Caccia tattici in azione/Monoplani della Regia: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: accenti |
|||
Riga 147:
I primi 45 aerei di serie ebbero l'abitacolo chiuso, così come i due prototipi, ma poi venne scelto l'abitacolo aperto, che pure causava dei problemi aerodinamici, esteso anche ai primi caccia. Il primo impiego in guerra, come si è detto, fu quello in Spagna, dove alcuni arrivarono a gennaio del '39, ma non sono riportati dei successi in azione. Basati a Escalona, l'unica esperienza bellica che accumularono fu il registrare di parecchi guasti. Eppure, all'epoca nacque la leggenda di un duello aereo tra un G.50 pilotato da Bruno Mussolini e un I-16 di un volontario canadese, addirittura avvenuto nel settembre del '38, quando invece l'aereo era usato solo a Guidonia.
Il G.50, con 200 altri aerei, era previsto che equipaggiasse uno stormo e un gruppo, mentre il meglio valutato C.200 ebbe commesse per 3 stormi interi. Il primo reparto che l'ebbe fu il 51° Stormo. Fino ad allora gli S.79 si erano dimostrati, come altri bombardieri degli anni '30, pressoché inintercettabili; ma nelle manovre aeree del '39 i più veloci G.50 riusciranno dove i CR.32 avevano fallito, e così arrivò lo stemma del reparto: quello di un gatto che azzanna i 'sorci verdi' (gli S.79 del 12° Stormo, usati come 'polli' in quell'occasione). Al 10 giugno del '40 c'erano 118 aerei in servizio di cui appena 97 operativi e il resto in riparazione o in consegna, pochi rispetto ai 1.160 caccia ufficialmente in carico (inclusi gli assaltatori), che peraltro erano solo per poco della metà di pronto impiego. Il loro primo impiego bellico fu la breve campagna di Francia, ma senza risultati (a farsi fare a pezzi dai D.520 saranno i CR.42), poi verranno usati contro i Gladiator sulla Grecia e Albania, parteciperanno alle intercettazioni dei Blenheim e infine si scontreranno con gli Hurricane. Nella spedizione di circa 200 aerei contro la Gran Bretagna, parteciparono anche 98 G.50 degli stormi 51 e 56, iniziando a dimostrare come i velivoli italiani fossero miseramente equipaggiati e pilotati in condizioni di tempo oramai non più ideali: avessero fatto la loro comparsa ad agosto, sarebbe stato diverso, ma a ottobre la Battaglia d'Inghilterra era diventata solo una guerra d'attrito, con la RAF sempre più forte. Del resto, i G.50 dimostrarono di possedere un'autonomia insufficiente (a cui si sarebbe ovviato solo con il G.50bis) lasciando ai soli CR.42 l'onere delle missioni di scorta ai bombardieri. In pratica i G.50 non riuscirono a ottenere nessun contatto e così non poterono dimostrare quel poco che valevano contro gli aerei nemici, operando troppo lontano (dal Belgio), mentre in compenso nacque l'accordo di addestrare i piloti italiani sul Bf-109, da farsi per il 20° Gruppo, cosa che vide i primi piloti addestrati dall'ottobre di quell'anno con il JG-51. In seguito, però, ad aprile tale programma venne annullato. I G.50 ritornarono con un bel
Nel frattempo venne costruito un 'novissimo' G.50, il bis, che nonostante la sigla, non aveva un nuovo motore ma solo modifiche di dettaglio, come coda ingrandita e protezioni migliori di quelle -pressoché inesistenti- per il pilota, più carburante con l'uso (finalmente) dell'originaria stiva bombe, e una radio come standard; volò il 9 settembre 1940, e verrà usato sopratutto come caccia bombardiere tropicalizzato. Dall'ottobre del '41 la sua carriera venne superata da quella dei C.200 e 202, e le sue ultime azioni furono quelle del contrasto agli sbarchi alleati, dove diversi G.50 'bombe alari' (da 100 kg) vennero usati dal 158 e 159 imo Gr.Assalto sulla Sicilia, nel luglio 1943.
