Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni

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L'MMI aveva problemi d'affidabilità e nessuno all'estero fu interessato alle sue capacità. Nei tardi anni '60 apparve invece il nuovo COMPATTO. Non c'era quindi niente di esoterico nella sua evoluzione, semplicemente si trattava di un processo durato quasi 20 anni in cui l'OTO aveva continuato a sviluppare nuove tecnologie. I Sovietici, per esempio, fecero lo stesso e infatti furono loro a costruire il primo cannone da 76 Super Rapido, nei tardi anni '70, per le corvette 'Tarantul', diversi anni prima che apparisse il Super Rapido italiano (tra l'altro come prima applicazione era l'OTOMATIC terrestre, nella MMI entrò in servizio solo con l'ammodernamento dell'Audace nel 1989 circa). Il nuovo cannone era molto più affidabile e pesava appena 7,5 anziché circa 10 t. Dotato di notevole velocità angolare e di reazione, è diventato un cannone di grande successo. Questo sopratutto perché per le nuove motocannoniere missilistiche era impensabile sia un armamento di sole mitragliere, che di cannoni di grosso calibro. Per qualche ragione nessuno, eccetto gli Svedesi con il meno potente 57 mm (capace però di 200-220 c.min) fece altrettanto e così l'OTO si diffuse a macchia d'olio, sia come arma primaria per le motocannoniere e motocannoniere missilistiche, sia ben presto come arma secondaria per fregate che avevano per lo più spazio destinato a missili ed elicotteri, dove peraltro il cannone risultava fin troppo modesto (la MMI volle infatti il 127 mm, che all'opposto, sembra fin troppo grande per le 'Lupo', e appena accettabile per la stazza delle successive 'Maestrale', che restano comunque molto pesantemente armate per la loro struttura).
 
In seguito arrivò ad oltre 40 utenti con oltre 800 cannoni, e persino gli USA, troppo a lungo disinteressati al settore, finirono per adottarlo nel '73 (per alcune navi dell'US Coast Guard, le 'Perry' e i 'Pegasus'), mentre Spagna, Australia e Giappone, come gli stessi USA, lo produssero su licenza. Da notare che il cannone da 76 mm aveva una giostrina sotto il cannone (e la sua caratteristica cupola emisferica in vetroresina di colore bianco), che poteva contenere ben 80 colpi. Il cannone di per sé, differentemente dal tipo MMI, non ha un operatore al suo interno nella torretta alcun sistema locale di tiro, la copertura (con un portellone posteriore) è a tenuta NBC, e l'arma è raffreddata ad acqua per mantenere la velocità di tiro che parte dal colpo singolo, fino al tiro automatico tra i 10 e gli 85 c.min. In quest'ultimo caso, chiaramente, l'arma non può sparare a ritmo continuo oltre una cadenza di tiro di un certo valore, sia perché non si può rifornire i suoi colpi molto rapidamente, sia perché la canna si surriscalda.
Il cannone Compatto aveva queste caratteristiche:
 
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Le spolette sono sistemi decisamente critici, specie se c'é da ingaggiare bersagli supersonici, che persino il Super Rapido può ingaggiare con appena una decina di colpi. Ora era successo anche in tal senso un decadimento dell'affidabilità dei colpi impressionante. Agli inizi degli anni '90 vennero condotte delle verifiche sulle spolette da 40 mm dei colpi dei Dardo. Queste spolette erano valutate con un'affidabilità del 90%, ma dopo 5 anni dalla loro fabbricazione erano crollate al 25%: come dire che il cannone era ridotto, eccetto per impatti diretti, da 300 a 75 c.minuto! Così negli anni '90 si rilavorarono le spolette, a parte le spolette originali Bofors (le altre erano della Borletti) che non erano state afflitte da tale scadimento, e che vennero passate agli incrociatori Veneto e Garibaldi, i bersagli di maggiore interesse. Questo significa che le fregate, fino alla rilavorazione delle spolette, erano dotate di armi antimissile praticamente inefficienti; la spoletta mono-banda Mk 404 della Kodak e usata dall'US Navy venne valutata, ma non adottata dato che a bassa quota non discriminava bene il calore del bersaglio dal riflesso del sole sull'acqua. La spoletta delle munizioni è stata lungamente dibattuta, ma alla fine si è arrivati ad un tipo sufficientemente intelligente da essere usata per assicurare una detonazione efficace contro bersagli alle più varie velocità e anche a bassa quota. Ci sono voluti non meno di 15 anni e vari tentativi dalla metà degli anni '80.
 
