Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-5: differenze tra le versioni

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Gli scontri a fuoco avvenivano, anche in campo aperto, a distanze spesso inferiori a 400 m. Perché non pensare a cartucce 'ritagliate' su questa constatazione? Ma i proiettili come l'eccellente 9x19 mm Parabellum (il primo numero significa il calibro, il secondo la lunghezza del bossolo) erano troppo deboli per tali distanze, e certamente non avevano la precisione per colpire tanto lontano. Andavano bene per i mitra, per le pistole, ma non per i reparti di fanteria ordinaria. All'opposto v'erano proiettili di minor calibro (max 8 mm) ma con cartucce lunghe anche oltre i 50 mm. Tra munizioni capaci di mach 0,8-1 e quelle da 2,5 c'era un notevole spazio vuoto da riempire con un terzo, e più equilibrato calibro che consentisse anche di realizzare armi semiautomatiche o automatiche abbastanza leggere e facili da costruire. I Tedeschi cominciarono già nel '34 a lavorarci ed anni dopo apparvero due tipi, la carabina-mitragliatrice 42(W) della Walther, e un simile modello 42(H) della Hanael, che vinse la competizione, stavolta a scapito della Walther (che a sua volta aveva battuto la Mauser). La cartuccia che venne costruita per tali armi era la 7,92x33 mm (derivata da una precedente 7,92x30 mm), costruita dalla Polte, che pesava un terzo in meno della 7,92x57 standard. Sarebbe stata nota con vari nomi, alla fine quello rimasto era il Kurz Patrone 43, nate nel '43, ma derivata dagli studi realizzati già nel '41.
 
A questo punto ci si mise Hitler, che vietò tali armi: magazzini e industrie erano pienamente occupati dalle cartucce da 7,92 mm normali e la 7,92 mm 'Kurtz' avrebbe causato problemi di logistica. In un certo senso Hitler aveva ragione, ma allora cosa si sarebbe dovuto dire di tutte le armi catturate al nemico ed ampiamente usate, o della situazione logistica dell'Esercito dell'Alleato Italiano, che avrà avuto una buona decina di tipi di munizioni tra il 6,5, 7,7, l'8 e il 9 mm? Al dunque, quest'introduzione non era tanto grave e non richiedeva tecnologie esotiche e di difficile attuazione. Lo Stato Maggiore tedesco fece quindi le classiche 'orecchie da mercante'; assecondò il dittatore, ma autorizzò ugualmente l'introduzione della nuova arma, che contro le masse sovietiche di fanteria ebbe subito un successo strepitoso. Eppure l'arma era ancora considerata una MP, ovvero una Maschinen-Pistole, mitra insomma= MP-43 (+ l'anno). Le cartucce intermedie erano abbastanza potenti per quasi tutti gli usi (un po' meno per il cecchinaggio), e Hitler, ritrovatosi a cose fatte, autorizzò l'arma ma con il più corretto nome di Sturmgewher 44 o '''StG44''', pressoché identico al suo predecessore.
 
Anche se era chiamato 'mitra', l'MP43 fu chiaramente il primo fucile d'assalto del mondo, capace di sparare a tiro singolo o raffica. Prima i fanti armati di fucile erano dipendenti, nell'azione tattica, dal fuoco di supporto di mortai leggeri, mitragliatrici o fucili mitragliatori; ora, sebbene queste armi potessero essere (come si scoprirà nel dopoguerra) ancora molto utili, i fanti stessi potevano erogare fuoco di copertura ai loro compagni, sia pure con dei limiti. La cadenza di tiro pratica restava inficiata dal caricatore da 30 colpi, che a tiro automatico si svuotava molto prima di quello da 10 di un'arma normale, mentre la canna non era rimpiazzabile e quindi si surriscaldava col tiro troppo prolungato. L'unica versione dell'MP 43 fu la /1 con tromboncino lanciagranate, ma molti furono i sistemi, anche molto avanzati, usati come accessori esterni. Uno dei più impressionanti data l'epoca, era il congegno di puntamento notturno. All'epoca era appena stato possibile dotate alcuni carri di sistemi di visori IR, e subito questi vennero usati addirittura sui fucili; ma più strano ancora fu il Krummlauf, che permetteva di sparare con angoli di 30-45 gradi contro bersagli defilati, c'era anche un periscopio a specchio per il puntamento. Al dunque quest'idea di far 'spinnare' i proiettili per una traiettoria a curva era utile nei combattimenti ravvicinati, ma la canna era ben poco pratica non potendo tirare 'dritto', e l'idea non ha avuto molto seguito ( venne usata dagli Americani in Corea). L'alimentazione era a gas recuperati dallo sparo tramite una camma. A parte qualche differenza di dettaglio non è facile distinguere tra un StG44 e un AK-47, anche se quest'ultimo ebbe una genesi diversa, con in comune solo la cartuccia tedesca che venne 'sovietizzata' e adattata alle armi, prima il fucile SKS e poi il Kalashikov. Molti MP 43 o Stg vennero usati nel dopoguerra dalla Cecoslovacchia e nei conflitti arabo-israeliani; ci sono persino alcune testimonianze degli anni '80 sul loro impiego nei movimenti di guerriglia, forse riattati al 7,62 russo, visto che la munizione originaria dovrebbe essere oramai irreperibile.
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Dopo questo cannone da 37/45 mm, fu rapidamente la volta del cannone '''Pak 38''' da 50 mm, arma entrata in servizio nell'estate del '40, dopo che era stata approntata circa 2 anni prima. Aveva una canna da 60 calibri e presto divenne il cannone dei Panzer III e delle blindo Puma. Era lungo, slanciato e di produzione Rheinmetall. L'affusto era in lega leggera e quindi leggero e facile da manovrare. La lunghezza era di 3,187 m, di cui la rigatura era di 2,38 m. L'AP aveva 835 m.sec, l'HE 550 m.sec, l'AP40 arrivava a 1.180 m.sec, l'alzo fino a 27 gradi e brandeggio di 65. Peso di 1.000 kg in batteria. Perforava 101 mm a 740 m con l'AP40. Ad un certo punto ne venne approntato anche un tipo ad alimentazione automatica per aerei, e addirittura si tentò di usare questo potente cannone come arma contraerea. La sua produzione era piuttosto costosa, visto che era in lega leggera, e non era migliore del 57 mm inglese. Anche l'AP 40 da 0,925 kg (anziché 2.06 kg del tipo normale o 1,82 kg della munizione HE), non era del tutto sufficiente dopo il 1942. Tuttavia nel '41 era una delle poche armi capaci di competere contro i T-34 e KV-1 e rimase a fare da 'gap filler' aspettando armi più potenti (e più mobili dei pezzi da 88 mm).
 
