Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Germania Ovest-3: differenze tra le versioni

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L'FL 1800 II della DASA è tra i sistemi più sofisticati disponibili, almeno all'epoca della realizzazione (primi anni '90, ma poi è stato aggiornato). La versione I era già usata sulle S-143, Lutjens e Bremen. Ha 3 sottosistemi: ESM, ECM, MMI (Man Machine Interface). L'ESM rileva le emissioni nelle bande 0,5-18 MHz, ovvero le bande G,H, I e J. Vi sono antenne DF e OD, telemetria IFM, Pulse-Data Block Generator per la digitalizzazione degli impulsi e infine un sistema di analisi con la libreria elettronica. L'ECM disturba attivamente e usa anche gli SCLAR; l'MMI ha due display tattici, uno per l'analisi impulsi e una stampante.
 
In tutto questo era come si presentavano le F-123. Limitate da quanto disponibile nell'immediato, nondimeno erano mezzi dai fondamentali validi. Tant'é che i miglioramenti via via previsti da implementare erano: rimpiazzo dei vecchi siluri da 324 mm con gli MU-90 che hanno anche capacità antisiluri; aumento della cadenza di tiro dei pezzi da 76 da 85 a 100 c.min; sostituzione delle mitragliere da 20 con quelle da 27 in installazione telecomandata; arrivo degli elicotteri NHF-90; possibile raddoppio dei lanciamissili Mk 41 con missili ESSM, e magari anche ASROC, Aster o Standard (gli Iroquois -TRUMP erano dotati dopotutto degli stessi sitemi elettronici ed erano nondimeno usati come navi contraerei), e sostituzione degli Exocet con armi più avanzate, per non parlare dell'arrivo del sonar rimorchiato se questo programma non avesse incontrato problemi economici. Ma la dimostrazione più plateale della validità di queste navi è stata la loro versione contraerea, la F-124 Sachsen, che usa sopratutto un nuovo radar di scoperta multifunzione, un po' come la trasformazione degli 'Spruance' in unità contraeree come i 'Kidd'.
 
In tutto ecco le caratteristiche:
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Poi ci sono i sottomarini. Dopo il 1954 si ricominciò a mettere mano ai sottomarini, inizialmente proibitissimi essendo mezzi di estrema pericolosità. I primi progetti sperimentali erano siglati Type 201 e 202, ma i primi ad entrare in servizio furono 14 Type 205 del 1961-68, più i similari Type 207 esportati in ben 17 esemplari, in Norvegia. A queste unità seguirono i Type 206 del 1969-75, altre 18 navi più le tre per Israele o classe 'Dolphin'. 12 di questi vennero poi ammodernati nel 1987-1992. Da notare che gli altri 6 sono stati offerti, qualche anno fa, all'Indonesia già utente dei Type 209. 4 dei Type 206A sono stati disarmati e offerti all'Egitto, gli altri 8 sono ancora in servizio dopo essere sopravvissuti alle radiazioni avvenute nel 2004-2007. Le loro caratteristiche erano ben ritagliate per il Baltico ma certo non per le nuove missioni a lungo raggio e per il supporto alle SOF: 17 nodi, 4.500 miglia di autonomia emersi o 228 a 4 nodi di autonomia da immersi, profondità standard di immersione non molto superiore a 100 m. I tubi di lancio siluri sono ben otto, comprendenti sia armi ASW che antinave anche se non multiruolo, perché così era possibile omettere il locale ricarica siluri e quindi ridurre le dimensioni delle navi. L'equipaggio era di 23 uomini appena, esisteva un sonar che nel tipo più recentemente installato è il DBQS-21B associato al sistema di combattimento LEWA (dagli anni '80, durante i lavori d'aggiornamento di cui sopra), costruzione in acciaio amagnetico, e recentemente impiego dei nuovi e micidiali siluri DM2A3. A parte i siluri, molti ma non moltissimi (del resto i 'Toti' avevano 4 tubi di lancio e sei armi in tutto), i Type 206A hanno sistemi di posa delle mine laterali, che permettono di portare ben 24 armi (che all'interno del battello sarebbero equivalenti a ben 12 siluri).
 
