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Di fatto, solo con l'invenzione della cartuccia si relegò definitivamente -o quasi- le armi bianche al ruolo di cimeli storici. Quest'invenzione (consistente nel realizzare un sistema in cui la polvere era già dosata e preparata assieme alla pallottola in un unico oggetto chiamato proiettile, realizzato con carta e poi, per proteggere la polvere dall'umidità, con metallo) abbinata al fucile a retrocarica, alla rigatura per aumentare la stabilità della pallottola, alle polveri senza fumo e infine ai meccanismi di caricamento meccanici con leve o otturatori (per esempio, la carabina Winchester e la pistola Colt) riuscirono ad aumentare l'efficacia delle armi da fuoco e dare loro un'impostazione moderna ed efficiente. Ma prima, per 400 anni gli uomini utilizzarono oggetti che oggi sarebbero considerati senz'altro inefficienti e addirittura pericolosi per l'utente.
 
Qualcosa di simile avvenne anche con i primi jet, allorché i pur formidabili Me.262 dimostrarono tali problemi di affidabilità da sconcertare i loro piloti: eppur,e anche in tal caso le potenzialità dell'aereo a reazione furono da subito evidenti. Da notare che una replica di questi caccia è stata recentemente prodotta negli USA, con gli inaffidabili motori originali rimpiazzati dai J85 (quelli dell'F-5 e del G.91Y), molto più leggeri, affidabili e potenti (almeno 1.200 kg/spinta contro 900): un sogno per i piloti tedeschi del 1944, che vedevano i loro motori incendiarsi se si dava manetta troppo rapidamente, o accellerareaccelerare l'aereo in maniera esasperatamente lenta altrimenti. Questi motori rappresentano, tutto considerato, un degno completamento delle potenzialità tecniche del progetto di questo caccia, ma per chi utilizzò operativamente i Me.262 la situazione era drammatica, aggravata dalla mancanza di materie prime che costringeva ad usare espedienti come il proteggere la turbina con strati di alluminio, metallo facile ad incendiarsi ad alta temperatura.
 
Similmente, il dilemma tra le potenzialità prevedibili e le difficoltà pratiche di ogni tecnologia neonata si vide con i missili. L'energia meccanica degli archi era stata rimpiazzata da quella chimica dei fucili, ma le armi da fuoco erano pesanti, così si cominciò a pensare a proiettili autopropulsi, necessitanti di una semplice rampa o tubo di lancio, molto più leggeri. In seguito si cercò di risolvere la guida di tali armi onde sfruttarne appieno la gittata teorica. Questo portò ai missili guidati, ma le difficoltà nel realizzare un efficiente sistema di guida erano immense, specie con le tecnologie degli anni '40. Armi come l'Hs 293 e le Fritz X erano ragionevolmente efficaci. Notare che entrambe erano, in sostanza, delle 'bombe volanti', derivate dall'applicazione di un 'kit' ad ordigni esistenti, rispettivamente le bombe da 500 e da 1400 kg semiperforanti. Non erano certo queste le criticità, essendo le bombe, una volta ancora, già efficaci e affidabili, ma le nuove componenti che si cercava di sviluppare. In seguito, gli stessi problemi saranno presenti quando si cercherà di dare alle artiglierie munizioni guidate, che oltre ad essere in grado di manovrare, sarebbero dovute sopravvivere alle fortissime accelerazioni sviluppate nella bocca da fuoco. Questo fatto era talmente sentito che i sovietici svilupparono prima dei veri e propri missili lanciabili con una accellerazioneaccelerazione 'normale' dai cannoni dei carri (AT-8), poi, onde ottenere un'arma molto più veloce ricorsero ad una soluzione ibrida, ovvero lo Svir (AT-11) dotato di una carica di lancio che imprimeva 300 ms e un motore a razzo per il missile vero e proprio capace di accelerare l'arma di altri 500 ms.
 
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