Divina Commedia/Inferno/Canto II: differenze tra le versioni

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{{quote|di te mi loderò sovente a lui".}}
*74.'''di te mi loderò sovente a lui''':spesso gli farò le tue lodi. Si riprende il tema iniziale (58-60) della lode a Virgilio; esso rientra in tutto il tono del discorso di Beatrice, che sembra voler dare al poeta latino, per sempre escluso dal luogo donde ella viene, ogni altro possibile confronto: la fama nel mondo, e perfino una lode in cielo. L'assurdità teologica di tale proposta corrisponde esattamente a quella dellledelle parole di Virgilio a Catone (''Purg''. I 82-4), quando gli offre di parlar bene di lui a Marzia nell'inferno. Le 2 frasi si spiegano dunque a vicenda con l'umana premura, e cioè la concreta realtà delle 2 guide di Dante, che sembrano-non a caso-scordare alcune regole fondamentali dell'oltramondo (come a Dante stesso accadrà più volte), spinte dalla loro naturale sollecitudine per gli altri, che è tratto comune ad ambedue.