I successori di questi battelli sono naturalmente gli U-212 o 'Type 212', che sono ben noti anche in Italia visto che, fallito il programma S-90 gli italiani giocoforza dovettero accettare il progetto tedesco, caratterizzato da soluzioni avanzate e da un sistema AIP. Del resto la HWD aveva ottenuto la leadership nelle costruzioni navali subacquee, battendo anche la concorrenza francese, svedese e inglese nell'assicurarsi la maggior parte dei contratti, che con i Type 209, fatti in varie taglie, ha raggiunto un totale di 60 navi per 13 Marine. L'ultima, quella Portoghese, ha ordinato 3 navi con sistema AIP. La Thyssen, particolare non molto ricordato, ottenne invece il contratto da parte argentina per 6 TR-1700, anche se solo 2 vennero davvero consegnati, per fare bella figura assieme ai due Type 209 della flotta; oltre a questi v'erano i Type 210 norvegesi o classe 'Ula', 6 navi in aggiunta ai Type 207. Così facendo i tedeschi, con tutti questi battelli medio-piccoli erano riusciti ad arrivare a 90 battelli esportati. Negli anni '80 venne avanti il progetto Type 211, con sistema AIP, per rimpiazzare i Type 205, ma era costosissimo e venne abbandonato col dopo-guerra fredda (un po' come accadde in Italia con l'S-90), solo che nel 1994 subentrò il progetto Type 212 meno ambizioso e nondimeno, dalle ottime qualità: presto arrivarono gli ordini, che ammontavano a 4 battelli (U-31/34) iniziando la costruzione più o meno in contemporanea con quanto accadeva con i due ordinati dall'Italia, nel 1999, mentre le consegne sono avvenute nel periodo tra il 19 ottobre 2005 e il 3 maggio 2007, con un ritardo medio di 18 mesi che indubbiamente sono stati spesi per valutare a fondo un battello tanto nuovo e diverso dalle piccole unità che avrebbe sostituito. Per la descrizione approfondita si rimanda alla pagina sulla Marina Militare Italiana.
 
In ogni caso con le loro celle PEM a idrogeno, timoni a X per manovrare anche in 20 metri d'acqua, sensori sofisticati, capacità di supportare forze speciali, insomma si trattava di sistemi di elevata qualità e per battelli grandi anche se non enormi, impiegabili in teatri operativi vari con un'autonomia di 8000 miglia emersi. Al solito, oltre ai siluri, stavolta 6 tls con 12 armi, esiste la possibilità di trasportare anche 24 mine sui lati, e magari anche gli IDAS, versione SAM del missile IRIS-T tedesco, mentre da notare che i Polyphem a suo tempo molto importanti nei programmi futuri anche per i sottomarini, sono stati abbandonati. Dopo la prima serie di 4 navi ne sono seguite altre 2ordinate nel 2006 con lunghezza maggiore di 1,2 m per ospitare meglio gli incursori subacquei, ma anche per un cannone da 30 mm chiamato MURENA, l'RMK-30 modificato, e 3 UUV ALADIN da ricognizione. Questa seconda serie che dovrebbe avere anche altri ordini, è previsto che abbia sistemi totalmente nazionali per venire 'incontro' alle pretese dell'industria nazionale, quindi il sistema di combattimento sarà l'ISUS-90 della Atlas Electronik al posto del norvegese Kongsberg MSI-90, sistemi periscopici totalmente tedeschi come anche l'autopilota, al posto dei sistemi adottati come 'scambio' per l'ordina posto dalla MM italiana. I sensori della prima serie comprendono un sonar DBQS-40 della solita Atlas con apparato rimorchiato a bassa frequenza TAS-3, FAS-3 laterale a medio-bassa frequenza, entrambi passivi; sonar antimine MOA-3070, due periscopi Zeiss SEro 14 e SERO 15 da ricerca e attacco con FLIR, telemetro laser. Sistemi ESM FL-1800U, lanciatore di decoys TAU con 40 esche disponibili in 4 sistemi di lancio, radar Kelvin Hughes 1007 in banda I. L'automazione consente ad appena 27 uomini di gestire tutto il battello.
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===Navi minori, aviazione e programmi futuri===
Le corvette non sono un'assoluta novità visto che anni fa esistevano le 5 'Thetis', ma questa è oramai una storia vecchia. Per quella nuova esistono anche i rifornitori BERLIN e FRANKFURT. Si tratta di navi davvero grandi, consegnate alla 2a flottiglia come Gruppo di Supporto in Combattimento che in tedesco si dice con la coincisa espressione Ensatzgruppenversorger. Sono recenti, consegnate nel 2001-2002, filano i 20 nodi e dislocano 20.000 t, con 4 MGL-27, missili Stinger, RAM (in previsione). Una terza nave è stata ordinata e una quarta pianificata, con il che la Bundesmarine è davvero messa bene. Ciascuna ha un ponte di volo per due elicotteri pesanti, imbarca 84 container, 9.540 t di carburante, un sistema di comando e controllo di tutto rispetto, un po' come altre navi da rifornimento di moderna concezione -es. l'ETNA- sfruttando gli spazi per ospitare anche uno staff per coordinare un'intera Task Force multinazionale. Si aggiungono alle navi di cui sopra anche le due petroliere trentenni 'Spessart' commerciali, da 14.000 t e con equipaggio civile, da sostituire con altre 'Berlin' dopo il 2010. Hanno comunque due stazioni per il rifornimento laterale di altrettante navi in mare.
 
Vi sono infine due cisterne da 2.200 t 'Walchensess', 3 grossi rimorchiatori d'altura, una nave (la Westerwaeld) portamunizioni da 4.000, tutte vecchie navi come le ottime ma oramai tutte vendute classe 'Luneburg' (saranno state le 'Rhein'?). Non mancano poi le 3 navi da sorveglianza elettronica e appoggio cacciamine 'Oste' da 3.200 t del 1986-89, capaci di intercettare e anche di disturbare le comunicazioni con sofisticate apparecchiature.
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Un altro programma è quello per le corvette K-130 'Braunschweigh', che per ora sono 5, impostate nel 2004-2006, consegne cominciate nel 2007. Derivate dalle MEKO 100, sono piccole fregate da 89 metri e 13 di larghezza, 1.840 t, ottimamente stabili, 4.000 miglia d'autonomia a 15 nodi, 2 lanciamissili binati per gli RBS-15 Mk.3 con capacità anche contro bersagli di terra, due RAM, 1 pezzo da 76 mm, 2 da 27 mm, ECM UL-5000K e sistemi MASS, il tutto gestito dal SEWACO FD in versione 'ridotta' CM&WDS.
 
