Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Guerre Arabo-israeliane: differenze tra le versioni
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==1956==
Se c’è un conflitto convenzionale ma anomalo, tra i tanti del XX secolo, è senz'altro questo. Come tutte le guerre degli anni '50, con la parziale eccezione della Corea, passò un
===Il Canale della discordia<ref>Marcon, Tullio: articolo su S.M. feb 2004</ref>===
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Dal canto loro gli egiziani non si aspettavano un attacco israeliano e il grosso delle loro forze era a difesa della capitale. Oltre il Canale c'erano invece la II e III divisione di fanteria, tre squadroni di Sherman, cannoni c.c. da 57 mm sia britannici che sovietici, entrambi potenzialmente letali per qualunque corazzato israeliano. Non mancavano i palestinesi dell'VIII divisione, tra cui forse v'era anche il giovane Yasser Arafat, e altre unità minori, ma sopratutto il Primo Gruppo-Brigata corazzata, con un btg di T-34 e uno di fanteria su mezzi corazzati sovietici (BTR-152), nonché una batteria di SU-100 e una di cannoni a.a. leggeri. Le altre unità corazzate avevano mezzi di vario genere, tra cui anche i cacciacarri Archer inglesi, mezzi gettaponte su scafo Valentine, carri comando e recupero su base Sherman.
[[File:T-34-85-latrun-1.jpg|300px|right|thumb|Un T-34 arabo]]
Così scattò l'operazione 'Kadesh', e i carri israeliani si misurarono con una difesa statica di stile sovietico, usando per la prima volta anche i missili SS-10 francesi con effetti materiali importanti, ma sopratutto psicologici dati da tali nuove armi. Nonostante che vi fossero solo 27 dei 100 M50 ordinati, distribuiti in due compagnie, il successo non mancò: fu un attacco violento che in 30 ore distrusse o catturò 27 T-34/85, 6 SU-100, 45 carri Valentine e i loro derivati cacciacarri Archer, 60 BTR-152, ben 282 Bren Carrier, e anche 55 carri Sherman. Alcuni di questi erano stati equipaggiati con la torretta dell'AMX-13 e relativo cannone da 75/61 mm, e così si trovarono mezzi simili a combattere su opposti fronti. I successi degli israeliani vanno ricercati nella maggiore flessibilità operativa, mentre l'Egitto, principale avversario (ma non mancarono anche i siriani e giordani dall'altra parte dei confini israeliani), soffriva di una pianificazione troppo rigida e burocratica. In una guerra, se il nemico riesce costantemente a manovrare con, diciamo, mezz'ora di tempo in meno del suo oppositore, dopo pochi giorni di guerra è totalmente padrone del terreno.
Il principale successo venne tra la 7a Brigata corazzata contro il 1° Gruppo-brigata corazzata egiziano, a Kusseina, durante una battaglia durata complessivamente due giorni, allorché la 7ima brigata di fanteria del col. Aris tentò di aprire un varco nel dispositivo egiziano, tentando di raggiungere i parà a Mitla. Era il primo novembre quando la battaglia iniziò e in seguito quest'unità, la principale che avessero gli egiziani tra le forze corazzate, sarebbe stata poi costretta a ritirarsi, inseguita dall'aviazione israeliana fino a dover passare il Canale, e perdendo tutti i sei SU-100 e una trentina di T-34. Nel frattempo, dal 31 ottobre gli anglo-francesi iniziarono ad attaccare gli egiziani e il 5 novembre iniziarono gli sbarchi anfibi. I britannici useranno poi i Centurion nello sbarco principale, una vera operazione anfibia tradizionale, ma non fecero in tempo a far intervenire dalla Libia la 10a AD.
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Il 2 novembre l'aviazione egiziana scappava in Libia e Sudan, mentre circa 30 aerei israeliani venivano mandati su Sharm El-Sheik, dove era diretta la 9a Brigata, perdendo per l'occasione l'unico Mystère distrutto nella campagna. Altri attacchi vennero sferrati con il lancio di 175 parà su Al-Tur per interrompere la strada tra Sharm e Porto Said, cosa che fece sì che la guarnigione della prima si arrese entro il 4 novembre. Poi fu la volta di Porto Said, la mattina del 5 novembre invaso da 1.100 parà anglo-francesi (16a Brigata e 10a divisione rispettivamente), che precedettero lo sbarco dal mare, avvenuto il 6.
Per gli Israeliani la campagna aerea di Suez era stata adeguatamente svolta. Avevano fatto 1.846 sortite tra il 29 ottobre e il 4 novembre, in questa sorta di guerra dei Sei giorni ante-litteram, con diverse perdite in azione, tra cui il Mystere, un Ouragan, e un Meteor (vittima di un MiG-15 del 1° Sqn), e sopratutto tra sette e ben 14 Mustang (a seconda delle fonti), dimostratisi (per il motore raffreddato a liquido, essenzialmente), un
La HHA perse tre aerei causa caccia nemici, ed ebbe a sua volta da rivendicare tre MiG-15 (più uno o due MiG-17), 4 Vampire e uno Il-14, quasi tutti distrutti dai Mystere, più circa 40 corazzati e 260 mezzi. Tutto sommato numeri modesti, così come la cattura di un MiG-15, di un Sokol MRAZ più le perdite egiziane per incidenti: un MiG-17, due Meteor e un addestratore su di un totale di circa 2.000 sortite, addirittura superiore a quello che fece la HHA. Ma gli Egiziani, che di quel passo avrebbero forse potuto tenere a lungo -ma dipendeva molto dalle forze di terra- ebbero poi da affrontare una minaccia ben maggiore.
