Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Etiopia: differenze tra le versioni

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Le operazioni del SAC somalo erano state aiutate anche da piloti pakistani, in particolare da uno squadrone di MiG-17 ad Hargheisa, ma l'unità soffrì di parecchie perdite e pochi risultati. In verità non è chiaro nemmeno se i pakistani fossero davvero presenti. In tutto il SAC, che sostenne gli ultimi combattimenti entro il mese di marzo, se non addirittura d'aprile, avrebbe abbattuto 3 MiG-21 etiopi, mentre gli Etiopi negarono che vi fossero israeliani ai comandi degli F-5 e si attribuirono l'abbattimento di 24 aerei.
 
Ma erano sopratutto le perdite a terra che causarono problemi definitivi ai Somali: finché si era trattato di perdere aerei tanto valeva, se le truppe al suolo continuavano ad avanzare (un po' come i Nordcoreani e gli Irakeni). Entro il 7 aprile, dopo la fine dell'inseguimento fino al confine, oltre 6.000 uomini erano stati perduti (non è chiaro se era il solo numero di uccisi, o c'erano anche i prigionieri). La guerra era finita, anche se vi fu un momento in cui si pensò anche ad entrare in Somalia. Ma non era per questo che si era mobilitato il mondo comunista. Nonostante vi fossero scontri di frontiera almeno fino al 1980, con guerriglieri del WSLF e soldati somali (spesso gli stessi guerriglieri erano soldati ed ufficiali somali di rincalzo). Tecnicamente, la dimenticata campagna dell'Ogaden fu spettacolare per la potenza della logistica che i Sovietici misero in campo, anticipando le operazioni in Afghanistan del '79; del resto l'URSS aveva 7 divisioni più varie unità minori aeroportate, quindi poteva e doveva dimostrare di avere capacità di trasporto aereo. Fu il primo eliassalto con tanto di corazzati. La NATO si preoccupò parecchio, credendo di avere l'esclusiva dell'aeromobilità. Anche il debutto dei Mi-24A fu positivo, anche se l'elicottero, nei climi caldi e ad alta quota, era piuttosto in debito di potenza. I combattimenti aerei furono nondimeno interessanti, sopratutto perché vennero preferiti gli F-5 ai MiG-21, ma del resto se le battaglie aeree si fossero portate a quote e prestazioni più elevate il giudizio sarebbe stato ben difficilmente lo stesso, specie con i MiG-21 bis. Quando si trattava di inseguire i Phantom americani (e anche iraniani) le prestazioni contavano. Tra gli strascichi di questa classica guerra tra poveri (anche se non erano soli), vi furono gli attacchi aerei sulle cittadine di confine tra Somalia e Etiopia, con l'abbattimento di un aereo etiope, che stavolta era un MiG-21, colpito vicino Hargheisa.
 
 
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===La seconda guerra tra Etiopia ed Eritrea<ref>Tom Cooper & Jonathan Kyz, ''II Ethiopian Eritrean War, 1998 - 2000'', Acig Journal</ref>===
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Per riprendere la situazione in maniera pacifica, l'ONU indisse un referendum nel 1991 e l'Etiopia dovette ritirarsi dall'Eritrea, che dichiarò l'indipendenza ufficialmente il 24 maggio del 1993. La capitale era Asmara, prima un'importante base aerea etiope. Ma la politica non risolse tutti i problemi lasciati da venti anni di guerra; quel che è peggio, oltre ai profughi, c'era anche la carestia e la fame da combattere, il tutto assai trascurato dalla comunità internazionale, piuttosto preoccupata, invece, della Somalia. Il fatto che in mano eritrea restavano i porti del Mar Rosso aiutò a riprendersi un po', ma l'ostilità con gli Etiopi restava. Ora i due movimenti di resistenza anti-Mengistu erano al governo e non si accordarono sulla questione dei confini. Anche qui c'era di mezzo l'eredità colonialista europea: l'accordo del 1903 tra Italia e Menelik II non venne riconosciuto dagli Etiopi, che avevano il grande problema di dover pagare dazio agli Eritrei per far transitare le loro povere esportazioni e importazioni verso il Mar Rosso. Questo comportava un rischio altissimo di strangolamento per Addis Abeba, che al contempo era, come risorse umane, più forte. Ricominciare a ricostruire le proprie F.A. divenne quasi naturale, nonostante la povertà di entrambi i contendenti. L'Eritrea formò anche la sua ERAF con piloti addestrati sui vecchi aerei etiopici di Debre Zeit, ovvero SF-260TP e L-39ZO, già pronti nel 1993. Per i nuovi aerei vennero comprati i finlandesi Redigo, poi trasporti leggeri Y-12, sempre 4 come gli addestratori; vennero anche recuperati in buone condizionini 8 MiG-21, 9 T-33, 2 Mi-8 ma tutti, eccetto questi ultimi vennero a quanto pare ridati indietro all'Etiopia. Come caccia, vennero comprati nel 1996 6 MB.339FD armati, simili al modello C. Con questi venne formata la prima unità da combattimento dell'ERAF l'anno successivo. Diversi piloti ex-Etiopi presero parte alla nuova aviazione.
 
Gli Etiopi furono molto più lenti, dati i problemi accumulatisi, iniziando la riorganizzazione solo nel 1995 con la revisione (in Israele) di 15 MiG-21MF. Ma i soldi non bastarono per portarli allo standard Lancer, quello scelto dalla Romania. Nel '96 vennero richiesti anche la revisione di 12 MiG-23BN.