Erano i primi anni '90 quando la Marina tedesca, pensando agli impegni futuri lontano dalle proprie coste, dovette considerare la relativa inutilità delle sue motomissilistiche, navi pensate per il Baltico e come tali, con autonomia e tenuta al mare ridotte. Per i compiti a grande distanza c'era la necessità di navi meglio equipaggiate, seppure non necessariamente meglio armate. Il requisito operativo venne approvato nel 1995 e lo studio venne approvato già nel 1996 come K-130 (Korvette Type 130). Si pensava di costruirne ben 15 esemplari, di cui 4 entro il 2007 e gli altri scafi dopo il 2010. Nel novembre del 2000 questo programma sembrò eccessivo. Sebbene queste corvette erano circa un terzo delle vecchie motomissilistiche da rimpiazzare, i soldi per realizzarle mancavano e alla fine si decise di realizzarne solo cinque. Nel frattempo lo sviluppo, che si è portato avanti grazie ai ritardi (è un po' come per l'EF-2000, del resto), ha consentito di implementare nuove tecnologie, nel mentre si costituiva un consorzio chiamato ARGE K-130 (BW, Lurssen e Thyssen, EADS e Thales per l'elettronica). Il contratto, a prezzo fissato (186 mln di dollari per unità tutto compreso, notare che all'epoca non s'era ancora adattate le cifre all'euro) venne firmato il 13 dicembre 2001. Realizzate con tecnologie avanzate e procedure CPM (quelle stabilite dal governo, dal 2001 in poi, per le nuove forniture militari), la capoclasse, fatta come le altre con sezioni ripartite tra i costruttori, è la Braunschweig (F-260), che venne varata nell'aprile 2006 e consegnata nel gennaio 2008. Segue la F-261 Magdeburg, varata lo stesso periodo e consegnata nel luglio del 2008. La prima delle due è stata costruita nei cantieri B&V, la seconda dai Lurssen. Segue la F-262 Erfurt, varata nel settembre del 2006 e consegnata dai cantieri Nordseewerke al settembre 2008. Le ultime due sono la F-263 Oldenburg, luglio 2007-ottobre 2008 (da B&V) e la Ludwighdsafen, varata nel settembre 2007 e consegnata nel marzo 2009. Nell'insieme un tempo rimarchevolmente breve per queste nuove unità militari, almeno dopo la definizione e l'inizio della costruzione. I nomi sono per lo più quelli delle vecchie corazzate realizzate nei primi anni del '900 e rimaste in servizio fino alla II GM, dato che il trattato di pace del 1919 non prevedeva la rottamazione di navi delle generazioni più vecchie.
 