Molto meglio fu l'uso dei cannoni '''Pak 40''', che erano simili al precedente, con un aspetto quasi 'scaled up'. Stavolta l'affusto era in acciaio per carenza di materie prime. Arma difficile da rilevare, data la sagoma bassa, scudata, con direzione di 45 gradi e alzo di-5/+22, peso di 1.500 kg in marcia e 1.425 in assetto di combattimento, aveva munizioni AP da 6,8 kg e 750 m.sec, AP40 da 4,1 kg e 930 m.sec, e HE da 5,74 kg a 550 m.sec. Quest'ultima granata consentiva di utilizzare il pezzo anche come arma d'artiglieria leggera, anche se la gittata era di soli 7.680 m. Ma il meglio era con le granate AP 40: 154 mm a 500 metri, perforazione sufficiente per quasi tutti i possibili bersagli, incluso il T-34 che era affrontabile anche da 1 km. Pare che l'AP40 perforasse ancora 98 mm a 2 km. Presto venne usato anche come arma per carro e venne persino adattato all'uso da parte di alcuni tipi di aerei bimotori e quadrimotori. Sicuramente si trattò di uno dei migliori pezzi controcarri della guerra: un po' meno potente del 17 libbre inglese, ne pesava appena la metà.
 
C'era poi il famoso '88. Questo era stato introdotto come arma contraerei, ma dalla guerra in Spagna in poi l'uso come artiglieria controcarri era diventata usuale, non solo per le doti balistiche, ma sopratutto per la mobilità (malgrado l'alta sagoma). La sua efficacia contro i blindati sovietici in Spagna fu micidiale, così come contro i carri polacchi e poi quelli francesi e britannici: l'88 fu il primo cannone a poter perforare i carri 'Matilda II'. La produzione venne iniziata già prima del 1933, e migliaia di armi vennero utilizzate in ogni fronte, tanto che molte sono rimaste in servizio, nonostante il calibro non compatibile con altre armi, anche fino ad anni recenti, per esempio in Yugoslavia. Con la sua granata HE spolettata a scoppio ritardato o con colpi semiperforanti poteva perforare i carri ed esplodere, annientando anche l'equipaggio. Ben presto venne usato da semicingolati come quelli da 12 t, leggermente protetti. La Krupp, che a suo tempo aveva sviluppato il cannone in Svezia, finanziata dall'Esercito tedesco, produsse anche la versione per carri Tiger, e poi il cannone Flak 41 da 71 anziché 56 calibri; la sua versione contraerei non fu tanto efficace, perché c'erano problemi di affidabilità; anche se era un cannone assolutamente formidabile quando funzionava correttamente; ma i Tedeschi preferirono armi meno estreme con prestazioni maggiori ma con calibro più elevato. La versione controcarri specifica apparve presto, era il Pak 43 con tanto del pezzo per carri KwK 43 8,8 cm. Il cannone aveva meccanismo di chiusura semiautomatico (che espelleva automaticamente i bossoli), congegno di sparo elettrico e piattaforma girevole, tutte caratteristiche avanzate. Per aumentare la produzione venne usato anche un cannone con affusto raffazzottato, proveniente dall'obice da 105 mm (affusto) e da quello da 15 cm (ruote). Era difficile da usare e manovrare (il soprannome era grossomodo 'grosso come un granaio'), ma poteva distruggere tutto quello che trovava nel campo di tiro. L'arma era lunga 6,61 m di cui la rigatura 5,125 m; peso 4.750 kg in marcia e 3.650 kg in combattimento, brandeggio 360 gradi, alzo -8/+40°, v.iniziale AP 1130 m.sec, HE 950 m.sec, peso AP 10,16 o 7,3 kg, 9,4 kg per l'HE. Perforava 184 mm a 2 km.