Riga 223:
Il costo del Re.2001 Ariete I (o Falco II) era di 600.000 lire, quando un C.202 costava solo 525.000 lire; ma questa differenza, sensibile ma non drammatica, da sola non poteva spiegare il successo del primo sul secondo. Infatti, del resto, l'F.5 a costruzione mista costava molto meno dei caccia metallici come il G.50 (e rispetto ai quali era superiore, nonché privo di autorotazione), ma non ebbe che un prototipo e una dozzina di macchine di preserie passate in ordine. Il Reggiane 2001 era molto più moderno rispetto al Macchi, e come si è visto qua sopra, si trattava dell'unico caccia italiano davvero multiruolo. L'aspetto del Reggiane era simile a quello dell'Hurricane, e così le prestazioni; il velivolo italiano era tuttavia più moderno e compatto, totalmente metallico, e con una struttura avanzata, anche più di quella del Macchi 202 (che invece era piuttosto .. conservatrice), nonostante avesse perso i serbatoi integrali del Re.2000. Quest'ultimo doveva avere un'efficienza di consumi piuttosto scadente, se con più carburante, meno potenza e una velocità appena inferiore era tuttavia incapace equivalere in autonomia il Re.2001. Il Re.2001 aveva moltissimi vantaggi sul C.202: carico alare più basso grazie ad un'ala più larga; tangenza superiore; autonomia nettamente maggiore; armamento standard superiore (come il C.202 con armi aggiuntive, ma con più munizioni); adattabilità come caccia notturno, cacciabombardiere (anche con carichi eccezionalmente pesanti per la potenza installata), caccia imbarcato e persino caccia controcarri. Di fatto, aggiungendo anche la ricognizione, non solo era simile all'Hurricane, ma era anche altrettanto flessibile. Come il caccia inglese, era persino prevista una versione controcarri (ma molto meno armata). A differenza dell'aereo inglese, era stato anche pensato in versioni antinave, sia basate a terra che in mare. L'agilità era ottima, anche migliore di quella del Macchi 202. Quest'ultimo era capace di una sola cosa, basicamente: la caccia e l'intercettazione, grazie alla velocità di salita e massima, ma era poco armato, e incapace di eseguire missioni di scorta a lungo raggio.
Insomma, di tutto ciò si deduce che il Reggiane sia stato messo un
Forse la più azzeccata definizione del Reggiane 2001 la dà Florenzo Macchi<ref>Ali tricolori, supplemeno ad Aerei nella Storia n.27; idem per il Re.2001GV</ref>. Ironia della sorte, questo pilota di caccia (ne volò di tutti i tipi) non era un pilota del Folgore, ma del rivale Reggiane. Lui trova quest'aereo 'discreto', una definizione molto ben calibrata (evidentemente le 'eccellenze' andavano cercate altrove). Con questo velivolo ottenne due vittorie, contro avversari all'altezza: un Hurricane e un Beaufighter. Nel ricordare gli aerei provati ha parole di elogio per il Bf-109. Ma sopratutto, ricorda ancora con grande ammirazione gli Spitfire, e con timore reverenziale parla della loro tattica preferita: scendere giù da alta quota, sparare raffiche spesso micidiali e poi andare giù in picchiate vertiginose, sperando di scappare dagli aerei dell'Asse. Il motore Merlin era vulnerabile ai 'g-negativi', ovvero alla mancanza di alimentazione durante le picchiate, ma questo solo fino a quando la velocità non si stabilizzava un
Il Reggiane 2001 era un caccia senz'altro dotato di possibilità. Il modello RE.2001bis era in particolare privo di radiatori subalari, ma con due strette fessure che permettevano all'aria di entrare nel dorso alare e poi uscire (riscaldata e quindi 'energizzata') dai radiatori interni. Come velocità, era all'altezza dello stesso Macchi 202. Anche se doveva rinunciare alle 7,7 alari, non si capice perché non sia stato scelto per la produzione, forse l'unica spiegazione è che i radiatori intra-alari erano poco efficienti, specie nel caldo del Mediterraneo.