Lo scafo è 82,8 m tra le perpendicolari, 89,12 fuori tutto, per una larghezza di 13,2 m e un pescaggio di 3,4 m. Il dislocamento di 1.840 t ha margini per 140 t onde coprire crescite future, mentre per la stabilizzazione c'é un sistema che agisce sui due timoni, capaci di spostarsi in verticale un po' come pinne. L'aspetto delle navi è massiccio, basso, compatto, con due alberi piuttosto tozzi e dalla solida fattura, come tutto le sovrastrutture. Queste sono concentrate sopra una tuga centrale, comprendente una plancia di comando molto ampia. Le armi sono tutte qui sopra, mentre a poppavia vi è un ponte di volo di 24 metri x 12,6, capace di ospitare elicotteri fino a 12 t; purtroppo non vi è anche l'hangar, malgrado che uno potrebbe senz'altro essere realizzato, con una struttura telescopica, specialmente se si ospitassero elicotteri più piccoli, quali il Lynx (una soluzione, insomma, come quella delle Meko 140 di ultima produzione, e le stesse 'Lupo' italiane). Un hangar, a dire il vero, è effettivamente presente. Ma non serve per gli elicotteri, quanto per due UAV, e forse anche per questo il ponte di volo è definito come 'multifunzione', capace tra l'altro di ospitare 4 ferroguide per mine (fino a 60 esemplari). Per il resto, la costruzione è nel tipico stile MEKO, modulare sia per lo scafo che per sovrastrutture (sistema di modularizzazione noto come MFS). La linea delle navi tedesche, tuttavia, ha una particolarità. Non c'é il fumaiolo. Questo perché gli scarichi vengono espulsi sui lati dello scafo, appena sopra la linea d'acqua. Per questo, il tradizionale colore nero-fumo, in genere presente sulla sommità dei fumaioli (per non sporcarli nelle zone 'chiare' con gli scarichi) qui è sui lati delle navi: sembra una sistemazione mimetica come ai vecchi tempi, ma in realtà è per non rendere evidente gli effetti degli scarichi, i quali sono poco visibili anche fisicamente. E' senz'altro un sistema poco ortodosso, sperimentato da molto tempo anche con soluzioni più estreme, come lo scarico subacqueo, ma questa è la prima grossa classe navale che ne fa impiego, quando al contempo si vedono unità come le 'Orizzonte' con i loro fumaioli sgraziati e non simmetrici, abbinati in qualche modo alle alberature. Qui, l'assenza dei lunghi e pesanti scarichi consente di usare tutto lo spazio nelel strutture per altri impieghi, e limita anche l'emissione IR. La stessa soluzione è applicata alle future F-125. Per ridurre l'emissione IR è impiegato anche un sistema di raffreddamento ad acqua di mare spruzzata negli scarichi, riducendo la temperatura di picco a meno di 150 gradi centigradi anche con i motori a tutta potenza. Si può persino creare una cortina d'acqua nebulizzata usando degli ugelli laterali, riducendo ulteriormente la segnatura infrarossa. Le K-130 sono dotate di motori diesel, e questo aiuta a sua volta a ridurre l'emissione termica, specie nel campo delle temperature più elevate, e più facili da identificare. Quanto alle emissioni radar, le navi sono con la solita configurazione a X, ovvero con lati opportunamente sagomati per rendere più difficile agli echi radar la propagazione verso l'emittente, dopo avere colpito la struttura della nave. La progettazione è stata curata con l'uso di un software realizzato dalle F.A. tedesche e che simula l'emissione radar e la traiettoria delle sue onde (SIMPRASS). Ridotta anche la segnatura acustica con accorgimenti per isolare i motori diesel, piuttosto rumorosi, dallo scafo. La segnatura magnetica è stata curata con un sistema MES, che in sostanza è un generatore di corrente che produce un campo magnetico che è contrario e uguale a quello della struttura, per cercare di annullarne gli effetti. I risultati sono nell'insieme molto buoni: sono navi 'fredde', e con una segnatura radar simile ad una motocannoniera Type 143, che stazza appena un quarto (circa 400 t). Quanto alle misure interne, vi sono accorgimenti anti-shock e duplicazioni di sistemi essenziali, apparati antincendio con acqua di mare e schiuma (Questa per la sala macchine, generatori diesel e hangar per gli UAV). Non manca una difesa NBC, altro cardine delle moderne navi da guerra, sebbene meno importante oggi, negli scenari del dopo-guerra fredda. Questo funziona con la solita tecnica della sovrapressione e della filtrazione dell'aria: un sistema di filtri la 'pulisce' e poi la immette a pressione leggermente maggiore dell'esterno, così che non entri aria da altre parti della nave (chiaramente, se le poche aperture e finestre sono chiuse). La solita struttura delle murate alzate fino ad inglobare le sovrastrutture, in un tutt'unico, aiuta a ridurre i pericoli, la segnatura radar ed elimina i punti deboli, anche se in questo modo si può passare lungo il ponte di coperta solo entrando nelle sovrastrutture, visto che non vi sono passaggi esterni lungo le stesse, come nelle navi di vecchia generazione. In tutto, l'equipaggio è molto contenuto, 65 elementi di cui 11 ufficiali e 16 sottufficiali, come accade oramai diffusamente nelle navi moderne. Così è possibile ospitarlo in cabine da sei posti al massimo, mentre il comandante ha un alloggio bilocale. Data la riduzione dell'equipaggio e l'aumento del volume delle sovrastrutture rispetto alle navi più vecchie (per esempio, con l'allargamento fino alla murata della nave), l'abitabilità è migliore e l'autonomia più lunga. E'È possibile usare anche solo 57 persone per mandare avanti una K-130 con tutte le sue funzioni intatte. Naturalmente, se vi è un incendio a bordo sarebbe necessario un equipaggio numeroso, ma per le emergenze si stima, nelle navi moderne, che basti aumentare l'automazione e la resistenza strutturale per ottenere risultati simili, con minori rischi di perdite umane in caso di disastro. Per la prima volta nella Marina tedesca, vi è un vero e proprio sistema Intranet (o Ethernet?) per collegare i vari sistemi, tra cui quello CDS (combattimento), logistico (PCLOA), comunicazioni (IMUS) e altri ancora. Questo sistema è costituito da un gran numero di sistemi digitali, 18 computer solo per il PCLOA e un totale di oltre 100 tra computer e consolles disponibili a bordo.
 
 
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Il sistema d'arma è ripartito con il cannone a prua, i lanciamissili RAM dietro il cannone e sopra l'hangar per UAV, i due cannoni da 27 vicini alla plancia, e i missili antinave dietro l'albero principale. Vi sono anche due motolance, una per lato. Il sistema di gestione della piattaforma è della CAE, l'IMCS con una serie di camere TV e il controllo dalla centrale o da 5 stazioni periferiche, con interfaccia HMI. Il sistema BDCS è una parte di questo apparato e consente di gestire i danni a bordo quando ve ne siano. La navigazione ha una stazione di lavoro in plancia, nel settore sinistro, e risponde a criteri moderni del tipo 'Integrated Bridge', con due radar in banda X e S Raytheon Pathfinder Mk .2 e vari sensori, anche subacquei, di comunicazione e posizione.
 
