Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Vietnam-3: differenze tra le versioni
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Dal punto di vista vietnamita, i documenti dicono qualcosa di diverso. La prima sezione decollò da Kep, seguita da una seconda, entrambe su MiG-21. Il risultato fu che i caccia vietnamiti, subito attaccati dai Phantom, vide l'abbattimento di un MiG-21 (V.Gai) e una vittoria da parte dell'asso (7 vittorie) Nog Ngu. Dopo mezz'ora arrivò un altro attacco americano, contrastato da due MiG-21 di Noi Bai e 2 '19 da Hoa Lac, dichiarando complessivamente 3 F-4, contro l'abbattimento di un MiG-19 il cui pilota, Hang Son, morì giorni dopo all'ospedale, e di un altro '19 sfasciatosi all'atterraggio, dopo avere subito danni. Altri 4 MiG-19 decollarono e poi atterrarono, quando vennero sorpresi dai caccia americani, ma la loro reazione ne dichiarò l'abbattimento di un altro F-4 da parte di Manh Tung. I MiG-19 rimasero in aria per un'altra mezz'ora circa, ma all'atterraggio uno si schiantò uccidendo il pilota. Passata la prima bufera, terminata alle 10.47, i Vietnamiti avevano mandato in azione 14 caccia, nessuno dei quali era un MiG-17, due abbattuti, due schiantatisi all'atterraggio con 3 piloti uccisi, più un MiG-21 del 921° abbattuto con il suo pilota da un SA-2, per errore di identificazione.
12.25, altro attacco con una formazione di 27 aerei dell'USN tra A-6, A-7 e F-4, tra qui il 155800 di Cunninghan. Vennero combattuti da 4 MiG-17 del 923° per proteggere il ponte di Lai Vu, uno degli obiettivi. Un MiG-17 venne abbattuto mentre stava alle spalle di un Phantom da parte di altri due, e il caccia Nguyen Van Tho, che sparò addosso con il suo caccia (N.1), sparando 3 volte contro un Phantom per poi finire le sue poche munizioni, per poi essere colpito e costretto a lanciarsi. Infine, 2 MiG-21 del 927°
Dal punto di vista americano i decolli iniziarono alle 7.30 dalla USS Constellation, alle 7.50 dalla USS Coral Sea, e alle 8.00 toccò alla USS Kitty Hawk. Prima decollarono gli EKA-3 e KA-6D, poi due E-2B e assieme ad un RC-135M di Okinawa, un U-2 dalla Thailandia, e un EC-121D del 552nd Wing da avvistamento aereo. Infine giunse un EP-3B del VAQ-1, aereo SIGINT capace di vedere i caccia nemici già dall'attivazione del loro IFF, magari ancora al suolo in rullaggio, decollato dal Sud Vietnam. Mancavano gli AWACS E-3, che erano ancora in sviluppo, per cui si dovette far ricorso a questa assortita varietà di macchine per la ricognizione elettronica e la sorveglianza.
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'Puff the magic dragon', 'Spooky', 'Stinger'. Nomi che oramai non dicono più molto, ma che nelle cronache di guerra degli anni '60 spesso si sentivano. Adesso si sente solo l'ultimo di questi, ma collegato ad un noto SAM portatile. Un altro nome, l'ultimo, è piuttosto noto: 'Spectre'. Sono le aerocannoniere ben note per le loro partecipazioni alle ultime guerre regionali.
Ma oramai è quasi dimenticato che la loro origine sia da ricercarsi oltre 40 anni fa. Ma per avere un'ulteriore approfondimento tanto vale parlare dell'attacco al suolo e del mitragliamento fin dagli albori della guerra aerea. Un primo esempio si trova già nella I GM, in particolare lo Junkers J-10 del 1918, apparecchio da mitragliamento, con una robusta struttura metallica ondulata e 390 kg di corazzature. Era di fatto l'antenato dell'A-10. L'appoggio al suolo continuò nella Guerra di Spagna, dove si specializzarono nell'attacco al suolo gli He-51, surclassati come caccia da superiorità aerea. Essi erano robusti e per l'occasione armati di 5 bombe da 10 kg, anche se l'armamento di base restava di appena due mtg da 7,92 mm. Mentre il bimotore d'appoggio tattico Hs-124 non ebbe
La questione degli aerei-cannoniera rimase poi un binario morto perché razzi e jet sembravano averla accantonata. Il fatto che attaccare ad ondate un nemico a terra significasse concedergli tempo prima di essere colpito nuovamente, con successivi passaggi, non era tuttavia un limite trascurabile. Per cercare di superarlo, in Corea coppie di B-26 volavano con un C-47 che indicava loro, tramite bengala d'illuminazione, i bersagli a terra. In Vietnam i B-26 continueranno ad operare, stavolta come B-26K. Si trattava di sofisticati e formidabili apparecchi d'interdizione notturni, che potevano portare 8 M2 nel muso (ma senza più le torrette difensive), e 5 tonnellate di carichi vari esterni, con una lunga autonomia e sensori notturni. Il Nimrod diverrà un valido apparecchio d'attacco in servizio con il 609° Special Operation Squadron in Thailandia, con autonomia molto elevata, così come la potenza di fuoco. IN seguito operò anche nell'ex-Congo Belga.
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