In seguito arrivarono altri proiettili, come il CORRETTO, poi DAVIDE, e il DART. Il CCS o Corretto cominciò già nel 1985 con un programma della BAe e della OTO, ma era un sistema con la disponibilità di un solo comando che azionava dei piccoli motori a razzo, un po' come con i missili Dragon americani controcarri. Il DAVIDE (o DART, o Strales), arriva a 1.200 m.sec, è decalibrato, arriva a 5 km in 5 secondi, e a 4-5 km riesce a manovrare fino a 25 g, con un proiettile posteriore da 2,5 kg che ha un raggio utile di 10 m, una guida con radar che controlla sia il bersaglio che i proiettili in volo, e che vengono radiocomandati sul bersaglio azionando le alette canard anteriori al proiettile vero e proprio, un po' come nelle Paveway. Così si suppone che i colpi per ingaggio si ridurrebbero da 10-12 a 3-4 per ingaggio tipico.
 
Le caratteristiche dell'arma sono: peso 4 kg, peso del proiettile in volo (quindi senza sabot) 3,4 kg, lunghezza 670 mm, v.iniziale 1.200 m-sec, manovrabilità oltre 40 g, gittata 8 km e passa, calibro del proiettile decalibrato 42 mm.
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Più di recente, è stato sviluppato il cannone da 127 mm con canna da 64 calibri che assieme al proiettile guidato Vulcano rivitalizza il concetto, prima piuttosto caduto in disuso. Il 127 mm, infatti, era pensato per ottenere il massimo di prestazioni da un cannone di medio calibro contro bersagli aerei, ma oramai per tali necessità vi sono armi di calibro minore e i missili. Così invece si usa l'arma come sistema di bombardamento costiero a lungo raggio o anche antinave. Le 'Orizzonte', contrariamente a quello che si proponeva inizialmente, non l'hanno avuto (piuttosto hanno ricevuto i cannoni SR da 76, lasciando il ponte di prua libero per i missili Aster), ma è previsto per le 'Bergamini' e per le F-125, oltre che per altri clienti esteri se si realizzeranno altre vendite per quest'arma di nuova generazione.
 
Il Vulcano, proiettile da 30 kg, è privo di motore a razzo e quindi è solo un tipo planante, con una testata di 12 kg per il tipo guidato, ma c'é anche un tipo non guidato che è solo a maggiore gittata, di 15-16 kg. Il proiettile è sparabile anche dai vecchi 127/54 mm oltre che dal tipo da 127/62 mm LC. E'È previsto un tipo da 127 mm con guida IR più che altro nella lotta antinave. Ma poi la tecnologia è stata interessante anche per i cannoni da 155 mm, in versione 'scalata' opportunamente, specie per i PHz-2000. Lo sviluppo era previsto per il 2008 della versione non guidata, e il 2009 con la versione guidata alle prime prove, per ottenere nel 2011 l'uso delle fregate FREMM, che avrebbero avuto il nuovo cannone. A tal proposito, il 127/LW con torretta stealth è stato sperimentato sul pattugliatore 'Carabiniere' (una 'Lupo' ex-irakena).
 
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Ora, prima di parlare di quest'arma, indubbiamente interessante, c'é da segnalare anche la famiglia dei missili leggeri antinave del tipo Sea Killer-MARTE. La prima generazione era a guida semiattiva, una specie di Sea Skua insomma, ma descritto fisicamente come uno Shrike. Alcuni di essi vennero venduti all'Iran come armi superficie-superficie. Ben presto la MMI volle dei missili antinave tirabili da fuori tiro nemico, perché i vecchi AS-12, a guida ottica (quindi solo in buone condizioni di visibilità) e con gittata di 8 km, non erano stati a lungo armi soddisfacenti per le sue esigenze (così come per la Francia, che ebbe l'AS-15 e la Gran Bretagna, con il Sea Skua). La risposta fu una profonda rielaborazione dell'arma base, con l'aggiunta di una grossa e sproporzionata testa di guida del tipo SM-1, simile all'ST-2 dell'OTOMAT. Infatti il Marte era diventato il più piccolo missile antinave a guida radar attiva e tale è rimasto, visto che altri ordigni, come il Penguin, di poco più grande, sono ricorsi piuttosto alla più discreta e meno costosa guida con sensore IR avanzato.
 