I sensori sono il radar TRS-3D/16 da 200 km di portata, un tipo specifico per queste corvette (banda C, peso 842 kg, antenna con 16x46 elementi, dimensioni 2,5 x 1,98 m). E'È un sistema parte di una famiglia che è in servizio in una cinquantina di esemplari in sette marine, USN inclusa. I componenti sottocoperta del radar pesano 2.375 kg. Le modalità di funzionamento sono sei, e vanno da quella apposita per la scoperta a bassa quota, a quelle per le portate maggiori su aerei ad alta quota, fino alla correzione del tiro delle artiglierie con l'identificazione dei punti d'impatto sul mare. HA anche un IFF in banda S e può identificare, malgrado sia un apparato di medio raggio, fino a 400 oggetti aerei e navali, ma è particolarmente utile per la scoperta di minacce a bassa quota. E'È l'unico radar importante, per il resto vi sono i due radar di navigazioen e scoperta in superficie di cui sopra, e non vi sono sistemi radar di controllo del tiro. Per il resto vi sono apparati passivi, come i due sistemi Thales MIRADOR MSP 500, uno per albero, con camere TV, termiche e laser. Nell'IR basso, da 3-5 micron, hanno campo di 2 x 1,5 gradi al massimo ingrandimento, 7,2 x 5,4 con quello minimo; nel settore IR a 8-12 micron hanno campo di 3-9 x 2,25-6,75 gradi. La camera TV è capace di un campo di 4,4 x 3,3 gradi e con uno zoom da 18x; l'LLTV ha 10 ingrandimenti e 5 x3,7 gradi di visuale; un tipo diurno per l'inseguimento, di tipo monocromatico, ha 2x1,5 gradi di visuale e mira stabilizzata. Infine il laser ha portata di 40 km e precisione di 5 metri. Il tutto è sistemato in una torretta pesante 375 kg con elevazione tra -30 e +120 gradi, elevazione di 4 rad/s e accelerazione di 8 rad/s (quindi molto superiori a qualunque esigenza pratica, un rad è circa 57 gradi), con una portata tipica contro un caccia di 25 km e tempo di reazione di 4 secondi tra scoperta e inizio dell'azione di fuoco. Per gli UAV, capaci di scoprire bersagli oltre-orizzonte, al momento attuale non si è ancora deciso, ma vi sono sistemi come il Camcopter S-100 collaudati a bordo delle navi, si tratta di UAV a forma di minuscolo elicottero. L'anticonvenzionale SEAMOS era stato pensato appositamente per le K-130, ma è stato cancellato.
 
Quanto ai sistemi d'arma, c'é il solito 76 mm, ottenuto dalle vecchie navi radiate, e aggiornato con il kit da 100 c.min, il che presuppone l'idea di usarlo anche per compiti antierei, altrimenti a che pro quest'aumento, per un'arma che già arriva a 85? Ufficialmente serve solo per bersagli di superficie. Più innovativo è senz'altro l'RBS-15 Mk.3, sono 4 contenitori-lanciatori a centro nave. Quest'arma, che entrò in servizio con la marina svedese nel 1983, si è evoluta con l'Mk 2 nel 1999 e adesso ha un'ulteriore aumento delle prestazioni. Grazie all'elettronica miniaturizzata e a un maggior quantitativo di carburante, può recapitare la testata da 200 kg ad oltre 200 km di distanza, grossomodo al livello dell'OTOMAT e superiore ai tipici Harpoon e persino all'Exocet Block 2. Tra le altre caratteristiche un autopilota digitale, un computer di missione riprogrammabile, tecniche di penetrazione più efficaci e maggiore velocità nel momento dell'attacco finale, nonché un radar-altimetro con modalità adattativa allo stato del mare, per finire poi con la cellula, ora più agile e con una certa cura della stealthness, nonostante l'aspetto tozzo che contraddistingue questo missile. Esso è anche utilizzabile per attaccare bersagli di terra, un po' come tutti i missili antinave moderni, attualmente piuttosto a corto di bersagli navali potenziali. La velocità è di mach 0,9 grazie al solito reattore Microturbo TRI-60. Per il resto, da segnalare il radar d'attacco in banda Ku e varie modalità, e in futuro vi è l'idea di un sistema duale con un radar LPI e un apparato IIR, quest'ultimo indispensabile per un attacco efficace contro bersagli terrestri. In ogni caso, l'arma è capace di volare con un sofisticato INS/GPS e la possibilità di programmare waypoints e coordinare l'attacco in simultanea, anche con traiettorie e quote diverse. Questo missile è quindi altamente flessibile nell'impiego e decisamente pericoloso per qualunque bersaglio. Inoltre, essendo un'arma a lungo raggio è possibile usarla anche con designazione oltre-orizzonte, in genere sistemi ESM della nave o sensori di operatori esterni. In teoria, una salva di 4 missili potrebbe benissimo essere scagliata oltre orizzonte, e tutte le armi sarebbero sul bersaglio apparendo da traiettorie del tutto diverse e con profili d'attacco differenti.
 
