Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Anglosassoni: differenze tra le versioni
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Gli USA vinsero l'avversione all'isolamento nel 1917, e si ripeterono con molta più efficacia nel 1941, ritrovandosi 4 anni dopo potenza egemone, con l'Europa e URSS in macerie e il Giappone in cenere. Crollata l'Europa come potenza coloniale (o in declino irreversibile, anche per i 'vincitori') gli USA, presentandosi come una potenza anti-imperialista (nel senso classico del termine) di fatto colonizzarono l'Europa con il Piano Marshall e con innumerevoli forniture di armi. Erano loro i successori del vecchio impero britannico, la prima vera potenza 'globale' della Storia. L'obiettivo era la difesa del mondo 'libero' dalle mire di Stalin e dei suoi successori, perché l'URSS restava una realtà militare e non propriamente in accordo con la politica americana e i suoi interessi. Gli Americani, caduti in disgrazia economicamente nel '29, ebbero un periodo di grande depressione, superato definitamente proprio nel '41 con le commesse statali per avviare nel settore militare le loro immense potenzialità industriali (favorite dal controllo di un territorio vasto e ricco, con poche necessità di rifornimenti esteri), e si ritrovavano economicamente e tecnologicamente (con tanto di armi nucleari) superiori a tutti gli altri protagonisti mondiali. Affrontarono guerre come quella di Corea, vennero messi in crisi in Vietnam, ma potenziarono le loro armi e le loro tecnologie imparando dai propri errori e limiti, fino a ritrovarsi vincitori della Guerra fredda. A tutt'oggi sono la potenza egemone del mondo e non potrebbe essere altrimenti, dato che, con l'impulso dei nuovi conflitti post-11 settembre, il loro bilancio per la 'Difesa' nel 2009 arriva a oltre 600 mld di dollari, pari a circa 400 mld di euro, quasi 20 volte quello italiano. In verità si tratta di una cifra pari a quella della dozzina di nazioni che seguono in graduatoria messe insieme, e nondimeno, gli impegni in teatri di guerra hanno affondato programmi come il Crusader e il Comanche, ritardando o diminuendo altri articoli di 'alta tecnologia'. Sebbene gli americani non brillino in tutte le categorie in simultanea, tanto che hanno dovuto accettare il fallimento dei loro programmi per gli addestratori comprando aerei inglesi e svizzeri, e addirittura pistole Beretta (pur con le blasonate industrie americane del settore, e il mercato più grande del mondo di armi 'da difesa' o 'da caccia', inclusi fucili d'assalto comprabili nei supermercati, con la benedizione della potentissima NRA). Nondimeno, restano il Paese leader a livello tecnologico e operativo, con un arsenale che varia dalla guerra cibernetica a quella nucleare, passando attraverso tutte le 'tonalità intermedie', incluse le chiavi del GPS, l'unico sistema satellitare di posizionamento pienamente operativo e una delle loro risorse decisive nello svolgimento dei conflitti recenti.
I Britannici, da sempre più 'angloamericani' che europei, sono un
Nell'insieme, pur seguendo una propria storia tecnica ed operativa, i Britannici hanno testimoniato sia la loro decadenza, iniziata dalla crisi economica postbellica (il razionamento andò avanti persino più che in Italia, fino al '54) e proseguita con la decadenza dell'Impero, da cui se non altro si districarono con stile e poche perdite (specie se comparati ai Francesi). Nemmeno lo schiaffo diplomatico rimediato da Washington per l'attacco all'Egitto (militarmente eseguito a regola d'arte, ma politicamente un disastro) ha allontanato Londra dalla sua linea politica vicina a Washington. Le decisioni dei governi, sopratutto laburisti, di privarsi dei caccia e poi delle portaerei, hanno portato in grave crisi le sue Forze armate e la ricca e avanzata industria bellica, che ha subito drastici ridimensionamenti. Alle volte con risvolti beffardi, come accadde nel dopoguerra con l'Alleato sovietico. Oggi quasi non ci si ricorda più di quest'episodio, ma la fornitura di decine di motori Derwent e Nene rese possibile il salto in avanti dei sovietici, che ci misero pochissimo a recuperare il gap con gli occidentali nel settore motori, coniugandolo agli studi aerodinamici di provenienza tedesca. Il risultato fu il MiG-15 e i suoi discendenti.
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