Riga 231:
Del Re.2001 non si ricordano molte azioni, dato che l'esordio operativo avvenne nel maggio 1942, come aereo di scorta. Vediamone alcune.
Giugno 1942, 15 Re.2001 scortano i bombardieri contro bersagli navali inglesi; incontrano i Sea Hurricane e ne abbattono, sostengono, ben 11. In contraccambio hanno un caccia abbattuto e uno danneggiato seriamente. Di fatto le cose andarono diversamente. I nemici erano solo 12 Sea Hurricane, oltretutto aerei 'appesantiti' dalle modifiche navali. Eppure finì 1:1, l'aereo inglese abbattuto in azione aveva appena distrutto il Reggiane. 1 aereo danneggiato per gli italiani, due per i britannici, uno dei quali fracassatosi all'appontaggio (già difficile di suo per gli aerei della II GM). Tuttavia questa, se è una perdita, di sicuro non è una delle altre 10 vittorie dichiarate dagli italiani (che come tali, avrebbero dovuto essere osservate durante il combattimento vero e proprio). In ogni caso gli Hurricane se la cavarono bene, limitando le perdite contro un nemico numericamente e prestazionalmente un
I Re.2001 non andarono mai in Africa, ma volarono spesso su Malta. Beurlin, accanto a 13 Bf-109 e ben 7 Macchi 202, se ne attribuì un singolo esemplare.
Riga 239:
Un compito che mise alla prova le capacità del Re.2001 Ariete I fu senz'altro l'attacco antinave sferrato durante la 'Pedestal', la battaglia di mezz'agosto. Essi facevano parte delle varie 'armi segrete' della R.A., tra cui le motobombe FFF, micidiali quando usate contro bersagli in porto, molto meno quando sganciate contro navi in mare; e l'S.79 trasformato in un 'missile antinave' con due bombe da 1000 kg, che però perderà il controllo dall'aereo madre Z.1007, e non si saprà mai se avrebbe potuto essere guidato contro le navi inglesi con successo, senza essere abbattuto prima e mancarle. Tutto quello che lasciò fu un grosso cratere in una montagna dell'Atlante algerino.
Quanto all'arma segreta N.3, il RE.2001GV, esso ha un gancio ventrale da 1.000 kg che ospita la 630 PD. Essa è una munizione speciale, nonché un tentativo di far finalmente giungere a segno qualcuno dei potenti proiettili da 381 delle corazzate 'Littorio', che nonostante la gittata, non riuscivano a trovare i loro bersagli, malgrado che poi le tre corazzate fossero veloci e il Mediterraneo un mare decisamente stretto e facile da controllare da parte italiana (almeno in teoria). Così si fece come i giapponesi a P.Harbour (quando trasformarono in bombe aeree dei proiettili da 356 mm, data la loro maggiore capacità perforante rispetto alle normali armi dei bombardieri B5N): si prese un proiettile da 381, rialesandone le pareti e aumentando la carica esplosiva a ben 120 kg. Immaginato da Galimberti e Vaccari, quest'ordigno e il suo vettore sono pensati per evitare sia l'imprecisione del bombardamento in quota, che i pericoli di quello a tuffo. Si tratterebbe di arrivare in picchiata da 4-5 mila metri, poi livellare a 200, e in volo orizzontale, ancora a piena velocità, sganciare l'ordigno, che si infilerebbe nei fianchi della nave. Galimberti, pilota di aerosiluranti, non credeva in ultima sostanza nella loro fattibilità dati i pericoli crescenti. Non vedrà la fine del suo lavoro, perché rimase ucciso durante un'acrobazia con un CR.42. Così subentrò RObone, altro aerosilurista. L'attacco venne fatto attorno alle 13.20 del 12 agosto (ma vi sono fonti contrastanti), i due Re.2001 pilotati da Vaccari e Robone, in carico alla 362ima Sq, 22 gruppo (basata a Cagliari) dovevano essere scortati da 5 G.50 e guidati da un Z.1007 sul bersaglio, ma di fatto arrivano soli sul bersaglio. Tentano diversi approcci