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I bombardamenti inglesi si dimostrarono precisi, ma non risolutivi. Ne era passato di tempo da quando era difficile anche solo localizzare un obiettivo di notte. Anche operando da ben 12.200 m, i bombardieri colpirono ugualmente le basi, ma 'solo' 14 aerei egiziani vennero distrutti al suolo. Molti vennero fatti decollare, ma per sottrarli alla distruzione, in particolare MiG e Il-28 vennero mandati in Siria, ancora pilotati da istruttori russi e cecoslovacchi; altri 20 a Luxor, 600 km distante dal Cairo, per sottrarli alla distruzione. Cosa che non avvenne, perché appena due giorni dopo vennero annientati dagli F-84 francesi di Lydda. C'erano ancora circa 200 aerei sugli aeroporti egiziani ancora il 1 novembre, per cui dovevano essere ancora 'trattati' da una sufficiente azione di contro-aviazione. Essi erano per lo più nei 12 aeroporti della zona Cairo-Ismailia-Suez. Vennero attaccati da F-84 e Hunter basati a Cipro, ma i 600 km di distanza erano un
Dopo la prima fase di contro-aviazione (su aerei basati in aeroporti senza protezione, e in territori aperti dove non c'erano nemmeno alberi per nasconderli) venne il momento di attaccare obiettivi precisi; anche se si fece la massima attenzione per non coinvolgere i civili, furono colpiti ponti e mezzi militari, persino Radio Cairo che dovette cambiare frequenza per continuare a trasmettere. C'erano anche navi tra gli obiettivi alleati, ma della consistente flotta egiziana, solo una motosilurante venne affondata, più danni gravi ad un caccia e ad una fregata. Molte navi egiziane erano state ormeggiate, nel porto di Alessandria, vicino a quelle americane, che in quel momento erano in zona per evacuare i civili. Non si poteva rischiare di colpirle e così i francesi e i britannici rinunciarono ad affondare la flotta egiziana. L'unica grande nave affondata in azione fu un'altra fregata, la DOMIAT, che venne colpita il 1 novembre, in Mar Rosso. Si trattò della vittima dell'incrociatore inglese NEWFOUNDLAND, che con i suoi cannoni da 152 mm lo affondò in un'azione notturna, uccidendo 74 marinai egiziani.
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Quanto ai caccia francesi in Israele, non è noto quale attività ebbero nel loro complesso, ma si stima solo un centinaio di sortite, con la perdita di due F-84F a causa di incidenti o di danni in combattimento (che causarono altri danni all'atterraggio). L'EAF eseguì circa 2.000 sortite contro l'esercito israeliano. Tutte le sue perdite sarebbero state di tre MiG-15, di cui uno catturato dagli Israeliani; 4 Vampire FB.52, due Meteor e due Mraz Sokol, uno dei quali catturato intatto. Non furono grandi perdite, anzi, anche considerando il MiG-17 probabilmente perso, ma non ufficializzato, e lo Il-14 che gli israeliani dichiararono, si arriva solo a 13 velivoli, davvero la pretesa israeliana di distruggere l'EAF si era dimostrata per quello che era, un'affermazione campata in aria, visto che in proporzione nella guerra delle 100 ore gli israeliani persero molti più velivoli e si dimostrarono superiori in termini aria-aria, ma non negli attacchi al suolo.
Le perdite umane peggiori le ebbe l'esercito egiziano in Sinai, con almeno 1.000 morti, 4.000 feriti e circa 400 carri e corazzati vari, mentre a P.Said si parlò di 650 morti e 900 feriti: ma i piloti dell'aviazione egiziana, tragicamente lasciati a terra proprio quando c'era bisogno di loro (contro gli anglo-francesi e i loro inferiori apparecchi da combattimento), poterono andare ragionevolmente fieri di quanto riuscirono a fare contro gli israeliani. L'EAF perse in tutto solo 5 piloti, ma circa 200 altre persone vennero uccise o ferite durante gli attacchi aerei sugli aeroporti, e su questi l'aviazione egiziana venne totalmente distrutta, incluse le infrastrutture. Dopo avere analizzato il totale dei mezzi perduti, gli inglesi conclusero che le loro dichiarazioni erano state un
Tutto questo non poteva contrastare l'attività aerea degli anglo-francesi: da Malta i Canberra eseguirono 72 missioni e i Valiant altre 49, con lo sgancio di ben 1.439 bombe da 454 kg, a quanto pare l'unico tipo di munizione usato. L'HMS Eagle lanciò i suoi aerei 621 volte, l'Albion altre 415. In tutto, queste sole due portaerei superarono le mille sortite in meno di una settimana, e i loro aerei, per quanto semplici e limitati, lanciarono 72 bombe da 454 kg (mai dai Sea Hawk), 157 da 227, 1.448 razzi calibro 76 mm e 88.000 colpi da 20 mm.
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