Il Marte era un missile da circa 3,926 m di lunghezza, 98 cm di apertura alare, 261 kg di peso, con portata di 30 km e velocità di crociera di 900 kmh, portata minima di 5 km. La sua testa di ricerca era capace di localizzare entro un cono di 60° una fregata ad oltre 10 km e una motovedetta missilistica a 8, mentre l'attacco era fatto a volo radente a 3-5 m. Abbinato al radar di ricerca SMA-75, capace di vedere una nave di 100 m2 di RCS a 45 km e una di 5.000 a 140 km, pesante 75 kg, in banda X (come anche il sensore del missile), era possibile eseguire attacchi piuttosto insidiosi. L'idea di adattare al piccolo corpo di un missile un sistema di guida di ordigni ben più prestanti è rimasta con un modesto successo: il Marte pesa oltre il doppio del Sea Skua, ma non è più distruttivo e la sua gittata utile è maggiore, così come la distruttività, ma due più piccoli missili inglesi sarebbero stati bersagli più difficili del singolo, piuttosto grosso e lento ordigno della Oto-Melara, che oltretutto ebbe dei problemi di messa a punto non lusinghieri (come anche i suoi predecessori; all'epoca dei fatti girava anche una rima baciata: 'Marte il missile che non parte' per indicare le difficoltà di messa a punto del sistema) prima di divenire operativo appieno, con i SH-3 Sea King. Venne anche esportato in qualche nazione cliente dei prodotti italiani, per esempio degli elicotteri Agust-Bell AB212 e Agosta- Sea King. I primi sono nominalmente compatibili con tale arma, ma di fatto quelli della MMI non la usano per il suo peso eccessivo, preferendo i Sea King con lo stesso armamento (due missili), quantomeno quei Sea King che hanno ricevuto le modifiche apposite per il loro uso. Sfumata invece l'ottimizzazione con l'MB.339C, che del resto avrebbe avuto prestazioni piuttosto modeste (una tipica missione avrebbe avuto, anche con serbatoi ausiliari, solo 500 km con missione Hi-lo-Hi, da confrontarsi con gli 800 del Super Etendard con un missile Exocet (dal peso e raggio doppi), oltretutto ben più veloce sia in crociera che in attacco e disimpegno. Così la combinazione non ha avuto successo. La Marina ha comprato una quarantina di missili e altri, come si è detto, sono andati ad ulteriori clienti, sia pure sacrificando notevolmente le prestazioni degli AB-212 (Turchia e Perù sono stati forse gli unici clienti esteri). La sofisticata elettronica del Marte, pur se tecnicamente interessante, era certo un po' 'sprecata' se si considera che l'OTOMAT, pesante quasi 800 kg, aveva quasi lo stesso sistema di guida, ma una gittata 6 volte maggiore, una testata 3 volte più pesante, e una maggiore velocità.
 
In ogni caso, negli anni '80 il Marte venne sviluppato in vari altri sottotipi con il Marte Mk.2/A da aerei (quello di cui sopra), l'Mk.2/S da elicottero (accorciato, ma ancora con i booster) e l'Mk2/N per le navi. Alla fine è venuto fuori l'Mk.2/S con varie migliorie, tra cui l'accorciamento grazie ai booster laterali anziché posteriori. La MM di questo missile, compatibile con l'NH-90 e l'EH-101, ha ordinato 8 sistemi di lancio per gli EH-101, 6 missili di preserie e 33 di serie, così da sostituire i pochi Marte ancora in circolazione, dopo i lanci di addestramento e il logorio del tempo (a tal proposito, oltre a generali migliorie di affidabilità, il nuovo Marte è assicurato per 15 anni di funzionamento).