di avvicinamento, ma le navi inglesi manovrano in maniera concentrica per evitare gli attacchi aerei e non è possibile attaccarle con facilità. Allora si avvicinano a bassa quota e mirano ognuno ad una estremità della nave. Pare che una delle bombe, quella di Robone, rimbalzi sul ponte o comunque finisca in mare. Vaccari invece ha infilato l'ordigno nel fianco della nave (da 80 m di distanza e 20 m di quota non poteva fallire) ma la carica esplosiva non scoppia e così l'HMS Victorious viene risparmiata da danni potenzialmente gravissimi. I rari Reggiane non erano certo molto conosciuti dai britannici, e la loro sagoma solo con attenzione poteva essere distinta da quella di un Hurricane, rispetto a cui è un
Altri sviluppi furono interessanti, ma senza esito. Il Re.2003 nasceva dal concorso del '37 della R.A. per sostituire il Ro.37 Lince e vennero scelti per tale incarico il FC.20 e il Ca.330, ma nel '40 si capì che come aerei da osservazione erano troppo grossi: il primo divenne un aereo d'attacco e il secondo un caccia pesante. Pricolo, il capo di CSM puntò invece agli aerei C.4 e Ro.63 come osservatori STOL, ma per i ricognitori 'veloci' sarebbe stato meglio un caccia modificato. E siccome Longhi aveva concepito il Re.2000 come aereo adattabile a vari scopi, venne fuori il Re.2003, il cui prototipo MM.478 venne ordinato il 10 novembre 1942, pare ottenuto per modifica di un Re.2000, che volò a Reggio Emilia il 29 luglio 1941, pilotato dal solito Francesco Agello. Alla R.A. piacque, ma richiese varie modifiche, dai tubi allungati con spegnifiamma alla predisposizione per una bomba da 500 kg e due da 160 kg sotto ale ali, motore P.XIbis e proiettili da 12,7 (400 cp per arma) e 1.200 per le 7,7. Inizialmente si pensava di ordinarne 200, il primo 'testa di serie' MM.12415 volò il 13 ottobre 1942, ma oramai per la R.A. c'erano esigenze ben più gravi e così la commessa andò cancellata. Si trattava di un monoplano biposto, con un secondo abitacolo ampiamente vetrato, e per migliorare la visuale, con vetri piatti, che tuttavia rendevano il disegno complessivo del tettuccio decisamente poco aerodinamico e piuttosto brutto esteticamente. Per il resto era un aereo ben armato e piuttosto veloce, ma oramai la Regia Aeronautica non poteva permettersi una spesa simile. Di fatto la ricognizione aerea terrestre fu la prima ad essere sacrificata nella lista delle priorità.
Riga 346:
Come caccia, il Macchi 200 era senz'altro un problema per l'Hurricane, ma bisogna vedere anche quale tipo di Hurricane. L'Mk.I era appena più veloce, sopratutto dopo che ebbe (fin dal '39) l'elica tripala metallica, specie la Rotol a giri costanti: circa 520-530 kmh nelle migliori condizioni, circa 450 slm. Ma tra i 4 e i 5.000 m, se non anche più in basso, il Macchi 200 era sufficientemente veloce per dare problemi all'Hurricane. In quota, però, a 6.000 m, il Macchi alle prove non andava che a 493 kmh, -30 kmh sull'avversario. L'Hurricane a sua volta era handicappato dal filtro Vockes, troppo ingombrante e tale da causare una perdita di circa 30 kmh di velocità massima.. Ad alta quota, sopra i 6.000 m, però, il Macchi era spacciato. La sua quota massima era di appena 8.900 m, meno dei G.50 e persino dei CR.42 (sebbene a 6.000 m il G.50 facesse solo 451 kmh), che potevano quasi teoricamente competere con gli oltre 10.000 m dell'Hurricane (il quale però a 6.000 m era già 70-80 kmh più veloce del G.50). A circa 7.000 m, il Macchi cadeva a meno di 400 kmh, forse un centinaio in meno dell'Hurricane. Quello che aveva di buono era la velocità ascensionale, ma presumibilmente non sopra i 6.000 m.
