Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-Missili 3: differenze tra le versioni
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==Missili antinave<ref>Slade, Stuart: ''La vera storia dei missili antinave russi'', RID mag 1994 p. 28-33</ref>==
La guerra aveva insegnato ai sovietici l'importanza delle flottiglie di siluranti collegate ad un comando a terra, che stabiliva come dovessero agire e quando attaccare e ritirarsi. Ma con i sistemi radar di scoperta e tiro, esse si trovavano sempre meno nella possibilità di sfuggire alla scoperta e alla reazione, non importa quanto piccole e veloci fossero. Era necessario inventare dei sistemi a maggiore gittata per superare tale problema, o l'avvicinamento finale sarebbe stato un vero calvario. Erano passati i tempi in cui una motosilurante poteva sbucare dalla nebbia e dalla notte, tirando a colpo sicuro dei siluri e magari affondare una corazzata, come successe alla St.Istvan, e in futuro le Marine occidentali sarebbero state anche più temibili. Per ottenere un'arma capace di attaccare in maniera efficace si poteva anche ricorrere ai siluri guidati o autoguidati con prestazioni migliorate, specie in autonomia, ma non era ancora il tempo per poter combinare armi con sistemi di autoguida e velocità molto elevate, sufficienti per affrontare un bersaglio veloce e allertato. Così alla fine, si scelse un'arma che volasse un
A parte questo, installare il missile richiedeva ben 15 ore di tempo, pur essendo un sistema sostanzialmente semplice, poi si ridusse a 11, e infine, dal 1961, lo Styx, entrato in servizio attorno al 1958, aveva visto tali progressi che le nuove Progetto 205 potevano imbarcare i loro 4 missili in appena 4-6 ore. Naturalmente il maneggio doveva essere delicato, anche per la pericolosità del propellente che era sia acido che infiammabile.
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P-15: versione base; P-15M a gittata allungata; P-20M con sistema di guida aggiornato con l'Ametist; P-15M aggiornato come P-20L (SS-N-7), ex-P-20 (del programma sperimentale originaria); P-20M per la versione del precedente con alette ripiegabile; P-20K , evoluzione del P-15M senza alette ripiegabili con sistema di guida P-20; P-21 e P-22 versioni con guida IR dei tipi P-15/20 e P-15M/P-20M.
Il P-50, poi SS-N-9 Siren, ebbe applicazione prevista sulle KRIVAK (Pr.1135), ma poi attorno alla fine degli anni '60 queste (rimpiazzi designati delle 'Riga') e i 'Kresta II', Pr.1134A, ebbero un cambiamento di ruoli diventando poi vettori per i SS-N-14. L'idea originale era di mandare queste navi ad attaccare le formazioni già colpite dai P-35 per dar loro il 'colpo di grazia', e avevano due lanciatori tripli per ciascuno scafo. Con i missili Sylex, solo marginalmente efficaci nel ruolo a.n, venne messa in conto la costruzione di corvette missilistiche parimenti armate con il P-50, le Burya o Pr. 1234, note alla NATO come Nanuckha; esse avevano due lanciamissili trinati analoghi a quelli scelti per le navi che ebbero poi i missili ASW; nel frattempo vennero costruiti pochi 670M, ovvero i 'Charlie II', armati con i P-50L, adattati per i lanci da sott'acqua. Infatti se il progetto originale dell'AMETIST era per un missile lanciabile da sott'acqua, il definitivo P-50 era stato pensato per i lanci da navi di superficie, quelle di cui sopra, entrando alla fine in servizio nel 1968. Esso aveva i sistemi di guida radar e IR, e volava un
Nel 1969, però, si cominciò a pensare ad un nuovo e formidabile missile antinave, per sostituire i missili P-20 e P-50. Questo era stato proposto da Chelomey e da Bereznyak, accettando la proposta del primo. Il risultato fu molto importante, anche in termini di secretezza. Gli occidentali commentavano sulla stampa specializzata i progressi sovietici, deducendoli dai radar? E allora si introdusse una calotta protettiva per ospitare un sistema di antenne 'Band Stand' che non facesse vedere nulla; così accadde anche per i lanciamissili con tubi capaci di portare diversi tipi di armi. Il 'Band Stand' aveva 5 radar diversi al suo interno e questo sicuramente complicava molto l'analisi delle sue capacità per la NATO, visto che non poteva vederlo, ma solo 'sentirlo' con gli apparati EW quando veniva azionato. Mentre la NATO annaspava in un buio profondo per tutti gli anni '70 e 80, il missile P-80 continuava lo sviluppo, con i collaudi in volo già nel 1973. Già nel 1976 questo missile, nonostante fosse molto complesso e pesante (4,5 t), ottenne la capacità operativa iniziale; la testa di ricerca ISAR e la testata da 250 kg semi-ap erano seguite da un motore a statoreattore capace di raggiungere 130 km di gittata (ma vengono citati anche 250 km se con guida di mezza corsa). Ebbe impiego con i caccia Pr.956 'Sovremenny' e le Molniya (1241.0 Tarantul). Questo missile era ovviamente l'SS-N-22 Sunburn. L'abbinamento missili-caccia ebbe un successo pieno: il missile poi non presentò problemi di dentizione, malgrado fosse più complesso e potente degli altri SSM a medio raggio; mentre nel caso delle piccole Tarantul III, l'integrazione non riuscì data la troppo grande densità di sistemi di bordo, e la difficoltà di non far interferire questi con il sistema ISAR. Alla fine ci si rinunciò. Ma non per molto, perché a questo punto il rivale Bereznyak DB aveva progettato per il P-20 un sistema di guida in banda L e un nuovo altimetro, quello di tipo adattativo (alle condizioni del mare) proveniente dal P-80. Il nuovo missile, designato P-27, aveva anche alette ripiegate verso il basso e quindi, una disposizione diversa rispetto a quella originale (così la fusoliera del missile era posta verso l'alto del tubo di lancio a sezione ovale); i Pr.1241 ebbero questo nuovo missile (sempre molto inesattamente bollato dalla NATO come SS-N-2C, quando in realtà i membri della famiglia del P-15-20-21-22-27 erano ben più numerosi), che riguardò le navi prodotte tra il 1981 e il 1986. Il missile era solo una soluzione ad intermim, pur essendo certo un ordigno interessante ed evoluto. La sua sostituzione avvenne a quel punto con il P-270, con i sistemi del P-27 ma una nuova cellula a statoreattore; in servizio già nel 1986, 5 anni dopo l'inizio dello sviluppo e 3 dopo i primi test di volo, il nuovo ordigno (sempre conosciuto come SS-N-22 dalla NATO) era risultato estremamente soddisfacente (a parte, ovviamente, gli ingombri). Pesava 3.950 kg, di cui 320 di testata, velocità di crociera di 2,3 mach (contro i 2,5 del P-80), gittata limitata a 90 km: ma, se si vuole superare ogni resistenza nemica, si può selezionare l'attacco a ben 3,5 mach per gli ultimi 10 km, che comporta un consumo pari a quello di 20 km con motore normale, quindi la gittata scende a 80 km. Il radar d'acquisizione è lo stesso dei Pr.956, a parte che lavora i banda E/F anziché D. Fu dunque questo missile, con una storia estremamente complessa alle sue spalle, ad essere presentato come MOSKIT (versione aviolancitata) nel 1992, e poi come 3-M80, di progetto Bereznyak sì, ma per gettare ulteriore confusione, adesso questo DB era stato ribattezzato Raduga.
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