Chimica organica/Aromatici Proprieta: differenze tra le versioni

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Tutti gli alogenuri arilici hanno una consistenza oleosa a temperatura ambiente. Per intuire quali interazioni attraggano le molecole le une alle altre è opportuno considerare che il punto di ebollizione cresce con la diminuzione dell'elettronegatività dell'alogeno. <u>Questo esclude che le forze attrative di maggior intensità siano di tipo dipolo-dipolo</u>. Per rafforzare questa ipotesi si può inoltre considerare che lo iodio ha una elettronegatività simile a quella del carbonio, quindi nel caso di questa molecola di dipolo permanente non ha quasi senso parlare.
Lo schema a destra mostra come esista una sovrapposizione tra gli orbitali di tipo π dell'anello benzenico e uno dell'alogeno, che ospita una delle sue coppie di non legame. Benché questa sovrapposizione sia solo parziale, rende la molecola maggiormente polarizzabile rispetto ad un semplice benzene. <u>Le forze intermolecolari più significative tra queste molecole sono dunque quelle di dispersione di London</u>. La scala delle temperature di ebollizione degli alogenuri arilici è dunque legata al numero di elettroni della molecola, che cresce passando da cloro a bromo a iodio. Una ulteriore conseguenza notevole della sovrapposizione tra orbitali sopra descritta è che il legame carbonio-alogeno è più forte rispetto ad un semplice legame σ. Questo ha efffettieffetti rilevanti sulla reattività di queste molecole, che verrà descritta in un prossimo capitolo.
 
=== Acidità e basicità dei gruppi legati ad un anello aromatico ===
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Nessuna strutture limite di risonanza del fenato prevede la carica negativa localizzata sul carbonio in meta all'ossigeno. Non stupisce pertanto che non possa essere scritta nessuna struttura limite che preveda la carica negativa sul gruppo nitro. Rimane il solo effetto induttivo, che rende il m-nitrofenolo comunque più acido del fenolo, ma meno di o- e p-nitrofenolo.
 
;''o-clorofenolo - cloro in orto ad attrazione elettronica per effetto induttivo, a rilascio per efffettoeffetto coniugativo''
Il cloro per effetto coniugativo rilascia carica sui carboni in orto e para rispetto a quello cui è legato. É, viceversa, ad attrazione per effetto induttivo. Il '''p-cloro-fenolo''' ha una <span {{Dato_Ch_Org}}>K<sub>a</sub>di 6.3 e<sup>-10</sup></span>, superiore dunque a quella del fenolo. Questo ci dice che l'effetto coniugativo perde rispetto a quello induttivo. Il motivo della scarsa efficacia dell'effetto coniugativo è da ricercare nel fatto che i legami tra l'alogeno e il carbonio non sono molto forti o, detto con altre parole, abbassano poco l'energia potenziale della molecola. Questi legami sono deboli perché si stabiliscono tra nuclei di periodi diversi, quindi nascono dalla sovrapposizione, poco estesa, tra orbitali di diversa dimensione. La stessa considerazione può essere fatta per tutti gli alogeni, anche per il fluoro. Benché quest'ultimo sia dello stesso periodo del carbonio, infatti, presenta una elettronegatività sensibilmente maggiore che fa vincere ancora una volta l'effetto induttivo rispetto al coniugativo.
[[Image:Para clorofenato risonanze.jpg|center|300px|paraclorofenato-risonanze]]
 
 
;''o-difenolo - gruppo idrossilico in orto ad attrazione elettronica per effetto induttivo, a rilascio per efffettoeffetto coniugativo''
Le formule di risonanza che possono essere scritte per il gruppo -OH sono identiche a quelle che possono essere scritte per gli alogeni, grazie alle coppie di elettroni di non legame che possono essere delocalizzate sull'anello. L'efficacia di tali formule, tuttavia, è superiore, dato che ossigeno e carbonio fanno parte dello stesso periodo e il legame tra loro è più forte rispetto al corrispettivo tra carbonio e alogeno.