L'Hurricane Mk.II prototipico arrivava ad essere veloce come il Bf.109E, ben 560 kmh, poi ridotti a 551 per l'Mk.IIA. Calarono a 545 per l'Mk.IIB con 12 mitragliatrici anziché 8, e a 538 con l'Mk.IIC con 4 cannoni da 20 mm, forse un
L'Hurricane era più veloce del Macchi (in orizzontale e presumibilmente, in picchiata, inferiore in salita), di poco a bassa quota, ma in maniera apprezzabile alle quelle maggiori; il Macchi era più agile, specie come rapidità di virata; l'Hurricane era molto più armato e anche meglio protetto; la sua autonomia era maggiore, la strumentazione di bordo e l'abitacolo (chiuso) erano migliori per operazioni in condizioni difficili (per esempio in Nord Europa e/o sul mare).
Riga 362:
La maggiore autonomia giovava anche come missioni di caccia di scorta, sia questa che l'armamento base erano superiori nell'attacco al suolo, per giunta l'Hurricane divenne presto capace di portare 500 kg di armi, contro non più di 200-300 del Macchi quando trasformato in cacciabombardiere. La capacità degli Hurricane di volare dietro le linee nemiche con i serbatoi ausiliari, fu uno degli elementi che contribuirono a sconfiggere i francesi in Siria, per esempio, e uno dei motivi che inaugurarono l'offensiva britannica sul continente (scortando i Blenheim sopra la Francia, dal '41 in poi). Quanto all'impiego come caccia notturno, il Macchi non pare nemmeno sia stato considerato, mentre l'Hurricane era non solo abile, ma usato con successo. Come caccia ricognitore, l'Hurricane era in grado di volare, appositamente modificato, ben 5 ore a 10.000 metri, una prestazione che il Macchi 200 nemmeno si poteva sognare. Come caccia imbarcato si considerò il G.50 e il Re.2001, ma non il Macchi; come caccia imbarcato, il Sea Hurricane era un valido apparecchio, molto importante per la RN tra il 1941 e il 1943. Infine, un compito non meno valido, quello dell'addestramento avanzato: il Macchi 200 era un tipo pittosto 'nervoso' e anche qui non pare avesse particolare successo, mentre l'Hurricane era 'buono' e 'pigro', un padre di famiglia che non faceva scherzi di sorta e preparava così il pilota a 'domare' i vari Mustang, Tempest e Spitfire, certamente macchine più critiche nel pilotaggio.
In tutto, quindi: come caccia, un bel match e dipende dalle condizioni e versioni, ma l'Hurricane è superiore in quota e ancora competitivo a livelli più bassi, quindi in media vincente, sia pure di poco (ma con l'Mk II il vantaggio in velocità si moltiplica); come intercettore è superiore per armamento, dotazioni, autonomia ecc; come cacciabombardiere vince ancora per autonomia, protezione e armi; come caccia notturno e imbarcato il Macchi nemmeno è stato mai considerato, quindi vittoria piena per l'Hurricane; come ricognitore, anche qui netta superiorità, specie in quota; come addestratore, l'Hurricane è senz'altro più adatto di un caccia piccolo, nervoso e un
Tutto questo vale anche per il P-40, a parte le prestazioni in quota, assai mediocri, ma come velocità è superiore anche all'Hurricane, così come in autonomia (ma non è stato particolarmente usato come ricognitore, caccia notturno e tanto meno imbarcato).
|