Questo sofisticato missile è nato da una joint-venture tra SAAB e Diehl BGT, per dare un sostituto ai missili antinave della Marina tedesca, oramai piuttosto superati. Venne scelto dopo la competizione serrata con il norvegese NSM e l'Harpoon Block II. Era il 2004 e nel marzo di quell'anno venne firmato un contratto per 120 mln di corone svedesi (15,9 mln di $) per l'integrazione del sistema sulle K-130, e nel 2006 seguì un contratto per i missili veri e propri. Tuttavia, malgrado le sue qualità, quest'arma non sarà per ora applicata ad altre navi tedesche, perché le F-125 saranno dotate dell'Harpoon. Mentre i missili antinave sono piuttosto eterogenei nella Bundesmarine, quelli SAM sono standardizzati dato che esistono anche qui i lanciatori Mk-49 dei RAM, ciascuno con 21 armi pronte al lancio, nelle versioni più recenti RIM-116 B1A. Essi hanno sistema IR e radar passivo, con il software HAS (elicotteri, aerei e bersagli di superficie). Un altro sistema interessante è senz'altro l'MGL-27, che è l'unica concretizzazione dell'idea di impiegare l'eccellente BK-27 (quello dei Tornado) come artiglieria CIWS. Ad un certo punto si pensava ad un sistema a 4 canne, capace in teoria anche di 6.800 c.min e quindi all'altezza di sistemi come il Myriad (10.000 c.min, ma da 25 mm). Attualmente, per sostituire le valide ma un po' invecchiate Rh-202 da 20 mm, è stato scelto questo sistema, molto sofisticato. I cannoni Mauser (ora Rheinmetall) sono armi revolver da 27 x 145 mm, e sono controllabili a distanza con un monitor TV e un apparato elettro-ottico sull'affusto. Questo ha una camera termica raffreddata ad appena 77 K (ovvero circa -196 centigradi), che funziona nell'infrarosso alto, 7,5-10,5 micron, con campo 3,3-11,5 x 4,4-15 gradi; vi è anche una camera TV di tipo CCD da 752 x 582 pixel, e infine un telemetro laser classe 3A da 1,543 micron, 40 km di portata strumentale e precisione di 5 metri. Si tratta dunque di un'arma molto sofisticata, il cui unico neo è il fatto di avere solo 90 colpi pronti nell'affusto, sebbene si possano incrementare del 50% (135) in opzione. Questo significa, a 1.000 c.min, solo 6 secondi di fuoco, poco più di 3 al massimo valore (sempre che sia applicabile in quest'installazione). Interessante anche descrivere il sistema difensivo Rheinmetall MASS (MUlti Ammunition Softkill System) che ha due lanciatori gestiti da computer e in fibra di carbonio, mobili sui due piani e con 32 tubi l'uno. Essi lanciano razzi con spoletta programmabile per induzione magnetica (all'uscita del tubo) del tipo OMNI TRAP, utilizzabili per coprire la nave nel settore del visibile, IR tra 2-14 micron, radar tra 8 e 18 GHz e IR vicino (0,5-1,9 micron), con modalità di confusione, dissimulazione ecc. ecc. Il tempo di reazione è di appena due secondi persino contro missili supersonici. Per il resto vi è un ESM EADS UL 5000K da 2-18 GHz, e un disturbatore EADS KJS-N-5000.
 
