, ma molto più moderna (pur essendo un progetto simile a quello delle 'Krivak' antecedenti), non è stata considerata. L'Udaloy II, rimasto esemplare unico, ha un impianto da 130 mm binato e missili SS-N-22 al posto dei 'Sylex'. Una piattaforma come questa, con un sistema d'arma come i Sovremenny, con i quali avrebbe potuto cooperare (fornendosi difesa reciproca, un pò come i caccia 'Spruance' e gli incrociatori 'California', o nella RN, i Type 42 e le Type 22) a suo tempo, sarebbe stata senz'altro superiore. Questo perché il sistema di propulsione è a turbina a gas, molto più piccolo, leggero e compatto, nonché capace di accelerare la nave partendo da zero al massimo senza praticamente soluzione di continuità; i motori a turbina o a combustione interna (diesel) hanno tempi di reazione ben inferiori a quelli delle turbine a vapore. Inoltre gli 'Udaloy' hanno una maggiore cura per la riduzione delle tracce, inclusa quella radar. Ma per gli anni '90 la marina russa, erede della marina sovietica (che fu all'avanguardia nella ricerca della riduzione delle tracce, sia con i sistemi di raffreddamento per le turbine e le strutture studiate per ridurre la riflessione radar), aveva adesso la necessità di un progetto nuovo per raggiungere le capacità occidentali che ora erano rappresentate dai 'Burke', LCF, F-100, Horizon ecc. Eppure, a tutt'oggi il confronto continua con diversi attori: i quattro 'Sovremenny' cinesi da una parte, e i quattro 'Kidd' taiwanesi (ex-USN) dall'altra. Tra l'altro, l'acquisto dei caccia taiwanesi fu contestato per il loro costo (del resto, i 'Kidd' sono un pò come la 'Sora Camilla', tutti li volevano ma ce n'é voluta per trovare un acquirente che se li potesse permettere, in fondo sono pur sempre navi tipicamente della Marina americana); peggio ancora, una simulazione al computer (per quel che vale) vide i 'Kidd' essere affondati in rapida sequenza dai missili 'Sunburn' lanciati dai caccia cinesi (A.Leung, RiD Feb 2004); così i vecchi caccia sovietici continuano ad esercitare un deterrente non trascurabile anche in Estremo Oriente, sia pure con un avversario diverso.
 
Ricapitoliamo:
 
*Unità: 18 o 19, di cui 10 in servizio (4 con la marina cinese)
*Dislocamento: 7.940 t, 8.480 a pieno carico
*Dimensioni: lunghezza 156,37 m e larghezza 17,19 m
*Propulsione: due turboriduttori TV-12 per complessivi 100.000-110.000 hp e 4 caldaie turbopressurizzate KVN-98/64 da 640 kg/cm2 e 500°; velocità massima 33,4 nodi e 32,7 continui, autonomia a 32,7 nodi di 1.345 miglia nautiche e a 18 nodi di 3.920 (max combustibile 4.500 nm), carburante 1.740 t; due eliche a passo fisso e due turbogeneratori da 1,25 MW l'uno attivati da 4 diesel da 600 kw,
*Equipaggio: 25 ufficiali e 271 sottufficiali e comuni
*Elettronica: radar di scoperta 3D 'Top Steer', banda D/E e 300 km di portata massima o il 'Top Plate', presente sulle ultime navi, portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni; 6 MR-90 'Front Dome' ; un MR-184M LEV; 2 MR-123 'Bass Tilt'; un sistema radar 'Mineral' (Band Stand); tre radar di navigazione; un sonar MG-335 ad alta frequenza; 2 ESM, 9 ECM e 10 lancia-chaff; 2-8 sistemi LWR, due datalink, almeno un apparato opronico (ecc. ecc.) e i sensori dell'elicottero.
*Armamento: 8 SS-N-22 (Moskit?), 2 lanciamissili Sthil con 48 SAM; 2 AK-130 per quattro cannoni da 130/54 mm; 4 AK-630 da 30 mm, 2 RBU-1000, 4 TLS da 533 mm; un elicottero Ka-25 o 27, spesso dei tipi da scoperta radar, alcune volte del tipo ASW.