Il comando e controllo è basato sul Thales SIGMA SPLICE (ovvero il SEWACO-FD, ultimo nato della dinastia olandese), con architettura distribuita e apparso sulle F-124 Sachsen, con rete in fibra ottica (ridondante) e dati digitalizzati. I computer e programmi sono del tipo COTS (Commercial Of-The Shelf), ovvero sistemi commerciali militarizzati e sistemati negli ECC, delle strutture anti-shock e radiazioni EM. Vi sono programmi come il SDFPC, e altri tipi inclusi quelli addestrativi, tutti sviluppati nell'ambito del consorzio. Vi sono 8 stazioni con 2 schermi da 21 pollici l'una nella sola CIC (Centrale di combattimento) e altre 3 con uno schermo (una è in plancia) e due maxischermi. Una delle consolle principali è destinata alle ECM. Vi sono anche molte altre attrezzature di bordo, minori ma pur sempre importanti per impieghi particolari, incluso quello del cannone da 76 mm. da ricordare, tra i vari sistemi di bordo, i link 11 e 16 nonché il SATCOM in banda UHF, SHF e EHF.
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Il missile, dalla sagoma molto più appuntita dell'aspetto arrotondato dell'Exocet, è dotato di due serie di superfici, tutte a freccia, di cui le posteriori per la guida. Il motore è bistadio, ovvero un booster SNPE 'Prades' e un sostainer SNPE 'Eole IV'; dietro la prua vi è il radar Thomson RE-576, testata, INS Sagem, altimetro della TRT capace di una precisione di 30 cm e i sistemi elettrici: batterie, altimetro e calcolatore sono tutti attorno all'ugello di scarico, perché il motore è in realtà molto più avanti, all'altezza delle alette centrali. La testata di per sé pesa 165 kg, praticamente come quella dell'Exocet, ma è formata in maniera diversa e più letale, come si vedrà poi. Si è previsto che in missione il vettore volasse a circa 30-60 m, aggiornando il missile sulla posizione tentuta, fino ad accendere il radar di bordo a circa 40 km dal bersaglio, salendo di quota e cercando la nave. Prima fase, che serve a dare al missile le coordinate del bersaglio eventualmente acquisito (ovviamente l'aereo deve sapere già in maniera generica dove si trova, da altre fonti), poi segue il lancio e l'allontanamento rapido oltre l'orizzonte radar; sia il Tornado che l'F-104G sono molto veloci e stabili a bassa quota, per cui allontandandosi dopo il lancio da circa 30 km a circa 30 m e 300 m.sec, significa sparire rapidamente dal settore della contraerea navale, che oltretutto, prima del sistema AEGIS, non era certo particolarmente efficace contro bersagli a volo radente (vedi le Falklands) e a decine di km di distanza. Il missile procede autonomamente, con le sue batterie accande il motore, l'INS e tutto il resto.
[[File:Tornado Luftwaffe feuert Kormoran.jpeg|350px|left|]]
Il booster accelera l'arma a 9,2 g fino a 0,95 mach, poi il missile procede ad una quota a dire il vero piuttosto alta, simile a quella dell'aereo lanciatore, se non maggiore: circa 30 m. L'INS ha due giroscopi, per misurare la posizione verticale e orizzontale dell'arma, e le 4 alette posteriori sono azionate da altrettanti motori elettrici. Ad un certo punto si accende il radar, a circa 10 km dal bersaglio, e il missile a quel punto si abbassa a 3-5 m di quota. Da notare che il radar è capace di funzionare anche in modalità passiva, ma non è chiaro che significhi in particolare. La testata è di 165 kg, di cui 56 di esplosivo. E' semiperforante e testata anche per 70-90 mm di acciaio St.37, ma ufficialmente ci si accontenta di meno: perforare un fasciame di 12 mm di St.52 con impatto di 60°, cioécioè circa 2,5 cm di spessore in caso di urto tangente. La testata quindi perfora le navi tipiche, ma potrebbe, con un angolo ideale, minacciare anche un incrociatore leggero della II GM. L'esplosione della carica principale fa penetrare ben dentro la nave anche 16 cariche radialmente disposte, forse da 2 kg l'una, che esplodendo causano una devastazione notevole in rapporto al peso della testata, forse grossomodo come quella da 227 kg dell'Harpoon. Forse è l'unico missile che ha tale tipo di testata HE-ICM. Si può anche lanciare il Kormoran con un traguardo ottico di puntamento, ma in casi di emergenza, forse facendogli subito accendere il radar di ricerca. Per supportare l'arma , la MBB ha sistemi specifici, come i contenitori che normalmente contengono l'ordigno: 3, di cui uno è lungo 935 mm e largo 765x700 mm, pesante 228 kg con la testata; un altro è lungo 3.175 mm per il corpo, sezioen di 870-800 mm e pesa 640 kg; l'ultimo è largo 700x770 mm, lungo 1.480 e pesa 116 kg, per il radar di ricerca; infine c'é un contenitore da 550 kg e 4,96 m, sezione 94x99,8 cm, per trasportare l'arma completa, con un carrello per l'installazione sull'aereo; esiste anche un sistema ATG, di test automatico, per verificare in 15 minuti il funzionamento del sistema; infine c'é un mock-up per addestrare il personale all'arma vera.
 
*Motore: SNPE 'Prades' da 2.750 kgs per 1 sec e un SNPE Eole IV da 285 kgs per 100 sec
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Quanto ai missili Exocet, la B.S. ne ebbe una forte quantità, per lo stesso motivo dei cannoni da 76, ovvero per armarne (con 4 lanciamissili) le motocannoniere missilistiche. Erano tutti MM.38 e finirono anche su altre navi, come gli 'Hamburg', nonché le moderne F-123, chiaramente un regresso rispetto agli 8 Harpoon delle precedenti F-122, motivabile solo dalla pronta disponibilità di tali armi nei depositi. Devono essere stati comprati qualche centinaio di tali ordigni, facendo della marina tedesca uno dei primissimi e più importanti utenti. Peraltro solo del modello MM.38 originario, dopo di ché ci si orientò per il Kormoran e l'Harpoon, mentre i missili per sottomarini non vennero mai adottati. Gli Harpoon armeranno, pare, le prossime F-125, e sicuramente le precedenti F-122 e F-124. Magari verrano anche installati sulle F-123 quando queste saranno ammodernate, magari con i lanciamissili delle F-122 ritirate dal servizio. Dei missili più avanzati e potenti, gli RBS-15, abbiamo già detto, e per ora ce li hanno solo le K-130, forse perché in un tale mercato la presenza dei 'colossi' orientali + l'Exocet e l'Harpoon, non permettono la possibilità di emergere ad altri utenti, relegandoli alla marginalità. La B.S., almeno per un certo tempo, ha avuto anche a che fare con i piccoli Sea Skua inglesi, ma non per i Lynx, ma per i Sea King basati a terra. Non è chiaro come tali esperimenti siano andati a finire e quale sia stata l'operatività ottenuta, né per quanto tempo siano stati in servizio.
 
I missili RAM sono stati sviluppati con un programma congiunto tra USA, Danimarca e Germania, in qualità di sistema di punto dalla gittata maggiore rispetto a quella del Phalanx, di cui si usa l'affusto, ma con una specie di Sidewinder ad alette ripiegabili che permette di portare 21 armi per lanciatore. E'È stato un programma molto difficile da portare avanti, sia per le difficoltà di sviluppo -specie per il sistema doppio IR (dello Stinger) e ricevitore radar-passivo- ma alla fine ce l'hanno fatta. Perché la B.S. non sia andata piuttosto a cercare direttamente, già che c'era, l'uso del cannone OTO Super Rapido per lo stesso compito di ingaggio antimissile a media distanza (6 km) non è facile da spiegare, dato che è un programma coevo, e che il RAM costa oltre 400.000 dollari a pezzo, circa il doppio di uno Sparrow e 4 volte un Sidewinder. In ogni caso, dopo molti anni di tribolazioni, nei quali le navi della BS erano pressoché prive di armi CIWS, finalmente due lanciamissili sono a bordo delle fregate, corvette e di qualche altra nave minore, come le Type 143A con un solo lanciamissili a poppa, al posto del cannone e lanciasiluri. Molte centinaia di armi ordinate, tra cui modelli perfezionati, anche con la sola guida IR (tipica del Sidewinder) e con capacità antinave (diciamo 'barchini'). Le F-122 ne hanno due lanciatori, entrambi a poppa, sopra l'hangar. Forse il fatto che il RAM non richieda la perforazione del ponte ha giocato a suo favore, così come il costo dei nuovi cannoni Super-Rapido, ma in ogni caso è strano che proprio una marina così interessata al 76 mm poi non lo consideri nei tipi più moderni e sviluppati per i compiti anti-missile.
 
La B.S. è stata anche una 'buona forchetta' dei missili Sea Sparrow, tra cui, di recente (dalle Type 123) il modello a lancio verticale, e ha in acquisizione anche il molto potenziato ESSM, di fatto l'unico concorrente all'ASTER, che la marina tedesca non adotta. Per le distanze più lunghe, i Tartar, poi gli SM-1, sono stati appannaggio delle sole tre navi 'Lutjens', che di recente sono state sostituite dalle F-124 con gli SM-2 nei vari modelli.
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Quanto alle prestazioni, queste armi sono tutte da 533 mm; la lunghezza è (senza e con rotolo di filo di guida) 6,08-6,55 m per il Seal, 4,15-5,62 per il Seeschlange, 6,04-6,55 per il SST4, 6,15-6,62 m per il SUT. I pesi e la testata sono rispettivamente 1.370/260 kg, 900 kg/100 kg, 1.414/260 kg, 1.414/260 kg. Le prestazioni sono 23-35 nodi per 28-12 km; 23-25 nodi per 14 o 6 km; SST4 e SUT, analoghi al Seal<ref>Armi da guerra 132</ref>.
 
Queste armi non potevano essere giudicate del tutto soddisfacenti per il futuro, e nel 1994 Francia, Italia e Germania cercarono un programma comune, detto, ma già nel 1996 i tedeschi abbandonarono per la propria soluzione nazionale, la DM2A4. Nel frattempo era ancora in pista il predecessore DM2A3, quest'ultimo adottato nel 1995 per i Type 206. E'È noto anche come Seahake e successivamente ha avuto successo con la Norvegia (battelli classe ULA), Turchia (per i suoi Type 209) e Israele (per i Dolphin). Il sistema di guida, però, come è detto è un tipo italiano della Whitehead, il TOSO della metà anni '80, con modalità di ricerca a geometria orizzontale. La velocità massima è di 34 nodi per 13 km, oppure 28 km a 23 nodi, il tutto con motore a tre stadi da 80 kW.
 
Il DM2A4 ha invece una nuova batteria all'AgO-Zn, ovvero ossido d'argento e zinco, capace di azionare un motore a magnete permanente e rotazione continua da ben 275 kW. Questo consente di arrivare a 45 nodi, con un gruppo di riduzione derivato da quello dell'MU-90 perché questo motore ruota a grande velocità, dopo di che aziona le eliche controranti posteriori in fibra di vetro. Il cavo di guida è a fibre ottiche e la lunghezza totale di 6,6 m nel tipo standard, che però dentro i Type 209 'non ci sta', così pare sia stata sviluppata una versione accorciata per loro beneficio, il che renderebbe particolarmente utile l'accesso alla tecnologia francese dei motori con batterie all'Al-AgO, ancora più potenti. Già il cavo a fibra ottica è importante, perché permette scambi di dati molto più veloci, anche se costa circa 10 volte il filo elettrico normalmente usato e probabilmente è più fragile rispetto a questo. Questo siluro è l'arma standard per gli U-212<ref>Annati, Massimo, articolo sui siluri pesanti, RID Gen-2001</ref>.